JEAN-CLAUDE KILLER - IL SABOTATORE DELLA CANDIDATURA MOGHERINI È JUNCKER CHE HA POI PROMESSO DI TUTTO AGLI EURODEPUTATI POLACCHI E DEI PAESI BALTICI PER OTTENERE I VOTI NECESSARI ALLA SUA NOMINA

Ivo Caizzi per “il Corriere della Sera

 

JUNCKER JUNCKER

Lo scontro sulla candidatura della responsabile della Farnesina Federica Mogherini come Alto rappresentante per la politica estera e di sicurezza dell’Ue, che è contemporaneamente anche vicepresidente della Commissione europea, ha aperto un delicato problema politico nel Consiglio straordinario dei capi di Stato e di governo sulle euronomine.

 

Il premier Matteo Renzi, entrando nella riunione a Bruxelles, ne ha fatto una questione di «rispetto» dell’Italia, «uno dei Paesi fondatori». In questo modo ha elevato e radicalizzato il livello del confronto, facendo capire che dal summit sulle euronomine — se fosse stata bocciata Mogherini — sarebbero usciti leader vincitori e vinti. Con tutte le relative conseguenze per un organismo comunitario orientato a decidere principalmente per consenso.

 

MATTEO RENZIMATTEO RENZI

In questo modo Renzi ha replicato all’unico vero freno ufficiale alla candidata italiana, in un vortice di manovre, ipotesi e indiscrezioni quasi sempre pilotate. Lo stop è arrivato dal neonominato presidente della Commissione europea, il lussemburghese Jean-Claude Juncker dei popolari Ppe, che ha incontrato i capi di governo nella prima parte del summit. Juncker ha chiesto come Alto rappresentante e suo vice in Commissione «un giocatore forte ed esperto».

 

In pratica, pur essendo un sostenitore della segretezza nelle trattative comunitarie, ha sorprendentemente evidenziato pubblicamente la principale lacuna diffusa dagli oppositori a Mogherini, ministro degli Esteri solo dal febbraio scorso.

 

federica mogherinifederica mogherini

In più l’ex premier lussemburghese si è dichiarato orientato a non concedere nella sua istituzione gli ampi poteri attribuiti dal Trattato di Lisbona all’Alto rappresentante, che finora la britannica Catherine Ashton non ha utilizzato (trovandosi spesso in viaggio quando alla Commissione si decideva su dossier importanti). Nel suo programma quinquennale ha scritto di «confidare in altri commissari per affidargli il compito di sostituire l’Alto rappresentante per il lavoro in Commissione e sulla scena internazionale».

 

La richiesta di Renzi del «rispetto» per l’Italia ha messo gli altri 27 leader davanti alla responsabilità di chiarire la loro posizione sulla sollecitazione di Juncker, che è stato eletto grazie all’appoggio dell’europartito S&D del premier italiano e in cambio del via libera della cancelliera tedesca Angela Merkel e del suo Ppe a un Alto rappresentante socialista. Dal summit non è emerso ufficialmente perché il lussemburghese si è esposto con quelle riserve pesanti alla pagina 10 del suo programma.

 

L’indiscrezione più semplice ricorda che, da presidente della Commissione, il rappresentante del mini-Granducato da 500 mila abitanti non gradisce attribuire un ruolo potente e influente alla candidata di un grande Paese. Juncker ha poi promesso di tutto in quasi tutti i settori dell’Europarlamento per ottenere i voti necessari all’approvazione della sua nomina.

Catherine AshtonCatherine Ashton

 

Un freno a Mogherini era sicuramente una buona merce di scambio con alcuni eurodeputati polacchi e dei Paesi Baltici, che rimproverano alla responsabile della Farnesina una eccessiva condiscendenza con la Russia di Vladimir Putin. Sempre a Strasburgo è trapelato che, oltre ai dubbi politici di Polonia, Lituania, Estonia e Lettonia, ci sarebbe l’interesse a boicottare il mega-progetto multimiliardario del gasdotto russo-italiano South Stream.

