VIENI AVANTI PECHINO – IN NOME DELLA LOTTA ALLA CORRUZIONE, IN CINA SI È APERTA LA CACCIA AI ‘MILIARDARI MAFIOSI’ (E AI LORO PADRINI POLITICI) - ARRESTATO IL TYCOON LIU, ESPULSA DALL’ASSEMBLEA LA DEPUTATA PIÙ BELLA…

Guido Santevecchi per ‘Il Corriere della Sera'

Liu Han era il n° 148 nella lista Forbes dei cinesi più ricchi, con una fortuna personale di 855 milioni di dollari. A 48 anni era alla guida di un impero che spaziava dall'energia solare alle miniere, dall'edilizia all'intrattenimento, 70 società con asset per 6,5 miliardi di dollari e partecipazioni in aziende minerarie in Australia e Stati Uniti.

Nel Sichuan, la provincia famosa per i panda e i giacimenti di ferro, Liu Han era popolare, rispettato e temuto. Aveva una flotta di automobili (Rolls Royce, Bentley e Ferrari); ma era anche apprezzato per gli aiuti generosi ai sopravvissuti del terribile terremoto del 2008.

«Sono anch'io un sopravvissuto», si era vantato nel 2010 con il Wall Street Journal : «Un concorrente ha cercato di farmi fuori con una bomba». Liu Han era scomparso dal marzo del 2013: ora è riemerso sui giornali cinesi che ne hanno annunciato l'incriminazione.

Le accuse sono omicidio plurimo, corruzione di ufficiali di polizia e politici, costituzione di una banda armata. Negli uffici del suo gruppo sono stati trovati decine di mitra, pistole, bombe a mano. «Liu Han, il miliardario mafioso», è il titolo di un lungo articolo del Quotidiano del Popolo .

L'hanno arrestato assieme al fratello e a 33 suoi uomini che secondo l'inchiesta costituivano una gang colpevole dell'assassinio di nove concorrenti, sequestri di persona, ricatti, pestaggi. La procura della Repubblica ha passato ai giornali una quantità impressionante di dettagli: i membri dell'esercito privato del miliardario picchiavano i contadini che osavano protestare se la loro terra veniva venduta dalle autorità locali per progetti di sviluppo edilizio.

E ai palazzinari rivali Liu amava dire: «Fatti da parte finirai i tuoi giorni in una colata di cemento». Pare che sei concorrenti riposino per sempre nelle fondamenta di qualche grattacielo del Sichuan. Altri tre furono ammazzati in una sparatoria nel 2009.

Il capo militare della banda era il fratello, Liu Wei, che nel 2008 si era anche tolto lo sfizio di fare il tedoforo durante la staffetta per portare la torcia olimpica ai Giochi di Pechino. Si sentivano intoccabili i fratelli Liu. E lo erano stati per molto tempo, dall'inizio degli anni Novanta. Ora gli investigatori dicono che Liu Han non avrebbe potuto agire per tanti anni se non avesse avuto «un ombrello protettivo» fornitogli dal potere politico locale, compensato con denaro e feste settimanali a base di droga.

Il «miliardario mafioso» era anche stato cooptato nell'Assemblea consultiva del Sichuan, il parlamento provinciale. Il Quotidiano del Popolo commenta che questa ascesa «non sarebbe stata possibile senza l'assenso e la complicità di certi settori del partito, del governo e del potere giudiziario». «Smantellare la rete di Liu è stato facile, ma se non saranno snidati i suoi padrini politici altri prenderanno il suo posto», conclude un editoriale del giornale comunista.

Ma quali sono i «settori del partito» che sostenevano Liu? La stampa di Pechino non fa il nome, ma tutti gli indizi portano a Zhou Yongkang, ex membro del Comitato permanente del Politburo e fino al 2012 capo dei servizi di sicurezza di tutta la Cina. Zhou, 71 anni, ora in pensione, è scomparso da mesi, dicono che sia agli arresti domiciliari con la moglie, accusato di corruzione.

Zhou aveva la sua base nel Sichuan e uno alla volta stanno finendo in carcere i suoi protetti, gente che era ai vertici delle società petrolifere statali.
Venerdì è caduta in disgrazia la signora Liu Yingxia, n° 46 nella lista delle cinesi più ricche: l'hanno espulsa dall'Assemblea politica consultiva del popolo di Pechino.

