donald trump borse mercati insider trading

INSIDER TRUMP – DIVENTA UN CASO POLITICO IL POST PUBBLICATO DA “THE DONALD” MERCOLEDÌ SCORSO, TRE ORE PRIMA DI ANNUNCIARE LA SOSPENSIONE DEI DAZI, IN CUI INVITAVA A INVESTIRE (“ADESSO È UN MOMENTO GRANDIOSO PER COMPRARE!”). I TRADER CHE HANNO SEGUITO IL CONSIGLIO HANNO PORTATO A CASA GUADAGNI FINO AL 2.100% – LE AZIONI DI TRUMP MEDIA & TECHNOLOGY GROUP SONO SALITE DEL 21% IN POCHE ORE, PORTANDO ALLA FAMIGLIA DEL TYCOON 250 MILIONI – IL SENATORE DEM, ADAM SCHIFF, HA CHIESTO UN’INDAGINE PER ACCERTARE SE MEMBRI DELLA CASA BIANCA O DELLA FAMIGLIA TRUMP SIANO STATI INFORMATI IN ANTICIPO: “STA PER SCOPPIARE UNO SCANDALO DI INSIDER TRADING” – QUALCHE RISPOSTA POTREBBE ARRIVARE QUANDO...

1 - DONALD E QUEL TWEET CHI CI HA GUADAGNATO?

Estratto dell’articolo di Francesco Bertolino per il “Corriere della Sera”

 

DONALD TRUMP I DAZI E I MERCATI

A New York sono le 9.37 di mattina. Wall Street è sveglia da pochi minuti ed è ancora stordita dalla raffica di dazi quando arriva il consiglio di Donald Trump. «Adesso è un momento grandioso per comprare!», scrive sul social Truth.

Concludendo il messaggio con la sigla DJT: le sue iniziali ma anche il codice identificativo delle azioni del Trump Media & Technology Group.

 

[…]

 

Tre ore e mezzo più tardi, sempre via Truth, Trump annuncia il rinvio di 90 giorni dei dazi «reciproci» contro tutto il mondo (Cina esclusa) e gli investitori si precipitano davvero ad acquistare azioni. L’indice principale di Wall Street, l’S&P 500, chiude la seduta in rialzo del 9,5%, il miglior risultato dal 2008; il paniere dei titoli tecnologici Nasdaq guadagna il 12,2%, il balzo più alto dal 2001.

 

IL POST DI DONALD TRUMP CHE INVITA A COMPRARE SUI MERCATI PRIMA DI SOSPENDERE I DAZI

La previsione di Trump sulle Borse era insomma corretta e, d’altra parte, proveniva da chi aveva il potere di tradurla in realtà attraverso la tanto sospirata sospensione dei dazi. Chi ha accolto il suggerimento mattutino di The Donald è riuscito a cavalcare un rimbalzo da record di Wall Street.

 

I trader che subito dopo il post su Truth hanno scommesso su un rialzo a fine giornata dell’S&P 500 tramite le «zero-day option», derivati a basso costo, hanno per esempio portato a casa guadagni fino al 2.100%. Hanno cioè trasformato 100 dollari in 2.100 dollari nel giro di poche ore. Ancor più ricco l’incasso per chi ha puntato sul rialzo di singole azioni.

 

DONALD TRUMP E I MERCATI

Sull’onda dell’entusiasmo per la pausa nei dazi, infatti, mercoledì Tesla ha guadagnato il 22,7%, Nvidia il 18,7%, Apple il 15%, Nike l’11,2%, United Airlines il 25,8%. Persino le azioni di Trump Media & Technology Group, la famosa DJT, hanno guadagnato il 21%, facendo salire di circa 250 milioni il valore della quota del 53% della famiglia Trump nella società. Solo fortuna e tempismo? O c’è dell’altro?

 

Di certo, pochi mercoledì avrebbero scommesso su una svolta tanto repentina di Trump sui dazi. Per giorni, il presidente aveva sottolineato la necessità che gli Stati Uniti assumessero un’amara medicina per curare la malattia del deficit commerciale. «Sono fiero di essere il presidente dei lavoratori, che difende Main Street, non Wall Street», scriveva il magnate repubblicano.

 

adam schiff

Lunedì la Casa Bianca aveva persino smentito la notizia di una moratoria di 90 giorni delle tariffe che, diffusa sui social da un account anonimo, aveva dato il la a un violento ma breve rialzo di Wall Street. E invece l’indiscrezione di tal Walter Bloomberg (niente a che vedere con l’agenzia di stampa) era corretta nella sostanza, anche se non nei tempi. Quelli li poteva conoscere soltanto la persona con il potere di decidere il rinvio.

