danimarca

TROMBATE E MOLTIPLICATEVI - IN DANIMARCA SVOLTA NEI CORSI SCOLASTICI PER ARGINARE IL CROLLO DEL TASSO DI NATALITÀ E SALVARE LO STATO SOCIALE: “FATE FIGLI PRESTO”

Andrea Tarquini per “la Repubblica”

 

DANIMARCADANIMARCA

Care ragazze, cari ragazzi, fate pure sesso se vi piacete o vi amate, o anche solo se ne avete semplicemente voglia. Ma per favore fate solo sesso sicuro, e non solo per non contrarre malattie: pensate alla contraccezione, non diventate mamme né papà troppo presto. Finora, in tutto il mondo, o almeno in ogni paese dove l’educazione sessuale è materia scolastica o prassi familiare e sociale diffusa, il suo principale messaggio è stato questo.

 

Ma nell’avanzata, civilissima Danimarca adesso hanno deciso di cambiare musica: l’educazione sessuale deve anche insegnare ai giovani che il fine del sesso è la procreazione, e che se si decide troppo tardi di avere figli le probabilità di metterli al mondo scendono, perché cala la fertilità. Insomma, arriva un nuovo capitolo di quella storia infinita chiamata rivoluzione sessuale, cominciata ben prima del Sessantotto. E non a caso, arriva dal Grande Nord. Più precisamente, dal piccolo prospero paese definito da statistiche e indagini Onu come il più felice del mondo. Che cosa è successo a Copenhagen, tanto da spingere a una svolta apparentemente così radicale?

 

DANIMARCA LA FIGLIA DEI REALI FREDERIK E MARYDANIMARCA LA FIGLIA DEI REALI FREDERIK E MARY

Semplice: non bastano né il welfare, tra i più generosi del mondo, né la prosperità, né un’economia postindustriale e di eccellenze tecnologiche e una crescita economica inferiore a quella della vicina potenza regionale, la Svezia, però molto più lusinghiera che quasi ovunque altrove in Europa. Non bastano le certezze che lo Stato ti offre dalla culla alla tomba, passando dall’assegno mensile equivalente a minimo 700 euro a ogni giovane studente. Il tasso di natalità, anche nel bel regno nordico, è calato e continua a calare. È “appena” di 1,9 bimbi per donna, per quanto fredde e assurde possano suonare queste statistiche. Esperti indipendenti e governativi avvertono: ci vuole un tasso d’incremento delle nascite di almeno 2,1 bambini per ogni cittadina.

 

danimarcadanimarca

Questione di vita o di morte per il futuro del modello danese, tra i più efficienti nel Grande Nord. Perché se non si riuscirà ad alzare il tasso di natalità — avverte Sex & Samfund (Sesso e società, l’organizzazione indipendente che fornisce ad asili scuole e comunità i materiali e i programmi per l’educazione sessuale) in futuro la Danimarca avrà troppo pochi cittadini in età lavorativa. Troppo pochi contribuenti per il fisco e per le ritenute indispensabili a rendere sostenibile welfare, pensioni, ogni capitolo dello Stato sociale danese. Poco importa che alcuni mesi fa Copenhagen abbia avuto a livello politico una svolta a destra, con la bella, elegante e spregiudicata premier socialista Helle Thorning- Schmidt sconfitta dal leader della destra Loekke Rasmussen: su certi temi il consenso tende a essere bipartisan.

 

E allora che succede? Semplice: i programmi e i materiali per l’educazione sessuale, che appunto comincia al più tardi alle elementari, si adeguano. Come si fa sesso, quali differenze fisiologiche e non solo esistono tra uomo e donna sono temi che continuano a essere insegnati ai bimbi nel modo più spregiudicato: modelli di organi femminili, corsi su come s’indossa un profilattico o come si usa la pillola, filmati e disegni più che espliciti. Sempre continuando a lanciare il messaggio sui pericoli della gravidanza precoce, problema sociale gravissimo, ad esempio, negli Stati Uniti a cui tutte le società di cultura scandinava guardano ogni giorno.

 

La Danimarca il posto piu tranquillo del mondo La Danimarca il posto piu tranquillo del mondo

Ma adesso Sex & Samfund corregge anche il tiro: dire solo che è male restare incinte troppo presto è un falso segnale. Allora gli insegnanti e i programmi dovranno spiegare che altrettanto sbagliato è rinviare troppo il momento in cui si deciderà di avere figli.