 

Più a largo raggio il solito Regno Unito, per conto degli Stati Uniti, avrebbe sobillato Paesi amici dell’Est per influenzare — tramite l’Ue — la concorrenza globale tra il gas russo e quello di scisto Usa.

 

il palazzo della commissione europea a bruxelles il palazzo della commissione europea a bruxelles

Un punto fondamentale è capire la posizione di Merkel, che è stata fin dall’inizio il principale sponsor della nomina di Juncker ed era abituata a mandarlo avanti — quando il lussemburghese era presidente dell’Eurogruppo dei ministri finanziari — per far imporre le politiche del rigore e le misure di austerità ai Paesi mediterranei con difficoltà di bilancio.

 

Da varie delegazioni nazionali, durante i lavori notturni, è trapelato che vari capi di governo sono arrivati al summit principalmente per chiarire questo dubbio. Naturalmente, se la cancelliera si schierasse contro Mogherini, avrebbe ben altro effetto rispetto al «no» di alcuni Paesi est-europei, non sufficienti per una minoranza di blocco nel voto a maggioranza. La candidata italiana potrebbe saltare.

PUTIN COME HITLER SECONDO CARLO D INGHILTERRA PUTIN COME HITLER SECONDO CARLO D INGHILTERRA

 

Ma, tra diplomatici di diversi leader impegnati nel summit a Bruxelles, si tende a escludere che la Germania possa rischiare di decretare apertamente una dura sconfitta di Renzi in Europa. E di non rispettare l’impegno di accettare Mogherini come Alto rappresentante, nonostante l’appoggio ribadito nella riunione pre-summit dei leader eurosocialisti.

 

La costruzione di una maggioranza parlamentare tra popolari, socialisti e liberali, che non presenta al momento alternative per il governo dell’Ue, potrebbe essere rimessa in discussione. Il summit si è così esteso nella notte. Alla fine si è rinviato l’intero pacchetto di euronomine, evitando vincitori e vinti.

MERKEL CELLULARE MERKEL CELLULARE

Ultimi Dagoreport

antonio angelucci tommaso cerno alessandro sallusti

FLASH – UCCI UCCI, QUANTI SCAZZI NEL “GIORNALE” DEGLI ANGELUCCI! NON SI PLACA L’IRA DELLA REDAZIONE CONTRO L’EDITORE E I POCHI COLLEGHI CHE VENERDÌ SI SONO ZERBINATI ALL'AZIENDA, LAVORANDO NONOSTANTE LO SCIOPERO CONTRO IL MANCATO RINNOVO DEL CONTRATTO NAZIONALE E PER CHIEDERE ADEGUAMENTI DEGLI STIPENDI (ANCHE I LORO). DOPO LO SCAMBIO DI MAIL INFUOCATE TRA CDR E PROPRIETÀ, C’È UN CLIMA DA GUERRA CIVILE. L’ULTIMO CADEAU DI ALESSANDRO SALLUSTI, IN USCITA COATTA (OGGI È IL SUO ULTIMO GIORNO A CAPO DEL QUOTIDIANO). AL NUOVO DIRETTORE, TOMMASO CERNO, CONVIENE PRESENTARSI CON L'ELMETTO DOMANI MATTINA...

