
“È STATO UN ATTO UNILATERALE, CI HANNO TRASCINATO VIA” – QUEI QUATTRO “SCAPPATI DI GAZA” DEI PARLAMENTARI ITALIANI CHE FACEVANO PARTE DELLA FLOTILLA RILASCIANO INTERVISTE LACRIMOSE E PROVANO A DIFENDERSI DALL’ACCUSA DI AVER ABBANDONATO GLI ALTRI ATTIVISTI, SOSTENENDO CHE SIA STATA UNA DECISIONE DI ISRAELE – LA MADRE DI UN GIORNALISTA ANCORA TRATTENUTO: “C’È STATA UNA DISPARITÀ DI TRATTAMENTO. SAREBBERO STATI PIÙ UTILI LÌ, MA È PREVALSO L’ISTINTO DI SOPRAVVIVENZA…”
1. FLOTILLA, RIMPATRIATI 4 POLITICI ITALIANI. INCERTO IL DESTINO DEGLI ALTRI 42
Estratto dell’articolo di Sabato Angieri per www.ilmanifesto.it – 4 ottobre 202
[…] Ciò che conta è che ci sono quasi 500 persone bloccate in una prigione di massima sicurezza e che c’è bisogno di provvedimenti immediati. «Non ci deve essere nessun trattamento di favore» ha dichiarato la madre di Lorenzo D’Agostino durante la manifestazione di Bari di ieri, non appena appreso dei quattro parlamentari italiani che erano stati rimpatriati.
Anche la sorella del reporter è d’accordo: «Sarebbero stati più utili lí che qui ma evidentemente è prevalso il naturale istinto di sopravvivenza». Il riferimento è al senatore Marco Croatti, l’eurodeputata Annalisa Corrado, il deputato Arturo Scotto e l’eurodeputata Benedetta Scuderi che sono stati i primi a lasciare Israele. Unici politici tra quelli sulla Gsd a rientrare e primi su tutti gli equipaggi ad aver lasciato la prigione di Ketziot. «È stata riconosciuta loro l’immunità», ha assicurato il ministro degli Esteri Antonio Tajani, annunciando la loro partenza dall’aeroporto Ben Gurion.
2. RIENTRI IN TEMPI RAPIDI E MIGLIORI CONDIZIONI FARNESINA IN PRESSING
Estratto dell’articolo di Giuliano Foschini per “la Repubblica”
[…] A proposito. I genitori del giornalista Lorenzo d'Agostino hanno denunciato come ci sia stata «una disparità di trattamento» con i parlamentari, rientrati già ieri. Ma in realtà anche quella è stata una scelta israeliana: dopo le proteste del ministro Tajani […], il governo israeliano ha capito che arrestare quattro parlamentari di un paese straniero rappresentava una complicazione nelle relazioni. Meglio farli tornare immediatamente anche perché così sono rimasti lontani dal carcere di Ketziot, dove sarebbero stati testimoni di ulteriori abusi. […]
3. SCUDERI, 'SPERAVO CHE TORNASSERO TUTTI'
(ANSA) - "Mi aspettavo, ho sperato, che ci mettessero tutti insieme sugli aerei. Almeno le persone che avevano detto di non volere rimanere in Israele". E' quanto afferma l'europarlamentare di Avs Benedetta Scuderi al Corriere della Sera al suo rientro in Italia.
"I soldati israeliani hanno cominciato a darci fogli da firmare. Tanti fogli. Uno di questi chiedeva se volessimo fermarci in Israele per il processo. Qualcuno ha detto sì". Il sentimento che è prevalso in quelle ore, più che la paura, era la "rabbia", dice. "Hanno fermato la nostra barca a cinquanta miglia dalla costa, in acque internazionali. Tecnicamente ci hanno rapito".
Quanto alle parole di Giorgia Meloni, la premier "dovrebbe guardare a responsabilità di chi commette crimini e non di chi ne è vittima. Ripeto: Netanyahu ci ha rapiti in acque internazionali e Meloni come sempre non lo ha condannato, così come non condanna nessuno dei crimini di Netanyahu".
Sull'aereo, racconta Scuderi al quotidiano La Repubblica, "tutti conoscevano le nostre facce. E non è stato piacevole: alcuni ci insultavano, altri ti guardavano male. Lo stesso è successo ad Ashdod: hai la sensazione netta di parlare con gente che ti odia".
Per raggiungere il centro di smistamento, i militari israeliani "mi hanno presa per le braccia e strattonata. Una volta dentro ci hanno perquisiti ancora una volta, hanno rovistato nelle nostre borse e buttato via medicine ed effetti personali.
Oltre al cellulare, in cui avevo anche le carte, e che non ci hanno mai più restituito, a me hanno tolto le medicine, l'igienizzante e la protezione solare. L'hanno trattata come se fosse la conferma che la nostra era una gita di piacere. Kefyie, sciarpe, simboli della Palestina, sono stati tutti buttati a terra e sequestrati".
