d alema renzi bersani bassolino

ROTTAMIAMO IL ROTTAMATORE - I SINISTRATI DELLA MINORANZA PD PREPARANO L’ASSALTO FINALE A RENZI: L’OBIETTIVO E’ LOGORARLO E POI BATTERLO AL CONGRESSO - CUPERLO VS ORFINI, BASSOLINO INFURIATO CON RENZI E’ TENTATO DALLA CORSA SOLITARIA

Elisa Calessi per “Libero Quotidiano”

 

Matteo Renzi ascolta Massimo D Alema Matteo Renzi ascolta Massimo D Alema

Attrezzarsi in vista del congresso 2017. O di qualcos' altro, se la situazione - come, inutile negarlo, sperano in tanti - dovesse precipitare e la stella di Matteo Renzi tramontare prima del tempo. Intanto da oggi a domenica a San Martino in Campo, undici chilometri da Perugia, si riunirà tutta la variegata galassia della minoranza dem. L' appuntamento era previsto da tempo.

 

Non c' è dubbio, però, che le polemiche attorno alle primarie di Napoli e di Roma (ieri nella Capitale si è deciso di ricontare tutte le schede) renderanno ancora più accesa la discussione. Il fatto è che la tre giorni dei bersaniani cade in un momento di grandissima tensione tra maggioranza e minoranza. Un clima di sospetti e minacce. «Ci accusano di voler far perdere il Pd così poi, se le amministrative vanno male, daranno la colpa a noi», si protesta nella minoranza.

RENZI MANGIA CON BERSANIRENZI MANGIA CON BERSANI

 

Mentre nella maggioranza sono convinti che l' obiettivo di Bersani & co sia il «logoramento» di Renzi, anche a costo di far perdere i candidati del Pd. Si vive da separati in casa. E non ha aiutato la voce che Renzi voglia trasformare la direzione del 21 in una resa dei conti: chi ha qualcosa da dire lo dica ora o taccia per sempre e si allinei. Per non dire del ricorso di Antonio Bassolino bocciato per vizi formali.
«Modi dittatoriali», si protesta.
 

In questo contesto, da oggi fino a domenica, la minoranza dem si riunisce per preparare la corsa congressuale. L' idea è di mettere a punto una proposta politica alternativa a quella di Renzi. Non a caso il secondo giorno sarà dedicato a sei gruppi di lavoro incentrati su sei grandi temi: partiti, riforme, welfare, fisco, lavoro, legalità.
 

RENZI  dalemaRENZI dalema

Di fatto la base per una piattaforma congressuale. Come spiega Nico Stumpo, l' obiettivo è «discutere di temi che riguardano gli italiani e non chiudere la discussione sulla quotidianità del dibattito politico». È solo l' inizio. Dopo questo week-end, spiega ancora Stumpo, seguiranno altri appuntamenti in cui si preseguirà il lavoro per «dotare il Pd di una piattaforma politica a partire da questi temi». Aprirà Roberto Speranza alle 16, poi interverrà Pier Luigi Bersani e a sera un question time con alcuni europarlamentari.
 

bersani renzi bersani renzi

Ma l' intervento forse più atteso sarà il giorno dopo alle 19.15: la presentazione del libro del direttore de La Stampa "Jihad. Guerra all' Occidente". Maurizio Molinari, infatti, ne discuterà con Massimo D' Alema, più volte evocato in questi giorni come ispiratore delle candidature alternative al Pd che avanzano tra Milano, Roma e Napoli. La conclusione, il terzo giorno, è affidata a Speranza, dopo Gianni Cuperlo e Guglielmo Epifani.
 

Proprio Cuperlo, ieri, ha presentato un appello a unire la sinistra fuori e dentro il Pd: un tentativo di frenare le spinte centrifughe sempre più evidenti. Non ha risparmiato, però, critiche al vertice dem, chiedendo a Renzi di richiamare Matteo Orfini, per invitarlo a rispettare «le funzioni di garanzia» che ricopre come presidente.

GIANNI CUPERLOGIANNI CUPERLO

 

Rispetto alle polemiche legate alle primarie, «qui non si tratta di fare qualche aggiustamento, siamo davanti alla necessità di rigenerare il Pd». Sui candidati alle amministrative «saremo leali», ma no a «doppie morali» verso «operazioni legittime che dovessero nascere fuori deal Pd». Giacomo Portas, dei Moderati, deputato Pd, propone di «tornare alla politica e lasciare perdere le primarie», quanto allo scontro interno ai dem, «Bersani e Renzi si parlino e troveranno un accordo».
 

orfini tra i banchetti pd a romaorfini tra i banchetti pd a roma

Intanto il caso Napoli è tutt' altro che risolto. Bassolino dalla sua pagina Facebook ha dato appuntamento ai sostenitori per «sabato ore 10.30 al teatro Augusteo», lanciando l' hasthag #napoliriparte. Non ha ancora deciso se presentare una lista civica. Chi lo ha sentito dice che è «infuriato» coi vertici del Pd.

