giuseppe conte attilio fontana

I ''VAFFA'' TRA CONTE E FONTANA PROSEGUONO, ALLA FACCIA DEL ''NIENTE POLEMICHE'' - IL PREMIER SULLA MANCATA ZONA ROSSA DI ALZANO E NEMBRO, CHE HA SCATENATO IL DISASTROSO FOCOLAIO DI BERGAMO, SCARICA LA RESPONSABILITÀ SUL GOVERNATORE: ''LA REGIONE LOMBARDIA, COME TUTTE LE ALTRE, NON È MAI STATA ESAUTORATA DALLA POSSIBILITÀ DI ADOTTARE ORDINANZE PROPRIE, TANTO CHE LO HA FATTO IN ALTRE OCCASIONI''. POI CITA CRISANTI, L'ESPERTO VENETO CHE HA PRESO UNA STRADA BEN DIVERSA…

 

Maddalena Oliva per il “Fatto quotidiano

 

Presidente Conte, secondo molti scienziati si è raggiunto il picco. Lei ha prorogato le restrizioni fino al 13 aprile. E dopo? Quale schema seguirete?

Non c' è ancora una decisione per il dopo. Nei prossimi giorni ci aggiorneremo con gli esperti e, in presenza di un consolidamento di questi primi segnali positivi, cominceremo a valutare un allentamento graduale.

 

GIUSEPPE CONTE ATTILIO FONTANA

Soprattutto per le attività produttive chiuse. Entreremo nella fase 2 solo quando gli esperti ce lo diranno e solo a partire da alcuni settori. Ma non diamo il messaggio che la stretta si allenta, sarebbe un errore. Per ora non cambia nulla. Penseremo più avanti, se ne ricorreranno le condizioni, a un allentamento per le famiglie, perché questa guerra ha un impatto anche psicologico. A tempo debito potremo pensare ad allentare anche le misure a impatto personale. Sempre mantenendo la logica del distanziamento sociale.

 

Con questi annunci graduali, "stop&go", non si rischia di dare il messaggio sbagliato? Già sono molte le persone in giro. Le opposizioni la criticano per le passeggiate con i bambini.

Non abbiamo affatto istituito l' ora del passeggio per genitori e bambini., La circolare del ministero dell' Interno non aveva questo scopo ed è stato chiarito.

Una mamma che scende per far prendere aria al proprio piccolo è un conto. Ma se poi questa diventa l' occasione per andare a spasso, è un abuso. E non è consentito.

 

Preoccupa, ancor più dell' epidemia da contagio, quella che scoppierà a partire dalla crisi economica. Il fondo per l' assicurazione europea sulla disoccupazione da 100 miliardi proposto ieri da Ursula Von Der Leyen va nella direzione chiesta dall' Italia? È soddisfatto o servono gli eurobond?

FONTANA E CONTE

Il vento in Europa sta cambiando. La presidente Von Der Leyen ha anticipato altre due misure che oggi vanno in approvazione alla Commissione. Gli Stati membri potranno attingere, fino a 100 miliardi, ai finanziamenti per sostenere lavoratori e imprese. Strumento finanziato dall' emissione di bond europei, senza richiedere alcuna condizionalità. E ci verrà consentito l' utilizzo di tutti i fondi strutturali europei: qui il Mes non c' entra nulla. Ma arriveranno anche altri strumenti.

 

Quali?

Le misure di cui abbiamo parlato ieri con Von Der Leyen andranno integrate con provvedimenti corposi, contro l' emergenza sanitaria e per il sostegno al reddito. Dobbiamo ragionare in ottica europea, come ho spiegato a olandesi e tedeschi. Non togliamo un euro a nessuno. Diciamo solo che, dovendo finanziarci tutti, avremo condizioni più vantaggiose in termini di tassi d' interesse, accesso ai finanziamenti, se costruiamo strumenti che esprimano una politica fiscale e monetaria europea. Immagini un imprenditore che chiede investimenti per sé e una cordata di imprenditori: chi otterrà condizioni più agevolate?

 

L' Italia finora ha messo in campo 25 miliardi per far fronte alla crisi, meno di altri paesi come Germania e Francia. Di quanto aumenterà i fondi il decreto Aprile?