 

Se Trump fosse l’amministratore delegato di un’azienda, perciò, il suo «Buy» via Truth gli costerebbe probabilmente un’inchiesta per manipolazione del mercato. Poiché è invece il presidente degli Stati Uniti, la vicenda assume contorni giuridici inediti. Su cui i democratici intendono far luce. Il senatore della California Adam Schiff ha chiesto un’indagine per accertare se ufficiali della Casa Bianca e membri della famiglia Trump siano stati informati in anticipo del rinvio dei dazi e abbiano investito di conseguenza in Borsa. «Sta per scoppiare uno scandalo di insider trading», ha detto il senatore del Connecticut, Chris Murphy.

 

[...]

 

DONALD TRUMP CON IL CARTELLONE DEI DAZI

Qualche risposta potrebbe arrivare tra circa un mese, quando i parlamentari Usa dovranno rivelare quali prodotti finanziari hanno comprato in questi ultimi mesi. «I membri del Congresso che hanno acquistato azioni nelle ultime 48 ore farebbero meglio a dichiararlo adesso», ha avvertito la deputata Alexandria Ocasio-Cortez.

 

«Ho sentito delle chiacchiere interessanti in aula: la scadenza per la dichiarazione è il 15 maggio, stiamo per scoprire un paio di cosette». La Casa Bianca ha respinto i sospetti. «È responsabilità del presidente — ha detto il portavoce della Casa Bianca, Kush Desai — rassicurare i mercati e gli americani sulla loro sicurezza economica di fronte all’allarmismo incessante dei media».

 

2 - “È L’ORA DI COMPRARE” IL POST DEL PRESIDENTE E IL CASO INSIDER TRADING

Estratto dell’articolo di Paolo Mastrolilli per “la Repubblica”

 

donald trump - mercati azionari

E se lo avesse fatto apposta, per intascare quattrini lui o regalarli agli amici? Nell’America ormai distopica del secondo mandato Trump gira pure questa voce, alimentata da diversi parlamentari democratici, che hanno chiesto di aprire un’inchiesta per insider trading sul capo della Casa Bianca.

 

Il sospetto, che se non fosse sbalorditivo fornirebbe materiale per serie tv politiche, è che mercoledì il presidente degli Stati Uniti abbia lanciato l’avvertimento dell’imminente pausa dei dazi con qualche ora di anticipo, per dare tempo a chi doveva di raccattare azioni dal fondo dove lui le aveva precipitate, in modo da incassare profitti alle spalle dei cittadini ignari grazie al tira e molla prefabbricato delle tariffe.

 

ADAM SCHIFF DONALD TRUMP

Il primo a metterlo nero su bianco è stato il senatore della California Adam Schiff, che prima di dedicarsi alla politica faceva il procuratore e quindi di questi impicci se ne intende. Era anche la bestia nera legale di Trump, perché da deputato aveva guidato l’accusa per il suo primo impeachment.

 

[...] 

 

Schiff ha collegato i puntini e ieri mattina, insieme al collega dell’Arizona Ruben Gallego, ha inviato una lettera alla Casa Bianca per «richiedere un’inchiesta urgente sul fatto che il presidente Trump, la sua famiglia, o altri membri dell’amministrazione siano stati coinvolti in insider trading o altre transazioni finanziare illegali».

 

METTI IL DAZIO TOGLI IL DAZIO - MEME SU TRUMP

Il testo sollecita l’esame delle operazioni compiute da ogni membro del governo che potesse essere a conoscenza dell’imminente pausa dei dazi: «Ad esempio le azioni della compagnia di Elon Musk, Tesla, sono salite del 18% immediatamente dopo l’annuncio del presidente riguardo al blocco delle tariffe, alle quali Musk si era pubblicamente opposto».

 

Le inchieste parlamentari le guida il partito di maggioranza, e quindi è assai improbabile che i senatori repubblicani Chuck Grassley e Mike Crapo, presidenti delle Commissioni Giustizia e Finanze, diano alcun seguito alla denuncia di Schiff. Il genio però è uscito dalla lampada, con allusioni anche alle «family meme coin e tutto il resto per arricchirsi». Gli stessi democratici potrebbero fare indagini con le loro forze, pur non avendo il potere di emettere “subpoena”, ossia mandati di comparizione a testimoniare.

