renzi minniti gabanelli

''IL FOGLIO” DI RIGNANO SULL'ARNO SVELA UN FLIRT INTELLETTUALE FRA LA GABANELLI E MINNITI, PER DI PIU’ BENEDETTO DAL “FATTO”. MA E’ SOLO PER METTERLI ALLA BERLINA, CIOE’ SPUTTANARLI SU MIGRANTI E SBARCHI - CASUALMENTE SONO DA SEMPRE, SU SPONDE DIVERSE, TRA I PRINCIPALI OPPOSITORI DEL RENZISMO

 

Maurizio Crippa per ‘Il Foglio’

 

GABANELLIGABANELLI

Mako e Kei? Più smunti di un crisantemo. Ambra e Allegri? Trash come un rotocalco. La vera coppia politica dell' estate, quella che accende i fuochi d' artificio e illumina lo spirito del tempo, sono Milena e Marco: il glamour della cattiveria, l' apoteosi dello "scansatevi, incapaci". Un' intervista al fulmicotone, nell' appiccicoso agosto in cui persino il Ministro (maiuscolo) ha potuto temere per la tenuta della democrazia.

 

MINNITIMINNITI

E' lei che si dichiara. Lei, la dea di tutte le sinistre senza se e senza Gad. Lei, mai melensa coi partiti che invece prende partito, come Marlene Dietrich contro i nazisti: "Il dato certo è che gli sbarchi sono diminuiti. Le ragioni le sappiamo... Il mio sostegno al ministro Minniti è totale".

 

Milena Gabanelli. Con Minniti. Un colpo di fulmine: "Il vento in Italia è cambiato perché è arrivata una persona, Minniti". Poi una foto alla Versiliana. Nel posto dove non crederesti mai, alla festa del Fatto quotidiano. Il Fatto che i politici li ha sempre odiati. Il Fatto che non toccategli la Gabanelli, la Vendicatrice. Milena invece sul palco dona proposte al ministro: metteteli nelle caserme, ma prima scremateli per bene, "per non riempire il paese di disgraziati". Lui, praticamente in estasi: "Terremo conto delle sue idee".

WOODCOCK SCIARELLI WOODCOCK SCIARELLI

 

Sono la coppia del momento, ma non nel senso della Sciarelli e Woodcock, tanto per stare agli amici del Fatto: quelli li unisce una malintesa attrazione per le vite degli altri. Gabanelli e Minniti - parlandone come stessimo nella Repubblica di Platone - sono invece perfetti perché sono lo Zeitgeist, un idem sentire che avrebbe deliziato Deng: non importa di che colore sia il gatto, basta che blocchi lo scafista.

 

Da quando ha incontrato Milena, Minniti è diventato persino più umano: "Esistono i diritti di chi è accolto, ma anche quelli di chi accoglie", ha detto lì, sul palco della Versiliana, una sera d' estate: "I diritti umani saranno la mia battaglia personale". Sul palco, Gabanelli non aveva che parole per lui, e occhiatacce invece per Fu rio Colombo, che come un Grillo Parlante la menava con la nuova Shoah.

 

DIABOLIK EVA KANTDIABOLIK EVA KANT

Frank e Claire Underwood? Roba superata di una stagione passata: paccottiglia renziana. No, loro sono proprio Diabolik e Eva Kant della nuova politica: piani diabolici e pragmatismo, non sbagliare un colpo e portare a casa il risultato: "Al valore di quello stabile è legata la mia pensione", ha detto lei del palazzo dello sgombero, che è dell' Inps. Ciao ciao, anime belle.

 

Un' attrazione estiva, un' agnizione fatale. A sinistra. Gabanelli, la Giovanna d' Arco di Raitre quando ancora esisteva Raitre. E Minniti, l' uomo più odiato dalla sinistra perché è di sinistra, ma fa le cose come uno di destra. Un trauma, insomma. Come quando ti molla la donna amata. Le avevi sempre creduto, la sentivi sempre dalla tua parte.

milena gabanellimilena gabanelli

 

Poi scopri che non soltanto preferisce un altro tipo, politicamente e platonicamente parlando, ma che ha tradito in un colpo solo tutti i valori della vostra gioventù. E rimane lì, l' uomo di sinistra, costretto a guardarsi nello specchio del suo narcisismo, vecchio vizio di sinistra: "Con quello stronzo?!?". Sì, proprio. Lei adesso dice che Minniti è l' uomo che ha cambiato il vento.