 

«Non si è mai visto che si rigetti un ricorso per una questione di tempo, dopo che quei video sono su tutte le televisioni del Paese». La sensazione, ripete, è che «vogliano far vincere De Magistris». Detto questo, presentare una lista non è semplice.

 

RENZI BASSOLINO BY BENNYRENZI BASSOLINO BY BENNYBASSOLINO VALENTEBASSOLINO VALENTE

Significherebbe uscire dal Pd e per un uomo come Bassolino, fondatore del partito, dopo essere stato nel Pci, nel Pds, nei Ds, sarebbe uno strappo anche umano. Intanto vuole tenere sulle corde Valeria Valente, sua ex pupilla, e dimostrare a tutti che senza di lui non si va da nessuna parte.

 

La vincitrice, intanto, da Radio Radicale lancia un appello all' ex governatore: «Lavoriamo insieme per costruire un' alternativa seria e credibile per Napoli, nell' interesse dei napoletani». Da Roma, intanto, Cesare Damiano, che fa parte della sinistra frm più dialogante, propone che a Napoli si rivoti nei seggi dove sono avvenuti gli episodi contestati.

 

Ultimi Dagoreport

emanuele orsini romana liuzzo luiss sede

FLASH! – IL PRESIDENTE DI CONFINDUSTRIA, EMANUELE ORSINI, HA COMINCIATO IL "RISANAMENTO" DELL’UNIVERSITÀ "LUISS GUIDO CARLI" ALLONTANANDO DALLA SEDE DELL’ATENEO ROMANO LO SPAZIO OCCUPATO DALLA "FONDAZIONE GUIDO CARLI" GUIDATA DALL’INTRAPRENDENTE ROMANA LIUZZO, A CUI VENIVA VERSATO ANCHE UN CONTRIBUTO DI 350 MILA EURO PER UN EVENTO ALL’ANNO (DAL 2017 AL 2024) - ORA, LE RESTA SOLO UNA STANZETTA NELLA SEDE LUISS DI VIALE ROMANIA CHE SCADRÀ A FINE ANNO – PRIMA DELLA LUISS, LA FONDAZIONE DELLA LIUZZO FU "SFRATTATA" DA UN PALAZZO DELLA BANCA D’ITALA NEL CENTRO DI ROMA...

rai giampaolo rossi gianmarco chiocci giorgia meloni bruno vespa scurti fazzolari

DAGOREPORT - RIUSCIRÀ GIAMPAOLO ROSSI A DIVENTARE IL CENTRO DI GRAVITÀ DELL’INDOMABILE BARACCONE RAI? - IL “FILOSOFO” DEL MELONISMO HA TENUTO DURO PER NON ESSERE FATTO FUORI DAL FUOCO AMICO DEL DUPLEX SERGIO-CHIOCCI. A “SALVARE” IL MITE ROSSI ARRIVÒ IL PRONTO SOCCORSO Di BRUNO VESPA, CON IL SUO CARICO DI MEZZO SECOLO DI VITA VISSUTA NEL FAR WEST DI MAMMA RAI - A RAFFORZARE LA SUA LEADERSHIP, INDEBOLENDO QUELLA DI CHIOCCI, È INTERVENUTA POI LA FIAMMA MAGICA DI PALAZZO CHIGI, “BRUCIANDO” IN PIAZZA IL DESIDERIO DI GIORGIA DI ARRUOLARLO COME PORTAVOCE - L’OPERAZIONE DI ROSSI DI ESSERE IL BARICENTRO IDEOLOGO E PUNTO DI RIFERIMENTO DI TELE-MELONI, SI STA SPOSTANDO SUI TALK-SHOW E L’INTRATTENIMENTO, A PARTIRE DALLA PROBABILE USCITA DI PAOLO DEL BROCCO, DA UNA DOZZINA DI ANNI ALLA GUIDA “AUTONOMA” DELLA CONSOCIATA RAI CINEMA, IN SCADENZA AD APRILE 2026 - IL NOME CHE SCALPITA PER ANDARLO A SOSTITUIRE, È UN AMICO FIDATO DI ROSSI, L’ATTUALE DIRETTORE DEL DAY-TIME, LO SCRITTORE-POETA-CANTANTE-SHOWMAN ANGELO MELLONE - MENTRE A RAI FICTION...

