russia armi nucleari

“ALCUNI NOSTRI VICINI, COME LA LITUANIA, TENDONO A DIMENTICARE CHE SIAMO UNA POTENZA NUCLEARE” - PARLA ANDREY KLIMOV, DECANO DEI SENATORI DI PUTIN: “ABBIAMO SEIMILA TESTATE MA NON SIGNIFICA CHE LE USEREMO. IN POLITICA CONTANO I RAPPORTI DI FORZA - QUEL CHE CI MANCA, LO AVREMO. DAVVERO PENSATE CHE SE QUALCUNO A MOSCA DESIDERA COMPRARE UN CAPO DI LOUIS VUITTON NON RIUSCIRÀ AD AVERLO? LO SI PORTA QUI E LO SI VENDE. LO STESSO VALE PER L'ENCLAVE DI KALININGRAD…”

Marco Imarisio per il “Corriere della Sera”

ANDREY KLIMOV

 

«Alcuni nostri vicini tendono a dimenticare che siamo una potenza nucleare». A ricordarglielo ci pensa Andrey Klimov, settantenne decano dei senatori di Russia Unita, da un decennio vicecapo della Commissione Esteri del Consiglio di federazione, la Camera alta del Parlamento.

 

Autore della legge che nel 2014 ha permesso la ratifica dell'annessione della Crimea, estensore di molte risoluzioni internazionali del suo Paese. Ma anche un politico di lungo corso che in tempi normali univa la propensione alla diplomazia con l'amore per questa parte del mondo. Purtroppo, questi non sono tempi normali. Infatti, è stato lui ad ammonire per primo la Lituania, rea di aver proibito il passaggio di ogni merce verso l'exclave russa di Kaliningrad, dicendo che «ora abbiamo le mani libere».

kaliningrad

 

Con quella frase faceva davvero riferimento al nucleare?

«Non si tratta certo del nostro desiderio di distruggere il mondo, cosa che non faremo mai. Era un modo per sottolineare che abbiamo molto strumenti a cui attingere. In politica, esistono i rapporti di forza».

 

Come si può arrivare a minacce del genere?

«A forza di venire traditi. Partiamo da Kaliningrad. Nel novembre del 2002 divenne chiaro che ad ogni costo si voleva includere la Lituania nell'Unione europea e nella Nato.

Noi dicemmo che non desideravamo intervenire come despoti che impediscono ad un Paese di fare la sua scelta storica. Ma chiedevamo di fare attenzione alla pianta geografica, per evitare problemi capaci di incidere sulla condizione economica e sociale di quella regione russa».

kaliningrad 8

 

Avevate qualche timore?

«La storia dell'Urss non si cancella in fretta. Così prima che Vilnius diventasse membro dell'Ue e della Nato nel 2004, abbiamo firmato una dichiarazione congiunta sul transito per Kaliningrad non con la Lituania, ma con l'Unione europea, perché consapevoli che in seguito avrebbero parlato con una sola voce. Questo ci liberava dalla necessità di ottenere un corridoio speciale tra Lituania e Polonia».

ANDREY KLIMOV

 

Quale sarà la vostra vera risposta?

«Lo faremo sapere per tempo. E non deve essere necessariamente simmetrica. Servirà per richiamare all'ordine tutti coloro che trasgrediscono a trattati scritti. Bisogna tornare agli accordi precedenti, che non prevedevano alcun cavillo».

 

Non le sembra che la guerra in Ucraina sia qualcosa più di un cavillo?

«Lei ripete quello che ha detto il signor Josep Borrell, mio omologo a Bruxelles. Ma cosa c'entra? Noi abbiamo firmato quegli accordi con l'Ucraina forse? No, l'abbiamo fatto con l'Ue, che ora si sta comportando come un truffatore».

 

LA VALIGETTA RUSSA CON I CODICI NUCLEARI

Dov' è l'inganno di un Paese europeo che applica le sanzioni decise dopo l'invasione dell'Ucraina?

«Prima di ogni altra cosa, è di natura lessicale. Questa non è una guerra. Molti di noi, me compreso, hanno parenti in Ucraina. Questa è la ragione per cui conduciamo l'Operazione militare speciale con una serie di limitazioni. A differenza di una vera guerra, non si tratta di distruggere un Paese o un popolo».

