francia 9

ALLONS ENFANTS - IL NUOVO HOLLANDE CON ELMETTO E MARSIGLIESE PIACE AI FRANCESI CHE RISCOPRONO IL PATRIOTTISMO - È BOOM DI DOMANDE DI ARRUOLAMENTO - LA ROCKSTAR JOHNNY HALLYDAY: “SE NON FOSSI UN CANTANTE, ANDREI A COMBATTERE”

francoise hollandefrancoise hollande

1. HOLLANDE CAPO DI GUERRA FUNZIONA

Alberto Mattioli per “la Stampa”

 

La sua settimana più lunga è iniziata alle 21 e 17 di quel maledetto venerdì 13. François Hollande è nella tribuna presidenziale dello Stade de France quando si sente la prima esplosione. Lo informa la guardia del corpo più vicina: «Signor Presidente, il Quick è saltato», perché il kamikaze si è fatto esplodere vicino al fast food. Seconda esplosione.

 

Il Presidente viene portato all' ultimo piano dello stadio, in una zona sicura. Qui arrivano le prime notizie di spari nel decimo arrondissement. Si decide di non far evacuare gli spettatori. Hollande ridiscende e informa il Presidente dell' Assemblée nationale e i tre ministri in tribuna: «Ci sono delle esplosioni, degli spari, me ne vado ma voi restate qui. Nessuno si muova, niente panico».
 

FRANCIA SOLDATIFRANCIA SOLDATI

Da quel momento, François Hollande si è trovato nei panni di «chef de guerre», capo delle forze armate e di un Paese che deve fare una guerra che non si è scelto. E, con sorpresa di molti, finora non gli sono stati larghi. L' uomo non ha un aspetto marziale, gli occhiali, i capelli tinti, «le cul bas» (parole sue). E non è nemmeno un uomo d' azione. Ha passato tutta la sua vita politica a galleggiare fra le correnti del Ps e non ha mai amministrato nemmeno un condominio.
 

Buoni riflessi

Però non ha perso la testa e ha avuto buoni riflessi. Come capo di guerra, sta funzionando. La sera degli attentati è comparso in televisione molto pallido, chiaramente agitato. Ma era in preda all' emozione, non al panico. Sta usando con decisione i poteri larghissimi che gli concede una Costituzione tagliata su misura per il carisma del général De Gaulle, ulteriormente rafforzati dallo stato d' emergenza subito proclamato.
 

FRANCIA GERMANIAFRANCIA GERMANIA

Su nei sondaggi

Se per i francesi lo Stato è la mamma, il suo Capo è il papà, il cui primo dovere è quello di proteggerli. E pensano che Hollande ci stia riuscendo. Secondo un sondaggio del «Journal du Dimanche», in novembre i francesi che lo apprezzavano erano il 20%: adesso sono il 27. Un balzo in avanti di sette punti Hollande non l' aveva mai fatto.
La svolta «securitaria» annunciata nel discorso di lunedì al Congresso ha tagliato l' erba sotto i piedi dell' opposizione: difficile dire di no a delle misure «di destra» solo perché le propone la sinistra.
 

ISLAM IN FRANCIAISLAM IN FRANCIA

Certo, l' emergenza rafforza il potere. La Francia ha avuto uno scatto da America post-11 settembre. Gli uffici di reclutamento dell' Armée sono pieni di ragazzi che vogliono arruolarsi, la domanda di Tricolori è decuplicata, la Marsigliese risuona ovunque. Le istituzioni della «monarchia repubblicana» francese sono ideali per gestire le crisi.
Però anche il governo sta girando bene.

 

Chi gestisce la situazione è una specie di gabinetto ristretto di tre persone. Il primo è il ministro degli Interni, Bernard Cazeneuve, sempre elegantissimo, perfino azzimato, però efficace, se in cinque giorni i suoi uomini hanno scovato e neutralizzato tutti i terroristi tranne uno. Il secondo è il ministro della Difesa, Jean-Yves Le Drian, che guida l' offensiva aerea sulla Siria.

 

Infine, c' è il giovane primo ministro, Manuel Valls. Il Presidente e lui fanno il poliziotto buono e quello cattivo. Hollande è rassicurante, ottimista, modello il peggio è passato; Valls lancia allarmi e prevede tempi cupi, tipo il peggio deve ancora venire (compreso, magari, il temutissimo attacco chimico, evocato proprio da lui).

UN MINUTO DI SILENZIO DI HOLLANDE E VALLS ALLA SORBONAUN MINUTO DI SILENZIO DI HOLLANDE E VALLS ALLA SORBONA

 

Però insieme funzionano. Venerdì, agli Invalides, ci sarà l' omaggio nazionale alle vittime del 13. Il Paese è piagato e piegato. Ma non si è spezzato. I giornali titolano: «La France est debout», la Francia è in piedi.