Non si parla di “bimbi per la patria” di triste memoria, ma di futuro sostenibile del modello nordico, spiegano fonti vicine al governo.

 

I REALI DI DANIMARCA I REALI DI DANIMARCA

Perché sia i maschietti danesi sia le loro mogli, compagne o fidanzatine, come quasi ovunque in Europa (con poche eccezioni, vedi la Svezia grazie a un’economia robustissima, all’apertura senza uguali ai migranti, al superwelfare) rinviano sempre di più il momento di mettere al mondo bimbi. Sia lei che lui privilegiano la carriera. E la maggioranza delle famiglie, dice un sondaggio dell’organizzazione, ha in media uno o due figli anche se ne sognava tre o più. 

 

Pochi figli, insomma, avverte Copenhagen, significa welfare e società solidale non più sostenibili, un pericolo per il futuro di quella scarsa pattuglia di bambini. E allora via, facciamo partire dalla scuola una nuova èra dei baby-boomers. Se l’iniziativa avrà successo o no, in una società scettica quanto libera come tutte quelle del Nord, resta questione aperta.

PRINCIPESSA MARY DANIMARCAPRINCIPESSA MARY DANIMARCA

 

Ultimi Dagoreport

viktor orban donald trump volodymyr zelensky maria zakharova matteo salvini vladimir putin

DAGOREPORT - TRUMP E PUTIN HANNO UN OBIETTIVO IN COMUNE: DESTABILIZZARE L’UNIONE EUROPEA - SE IL TYCOON ESENTA ORBAN DALL’EMBARGO AL PETROLIO RUSSO, DANDO UN CEFFONE A BRUXELLES, LA RUSSIA FA GUERRA IBRIDA ALL'UE E PENETRA L'ITALIA, VERO VENTRE MOLLE DELL’UNIONE, APPROFITTANDO DEI PUTINIANI DI COMPLEMENTO (PER QUESTO QUELLA ZOCCOLOVA DI MARIA ZAKHAROVA PARLA SPESSO DI FACCENDE ITALIANE) - IL PRIMO DELLA LISTA È SALVINI, CHE ALL’ESTERO NON E' VISTO COME IL CAZZARO CHE E' MA, ESSENDO VICEPREMIER, VIENE PRESO SUL SERIO QUANDO SVELENA CONTRO BRUXELLES, CONTRO KIEV E FLIRTA CON MOSCA - IL CREMLINO PUÒ CONTARE SU TANTI SIMPATIZZANTI: DA GIUSEPPE CONTE AI SINISTRELLI DI AVS, FINO A PEZZI ANTI-AMERICANI DEL PD E AI PAPPAGALLI DA TALK - ANCHE FDI E MELONI, ORA SCHIERATI CON ZELENSKY, IN PASSATO EBBERO PIÙ DI UNA SBANDATA PUTINIANA...

2025marisela

CAFONAL! ERA UN MISTO DI CASALINGHE DI VOGHERA E "GRANDE BELLEZZA" ALL'AMATRICIANA IL “LUNCH” DA MARISELA FEDERICI A VILLA FURIBONDA SULL’APPIA ANTICA PER FESTEGGIARE  “STILE ALBERTO”, IL DOC DI MICHELE MASNERI DEDICATO AD ARBASINO, CHE ANDRÀ IN ONDA SABATO 15 NOVEMBRE SU RAI 3 – TRA CONTESSE (TRA CUI LA FIGLIA DELLA MITOLOGICA DOMIETTA DEL DRAGO CHE ERA LA MUSA DI ARBASINO), VANZINA, PAPPI CORSICATO, IRENE GHERGO, BARABARA PALOMBELLI, AVVISTATI MONSIGNORI GOLOSISSIMI CHE SI SONO LITIGATI LA BENEDIZIONE DEL PRANZO. PS: UNO DEI CAGNETTI DI ALDA FENDI HA AZZANNATO UNO DEI MONSIGNORI (CHE NON HA AVUTO PAROLE BENEDICENTI) _ IL DAGOREPORT

