GOVERNO LEOPOLDA! I DUE PIANI DEL MAGHETTO DI FIRENZE PER TRASFORMARE LETTA NEL VICE DI RENZI. LA DATA È 25 MAGGIO 2014. PRIMA PERÒ C'È DA RESISTERE ALLA TENTAZIONE DI BERLUSCONI...

Claudio Cerasa per il Foglio

Il day after è un ciclone di un milione e seicentomila voti che arriva a Palazzo Chigi alle diciassette e trenta dopo una conferenza stampa scoppiettante, un messaggio politico d'attacco, una discontinuità ostentata anche con il profilo delle persone scelte per la segreteria, che poi è una squadra di governo di Renzi, e una tentazione irresistibile - la vedi nei gesti, nelle parole, nei sorrisi, nelle battute e nelle risposte ai cronisti - di far pesare il trionfo alle primarie come fosse la certificazione di un nuovo rapporto di forza con il governo.

Un rapporto di forza in nome del quale, grazie al 68 per cento ottenuto alle primarie, i quasi tre milioni di elettori portati ai gazebo, il vero presidente del Consiglio da oggi si chiama Matteo Renzi. E un rapporto di forza in nome del quale Enrico Letta, di conseguenza, dovrà comportarsi come fosse il vicepremier con deleghe all'Economia del governo Leopolda. Esageriamo.

Ma il senso del colloquio avuto ieri dal nuovo segretario Pd con il capo del governo si può riassumere anche così: caro Enrico, o si fa come ti dico io oppure ciao. L'atteggiamento di Renzi, e la sua voglia naturale di viaggiare con il vento in poppa, dovrà fare i conti con quello che sarà il primo esplosivo che il sindaco avvicinerà al governo Letta-Napolitano: la legge elettorale. Non si scappa, tutto gira attorno a questo tema.

Che si fa? La partita presenta molte incognite, molte trappole e molte domande legate alle vere intenzioni del sindaco di Firenze: farà cadere il governo, farà un accordo con Letta, vuole votare, vuole durare, vuole prendere tempo, ha capito che non ha fretta, vuole davvero convivere con Letta? La sfida sulla legge elettorale si gioca su un piano che prevede due strade d'accesso. La prima, più scontata, è quella governativa. La seconda, più complicata, è quella extra governativa.

Graziano Delrio, ministro renziano, capo delle colombe rottamatrici, sostiene che Renzi e Letta riusciranno a trovare un accordo. Ma il passaggio è più complicato e rischioso di quanto si voglia far credere e il messaggio consegnato ieri dal sindaco-segretario a Palazzo Chigi è tosto ed è più o meno questo: io voglio fare la legge elettorale con la maggioranza che compone questo governo, se voi però fate melina, guardate che io ci metto un attimo a trovare un accordo con Forza Italia e andare subito va al voto.

L'ipotesi B, in realtà, seppure sia un'arma che i falchi renziani, quelli cioè che vogliono il voto subito, accarezzano con eccitazione (convinti cioè che far pressione subito su Letta e Alfano per ottenere una legge elettorale sia come convincere il tacchino a partecipare al giorno del ringraziamento), al momento è una pistola che il sindaco ha poggiato sul tavolo per far capire che se il governo non fa quello che dice Renzi la strada per andare a votare esiste, eccome se esiste.

In questo senso, la mediazione cui punta Renzi per lavorare con il governo consiste nel costringere Letta a presentare subito una legge che garantisca il maggioritario e ad approvarla definitivamente non oltre il 25 maggio, e non necessariamente al termine del cantiere delle leggi costituzionali.

Senso della strategia: caro Enrico, io non voglio che questo governo cada, ma tu non puoi pensare di tenermi a bada solo con il trucco che non si può votare perché c'è una legge elettorale che non mi piace. "Terremo il governo appeso a un filo - racconta al Foglio un renziano di ferro - e il dialogo con Berlusconi non è solo una questione retroscenistica ma è un'opzione vera. Matteo e Berlusconi hanno un rapporto, un accordo lo trovano, e se Letta non fa come diciamo noi, subito, c'è spazio per andare a votare in primavera".

A Palazzo Chigi, però, il presidente del Consiglio è convinto che l'accelerazione di Renzi, e la possibilità di scrivere una riforma con Berlusconi, sia il bluff di una lunga partita a poker. Letta sostiene che per il nuovo segretario sia impossibile difendere un'alleanza con Berlusconi ed è convinto - complice il protettorato di Napolitano - di avere il coltello dalla parte del manico: nessuna accelerazione, nessuna modifica transitoria dell'attuale legge elettorale, patto a gennaio con Renzi e poi governo per tutto il 2014.