 

 

2. JOHNNY HALLYDAY: ANDREI IN GUERRA COSÌ PARIGI RISCOPRE IL PATRIOTTISMO

Anais Ginori per “la Repubblica”

 

L’ultimo album della più famosa rockstar francese s’intitola “Rester vivant”, restare vivi. Johnny Hallyday, 72 anni, ha continuato i suoi concerti dopo gli attentati del 13 novembre, applaudito da migliaia di fan, perché è convinto che non bisogna cedere alla paura, la vita deve essere più forte. «Se non fossi cantante, andrei a combattere» ha confessato Hallyday.

JOHNNY HALLYDAYJOHNNY HALLYDAY

 

Una dichiarazione che riprende un sentimento comune. Dall’inizio dell’anno, con gli attentati di Charlie Hebdo e ora del venerdì 13, le domande di arruolamento nell’esercito sono aumentate: già 150mila domande in dieci mesi contro 120mila per l’intero 2014. Il governo ha messo a punto in primavera un nuovo servizio militare volontario a cui si sono iscritti già 1000 giovani, mentre alcuni parlamentari, a destra come a sinistra, rilanciano l’ipotesi della leva obbligatoria, abolita nel 1996.

 

Lo choc degli attentati ha provocato una nuova ondata di patriottismo, a cominciare dall’uso della bandiera in molti raduni. I colori nazionali — blu, bianco, rosso — non hanno coperto solo la Tour Eiffel o altri simboli del mondo. Sono tornati fuori dalle case, nelle piazze. Una piccola fabbrica del nord è stata costretta a organizzare turni straordinari.

 

JOHNNY HALLYDAY 1JOHNNY HALLYDAY 1

L’azienda Doublet è infatti specializzata da decenni nella produzione di bandiere francesi e negli ultimi giorni gli ordini sono esplosi. «Ci era successo solo per la morte del generale De Gaulle, nel 1970, o durante la vittoria ai Mondiali di calcio del 1998» racconta il responsabile, Luc Doublet. Poche ore dopo gli attentati, sono arrivate le telefonate, le email, prima da istituzioni poi anche da semplici cittadini.

 

Dal “Je suis Charlie” di dieci mesi fa, si è arrivati così a un simbolo antico e mai del tutto consensuale. A differenza dell’America, in Francia il tricolore non si vede abitualmente nelle strade e ha attraversato una storia controversa: creato durante la Rivoluzione, nel periodo del Terrore, è diventato vessillo della Francia solo un secolo dopo, ma guardato con diffidenza da alcuni per via della strumentalizzazione dei partiti ultranazionalisti, come il Front National, che ha il tricolore nel suo stemma.

 

«I simboli repubblicani, non appartengono a nessuno, sono di tutti» ha detto il premier Manuel Valls, lanciando un messaggio a sinistra. La stessa riscoperta patriottica è in corso per la Marsigliese intonata in molti paesi stranieri in segno di solidarietà, anche negli stadi italiani o inglesi. Le note sono tornate ad essere la colonna sonora di questi giorni. Alla fine anche i tifosi del Bastia, in Corsica, si sono piegati: hanno cantato l’inno nazionale prima della partita di ieri.

FRANCIA 9FRANCIA 9

 

Ultimi Dagoreport

procuratore milano viola procura milano luigi lovaglio - francesco gaetano caltagirone - giancarlo giorgetti - milleri - alberto nagel - philippe donnet mediobanca mps giorgia meloni

FLASH! – MA GUARDA UN PO’... “EMERGE CHE IN AMBIENTI GIUDIZIARI SI È VALUTATO DI ESEGUIRE LE PERQUISIZIONI SOLO LA SCORSA SETTIMANA E NON A SETTEMBRE PER NON CONDIZIONARE L'ESITO DELL'OPS SU MEDIOBANCA ANCHE PERCHÉ LE INDAGINI NON SONO CHIUSE. ABBASTANZA PER IPOTIZZARE CHE IL RUOLO DELLA PROCURA POSSA DIVENTARE CRUCIALE NELLA FORMAZIONE DELLE LISTE PER IL RINNOVO DEI PROSSIMI CDA. IN PRIMAVERA TOCCHERÀ AI VERTICI DI BPM E DI MPS…” (BALESTRERI E SIRAVO PER “LA STAMPA”)

ignazio la russa matteo salvini giorgia meloni maurizio lupi

DAGOREPORT: HOMO HOMINI “LUPI” - DIVENTATO UN BRAVO SOLDATINO DELLA FIAMMA, PER LA SERIE "IN POLITICA NON SI SA MAI...", IL MODERATISSIMO CIELLINO MAURIZIO LUPI SI BARCAMENA TRA I FRATELLI LA RUSSA E I FRATELLI D'ITALIA - ALLE LUSINGHE DI CANDIDARLO NEL 2027 A SINDACO DI MILANO DI 'GNAZIO, ORA AGGIUNGONO LE COCCOLE DELLA DUCETTA CHE SI E' SCAPICOLLATA ALL’ASSEMBLEA DEL NANO-PARTITO FONDATO DAL SOSIA DELLA FIGLIA DI FANTOZZI - ESSI': SE PASSA LA NUOVA LEGGE ELETTORALE, CON SOGLIA DEL 40%, ANCHE L’1% DI “NOI MODERATI” POTREBBE SERVIRE ALLA MELONA PER DE-SALVINIZZARE LA MAGGIORANZA... - VIDEO

antonio tajani pier silvio berlusconi marina roberto occhiuto deborah bergamini pietro labriola alessandro cattaneo