gender club degrado roma pina bausch matteo garrone

25 ANNI FA SPUNTÒ A ROMA UN CLUB IN MODALITÀ DARK-ROOM: AL "DEGRADO", IMMERSO NEL BUIO, SI FACEVA SESSO SENZA IL SENSO DEL PECCATO, IN MEZZO A TUTTI. UNO ‘’SBORRIFICIO” CHE NON HA AVUTO EGUALI E CHE DEMOLÌ I MURI DIVISORI TRA ETERO-BI-GAY-LESBO-TRANS-VATTELAPESCA - PER 9 ANNI, “CARNE ALLEGRA” PER TUTTI. OGNUNO VENIVA E SI FACEVA I CAZZI SUOI, E QUELLI DEGLI ALTRI. IL "DEGRADO'' POTEVA ESSERE RIASSUNTO IN UNA DOMANDA: CHI È NORMALE? - DAGO-INTERVISTA ALL’ARTEFICE DEL BORDELLO: “SCORTATA DA MATTEO GARRONE, UNA NOTTE È APPARSA PINA BAUSCH IMPEGNATA AL TEATRO ARGENTINA. SI ACCENDONO LE LUCI E UNA TRAVESTITA URLO': “AO' SPEGNETELE! IO STAVO A FA’ UN BOCCHINO. NUN ME NE FREGA ‘N CAZZO DE 'STA PINA!”

giorgia meloni alberto stefani luca zaia matteo salvini sondaggio

DAGOREPORT – VENETO DI PASSIONI PER IL CENTRODESTRA: LA VITTORIA DI ALBERTO STEFANI È SCONTATA, MA A CONTARE DAVVERO SARANNO I NUMERI! SECONDO IL SONDAGGIO DI PAGNONCELLI, IL GIOVANE LEGHISTA CON CIUFFO GIAMBRUNESCO È AL 62,8%, CONTRO UN MISERO 26,9% DEL CANDIDATO DI SINISTRA, GIOVANNI MANILDO. UN OTTIMO RISULTATO, MA SOLO SE NON SI RICORDA COSA AVVENNE CINQUE ANNI FA: ZAIA VINSE CON IL 76,79% DEI VOTI, E BASTÒ LA SUA LISTA, INSIEME A QUELLA DELLA LEGA, PER OTTENERE IL 61,5%. OGGI CI VUOLE TUTTO IL CENTRODESTRA UNITO PER RAGGIUNGERE LA STESSA CIFRA – LO SPETTRO DEL SORPASSO DI FDI SUL CARROCCIO: SE LE TRUPPE MELONIANE OTTENESSERO PIÙ VOTI, CHE FINE FAREBBE LA GIÀ FRAGILE LEADERSHIP DI SALVINI?

giorgia meloni matteo salvini antonio tajani giancarlo giorgetti

DAGOREPORT - COME MAI LADY GIORGIA INFLIGGE ALLA “NAZIONE”, IN VISTA DEL 2026, UNA FINANZIARIA COSÌ MICRAGNOSA, CORRENDO IL RISCHIO DI PERDERE CONSENSI? - UNA MISERIA DI 18 MILIARDI CHE, AL DI LÀ DELL’OPPOSIZIONE, STA FACENDO SPUNTARE LE CORNA DEL TORO AGLI ALLEATI SALVINI E TAJANI, MENTRE RUMOREGGIANO I VAFFA DI CONFINDUSTRIA E DEI MINISTRI COSTRETTI AD USARE L’ACCETTA AL BILANCIO DEI LORO DICASTERI (TAGLIO DI 89 MILIONI ALLA DISASTRATA SANITÀ!) – LA DUCETTA HA UN OTTIMO MOTIVO PER LA MANOVRA MIGNON: FINENDO SOTTO IL 3% DEL PIL, IL GOVERNO ALLA FIAMMA USCIRÀ CON UN ANNO IN ANTICIPO DALLA PROCEDURA DI INFRAZIONE PER DEFICIT ECCESSIVO ATTIVATA DALL'EUROPA NEL 2024. COSÌ SARÀ LIBERA E BELLA PER CONFEZIONARE NEL 2026 UNA FINANZIARIA RICCA DI DEFICIT, SPESE E "MENO TASSE PER TUTTI!", PROPRIO IN PERFETTA COINCIDENZA CON I TEMPI DELLE POLITICHE DEL 2027 - E GLI ITALIANI NELLA CABINA ELETTORALE POTRANNO COSÌ RICOMPENSARE LA BONTÀ DELLA REGINA GIORGIA…