4. FLOTILLA: SCOTTO, NOSTRO RILASCIO CREDO ATTO UNILATERALE ISRAELE
(ANSA) - "Credo che la questione del rilascio dei parlamentari sia stato un atto unilaterale di Israele, persino al netto dell'interlocuzione con la Farnesina". Cosi' Arturo Scotto, deputato del Pd che era a bordo della Flotilla e rientrato ieri in Italia, durante la conferenza stampa a Roma.
"Non abbiamo avuto alcuna chiamata da Meloni, abbiamo avuto una interlocuzione con il ministro Crosetto - parlo per me, Corrado e Scuderi - anche nelle ore più complicate dell'abbordaggio - sottolinea - . Una interlocuzione continua di cui lo ho ringraziato. Con Tajani abbiamo parlato ieri, intorno alle 9.30 di mattina, quando ci hanno comunicato che saremo rientrati, dal telefono del vice ambasciatore Baldassarri che non sapeva saremmo partiti poche ore dopo".
5. FLOTILLA: SCOTTO, RENDERE NOTI NOMI DEI 26 ITALIANI IN PARTENZA
(ANSA) - "Il nostro appello è a rilasciare tutti i connazionali detenuti nelle carceri israeliane. La pressione diplomatica deve essere molto molto forte". Cosi' Arturo Scotto, deputato del Pd che era a bordo della Flotilla e rientrato ieri in Italia, durante una conferenza stampa a Roma.
"Non abbiamo ancora la lista dei 26 nomi degli italiani che stanno rientrando - aggiunge - Crediamo sia rilevante e chiediamo sia resa pubblica. Chiediamo venga data tutta l'assistenza possibile anche quando raggiungeranno la Turchia". Poi sottolinea: "Siamo arrivati molto vicini a Gaza, a 35 miglia, e non era scontato. Quelle miglia che ci distanziavano non sono state raggiungibili perché il governo non ha fatto una pressione vera per riaprire quel corridoio umanitario chiuso da anni. Chi era nell'illegalità è chi ha impedito a quelle barche di arrivare a Gaza".
6. CROATTI, 'ERAVAMO TAGLIATI FUORI DAL MONDO'
(ANSA) - "Sono stremato. Non chiudo occhio da due giorni, da quando gli uomini dell'esercito israeliano hanno iniziato le manovre per abbordare le navi della Flotilla". Così il senatore del M5S Marco Croatti in un'intervista a La Stampa al suo arrivo all'aeroporto di Fiumicino. "La marina israeliana ha fatto saltare la connessione internet e non avevamo campo sul cellulare. Eravamo tagliati fuori", racconta.
"Ho mandato un messaggio a Patuanelli. Sarà stata mezzanotte e mezza. Dovevo aggiornarlo su cosa stava succedendo". Poi "la marina israeliana ha bloccato prima le navi in testa alla Flotilla. Quelle dietro si sono fermate, ma noi eravamo defilati e siamo riusciti a passare". Croatti spiega che "all'inizio pensavamo che per qualcuno sarebbe stato possibile" arrivare.
"Ma quando mi sono voltato ho visto che i militari israeliani passavano da una barca all'altra, usavano gli idranti su alcune per metterle fuori uso, su altre salivano e ne prendevano direttamente il possesso. Entro la mattina le hanno fermate tutte". I militari "avevano dei mitra, credo fossero in 3 o 4. Si sono agganciati con delle lance e sono saliti, spaccando con il calcio dell'arma la telecamera che avevamo fissato e dopo aver controllato tutte le stanze hanno preso possesso della nave. In quella fase ho perso il cellulare".
Al porto di Ashdod, "ci chiamavano terroristi - dice Croatti -, loro che hanno attaccato delle barche in acque internazionali e ci hanno deportato in Israele. Ci hanno tolto passaporto, zaini, tutto. Hanno persino sequestrato i medicinali per una malattia cronica a una persona che era lì con noi". Poco prima di salire sull'aereo, infine, "abbiamo incontrato finalmente un diplomatico dell'ambasciata". Il messaggio è stato quello "di andare subito a controllare il centro detentivo dove sono stati portati gli altri italiani. Siamo preoccupati che l'attenzione, su di loro, sia meno forte adesso. Devono essere tutelati".
7. FLOTILLA: CORRADO, TRASCINATI VIA, NON ABBIAMO SCELTO RIENTRARE
(ANSA) - ROMA, 04 OTT - "Siamo stati trascinati via, non abbiamo potuto scegliere, nessuno di noi aveva un'interlocuzione con nessuno". Così Annalisa Corrado, europarlamentare Pd che ha partecipato alla Global Sumud Flotilla, durante la conferenza stampa in corso a Roma.
"Le speculazioni di queste ore rispetto a questo nostro rientro privilegiato le respingiamo al mittente - sottolinea - . Quanto vissuto ha annichilito la nostra possibilità di reagire". Poi racconta: "quando qualcuno interloquiva con noi, avevamo intorno 40 persone armate". E in merito alle accuse che sulle barche non c'erano aiuti alimentari dice: "I video sono stati registrati quando Israele aveva sequestrato le nostre barche. Dire che non c'erano aiuti è quindi solo propaganda".