DAGOREPORT – QUALCOSA DI GROSSO SI STA MUOVENDO IN FORZA ITALIA: STUFA DI ESSERE PRESA PER I FONDELLI DAL PARACULISMO POLITICO DI TAJANI E DEI SUOI COMPARI SETTANTENNI GASPARRI E BARELLI, MARINA BERLUSCONI DA' IL VIA LIBERA AL CAMBIO DI LEADERSHIP IN FORZA ITALIA: IL PRESCELTO E' ROBERTO OCCHIUTO, REDUCE DA UNA TRIONFALE RICONFERMA ALLA PRESIDENZA DELLA REGIONE CALABRIA - IL PROSSIMO 17 DICEMBRE IL 56ENNE GOVERNATORE LANCERÀ LA SUA CORRENTONA NAZIONALE IN UN LUOGO SIMBOLO DEL BERLUSCONISMO, PALAZZO GRAZIOLI, CONTORNATO DAI FEDELISSIMI DELLA CAVALIERA DI ARCORE, i "NORDISTI" DEBORAH BERGAMINI E ALESSANDRO CATTANEO - CHE C'AZZECCA ALL'EVENTO DI OCCHIUTO, LA PRESENZA DELL'AD DI TIM, PIETRO LABRIOLA? C'ENTRA LO SMANTELLAMENTO DEL SERVIZIO CLIENTI "TELECONTACT" DI TIM...

antonio angelucci tommaso cerno alessandro sallusti

FLASH – UCCI UCCI, QUANTI SCAZZI NEL “GIORNALE” DEGLI ANGELUCCI! NON SI PLACA L’IRA DELLA REDAZIONE CONTRO L’EDITORE E I POCHI COLLEGHI CHE VENERDÌ SI SONO ZERBINATI ALL'AZIENDA, LAVORANDO NONOSTANTE LO SCIOPERO CONTRO IL MANCATO RINNOVO DEL CONTRATTO NAZIONALE E PER CHIEDERE ADEGUAMENTI DEGLI STIPENDI (ANCHE I LORO). DOPO LO SCAMBIO DI MAIL INFUOCATE TRA CDR E PROPRIETÀ, C’È UN CLIMA DA GUERRA CIVILE. L’ULTIMO CADEAU DI ALESSANDRO SALLUSTI, IN USCITA COATTA (OGGI È IL SUO ULTIMO GIORNO A CAPO DEL QUOTIDIANO). AL NUOVO DIRETTORE, TOMMASO CERNO, CONVIENE PRESENTARSI CON L'ELMETTO DOMANI MATTINA...

elly schlein giuseppe conte giorgia meloni rocco casalino

DAGOREPORT - QUESTA VOLTA, ROCCO CASALINO HA RAGIONE: ELLY SCHLEIN SULLA QUESTIONE ATREJU “HA SBAGLIATO TUTTO” - LA GRUPPETTARA DEL NAZARENO, CHIEDENDO UN FACCIA A FACCIA CON GIORGIA MELONI, HA DIMOSTRATO DI ESSERE ANCORA UNA VOLTA UN’ABUSIVA DELLA POLITICA. HA SERVITO SUL PIATTO D’ARGENTO ALLA DUCETTA L’OCCASIONE DI FREGARLA, INVITANDO ANCHE GIUSEPPE CONTE PER UN “THREESOME” IN CUI LA PREMIER AVREBBE SPADRONEGGIATO – IN UN CONFRONTO A TRE, CON ELLY E PEPPINIELLO CHE SI SFANCULANO SULLA POLITICA INTERNAZIONALE, DAL RIARMO ALL’UCRAINA, E FANNO A GARA A CHI SPARA LA “PUTINATA” O LA “GAZATA” PIÙ GROSSA, LA DUCETTA AVREBBE VINTO A MANI BASSE – QUEL FURBACCHIONE DI CONTE NON SI TIRA INDIETRO: NONOSTANTE LA DEM SI SIA SFILATA, LUI CONFERMA LA SUA PRESENZA AL DIBATTITO: "MI DISPIACE DEL FORFAIT DI ELLY, PER ME È IMPORTANTE CHE CI SIA UN CONFRONTO E POTEVAMO FARLO ANCHE INSIEME. POTEVAMO INCALZARE LA PREMIER..."