giuseppe conte ilva

ILVA, CHE FARE? A SCENDERE IN CAMPO POTREBBE ESSERE INVITALIA, L'AGENZIA NAZIONALE PER L'ATTRAZIONE DEGLI INVESTIMENTI, CHE POTREBBE CONTRIBUIRE ALLE BONIFICHE APPORTANDO UNA QUOTA DI CAPITALE AD ARCELORMITTAL ITALIA - PER RENDERE PIÙ AGEVOLE LA RICONVERSIONE DELLE PRODUZIONI DI TARANTO, NELLA PARTITA PUO’ ENTRARE ANCHE SNAM CON LE SUE FORNITURE DI GAS…

Paolo Baroni per “la Stampa”

 

ILVA DI TARANTO

Per Conte «il negoziato con Mittal è solo all' inizio» e quindi è presto sia per immaginare quale soluzione verrà trovata per l' ex Ilva, sia per fornire dettagli. Il premier ieri è tornato a dire no ai 5mila esuberi chiesti da Mittal e a smentire l' indiscrezione secondo cui il gruppo franco-indiano sarebbe pronta a pagare 1 miliardo per uscire dall' Italia.

 

Sia Conte, che punta a «una robusta transizione energetica, a conservare i livelli di occupazione quanto più possibile e ad investire ancor di più nel risanamento ambientale», sia il responsabile dello Sviluppo Stefano Patuanelli, ieri hanno però confermato che in questa partita lo Stato avrà certamente un ruolo attraverso «anche la partecipazione di aziende a partecipazione pubblica».

OPERAIO ILVA

 

«Noi siamo pronti a fare la nostra parte per rendere questo progetto ancora più efficace, credibile, per rendere il piano industriale ancora più sostenibile», ha spiegato il premier.

Un nuovo piano «Quando i privati non ce la fanno è giusto che ci sia lo Stato in settori strategici per garantire la continuità produttiva, i posti di lavoro e il risanamento ambientale», ha dichiarato invece in tv Patuanelli, aggiungendo che «lo Stato entra attraverso il Mef», «anche per controllare cosa fa il privato», e che «il ministro Gualtieri sta lavorando a una serie di ipotesi».

 

giuseppe conte patuanelli

Gestione diretta? Super commissario modello Alitalia? Per ora non se ne parla, ma sono carte che l' esecutivo potrebbe giocare più avanti. «Il governo è pronto a fare la sua parte, almeno per una transizione che potrebbe durare alcuni mesi - ha precisato Patuanelli al Financial Times- Ma questo non è nemmeno il piano B, è un piano D».

 

A entrare in campo, dunque, potrebbe essere innanzitutto Invitalia, l'agenzia nazionale per l' attrazione degli investimenti, che potrebbe contribuire alle bonifiche apportando una quota di capitale ad ArcelorMittal Italia. E poi, per rendere più agevole la riconversione delle produzioni di Taranto, si immagina anche che nella partita possa entrare la Snam con le sue forniture di gas. Per il governo «la soluzione è un nuovo piano industriale».

 

GIUSEPPE CONTE CON LAKSHMI MITTAL

Quanto agli esuberi, secondo il ministro, «è prematuro anticipare» il numero delle persone coinvolte nel processo di accompagnamento, «ma lavoriamo perché siano il minor numero possibile. Stiamo lavorando contemporaneamente a dare altre opportunità occupazionali in quel territorio attraverso le partecipate, attraverso la disponibilità di Fincantieri e Snam». Più difficile e complicato immaginare invece che nella partita, sul fronte dei privati, possa rientrare il gruppo Arvedi.

 

Oggi tutti a Roma Il confronto tra governo, i Mittal e i loro emissari, mentre si avvicina la nuova scadenza del 20 davanti al Tribunale di Milano, procede però a singhiozzo. Ieri si doveva tenere un incontro tra Patuanelli e l' ad di AM Italia, Lucia Morselli, ma poi è stato rinviato pare a oggi. In compenso il ministro ha convocato per giovedì sindacati e commissari dell' Ilva.

 

lakshmi narayan mittal 5

«La ridda di bufale sull' ex Ilva che girano da diversi ambienti e da aspiranti commissari fa comprendere che la riapertura di un confronto è appeso a un filo e a quanti puntino sullo sfascio. Serve polso fermo», ha avvisato Marco Bentivogli della Fim a poche ore dal grande sciopero che oggi porterà a Roma qualche migliaio di lavoratori dell' ex Ilva assieme ai delegati di tante altre aziende in crisi. «Riempiremo Roma» ha assicurato il leader della Cgil Maurizio Landini, che continua a vedere di buon occhio l' intervento dello Stato dicendo ovviamente «no» a nuovi esuberi e licenziamenti.

 

AFO2 VERSO LA PROROGA

Sempre ieri, intanto, da Taranto è arrivata la notizia che i pm hanno espresso parere favorevole alla richiesta di proroga presentata dai commissari dell' Ilva sull' uso dell' altoforno 2, sequestrato e dissequestrato più volte dopo la tragica morte di un operaio. I commissari chiedono un anno di tempo per ottemperare alle prescrizioni di messa in sicurezza e a questo punto è altamente probabile che il giudice Francesco Maccagnano nei prossimi gironi si esprima a favore togliendo dal tavolo una delle tante motivazioni che a inizio novembre hanno indotto i Mittal allo strappo. Vedremo.

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