 

Come può considerare la denazificazione una cosa seria?

la tv russa e gli attacchi nucleari in europa

«È bene che i lettori italiani sappiano che la Russia ogni anno fino al febbraio 2022 aveva presentato all'Onu progetti di dichiarazione che condannavano ogni glorificazione del nazismo o neonazismo. Hanno sempre votato contro due Paesi: Usa e Ucraina. Gli altri della Nato, astenuti. Quando parlavo della questione con i miei colleghi occidentali, loro mi dicevano: ma voi utilizzerete questa risoluzione contro l'Ucraina. Scusate, rispondevo, ma con questa frase voi dimostrate che abbiamo ragione noi».

 

RUSSIA - MISSILE NUCLEARE

L'invasione dell'Ucraina non è un harakiri delle vostre eventuali ragioni?

«No, è il prolungamento di questo vostro atteggiamento di rifiuto. Non abbiamo nascosto niente. Abbiamo avvisato del fatto che vicino alla Russia c'era un raggruppamento militare di 250 mila uomini che anche voi avete armato. Abbiamo detto che ci sarebbe stata una risposta militare.

 

Per otto anni, abbiamo chiesto di togliere Kiev l'attuazione degli accordi di Minsk. All'ultimo tentativo ho partecipato anch' io. Con Viktor Medvedchuk, allora ancora in libertà e leader del più influente partito di opposizione a Kiev, organizzammo a metà febbraio una videoconferenza con parlamentari francesi, tedeschi e ucraini. Cos' altro vi serviva per capire?».

kaliningrad 7

 

Torniamo a Kaliningrad e alle sanzioni.

«La questione è semplice. Quel che ci manca, lo avremo. Davvero pensate che se qualcuno a Mosca desidera comprare un capo di Louis Vuitton non riuscirà ad averlo? Lo si porta qui e lo si vende. Lo stesso vale per l'exclave di Kaliningrad. Come ha detto un recente esponente dell'amministrazione Usa per niente stupido, non conviene minacciare un Paese che ha seimila testate nucleari».

 

Quindi riconosce che c'è la possibilità che vengano usate?

Missile nucleare russo

«Assolutamente no. Ma il fatto che ci siano risolve tutte le altre questioni. Se non le avessimo, per noi sarebbe tutto più difficile. Prima in Russia ci si chiedeva a che servono. Adesso, almeno nel nostro Paese, tutti l'hanno capito».

Ultimi Dagoreport

matteo salvini giorgia meloni antonio tajani

DAGOREPORT - MALGRADO UN’OPPOSIZIONE SINISTRATA E SUPERCAZZOLARA, L’ESTATE DELLA DUCETTA È  MOLESTATA DA BRUTTI PENSIERI - SE IN EUROPEA CERCA DI DEMOCRISTIANIZZARSI, IN CASA LA MUSICA CAMBIA. SE PRENDE UNA SBERLA ALLE REGIONALI D’AUTUNNO, LA PREMIER TEME CHE UNA CADUTA POSSA TRASFORMARSI NELL’INIZIO DELLA FINE. COME È ACCADUTO AL PD DI RENZI, ALLA LEGA DI SALVINI, AL M5S DI DI MAIO. DI COLPO, DALL’ALTARE ALLA POLVERE - ECCO IL PESANTE NERVOSISMO PER LE CONTINUE “STONATURE” DEL TROMBONISTA SALVINI, CHE VEDE LA SUA LEADERSHIP MESSA IN PERICOLO DAL GENERALISSIMO VANNACCI. OPPURE QUELLE VOCI DI UN CAMBIO DI LEADERSHIP DI FORZA ITALIA, STANCHI LOS BERLUSCONES DI VEDERE TAJANI COL TOVAGLIOLO SUL BRACCIO AL SERVIZIO DELLA SORA GIORGIA. OCCORRE UN NUOVO MARINAIO AL TIMONE PER CAMBIARE ROTTA: MATTEO PRANDINI, PRESIDENTE DELLA COLDIRETTI? - QUESTA È LA CORNICE IN CUI SI TROVA OGGI IL GOVERNO MELONI: TUTTO È IN MOVIMENTO, NULLA È CERTO…

