MISTERO ORLANDI, SILENZI VATICANI (RATZINGER BATTI UN COLPO) - I MAGISTRATI CHE INDAGANO SULLA SCOMPARSA DI EMANUELA ORLANDI SMONTANO IL TEOREMA SECONDO CUI NELLA TOMBA DI RENATINO DE PEDIS NELLA BASILICA DI SANT'APOLLINARE CI SAREBBERO ANCHE I RESTI DELLA RAGAZZA - I PM SONO CONVINTI CHE LA VERITÀ SIA TUMULATA IN VATICANO: QUALCUNO ALL'INTERNO DELLE MURA LEONINE SA COME E PERCHÉ LA ORLANDI SCOMPARVE 22 GIUGNO DEL 1983 QUANDO AVEVA APPENA 15 ANNI…

Da "Repubblica.it"

Qualcuno all'interno del Vaticano sa. Qualcuno ancora in vita sa come e perché la cittadina vaticana Emanuela Orlandi scomparve 22 giugno del 1983 quando aveva appena 15 anni. Questo il convincimento di chi indaga sul rapimento della ragazza. Tra le altre certezze di chi indaga il fatto che la Orlandi alcuni giorni prima di sparire fu seguita e che nella vicenda ebbero un ruolo alcuni appartenenti alla banda della Magliana tra cui lo stesso boss Renatino De Pedis.

Un coinvolgimento questo che non riguarda comunque la banda in quanto tale e che forse ha riguardato già l'atto del rapimento, ma più probabilmente solo la gestione successiva della ragazza. Allo stato nell'ambito di questa inchiesta risultano infatti indagati Sergio Virtù, Angelo Cassani, detto 'Ciletto', Gianfranco Cerboni, detto 'Gigetto'. Tutti soggetti che hanno fatto parte del gruppo che ha infiammato la capitale tra gli anni Settanta e Ottanta. Gli indagati sono stati individuati sulla base di una serie di riscontri oltre che dalle dichiarazioni di pentiti della banda della Magliana.

Tutto ripartì da dichiarazioni rese in diversi momenti da Sabrina Minardi, ex compagna per un periodo di Renatino. Già moglie del calciatore Bruno Giordano, la donna non è risultata del tutto attendibile, si contraddice ed inoltre è essa stessa tra gli indagati per la scomparsa della Orlandi. Alcuni aspetti della sua versione, inoltre, lasciano intendere come ci siano degli aspetti della banda inesplorati dagli investigatori. Un racconto che fornisce tanti elementi indizianti, che però non riescono a superare il vaglio dell'effettività e diventare prova.

All'attenzione degli inquirenti anche le posizioni di Carlo Alberto De Tomasi e del padre Giuseppe, detto "Sergione". Il primo, secondo i risultati di una consulenza fonetica, sarebbe l'anonimo telefonista di "Chi l'ha visto", mentre il secondo sarebbe il sedicente "Mario" che contattò la famiglia Orlandi il 28 giugno 1983. Entrambi hanno sempre smentito questa ricostruzione, così come gli indagati il loro coinvolgimento.

Ma al di là del ruolo (non ancora chiarissimo) che De Pedis avrebbe avuto nella scomparsa di Emanuela, chi indaga ritiene poco credibile che la tomba possa contenere altro se non le spoglie del boss. Quanto poi al 'contenzioso' di questi giorni tra il ministro dell'Interno e il parlamentare Pd Walter Veltroni, nessun fatto nuovo, degno di rilievo, è apparso agli occhi di chi indaga.

Che la basilica di Sant'Apollinare non fosse extraterritoriale lo si è accertato alcuni anni fa consultando i Patti Lateranensi: ciò spiega la facilità, senza dover fare rogatorie, con cui Capaldo ha convocato in procura i due rettori ed ha avuto accesso nella cripta della basilica. Così come era ampiamente noto alla procura l'iter procedurale che è stato seguito affinché la salma di De Pedis lasciasse il cimitero del Verano.

 

Emanuela OrlandiEMANUELA ORLANDI CERCASIEmanuela Orlandi emanuela orlandi ppDEPEDIS AMMAZZATO

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