A 42 anni, l'agenzia Xinhua l'aveva definita «la più bella deputata della Cina». I giornali ricordano che aveva fatto affari con China National Petroleum, il gigante petrolifero statale, presieduto fino al 2013 da Jiang Jiemin, arrestato per corruzione. Jiang era l'uomo di fiducia di Zhou Yongkang. Arresto improvviso anche per Liang Ke, capo della sicurezza della città di Pechino.

E ieri è toccata al vicepresidente di PetroChina International, Shen Dingcheng. Stessa formula per dire che Shen era stato «segretario di un leader particolare». Il leader particolare era Zhou. Sono quattro i segretari di Zhou finiti in cella: rispolverato per loro il marchio d'infamia «banda dei quattro». Il presidente Xi Jinping sta facendo piazza pulita.

 

zhou yongkang liu han liuhan miliardario cinese liu han liuhan miliardario cinese

Ultimi Dagoreport

jackie kennedy e gianni agnelli a ravello nel 1962

JOHN KENNEDY E’ STATO IL PIÙ INFEDELE PUTTANIERE DEL XX SECOLO MA SUA MOGLIE JACQUELINE S’ATTACCAVA COME UN’IDROVORA A OGNI AUGELLO A PORTATA DI MANO (DAI DUE COGNATI ROBERT E TED PASSANDO PER SINATRA, BEATTY, MARLON BRANDO E VIA CHIAVANDO) - L’8 AGOSTO 1962, TRE GIORNI DOPO LA MORTE DI MARYLIN MONROE, JACKIE (INCAZZATA PER LE INDISCREZIONI SULLA LIAISON TRA IL MARITO E L’ATTRICE) RAGGIUNSE RAVELLO, SULLA COSTIERA AMALFITANA: FU ACCOLTA COME UNA REGINA DALL’ALLUPATISSIMO GIANNI AGNELLI – PER JACKIE, RAVELLO FECE RIMA CON PISELLO E LA VACANZA DIVENNE UN’ALCOVA ROVENTE (“LA VACANZA PIÙ BELLA DELLA SUA VITA”, RIPETEVA) AL PUNTO DA TRATTENERSI PIU’ DEL PREVISTO FINCHÉ NON PIOMBARONO 007 AMERICANI A PRELEVARLA COME UN ALMASRI QUALUNQUE PER RIPORTARLA A WASHINGTON DAL MARITO CORNUTO E INCAZZATO - LA VORACE JACKIE IMPARÒ A FARE BENE I POMPINI GRAZIE ALL'ATTORE WILLIAM HOLDEN: “ALL'INIZIO ERA RILUTTANTE, MA UNA VOLTA PRESO IL RITMO, NON SI FERMAVA PIÙ” –PER RIPICCA CI FU ANCHE UNA LIASON MARELLA AGNELLI-JOHN KENNEDY (CONFIDENZA DI INFORMATISSIMA SOCIALITE) - VIDEO

edmondo cirielli maria rosaria campitiello paolo di maio

“INUTILE FRUSTARE UN CIUCCIO MORTO, CAMBIA SPACCIATORE” – A PARLARE NON È UN HATER ANONIMO MA UN VICEMINISTRO DELLA REPUBBLICA: EDMONDO CIRIELLI, ESPONENTE DI SPICCO DI FRATELLI D'ITALIA E NUMERO DUE DI TAJANI AGLI ESTERI, CHE SBROCCA SU FACEBOOK E INSULTA IL SINDACO DI NOCERA INFERIORE, PAOLO DI MAIO – A FAR ANDARE FUORI GIRI CIRIELLI È STATO UN POST DEL PRIMO CITTADINO SU ALCUNI INCARICHI DELLA COMPAGNA AL MINISTERO DELLA SALUTE, MARIA ROSARIA CAMPITIELLO – LA VIOLENTISSIMA REPRIMENDA DI CIRIELLI: “NELLA VITA PRIVATA NON HAI MAI FATTO NIENTE DI BUONO" - COME MAI CIRIELLI SE L’È PRESA COSÌ TANTO? FORSE SENTE LA SUA CANDIDATURA A GOVERNATORE DELLA CAMPANIA CHE SI ALLONTANA? O TEME UNA SCONFITTA BRUCIANTE, ASSAI PROBABILE SE IL CENTROSINISTRA RITROVA L’UNITÀ?