roberto vannacci matteo salvini giorgia meloni

DAGOREPORT - UNO SPETTRO SI AGGIRA MINACCIOSO PER L'ARMATA BRANCA-MELONI: ROBERTINO VANNACCI - L’EX GENERALE DELLA FOLGORE STA TERREMOTANDO NON SOLO LA LEGA (SE LA VANNACCIZZAZIONE CONTINUA, ZAIA ESCE DAL PARTITO) MA STA PREOCCUPANDO ANCHE FRATELLI D’ITALIA - IL RICHIAMO DEL GENERALISSIMO ALLA DECIMA MAS E ALLA PACCOTTIGLIA DEL VENTENNIO MUSSOLINIANO (“IO FASCISTA? NON MI OFFENDO”)  ABBAGLIA LO “ZOCCOLO FASCIO” DELLA FIAMMA, INGANNATO DA TRE ANNI DI POTERE MELONIANO IN CUI LE RADICI POST-MISSINE SONO STATE VIA VIA DEMOCRISTIANAMENTE “PETTINATE”, SE NON DEL TUTTO SOTTERRATE - IL PROGETTO CHE FRULLA NELLA MENTE DI VANNACCI HA COME TRAGUARDO LE POLITICHE DEL 2027, QUANDO IMPORRÀ A SALVINI I SUOI UOMINI IN TUTTE LE CIRCOSCRIZIONI. ALTRIMENTI, CARO MATTEO, SCENDO DAL CARROCCIO E DO VITA AL MIO PARTITO - INTANTO, SI È GIÀ APERTO UN ALTRO FRONTE DEL DUELLO TRA LEGA E FRATELLI D’ITALIA: LA PRESIDENZA DEL PIRELLONE…

berlusconi john elkann

FLASH! – “AHI, SERVA ITALIA, DI DOLORE OSTELLO...”: DA QUALE FANTASTICA IPOCRISIA SPUNTA LA FRASE “MESSA IN PROVA” PER LIQUIDARE IL PATTEGGIAMENTO DI JOHN ELKANN, CONDANNATO A 10 MESI DI LAVORO DAI SALESIANI? - QUANDO TOCCÒ AL REIETTO SILVIO BERLUSCONI DI PATTEGGIARE CON LA GIUSTIZIA, CONDANNATO A UN ANNO DI LAVORO PRESSO UN OSPIZIO DI COLOGNO MONZESE, A NESSUNO VENNE IN MENTE DI TIRARE FUORI LA FRASE “MESSA IN PROVA”, MA TUTTI TRANQUILLAMENTE SCRISSERO: “SERVIZI SOCIALI”…

bomba doha qatar trump netanyahu epstein ghislaine maxwell

DAGOREPORT - COME MAI DONALD TRUMP,  PRESIDENTE DELLA PIÙ GRANDE POTENZA PLANETARIA, NON È NELLE CONDIZIONI DI COMANDARE SUL PREMIER ISRAELIANO BENJAMIN NETANYAHU? - COME E' RIUSCITO "BIBI" A COSTRINGERE L’IDIOTA DELLA CASA BIANCA A NEGARE PUBBLICAMENTE DI ESSERE STATO PREAVVISATO DA GERUSALEMME DELL'ATTACCO CONTRO ALTI ESPONENTI DI HAMAS RIUNITI A DOHA? - DATO CHE IL QATAR OSPITA LA PIÙ GRANDE BASE AMERICANA DEL MEDIO ORIENTE, COME MAI LE BOMBE SGANCIATE VIA DRONI SUI VERTICI DI HAMAS RIUNITI A DOHA SONO RIUSCITE A PENETRARE IL SISTEMA ANTIMISSILISTICO IRON DOME ('CUPOLA DI FERRO') DI CUI È BEN DOTATA LA BASE AMERICANA? - TRUMP ERA STATO OVVIAMENTE AVVISATO DELL’ATTACCO MA, PUR CONTRARIO A UN BOMBARDAMENTO IN CASA DI UN ALLEATO, TUTTO QUELLO CHE HA POTUTO FARE È STATO DI SPIFFERARLO ALL’EMIRO DEL QATAR, TAMIN AL-THANI - SECONDO UNA TEORIA COMPLOTTISTICA, SOSTENUTA ANCHE DAL MOVIMENTO MAGA, NETANYAHU AVREBBE IN CASSAFORTE UN RICCO DOSSIER RICATTATORIO SUI SOLLAZZI SESSUALI DI TRUMP, FORNITO ALL’EPOCA DA UN AGENTE DEL MOSSAD ''SOTTO COPERTURA'' IN USA, TALE JEFFREY EPSTEIN...