 

Dice: "La legalità è come il lavoro, è neutro, non può essere di destra o di sinistra". Immaginate il cornuto e mazziato, nell' atto di prendere coscienza: ma se a Milena (che non sbaglia mai) piace Minniti, allora siamo noi che abbiamo sempre sbagliato tutto. Ma tutto. E intanto lei, la belle dame sans merci, mena come un fabbro sulla zucca delle "anime belle che parlano di frontiere aperte, ignorando che la frontiera aperta significa fine del sistema del welfare".

MARCO MINNITIMARCO MINNITI

 

E sulla zucca dei grillini pure, che s' erano fatti un film. Perché Milena piaceva tanto anche a loro, le hanno fatto la corte alle quirinarie. Ma lei, ai bamboccioni, preferisce l' uomo maturo e tutto di un pezzo: "Meglio non avere ventate populiste".

 

Pure la conversione del Fatto sull' onda del travolgente amore dell' estate è degna di nota. Ieri c' era il filosofo Angelo Cannatà (il curatore del Meridiano di Scalfari, se rendiamo l' idea) che si sperticava a spiegare "il modello Minniti oltre la demagogia". Un "uomo concreto, si sta muovendo su più piani conciliando 'diritti, valori e sicurezza'".

 

Sì, sul giornale di riferimento del populista di sinistra, fulminato sulla via del Viminale dall' apparizione della Pulzella. E se non è l' agnizione amorosa dell' estate questa, tenetevi Salvini e Di Maio che si danno i bacetti a Cernobbio.

Ultimi Dagoreport

giorgia meloni ursula von der leyen donald trump dazi matteo salvini

DAGOREPORT – LA LETTERINA DELL’AL CAFONE DELLA CASA BIANCA È UNA PISTOLA PUNTATA ALLA TEMPIA DEI LEADER EUROPEI, CUI È RIMASTA UNA SOLA VIA DI USCITA, QUELLA COSIDDETTA “OMEOPATICA”: RISPONDERE AL MALE CON IL MALE. LINEA DURA, DURISSIMA, ALTRIMENTI, ALLE LEGNATE DI TRUMP, DOMANI, ALL’APERTURA DELLE BORSE, SI AGGIUNGERANNO I CALCI IN CULO DEI MERCATI. LA CINA HA DIMOSTRATO CHE, QUANDO RISPONDI CON LA FORZA, TRUMP FA MARCIA INDIETRO - SE LA “GIORGIA DEI DUE MONDI” ORMAI È RIMASTA L’UNICA A IMPLORARE, SCODINZOLANTE, “IL DIALOGO” COL DAZISTA IN CHIEF, NEMMENO LE CIFRE CATASTROFICHE SULLE RIPERCUSSIONI DELLE TARIFFE USA SULLE  AZIENDE ITALIANE, TANTO CARE ALLA LEGA, HA FERMATO I DEMENZIALI APPLAUSI ALLA LETTERA-RAPINA DA PARTE DI MATTEO SALVINI – ASCOLTATE JOSEPH STIGLITZ, PREMIO NOBEL PER L’ECONOMIA: “TRUMP NON AGISCE SECONDO ALCUN PRINCIPIO ECONOMICO, NON CONOSCE LO STATO DI DIRITTO, È SEMPLICEMENTE UN BULLO CHE USA IL POTERE ECONOMICO COME UNICA LEVA. SE POTESSE, USEREBBE QUELLO MILITARE’’

steve witkoff marco rubio sergei lavrov

RUBIO, IL TAJANI STARS AND STRIPES – IL SEGRETARIO DI STATO AMERICANO NON TOCCA PALLA E SOFFRE IL POTERE DI STEVE WITKOFF, INVIATO DI TRUMP IN MEDIO ORIENTE CHE SE LA COMANDA ANCHE IN UCRAINA. IL MINISTRO DEGLI ESTERI USA PROVA A USCIRE DALL’ANGOLO PARLANDO DI “NUOVA IDEA” DELLA RUSSIA SUI NEGOZIATI IN UCRAINA. MA IL MINISTRO DEGLI ESTERI DI PUTIN, LAVROV, SUBITO VEDE IL BLUFF: “CONFERMIAMO LA NOSTRA POSIZIONE” – TRUMP AVEVA OFFERTO DI TUTTO A WITKOFF, MA L’IMMOBILIARISTA NON HA VOLUTO RUOLI UFFICIALI NELL’AMMINISTRAZIONE. E TE CREDO: HA UN CONFLITTO DI INTERESSE GRANDE QUANTO UN GRATTACIELO...

