ATTENZIONE, CADUTA MITI! - I PREMI NOBEL CONTRO AUNG SAN SUU KYI: ''TACE DAVANTI ALLA PULIZIA ETNICA DEI ROHINGYA'', LA MINORANZA MUSULMANA BIRMANA - LA ''SIGNORA'', MOLTO EROICA E UN PO' PARACULA, DA QUANDO È ARRIVATA AL POTERE NON HA FATTO NULLA PER IMPEDIRE IL MASSACRO DEGLI ISLAMICI PER MANO DEI MILITARI

LIBRO POPHAM SU AUNG SAN SUU KYILIBRO POPHAM SU AUNG SAN SUU KYI

Alessandro Ursic per ''La Stampa''

 

È passata dal predicare il rispetto dei diritti umani a quello della legge. Si è mostrata senza paura, sacrificando la sua famiglia, per sfidare una feroce dittatura. E ora che è al potere neanche menziona il nome di una minoranza a rischio di pulizia etnica. Mentre la tragedia umanitaria dei Rohingya continua senza una soluzione in vista, Aung San Suu Kyi si gioca la sua reputazione. Conciliare il mito dell' icona della dissidenza non violenta con l' immagine di leader fredda, calcolatrice e di fatto complice del nazionalismo islamofobo che pervade oggi la Birmania, si fa ogni giorno più difficile.

 

I campi profughi

AUNG SAN SUU KYI 1AUNG SAN SUU KYI 1

Da plenipotenziaria del governo di Htin Kyaw, trionfando alle elezioni del novembre 2015, Suu Kyi ha ereditato l' annosa questione dei Rohingya. Già nel 2012, violenze settarie reciproche diventate pogrom anti-musulmani causarono oltre 200 morti nello stato occidentale del Rakhine, costringendo 140mila Rohingya in squallidi campi di sfollati.

AUNG SAN SUU KYIAUNG SAN SUU KYI

 

Per quattro anni, la situazione sul territorio non è mutata, mentre a migliaia morivano su carrette del mare nel disperato tentativo di emigrare. Ma negli ultimi tre mesi, la violenza è esplosa di nuovo. In seguito ad attacchi di terroristi contro la polizia di frontiera, l' esercito ha lanciato un' offensiva che ha causato almeno 86 morti e costretto 27mila Rohingya a scappare in Bangladesh.

 

barack obama incontra aung san suu kyi 6barack obama incontra aung san suu kyi 6

Il nord del Rakhine è stato sigillato: accesso vietato a giornalisti e operatori umanitari. Human Rights Watch ha diffuso foto satellitari, che mostrano interi villaggi bruciati, e le denunce di violenze nei rastrellamenti si sono moltiplicate. Incalzata dagli appelli internazionali, Suu Kyi è rimata in silenzio.

Non ha mai pronunciato il nome Rohingya, ripetendo vuoti proclami su legge e ordine e apparendo in stizzita difficoltà nelle rare interviste concesse.

 

LAURA BOLDRINI E AUNG SAN SUU KYILAURA BOLDRINI E AUNG SAN SUU KYI

La frustrazione dei suoi sostenitori stranieri è sfociata pochi giorni fa in una lettera all' Onu da parte di 23 leader mondiali, tra cui diversi Nobel per la Pace che, evocando lo spettro di genocidi passati, hanno criticato Suu Kyi per non aver preso nessuna iniziativa per assicurare pieni diritti di cittadinanza per i Rohingya.

 

ROHINGYAROHINGYA

Molti dei quali sono presenti da generazioni nell' area, come risultato dell' incrocio di popolazioni sotto i colonizzatori britannici. Il problema è che la stragrande maggioranza dei birmani considera tale idea un anatema. I buddisti del Rakhine vedono il sorpasso demografico dei Rohingya come un pericolo mortale, e l' intera Birmania si sente un muro difensivo contro l' avanzata dell' Islam.

 

Il recente rapporto dell' International Crisis Group, che segnala una radicalizzazione tra i Rohingya e l' emergere di un gruppo di militanti finanziato da Pakistan e Arabia Saudita, ha rafforzato tali paure. Riconoscere come cittadini il milione di bengalesi, come li chiamano i birmani considerandoli immigrati clandestini, sarebbe politicamente suicida.

ROHINGYA 3ROHINGYA 3

 

Niente scuse

Ma se prima delle elezioni c' era chi perdonava a Suu Kyi il silenzio sulla questione, proprio perché parlare rischiava di costarle valanghe di voti, ora quella scusa non c' è. La sua Lega nazionale per la democrazia domina in Parlamento, nonostante il quarto di seggi riservato all' esercito. Certo, i militari controllano i ministeri chiave della Difesa e dell' Interno, e altri gangli del potere: governare senza collaborare con loro è impossibile. E Suu Kyi, figlia del padre della patria, il generale Aung San, negli ultimi anni ha rimarcato il suo rispetto verso l' uniforme.

ROHINGYAROHINGYA

 

Lo si vedrà anche nelle cerimonie dell' anniversario dell' indipendenza di domani. Eppure era Suu Kyi che una volta scrisse: La paura di perdere il potere corrompe quelli che lo detengono. Lei appare in ogni caso colpevole: o di essere attaccata alla poltrona, o di considerare i Rohingya estranei alla società birmana e di essere comunque cieca davanti alle loro sofferenze.

 

ROHINGYAROHINGYA

Chi l' ha avvicinata negli anni l' ha spesso descritta come mancante di empatia. Se continuerà a tacere, anche nel caso i timori di un genocidio non si dovessero mai materializzare, per i Rohingya continuerà l' odissea: la speranza dei nazionalisti è che, rendendo loro la vita impossibile, i bengalesi se ne vadano tutti. Ma se andrà così, sarà anche quel poco che rimane dell' aura di santa di Suu Kyi a scomparire.

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