Fontana, Salvini, Tajani e Conte al Salone del Mobile

Ieri abbiamo concordato di stralciare le misure per assicurare liquidità soprattutto alle imprese, come ha anticipato il ministro Gualtieri. Stiamo preparando un apposito decreto, spero di riuscire a portarlo già in Consiglio dei ministri venerdì, proprio per consentire alle imprese un più agevole accesso ai finanziamenti delle banche, fino a 200 milioni di euro, con la garanzia di Stato. Poi vareremo, mi piacerebbe prima di Pasqua, una sorta di manovra: nuove misure economiche di importi molto rilevanti.

 

Lo Stato avrà così un ruolo sempre più forte nell' economia del Paese

Non intendiamo nazionalizzare nessuna impresa, piuttosto lavoriamo per tutelare i nostri asset strategici con lo strumento del golden power, da rinforzare anche a livello europeo per le operazioni intracomunitarie. Poi vogliamo abbassare la soglia per cui scatta l' obbligo di notifica alla Consob. Ripeto, non è importante solo uscire, ma come e quando uscire da questa crisi.

 

Ha detto che rifarebbe tutto ciò che ha fatto finora. Anche la mancata chiusura anticipata delle zone rosse di Alzano e Nembro nella Bergamasca, viste le dure polemiche della Regione Lombardia?

Mi permetta di ricostruire cronologicamente i passaggi. La sera del 3 marzo il Comitato tecnico scientifico propone per la prima volta la possibilità di una nuova zona rossa per i comuni di Alzano Lombardo e Nembro. Ormai vi erano chiari segnali di un contagio diffuso in vari altri comuni lombardi, anche a Bergamo, a Cremona, a Brescia. Una situazione ben diversa da quella che ci aveva portato a cinturare i comuni della Bassa Lodigiana e Vo' Euganeo.

 

LUCA ZAIA CON LA MASCHERINA

Chiedo così agli esperti di formulare un parere più articolato: mi arriva la sera del 5 marzo e conferma l' opportunità di una cintura rossa per Alzano e Nembro. Il 6 marzo, con la Protezione civile, decidiamo di imporre la zona rossa a tutta la Lombardia. Il 7 marzo arriva il decreto. La Regione Lombardia, come tutte le altre, non è mai stata esautorata dalla possibilità di adottare ordinanze proprie, anche più restrittive, secondo la legge 833/1978. Peraltro la Lombardia, quando ha voluto introdurre misure più restrittive, lo ha fatto. Anche Lazio e Calabria hanno disposto altre zone rosse.

 

Lo scontro con le Regioni - mancato coordinamento e scaricabarile sugli approvvigionamenti - si sta riproponendo quotidianamente.

ZAIA E ATTILIO FONTANA

 

Non è il tempo delle polemiche, ma di collaborare per assicurare coordinamento di azione ed efficacia operativa Migliaia di aziende, specie nelle province di Brescia e Bergamo, continuano a lavorare in deroga. Preferiamo, come dice il prof. Andrea Crisanti, il paese dei balocchi al salvataggio delle vite?

 

Il decisore politico, quando assume una decisione, deve farlo in scienza e coscienza, mettendo in conto tutti gli interessi. Il criterio che ci guida sono i valori costituzionali. La priorità è e resta la tutela della salute.

 

Contemporaneamente cerchiamo di ottemperare all' esigenza di non compromettere definitivamente il tessuto economico. Abbiamo cercato di prendere tutte le misure con massima precauzione e massimo rigore.

alzano lombardo nembro

 

Da quei territori oltre alla disperazione, inizia a levarsi rabbia.

Capisco perfettamente la loro rabbia. Stanno vivendo una situazione tragica, con angoscia e dolore per la perdita di tante vite umane. Mai avrei immaginato di vedere aggiornata continuamente la lista dei decessi. È uno degli aspetti più sinceramente dolorosi da quand' è iniziata questa guerra.

 

Prima del 20 febbraio ("caso Mattia"), l' Istituto di Sanità e, di concerto, il Comitato tecnico e il ministero della Salute avevano ricevuto diversi alert dall' Oms sulla diffusione di una pandemia dalla Cina e di polmoniti interstiziali. Perché non è stato aggiornato il piano pandemico nazionale? L' Iss ha, se non sottovalutato il rischio, almeno attuato misure di prevenzione insufficienti?

 

Le valutazioni a posteriori sono semplici. Ma lei si immagini se avessimo adottato all' inizio, quando non avevamo ancora scoperto i focolai, misure restrittive e vincolanti per la popolazione. Nessuno le avrebbe accettate: avrebbero gridato al golpe. È ovvio che in un sistema democratico il concetto di adeguatezza e proporzionalità delle misure da adottare è alla base di tutto. È il metodo che abbiamo seguito. Se poi dovessimo inseguire il dibattito pubblico, un giorno dovremmo assumere misure restrittive e l' indomani fare il contrario. Abbiamo tentato di seguire un metodo chiaro e criteri certi, con responsabilità. E risponderemo delle decisioni assunte.