igor taruffi elly schlein

DAGOREPORT - QUALCUNO DICA A ELLY SCHLEIN CHE STA AFFONDANDO IL PD! - NON SOLO TOSCANA E UMBRIA, DALLA CAMPANIA ALLA SICILIA FINO ALLA PUGLIA, SI MOLTIPLICANO I PROBLEMI SUI “TERRITORI” - A FINIRE NEL MIRINO LO “SPICCIAFACCENDE” DI ELLY, IGOR TARUFFI, RESPONSABILE ORGANIZZAZIONE DEL NAZARENO. DOVE C’È LUI, C’È CASINO, VISTA LA SUA PROPENSIONE A SALVAGUARDARE I CACICCHI FEDELI ALLA MIGLIORE ALLEATA DEL GOVERNO MELONI - IN SUO SOCCORSO È ARRIVATO ANCHE IL BERSANIANO NICO STUMPO CHE NON RIESCE AD EVITARE I PASTICCI CHE "LO STRATEGA IN VERSIONE PIZZICAGNOLO" TARUFFI COMBINA A CAUSA DELLA SCARSA CONOSCENZA DELLE REGOLE E DELLE DIVERSE REALTA’ LOCALI. E PER LA PRIMA VOLTA…

giorgia meloni ursula von der leyen donald trump dazi matteo salvini

DAGOREPORT – LA LETTERINA DELL’AL CAFONE DELLA CASA BIANCA È UNA PISTOLA PUNTATA ALLA TEMPIA DEI LEADER EUROPEI, CUI È RIMASTA UNA SOLA VIA DI USCITA, QUELLA COSIDDETTA “OMEOPATICA”: RISPONDERE AL MALE CON IL MALE. LINEA DURA, DURISSIMA, ALTRIMENTI, ALLE LEGNATE DI TRUMP, DOMANI, ALL’APERTURA DELLE BORSE, SI AGGIUNGERANNO I CALCI IN CULO DEI MERCATI. LA CINA HA DIMOSTRATO CHE, QUANDO RISPONDI CON LA FORZA, TRUMP FA MARCIA INDIETRO - SE LA “GIORGIA DEI DUE MONDI” ORMAI È RIMASTA L’UNICA A IMPLORARE, SCODINZOLANTE, “IL DIALOGO” COL DAZISTA IN CHIEF, NEMMENO LE CIFRE CATASTROFICHE SULLE RIPERCUSSIONI DELLE TARIFFE USA SULLE  AZIENDE ITALIANE, TANTO CARE ALLA LEGA, HA FERMATO I DEMENZIALI APPLAUSI ALLA LETTERA-RAPINA DA PARTE DI MATTEO SALVINI – ASCOLTATE JOSEPH STIGLITZ, PREMIO NOBEL PER L’ECONOMIA: “TRUMP NON AGISCE SECONDO ALCUN PRINCIPIO ECONOMICO, NON CONOSCE LO STATO DI DIRITTO, È SEMPLICEMENTE UN BULLO CHE USA IL POTERE ECONOMICO COME UNICA LEVA. SE POTESSE, USEREBBE QUELLO MILITARE’’

steve witkoff marco rubio sergei lavrov

RUBIO, IL TAJANI STARS AND STRIPES – IL SEGRETARIO DI STATO AMERICANO NON TOCCA PALLA E SOFFRE IL POTERE DI STEVE WITKOFF, INVIATO DI TRUMP IN MEDIO ORIENTE CHE SE LA COMANDA ANCHE IN UCRAINA. IL MINISTRO DEGLI ESTERI USA PROVA A USCIRE DALL’ANGOLO PARLANDO DI “NUOVA IDEA” DELLA RUSSIA SUI NEGOZIATI IN UCRAINA. MA IL MINISTRO DEGLI ESTERI DI PUTIN, LAVROV, SUBITO VEDE IL BLUFF: “CONFERMIAMO LA NOSTRA POSIZIONE” – TRUMP AVEVA OFFERTO DI TUTTO A WITKOFF, MA L’IMMOBILIARISTA NON HA VOLUTO RUOLI UFFICIALI NELL’AMMINISTRAZIONE. E TE CREDO: HA UN CONFLITTO DI INTERESSE GRANDE QUANTO UN GRATTACIELO...