Ieri Renzi ha promesso di voler stare al gioco ma nelle prossime ore, quando il Cav. potrebbe tendere la mano e mostrare a Renzi la strada delle urne anticipate, per il sindaco, se non riceverà indicazioni precise e convincenti sulla legge elettorale, la tentazione di portare il Pd sulla via delle elezioni anticipate potrebbe essere qualcosa di più di una semplice tentazione.

 

Matteo Renzi Matteo Renzi e Ciriaco De MitaMatteo Renzi ENRICO LETTA CON MATTEO RENZI Enrico Letta Graziano Delrio BERLUSCONI AL SENATO CON GLI OCCHIALI

Ultimi Dagoreport

elly schlein giuseppe conte goffredo bettini gaetano manfredi piero vincenzo de luca roberto gualtieri silvi salis vincenzo decaro michele emiliano

DAGOREPORT - IL PD GUIDATO DA ELLY SCHLEIN? E' COME "'A PAZZIELLA 'MMAN 'E CRIATURE". IL GIOCATTOLO STA IN MANO AI BAMBINI. E LORO CHE FANNO? CI GIOCANO, SO' BAMBINI. E LO FANNO A PEZZI - CONFONDENDO LA LEADERSHIP CON L'AMBIZIONE, LA SEGRETARIA DEL PD SI E’ RINTANATA IN UN BUNKER: DIFFIDA DI TUTTI E SI CIRCONDA SOLO DEI SUOI “PASDARAN”: BONAFONI, ALIVERNINI E TARUFFI - NON SOPPORTA L’ASSE TRA CONTE E BETTINI; VIVE CON LA PAURA CHE BONACCINI VOGLIA SOSTITUIRLA AL PRIMO PASSO FALSO E CHE SILVIA SALIS LE FREGHI LA SEGRETERIA – SOSPETTI VERSO IL SINDACO DI NAPOLI GAETANO MANFREDI, POSSIBILE “PAPA STRANIERO” DEL “CAMPO LARGO” – ELLY DIFFIDA (EUFEMISMO) DI PRODI, CHE NON LA VEDE CANDIDATA PREMIER, E DI FRANCESCHINI, CHE LA PENSA ALLO STESSO MODO MA NON LO DICE - IL FASTIDIO VERSO MISIANI, GUALTIERI, MANCINI E ONORATO - VOLEVA ELIMINARE I ''CACICCHI'' MA HA RINCULATO CON DE LUCA E SOFFRE LE SMANIE DI EMILIANO IN PUGLIA - QUALCHE ANIMA PIA SPIEGHI ALLA GRUPPETTARA DI BOLOGNA CHE NON SIAMO ALL’OCCUPAZIONE DEL LICEO, NÉ TANTOMENO SUL CARRO DEL PRIDE DOVE SI È ESIBITA IN MODALITÀ “CUBISTA” SULLE NOTE DI “MARACAIBO” (VIDEO)

beppe grillo marco travaglio giuseppe conte elly schlein eugenio giani

DAGOREPORT: IL CONTE TRAVAGLIATO - DI BOTTO, SIAMO RITORNATI AI TEMPI DI BEPPE GRILLO: SULL’OK ALLA CANDIDATURA IN TOSCANA DEL DEM EUGENIO GIANI, CONTE NON TROVA IL CORAGGIO DI METTERCI LA FACCIA E RICICCIA IL ''REFERENDUM'' ONLINE TRA GLI ISCRITTI, L’UNO VALE UNO, LA “BASE” DA ASCOLTARE - MA L'EX "AVVOCATO DEL POPOLO" NON DOVEVA ESSERE IL LEADER CHE I 5STELLE NON HANNO MAI AVUTO, QUELLO CHE SI IMPONE E TRACCIA LA VIA AL SUO PARTITO? - DATO CHE GIANI, PER VINCERE, PUO' FARE A MENO DEI VOTI 5STELLE, NEL PD S'INCAZZANO CON LA SUBALTERNITÀ A CONTE DI ELLY SCHLEIN CHE HA ACCETTATO E PROMOSSO LA CANDIDATURA DEL 5STELLE ROBERTO FICO IN CAMPANIA: "QUESTI INGRATI È MEGLIO LASCIARLI CHE PRENDERLI" - MA TRA ELLY E PEPPINIELLO, C’È DI MEZZO LA COLONNA DI PIOMBO DI MARCO TRAVAGLIO, CHE DETTA OGNI MATTINA I DIECI COMANDAMENTI DELL'IDEOLOGIA M5S, CONVINTO COM'È CHE IL "CAMPOLARGO" PD-M5S SIA UNA DISGRAZIA PEGGIORE DELL''ARMATA BRANCA-MELONI...