diletta leotta ilary blasi stefano sala pier silvio berlusconi

FLASH – IL BRUTALE AFFONDO DI PIER SILVIO BERLUSCONI SU ILARY BLASI E DILETTA LEOTTA (“I LORO REALITY TRA I PIÙ BRUTTI MAI VISTI”), COSÌ COME IL SILURAMENTO DI MYRTA MERLINO, NASCE DAI DATI HORROR SULLA PUBBLICITÀ MOSTRATI A “PIER DUDI” DA STEFANO SALA, AD DI PUBLITALIA (LA CONCESSIONARIA DI MEDIASET): UNA DISAMINA SPIETATA CHE HA PORTATO ALLA “DISBOSCATA” DI TRASMISSIONI DEBOLI. UN METODO DA TAGLIATORE DI TESTE BEN DIVERSO DA QUELLO DI BABBO SILVIO, PIÙ INDULGENTE VERSO I SUOI DIPENDENTI – A DARE UNA MANO A MEDIASET NON È LA SCURE DI BERLUSCONI JR, MA LA RAI: NON SI ERA MAI VISTA UNA CONTROPROGRAMMAZIONE PIÙ SCARSA DI QUELLA CHE VIALE MAZZINI, IN VERSIONE TELE-MELONI, HA OFFERTO IN QUESTI TRE ANNI…

giorgia meloni elly schlein luca zaia vincenzo de luca eugenio giani elly schlein elezioni regionali

PER UNA VOLTA, VA ASCOLTATA GIORGIA MELONI, CHE DA MESI RIPETE AI SUOI: LE REGIONALI NON VANNO PRESE SOTTOGAMBA PERCHÉ SARANNO UN TEST STRADECISIVO PER LA MAGGIORANZA – UNA SPIA CHE IL VENTO NON SPIRI A FAVORE DELLE MAGNIFICHE SORTI DELL’ARMATA BRANCA-MELONI È IL TENTATIVO DI ANTICIPARE AL 20 SETTEMBRE IL VOTO NELLE MARCHE, DOVE IL DESTRORSO ACQUAROLI RISCHIA DI TORNARE A PASCOLARE (IL PIDDINO MATTEO RICCI È IN LEGGERO VANTAGGIO) – IL FANTASMA DI LUCA ZAIA IN VENETO E LE ROGNE DI ELLY SCHLEIN: JE RODE AMMETTERE CHE I CANDIDATI DEL PD VINCENTI SIANO TUTTI DOTATI DI UN SANO PEDIGREE RIFORMISTA E CATTO-DEM. E IN CAMPANIA RISCHIA LO SCHIAFFONE: SI È IMPUNTATA SU ROBERTO FICO, IMPIPANDOSENE DI VINCENZO DE LUCA, E SOLO UNA CHIAMATA DEL SAGGIO GAETANO MANFREDI LE HA FATTO CAPIRE CHE SENZA LO “SCERIFFO” DI SALERNO NON SI VINCE…

marina pier silvio berlusconi giorgia meloni

NULLA SARÀ COME PRIMA: PIER SILVIO BERLUSCONI, VESTITO DI NUOVO, CASSA IL SUO PASSATO DI RAMPOLLO BALBETTANTE E LANCIA IL SUO PREDELLINO – IN UN COLPO SOLO, CON IL COMIZIO DURANTE LA PRESENTAZIONE DEI PALINSESTI, HA DEMOLITO LA TIMIDA SORELLA MARINA, E MANDATO IN TILT GLI OTOLITI DI GIORGIA MELONI, MINACCIANDO LA DISCESA IN CAMPO. SE SCENDE IN CAMPO LUI, ALTRO CHE 8%: FORZA ITALIA POTREBBE RISALIRE (E MOLTO) NEI SONDAGGI (IL BRAND BERLUSCONI TIRA SEMPRE) – NELLA MILANO CHE CONTA IN MOLTI ORA SCOMMETTONO SUL PASSO INDIETRO DI MARINA DALLA GESTIONE “IN REMOTO” DI FORZA ITALIA: D'ALTRONDE, LA PRIMOGENITA SI È MOSTRATA SEMPRE PIÙ SPESSO INDECISA SULLE DECISIONI DA PRENDERE: DA QUANTO TEMPO STA COGITANDO SUL NOME DI UN SOSTITUTO DI TAJANI?