elly schlein giuseppe conte giorgia meloni rocco casalino

DAGOREPORT - QUESTA VOLTA, ROCCO CASALINO HA RAGIONE: ELLY SCHLEIN SULLA QUESTIONE ATREJU “HA SBAGLIATO TUTTO” - LA GRUPPETTARA DEL NAZARENO, CHIEDENDO UN FACCIA A FACCIA CON GIORGIA MELONI, HA DIMOSTRATO DI ESSERE ANCORA UNA VOLTA UN’ABUSIVA DELLA POLITICA. HA SERVITO SUL PIATTO D’ARGENTO ALLA DUCETTA L’OCCASIONE DI FREGARLA, INVITANDO ANCHE GIUSEPPE CONTE PER UN “THREESOME” IN CUI LA PREMIER AVREBBE SPADRONEGGIATO – IN UN CONFRONTO A TRE, CON ELLY E PEPPINIELLO CHE SI SFANCULANO SULLA POLITICA INTERNAZIONALE, DAL RIARMO ALL’UCRAINA, E FANNO A GARA A CHI SPARA LA “PUTINATA” O LA “GAZATA” PIÙ GROSSA, LA DUCETTA AVREBBE VINTO A MANI BASSE – QUEL FURBACCHIONE DI CONTE NON SI TIRA INDIETRO: NONOSTANTE LA DEM SI SIA SFILATA, LUI CONFERMA LA SUA PRESENZA AL DIBATTITO: "MI DISPIACE DEL FORFAIT DI ELLY, PER ME È IMPORTANTE CHE CI SIA UN CONFRONTO E POTEVAMO FARLO ANCHE INSIEME. POTEVAMO INCALZARE LA PREMIER..."

alessandro giuli beatrice venezi gianmarco mazzi

DAGOREPORT - A CHE PUNTO SIAMO CON IL CASO VENEZI? IL GOVERNO, CIOÈ IL SOTTOSEGRETARIO ALLA CULTURA GIANMARCO MAZZI, HA SCELTO LA STRATEGIA DEL LOGORAMENTO: NESSUN PASSO INDIETRO, “BEATROCE” IN ARRIVO ALLA FENICE DI VENEZIA NEI TEMPI PREVISTI, MENTRE I LAVORATORI VENGONO MASSACRATI CON DISPETTI E TAGLI ALLO STIPENDIO. MA IL FRONTE DEI RESISTENTI DISPONE DI UN’ARMA MOLTO FORTE: IL CONCERTO DI CAPODANNO, CHE SENZA L’ORCHESTRA DELLA FENICE NON SI PUÒ FARE. E QUI STA IL PUNTO. PERCHÉ IL PROBLEMA NON È SOLO CHE VENEZI ARRIVI SUL PODIO DELLA FENICE SENZA AVERE UN CURRICULUM ADEGUATO, MA COSA SUCCEDERÀ SE E QUANDO CI SALIRÀ, NELL’OTTOBRE 2026 - CI SONO DUE VARIABILI: UNA È ALESSANDRO GIULI, CHE POTREBBE RICORDARSI DI ESSERE IL MINISTRO DELLA CULTURA. L’ALTRA È LA LEGA. ZAIA SI È SEMPRE DISINTERESSATO DELLA FENICE, MA ADESSO TUTTO È CAMBIATO E IL NUOVO GOVERNATORE, ALBERTO STEFANI, SEMBRA PIÙ ATTENTO ALLA CULTURA. IL PROSSIMO ANNO, INOLTRE, SI VOTA IN LAGUNA E IL COMUNE È CONTENDIBILISSIMO (LÌ LO SFIDANTE DI SINISTRA GIOVANNI MANILDO HA PRESO UNO 0,46% PIÙ DI STEFANI)

emmanuel macron friedrich merz giorgia meloni donald trump volodymyr zelensky vladimir putin

DAGOREPORT – ET VOILA', ANCHE SULLA SCENA INTERNAZIONALE, IL GRANDE BLUFF DI GIORGIA MELONI È STATO SCOPERTO: IL SUO CAMALEONTISMO NON RIESCE PIÙ A BARCAMENARSI TRA IL TRUMPISMO E IL RUOLO DI PREMIER EUROPEO. E L'ASSE STARMER-MACRON-MERZ L'HA TAGLIATA FUORI – IL DOPPIO GIOCO DELLA "GIORGIA DEI DUE MONDI" HA SUPERATO IL PUNTO DI NON RITORNO CON LE SUE DICHIARAZIONI A MARGINE DEL G20 IN SUDAFRICA, AUTO-RELEGANDOSI COSÌ AL RUOLO DI “ORBAN IN GONNELLA”,  CAVALLO DI TROIA DEL DISGREGATORE TRUMP IN EUROPA - DITE ALLA MELONA CHE NON È STATO SAGGIO INVIARE A GINEVRA IL SUO CONSIGLIERE DIPLOMATICO, FABRIZIO SAGGIO… - VIDEO

