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I FANTASMI CINESI ACCOMPAGNANO SORA GIORGIA IN INDIA – MELONI È A NEW DELHI PER IL G20. MA IL PRINCIPALE NODO DA SCIOGLIERE PER LA DUCETTA RIMANE QUELLO CON LA CINA – IL PREMIER LI QIANG HA CHIESTO SUBITO UN FACCIA A FACCIA. TEMA CENTRALE: L’USCITA ITALIANA DALLA VIA DELLA SETA – LA DECISIONE DI ABBANDONARE È PRATICAMENTE PRESA, MA SULLA STRATEGIA C’È INCERTEZZA. LA TENTAZIONE DELLA PREMIER È DI SCARICARE LA RESPONSABILITÀ SUL PARLAMENTO, UN’ACROBAZIA DIPLOMATICA COMPLICATA…

Estratto dell’articolo di Francesco Olivo per “La Stampa”

 

giorgia meloni a new delhi per il g20

Xi Jinping non si è presentato, ma la Cina resta il primo pensiero della diplomazia italiana. Giorgia Meloni è arrivata ieri mattina a Nuova Delhi per un G20, che si apre oggi, un po' depotenziato dall'assenza del leader di Pechino.

 

[…] la questione dell'uscita dalla Via della Seta resta la più complessa: la decisione è praticamente presa, ma sulla strategia si discute ancora, la tentazione è quella di scaricare la responsabilità sul Parlamento. Un'occasione per affrontare il tema, con tutti gli imbarazzi e le acrobazie del caso, si presenta oggi: il premier cinese Li Qiang, venuto in rappresentanza del presidente e Meloni si incontreranno oggi in un bilaterale nel primo giorno del vertice.

 

giorgia meloni a new delhi per il g20

A formulare l'invito è stato il capo del governo cinese e questo è un segnale che viene letto con attenzione dai diplomatici italiani. «La nostra posizione è chiarissima», dicono fonti che si stanno occupando di questo dossier, ma la gestione politica dell'eventuale addio al memorandum non ha preso ancora una strada netta, tanto che la linea resta, «se ne occuperà il Parlamento», come la premier ha detto nelle scorse settimane e come i diplomatici ripetono anche in queste ore.

 

Uno scenario, al netto delle enormi differenza, che si potrebbe riproporre con la ratifica del Mes, altro passaggio difficile per il governo Meloni, che per uscire dalla strettoia si ripara dietro alle decisioni del Parlamento.

 

Dopo la visita del ministro degli Esteri Antonio Tajani, quello di oggi sarà un nuovo passo di avvicinamento alla missione di Meloni a Pechino, che però appare meno vicina di quanto sembrasse. L'obiettivo è adesso preservare le relazioni: «Con la Cina ci sono rapporti consolidati da secoli, ci guardano con rispetto, ci sono molte possibilità di collaborare, c'è vita oltre la Via della Seta», insistono i negoziatori italiani.

meloni xi jinping

 

Uno degli obiettivi del leader indiano Narendra Modi è farsi capofila del Sud del mondo e il governo italiano ha tutto l'interesse a raccogliere questo messaggio. Oggi Meloni incontrerà il capo del governo indiano in un bilaterale che segue quello dello scorso marzo, quando la premier era arrivata qui a New Delhi, anche con molti contratti nel settore della difesa da firmare. L'Italia, senza poter essere decisiva, farà di tutto affinché questo G20, debilitato dalle divisioni sulla guerra in Ucraina, non fallisca «anche in vista della nostra prossima presidenza del G7», spiegano i diplomatici. L'altra preoccupazione di Roma è che il formato G20 possa indebolirsi, facendo venire a mancare così l'unico vero forum comune tra i 7 grandi e Paesi strategici come Cina, Brasile e Sudafrica.

 

[…]

 

giorgia meloni a new delhi per il g20

A margine del vertice, che si concluderà domani, ci sarà anche un incontro dei Paesi Ue, al quale parteciperà anche la presidente della Commissione Ursula von der Leyen e il presidente del Consiglio, Charles Michel, per discutere di nomine europee, a partire dalla Bei e dalla vigilanza della Bce, una partita che Meloni affronta in un momento molto delicato dei rapporti con Bruxelles.

 

Un osservatore interessato è anche Giancarlo Giorgetti, il ministro dell'Economia, che ieri a Nuova Delhi ha incontrato la segreteria di Stato al Tesoro statunitense Janet Yellen, la quale è tornata a chiedere un impegno economico, anche dell'Italia, per finanziare la riforma delle banche d'investimento, decisive per il Sud del mondo. Giorgetti non ha accolto le richieste, almeno per ora. Per gli Usa però la questione è decisiva. Dietro ci sono sempre i fantasmi cinesi.

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