Alzano Lombardo

 

Lei ha detto alla tv tedesca: "Stiamo scrivendo una pagina di storia".

Verremo tutti chiamati al giudizio della Storia. E a noi che abbiamo una responsabilità politica verrà chiesto di giustificare il nostro operato. Innanzitutto, se avevamo compreso la gravità di quanto stava accadendo. È la domanda cui saranno chiamati a rispondere tutti i leader europei. Me compreso.

ANDREA CRISANTI

(ha collaborato Lorenzo Giarelli)

Ultimi Dagoreport

donald trump vladimir putin giorgia meloni

DAGOREPORT - IL VERTICE DELLA CASA BIANCA È STATO IL PIÙ  SURREALE E “MALATO” DELLA STORIA POLITICA INTERNAZIONALE, CON I LEADER EUROPEI E ZELENSKY IN GINOCCHIO DA TRUMP PER CONVINCERLO A NON ABBANDONARE L’UCRAINA – LA REGIA TRUMPIANA: MELONI ALLA SINISTRA DEL "PADRINO", NEL RUOLO DI “PON-PON GIRL”, E MACRON, NEMICO NUMERO UNO, A DESTRA. MERZ, STARMER E URSULA, SBATTUTI AI MARGINI – IL COLMO?QUANDO TRUMP È SCOMPARSO PER 40-MINUTI-40 PER “AGGIORNARE” PUTIN ED È TORNATO RIMANGIANDOSI IL CESSATE IL FUOCO (MEJO LA TRATTATIVA PER LA PACE, COSÌ I RUSSI CONTINUANO A BOMBARDARE E AVANZARE) – QUANDO MERZ HA PROVATO A INSISTERE SULLA TREGUA, CI HA PENSATO LA TRUMPISTA DELLA GARBATELLA A “COMMENTARE” CON OCCHI SPACCANTI E ROTEANTI: MA COME SI PERMETTE ST'IMBECILLE DI CONTRADDIRE "THE GREAT DONALD"? - CILIEGINA SULLA TORTA MARCIA DELLA CASA BIANCA: È STATA PROPRIO LA TRUMPETTA, CHE SE NE FOTTE DELLE REGOLE DEMOCRATICHE, A SUGGERIRE ALL'IDIOTA IN CHIEF DI EVITARE LE DOMANDE DEI GIORNALISTI... - VIDEO

francesco milleri gaetano caltagrino christine lagarde alberto nagel mediobanca

TRA FRANCO E FRANCO(FORTE), C'E' DI MEZZO MPS - SECONDO "LA STAMPA", SULLE AMBIZIONI DI CALTAGIRONE E MILLERI DI CONTROLLARE BANCHE E ASSICURAZIONI PESA L’INCOGNITA DELLA BANCA CENTRALE EUROPEA - CERTO, PUR AVENDO IL 30% DI MEDIOBANCA, I DUE IMPRENDITORI NON POSSONO DECIDERE LA GOVERNANCE PERCHÉ NON HANNO REQUISITI DETTATI DALLA BCE (UNO FA OCCHIALI, L'ALTRO CEMENTO) - MA "LA STAMPA"

DIMENTICA, AHINOI!, LA PRESENZA DELLA BANCA SENESE, CHE I REQUISITI BCE LI HA TUTTI (E IL CEO DI MPS, LOVAGLIO, E' NELLE MANI DELLA COMPAGNIA CALTA-MELONI) - COSA SUCCEDERÀ IN CASO DI CONQUISTA DI MEDIOBANCA E DI GENERALI? LOR SIGNORI INDICHERANNO A LOVAGLIO DI NOMINARE SUBITO IL SOSTITUTO DI NAGEL (FABRIZIO PALERMO?), MENTRE TERRANNO DONNET FINO ALL'ASSEMBLEA DI GENERALI (POI SBARCHERA' FLAVIO CATTANEO?)