netflix disney plus streaming

DAGOREPORT - “TOPOLINO” HA FAME - DISNEY SCUCE 3 MILIARDI DI DOLLARI PER COMPRARSI LE ATTIVITÀ MEDIA DELLA NFL, LA LEGA DEL FOOTBALL AMERICANO. QUALE SARÀ IL PROSSIMO PASSO? UN CONSOLIDAMENTO NELLO STREAMING È INEVITABILE (IL MERCATO È SATURO DI SERVIZI E CONTENUTI) E C’È CHI SI SPINGE A UN’ACQUISIZIONE DI PESO, COME NETFLIX - LA PIATTAFORMA CAPITALIZZA IL DOPPIO MA FATTURA UN TERZO DELLA DISNEY  – RUMORS ANCHE SU UN INTERESSE DI AMAZON PER SPOTIFY: LÌ I SOLDI NON SAREBBERO UN PROBLEMA (IL SERVIZIO DI E-COMMERCE DI BEZOS CAPITALIZZA 2MILA MILIARDI CONTRO I 130 DELLO STREAMING MUSICALE)...

matteo piantedosi giorgia meloni carlo nordio giusi bartolozzi alfredo mantovano almasri

DAGOREPORT - GIORGIA MELONI RISCHIA DI BRUTTO SUL CASO ALMASRI: PRENDERSI LA RESPONSABILITÀ DELLA SCARCERAZIONE E DEL RIMPATRIO (CON VOLO DI STATO) DEL TORTURATORE LIBICO EQUIVALE A UNA PUBBLICA SCONFESSIONE DEI MINISTRI NORDIO E PIANTEDOSI, CHE IN AULA HANNO MINIMIZZATO CON BUGIE LA QUESTIONE ATTACCANDO I GIUDICI – IL TRIBUNALE DEI MINISTRI, SCAGIONANDO LA STATISTA DELLA GARBATELLA E RINVIANDO A GIUDIZIO I DUE MINISTRI E IL SOTTOSEGRETARIO ADDETTO AI SERVIZI SEGRETI, HA APERTO UNA BOTOLA DOVE, DALL'ALTO DEL SUO DILENTATTISMO, MELONI È CLAMOROSAMENTE CADUTA - LO "SCUDO" PER SALVARE GIUSI BARTOLOZZI NON ESISTE: NON ESSENDO STATA RINVIATA A GIUDIZIO, IL GOVERNO NON PUÒ  ESTENDERE "IL CONCORSO" NEL REATO COL MINISTRO NORDIO. COSI', IL PARLAMENTO PUO' NEGARE L'AUTORIZZAZIONE A PROCEDERE CONTRO PIANTEDOSI, NORDIO E MANTOVANO, MA LA PROCURA DI ROMA NON AVRÀ ALCUNO OSTACOLO A RINVIARE A GIUDIZIO LA BARTOLOZZI, CON CONSEGUENTI ''RICADUTE POLITICHE'' SU MELONI - PERCHE' NON HANNO MESSO IL SEGRETO DI STATO...

donald trump volodymyr zelensky steve witkoff vladimir putin

DAGOREPORT - È FINALMENTE LA VOLTA BUONA PER LA PACE TRA RUSSIA E UCRAINA? – L’INVIATO SPECIALE DI TRUMP A MOSCA, STEVE WITKOFF, DOPO TRE ORE DI FACCIA A FACCIA, HA CONVINTO PUTIN A INCONTRARE IL TYCOON, CONSIGLIANDOGLI DI PRESENTARSI CON UN “REGALINO” DI BUONA VOLONTA': COME LA FINE DEGLI ATTACCHI DI DRONI E AEREI – IL FACCIA A FACCIA, CHE SI TERRÀ DOPO FERRAGOSTO NELLA TURCHIA DI ERDOGAN, HA OTTENUTO IL VIA LIBERA DA ZELENSKY, MERZ, STARMER E RUTTE (NON COINVOLTI IL GALLETTO MACRON E LA "PONTIERA SENZA PONTE'' MELONI) - MA PER FARLA FINITA, PUTIN DEVE PORTARE A MOSCA IL BOTTINO DEL VINCITORE: NON VUOLE E NON PUO' PERDERE LA FACCIA DOPO TRE ANNI DI GUERRA - TRUMP HA RASSICURATO ZELENSKY CHE L'UCRAINA NON VERRA' UMILIATA DALLA RUSSIA - IN VISTA DEL VOTO DI MID-TERM 2026, PER IL TEPPISTA DELLA CASA BIANCA LA PACE VALE COME UN GOL IN ROVESCIATA...