 

Il sospetto del resto riguarda tutta l’amministrazione, dopo che il re degli hedge fund Bill Ackman ha accusato il segretario al Commercio Lutnick di volere il crollo dell’economia americana, perché così la sua compagnia finanziaria Cantor Fitzgerald ci guadagnerebbe speculando sui bond. [...]

CAPPELLO MAKE AMERICA GREAT AGAIN MADE IN CHINA adam schiffdonald trump - mercati azionari

Ultimi Dagoreport

caltagirone milleri donnet nagel lovaglio giorgetti generali

DAGOREPORT - A CHE PUNTO È LA NOTTE DEI “FURBETTI DEL CONCERTINO”? IL PRIMARIO OBIETTIVO DI ESPUGNARE IL “FORZIERE D’ITALIA”, ASSICURAZIONI GENERALI, ATTRAVERSO L’OPERAZIONE MPS-MEDIOBANCA, SI ALLONTANA SEMPRE PIÙ - L’ISCRIZIONE NEL REGISTRO DEGLI INDAGATI DI LOVAGLIO, CALTAGIRONE E MILLERI HA INTERROTTO LA TRATTATIVA CHE ERA IN CORSO PER CONVINCERE L’AD DI GENERALI, PHILIPPE DONNET, IL CUI MANDATO SCADE FRA DUE ANNI, A RASSEGNARE LE DIMISSIONI. E L’IPOTESI CHE POSSANO IN CDA SFIDUCIARLO SEMBRA APPARIRE LONTANISSIMA - NEL MIRINO GIUDIZIARIO È FINITO ANCHE IL RUOLO DETERMINANTE DELLE CASSE DI PREVIDENZA, ENPAM (MEDICI), ENASARCO (AGENTI DI COMMERCIO), FORENSE (AVVOCATI), PER LEGGE VIGILATE DAL GOVERNO - ANCHE SE I “CONCERTI OCCULTATI” NON SONO CERTO UNA NOVITÀ PER IL MERCATO, LA SCALATA MEDIOBANCA COLPISCE IN QUANTO È LA PRIMA VOLTA CHE, A SUPPORTO DI PRIVATI, C’È DI MEZZO IL SOSTEGNO DELL'ARMATA BRACAMELONI CHE DOVREBBE OCCUPARSI DELL’INTERESSE PUBBLICO ANZICHÉ RIBALTARE I POTERI DELLA FINANZA ITALIANA...

giorgia meloni matteo salvini vladimir putin

DAGOREPORT - A CHE SERVE QUEL FIGLIO DI PUTIN DI SALVINI? SERVE ECCOME A GIORGIA MELONI PER APPARECCHIARE, AL DI LÀ DELLE FRONTIERE, IL MIRACOLO DEL SUO CAMALEONTISMO - SE, IN CASA, LADY MACBETH DE’ NOANTRI GETTEREBBE QUEL ROMPICAZZO DELLA LEGA OGNI GIORNO DAL BALCONE DI PALAZZO CHIGI, IN POLITICA ESTERA IL COPIONE CAMBIA E IL SUO DISPREZZO SI TRASFORMA IN AMORE - C’È DA VOTARE IN PARLAMENTO IL DECRETO SULLA FORNITURA DI ARMI A KIEV? MANCA SOLO L’ITALIA PER RATIFICARE IL MES PER GARANTIRE I PAESI EUROPEI DAI RISCHI CHE POTREBBERO DERIVARE DALL'UTILIZZO DEGLI ASSET RUSSI CONGELATI? VOILÀ, FIATO ALLE TROMBE! ECCO FARSI AVANTI L’ ANTI-EUROPEISMO DEL ‘’PATRIOTA’’ ORBANIANO SALVINI CHE SI RIVELA UN OTTIMO SCHERMO PER LA MELONA PER PIAGNUCOLARE SULLA SPALLA DI URSULA VON DER LEYEN: ‘’NON È COLPA MIA… PURTROPPO HO UN ALLEATO DI GOVERNO CHE È UN PAZZO IRRIDUCIBILE E NON POSSO CORRERE IL RISCHIO DI FAR CADERE IL GOVERNO…BLA-BLA-BLA…”