donald trump grandi della terra differenza mandati

FLASH! - FA MALE AMMETTERLO, MA HA VINTO DONALD TRUMP: NEL 2018, AL G7 IN CANADA, IL TYCOON FU FOTOGRAFATO SEDUTO, COME UNO SCOLARO CIUCCIO, MENTRE VENIVA REDARGUITO DALLA MAESTRINA ANGELA MERKEL E DAGLI ALTRI LEADER DEL G7. IERI, A WASHINGTON, ERA LUI A DOMINARE LA SCENA, SEDUTO COME DON VITO CORLEONE ALLA CASA BIANCA. I CAPI DI STATO E DI GOVERNO EUROPEI, ACCORSI A BACIARGLI LA PANTOFOLA PER CONVINCERLO A NON ABBANDONARE L'UCRAINA, NON HANNO MAI OSATO CONTRADDIRLO, E GLI HANNO LECCATO VERGOGNOSAMENTE IL CULO, RIEMPIENDOLO DI LODI E SALAMELECCHI...

pietrangelo buttafuoco alessandro giuli beatrice venezi

DAGOREPORT – PIÙ CHE DELL’EGEMONIA CULTURALE DELLA SINISTRA, GIULI E CAMERATI DOVREBBERO PARLARCI DELLA SEMPLICE E PERENNE EGEMONIA DELL’AMICHETTISMO E DELLA BUROCRAZIA – PIAZZATI I FEDELISSIMI E GLI AMICHETTISSIMI (LA PROSSIMA SARÀ LA DIRETTRICE DEL LATO B VENEZI, CHE VOCI INSISTENTI DANNO IN ARRIVO ALLA FENICE), LA DESTRA MELONIANA NON È RIUSCITA A INTACCARE NÉ LO STRAPOTERE BARONALE DELLE UNIVERSITÀ NÉ LE NOMINE DIRIGENZIALI DEL MIC. E I GIORNALI NON NE PARLANO PERCHÉ VA BENE SIA ALLA DESTRA (CHE NON SA CERCARE I MERITEVOLI) CHE ALLA SINISTRA (I BUROCRATI SONO PER LO PIÙ SUOI)

donald trump giorgia meloni zelensky macron tusk starmer

DAGOREPORT - DOVE DIAVOLO È FINITO L’ATTEGGIAMENTO CRITICO FINO AL DISPREZZO DI GIORGIA MELONI SULLA ‘’COALIZIONE DEI VOLENTEROSI”? - OGGI LA RITROVIAMO VISPA E QUERULA POSIZIONATA SULL'ASSE FRANCO-TEDESCO-BRITANNICO, SEMPRE PRECISANDO DI “CONTINUARE A LAVORARE AL FIANCO DEGLI USA” - CHE IL CAMALEONTISMO SIA UNA MALATTIA INFANTILE DEL MELONISMO SONO PIENE LE CRONACHE: IERI ANDAVA DA BIDEN E FACEVA L’ANTI TRUMP, POI VOLA DA MACRON E FA L’ANTI LE PEN, ARRIVA A BRUXELLES E FA L’ANTI ORBÁN, INCONTRA CON MERZ E FA L’ANTI AFD, VA A TUNISI E FA L’ANTI SALVINI. UNA, NESSUNA, CENTOMILA - A MANTENERE OGNI GIORNO IL VOLUME ALTO DELLA GRANCASSA DELLA “NARRAZIONE MULTI-TASKING” DELLA STATISTA DELLA GARBATELLA, OLTRE AI FOGLI DI DESTRA, CORRONO IN SOCCORSO LE PAGINE DI POLITICA INTERNA DEL “CORRIERE DELLA SERA”: ‘’PARE CHE IERI MACRON SI SIA INALBERATO DI FRONTE ALL’IPOTESI DI UN SUMMIT A ROMA, PROPONENDO SEMMAI GINEVRA. MELONI CON UNA BATTUTA LO AVREBBE CALMATO” - SÌ, C’È SCRITTO PROPRIO COSÌ: “CON UNA BATTUTA LO AVREBBE CALMATO”, MANCO AVESSE DAVANTI UN LOLLOBRIGIDA QUALSIASI ANZICHÉ IL PRESIDENTE DELL’UNICA POTENZA NUCLEARE EUROPEA E MEMBRO PERMANENTE DEL CONSIGLIO DI SICUREZZA DELL'ONU (CINA, FRANCIA, RUSSIA, REGNO UNITO E USA) - RIUSCIRÀ STASERA L’EROINA DAI MILLE VOLTI A COMPIERE IL MIRACOLO DELLA ‘’SIRINGA PIENA E MOGLIE DROGATA’’, FACENDO FELICI TRUMP E MACRON?