barigelli cairo

DAGOREPORT - PANDEMONIO ALLA "GAZZETTA DELLO SPORT"! IL DIRETTORE DELLA “ROSEA” STEFANO BARIGELLI VIENE CONTESTATO DAL COMITATO DI REDAZIONE PER LE PRESSIONI ANTI-SCIOPERO ESERCITATE SUI GIORNALISTI – LA SEGRETARIA GENERALE FNSI DENUNCIA: “I COLLEGHI DELLA 'GAZZETTA' CHE VOGLIONO SCIOPERARE VENGONO RINCORSI PER I CORRIDOI DAI LORO CAPIREDATTORI E MINACCIATI: ‘NON TI FACCIO FARE PIÙ LA JUVENTUS…” - BARIGELLI AVREBBE RECLUTATO UNA VENTINA DI GIORNALISTI PER FAR USCIRE IL GIORNALE SABATO E DIMOSTRARE COSI' ALL’EDITORE URBANETTO CAIRO QUANTO CE L’HA DURO – LA VICE-DIRETTRICE ARIANNA RAVELLI AVREBBE PURE DETTO IN MENSA A BARIGELLI: “STIAMO ATTENTI SOLO CHE NON CI SPUTTANI DAGOSPIA...” - VIDEO

luigi lovaglio giuseppe castagna giorgia meloni giancarlo giorgetti francesco gaetano caltagirone milleri monte dei paschi di siena

DAGOREPORT - È VERO, COME SOSTENGONO "CORRIERE" E “LA REPUBBLICA”, CHE L’OPERAZIONE MPS-MEDIOBANCA È “PERFEZIONATA E IRREVERSIBILE”? PIU' SAGGIO ATTENDERE, CON L'EVENTUALE AVANZAMENTO DELL'INCHIESTA GIUDIZIARIA MAGARI (IERI ED OGGI SONO STATI PERQUISITI GLI UFFICI DEGLI INDAGATI), QUALE SARÀ LA RISPOSTA DEGLI INVESTITORI DI PIAZZA AFFARI (GIA' MPS E' STATA MAZZOLATA IN BORSA) - POTREBBERO ANCHE ESSERCI RIPERCUSSIONI SUL COMPAGNO DI AVVENTURE DI CALTARICCONE, FRANCESCO MILLERI, CHE GUIDA L'HOLDING DELFIN LA CUI PROPRIETÀ È IN MANO AI LITIGIOSISSIMI 8 EREDI DEL DEFUNTO DEL VECCHIO - MA IL FATTO PIÙ IMPORTANTE SARA' IL RINNOVO AD APRILE 2026 DELLA GOVERNANCE DI GENERALI (PER CUI È STATA ESPUGNATA MEDIOBANCA) E DI MPS DEL LOQUACE CEO LUIGI LOVAGLIO (VEDI INTERCETTAZIONI) - INFINE, PIÙ DI TUTTO, CONTANO I PASSI SUCCESSIVI DELLA PROCURA DI MILANO, CHE PUÒ SOSPENDERE L’OPERAZIONE DELLA COMBRICCOLA ROMANA FAVORITA DA PALAZZO CHIGI SE INDIVIDUA IL RISCHIO DI REITERAZIONE DEI REATI (DA PIAZZA AFFARI SI MOLTIPLICANO LE VOCI DI NUOVI AVVISI DI GARANZIA IN ARRIVO PER I "FURBETTI DEL CONCERTINO''...)