elly schlein dario franceschini roberto speranza onorato renzi orlando

DAGOREPORT - ELLY SARÀ ANCHE LA "SEGRETARIA DI TUTTI", COME HA DETTO A MONTEPULCIANO, MA NON INTENDE ASCOLTARE NESSUNO - IL "CORRENTONE" DI FRANCESCHINI-SPERANZA-ORLANDO SI E' ROTTO IL CAZZO DEL "QUI, COMANDO IO!" DELLA DUCETTA DEL NAZARENO: CARA SCHLEIN, HAI UN MESE DI TEMPO PER CAMBIARE MUSICA, CONDIVIDENDO CON NOI LA LINEA DEL PARTITO, O ANDIAMO ALLA GUERRA - IN BALLO C'È SOPRATTUTTO LA COMPOSIZIONE DELLE LISTE ELETTORALI 2027, CHE LA SIGNORINA CON TRE PASSAPORTI E UNA FIDANZATA VUOLE RIEMPIRE DI CANDIDATI A SUA IMMAGINE E SOMIGLIANZA, LASCIANDO A TERRA DINOSAURI E CACICCHI D'ANTAN - ANCHE L'ALTRA FRONDA, QUELLA DEI RIFORMISTI GUIDATI DA GUERINI, GORI, SENSI ECC., E' SUL PIEDE DI GUERRA - MENTRE IL NASCENTE PARTITO DI CENTRO, FORMATO DAI CIVICI DI ONORATO-BETTINI E DAI CATTOLICI DI RUFFINI-PRODI, TEME L'ABILITA' MANOVRIERA DI RENZI – LA PROTERVIA DI ELLY, CON L'ASSEMBLEA DEL 14 DICEMBRE PER OTTENERE I "PIENI POTERI", RISCHIA DI FAR SALTARE IN ARIA UN CENTROSINISTRA UNITARIO... 

federica mogherini stefano sannino putin travaglio belpietro

DAGOREPORT – POSSIBILE CHE FEDERICA MOGHERINI E STEFANO SANNINO, SPECCHIATI ESPONENTI ITALIANI A BRUXELLES, SIANO DIVENTATI DI COLPO DUE MASCALZONI DA ARRESTARE PER "FRODE IN APPALTI PUBBLICI"? - VALE LA PENA SOTTOLINEARE LE PAROLE DELL'EURODEPUTATO DEL PD, DARIO NARDELLA: “NON VORREI CHE SI TRASFORMASSE IN UN FUOCO DI PAGLIA CON L'UNICO EFFETTO DI DANNEGGIARE ANCORA UNA VOLTA L'IMMAGINE DELL'ITALIA” - DEL RESTO, A CHI GIOVA SPUTTANARE L'EUROPA, IN UN MOMENTO IN CUI SI ERGE COME UNICO ARGINE ALLA RESA DELL’UCRAINA CHE STANNO APPARECCHIANDO TRUMP & PUTIN? - A GODERE SONO INFATTI "MAD VLAD" E I SUOI TROMBETTIERI, CHE HANNO ASSOCIATO LO “SCANDALO DI BRUXELLES'' AI CESSI D’ORO DI KIEV DELL'AMICO DI ZELENSKY - BASTA GUARDARE COSA SCRIVONO OGGI BELPIETRO SU "LA VERITA'" (''UE CORROTTA COME L'UCRAINA. FERMATA LA BIONDINA DEL PD") E TRAVAGLIO SU "IL FATTO QUOTIDIANO" ("BASSI RAPPRESENTATI... CI FACCIAMO SEMPRE RICONOSCERE")...

procuratore milano viola procura milano luigi lovaglio - francesco gaetano caltagirone - giancarlo giorgetti - milleri - alberto nagel - philippe donnet mediobanca mps giorgia meloni

FLASH! – MA GUARDA UN PO’... “EMERGE CHE IN AMBIENTI GIUDIZIARI SI È VALUTATO DI ESEGUIRE LE PERQUISIZIONI SOLO LA SCORSA SETTIMANA E NON A SETTEMBRE PER NON CONDIZIONARE L'ESITO DELL'OPS SU MEDIOBANCA ANCHE PERCHÉ LE INDAGINI NON SONO CHIUSE. ABBASTANZA PER IPOTIZZARE CHE IL RUOLO DELLA PROCURA POSSA DIVENTARE CRUCIALE NELLA FORMAZIONE DELLE LISTE PER IL RINNOVO DEI PROSSIMI CDA. IN PRIMAVERA TOCCHERÀ AI VERTICI DI BPM E DI MPS…” (BALESTRERI E SIRAVO PER “LA STAMPA”)