ferragni city life

CHE CRASH! DA CASA FERRAGNI ALL’INSEGNA DI GENERALI, LA CADUTA DELLA MILANO CITY LIFE - LETTERA A DAGOSPIA DI PIERLUIGI PANZA: ‘’SI È PASSATI DALLA MILANO INDUSTRIALE A QUELLA DEI CREDULONI DEL PANDORO, PER FINIRE ALLA CADENTE MILANO FINANZIARIA ORA CHE MPS VUOL PRENDERSI MEDIOBANCA PER PRENDERSI GENERALI - NEL BANDO PER CITY LIFE L’ACCORDO IMPONEVA CHE “IL 50% DELL’AREA FOSSE DESTINATA A VERDE PUBBLICO”. ECCOME NO! RENZO PIANO PRESENTÒ UN PROGETTO METÀ VERDE E METÀ CON UN GRATTACIELO E QUALCHE CASA. LO BOCCIARONO. SI SPALANCARONO COSÌ LE PORTE AD ALTRI ARCHISTAR: LIBESKIND, HADID E ISOZAKI. E COSÌ CITY LIFE È DIVENTATA UN NON-LUOGO, UN DUBAI SHOPPING MALL DIVENUTO UTILE ALLA COLLETTIVITÀ GRAZIE AL COVID, PERCHÉ LÌ CI FACEVANO LE VACCINAZIONI...

mediobanca mediolanum massimo doris nagel

MEDIOSBANCA! – BANCA MEDIOLANUM ANNUNCIA LA VENDITA DELLA SUA QUOTA DEL 3,5% IN MEDIOBANCA A INVESTITORI ISTITUZIONALI. E A NAGEL, ALLE PRESE CON L’OPS DI MPS, VIENE MENO IL PRIMO SOCIO DELL'ACCORDO DI CONSULTAZIONE TRA AZIONISTI – ERA UNA MOSSA PREVISTA DAL MOMENTO CHE L’EVENTUALE FUSIONE MEDIOBANCA-BANCA GENERALI TRASFORMEREBBE IL CORE BUSINESS DI PIAZZETTA CUCCIA NELLA GESTIONE DEL RISPARMIO, ANDANDO A SBATTERE CON L’IDENTICA ATTIVITÀ DELLA BANCA DI DORIS E BERLUSCONI….

mattarella nordio meloni giorgia carlo sergio magistrati toghe giudici

DAGOREPORT - MENTRE ELLY SCHLEIN PENSA DI FARE OPPOSIZIONE VOLANDO A BUDAPEST A SCULACCIARE ORBAN PER I DIRITTI DEI GAY UNGHERESI, GIORGIA MELONI E I SUOI FRATELLI D’ITALIA SI RITROVANO DAVANTI UN SOLO "NEMICO": LA COSTITUZIONE - SE DALLA CORTE DEI CONTI ALLA CASSAZIONE C'E' IL MATTARELLO DI MATTARELLA, LA MUSICA CAMBIA CON LA RIFORMA DELLA GIUSTIZIA DI NORDIO - UNA VOLTA CHE IL PARLAMENTO APPROVERÀ LA “SEPARAZIONE DELLE CARRIERE” DI GIUDICI E PM, S’AVANZA IL RISCHIO CHE LE PROCURE DIPENDERANNO DAL MINISTERO DI GIUSTIZIA - ULTIMA SPES È IL REFERENDUM CONFERMATIVO CHE PER AFFONDARE UNA LEGGE DI REVISIONE COSTITUZIONALE NON  STABILISCE UN QUORUM: È SUFFICIENTE CHE I VOTI FAVOREVOLI SUPERINO QUELLI SFAVOREVOLI - ECCO PERCHE' IL GOVERNO MELONI HA LA COSTITUZIONE SUL GOZZO...

malago meloni abodi fazzolari carraro

DAGOREPORT - CHE LA CULTURA POLITICA DEI FRATELLINI D’ITALIA SIA RIMASTA AL SALTO NEL “CERCHIO DI FUOCO” DEL SABATO FASCISTA, È STATO LAMPANTE NELLA VICENDA DEL CONI - QUANDO, ALLA VIGILIA DELL’ELEZIONE DEL SUO CANDIDATO LUCIANO BUONFIGLIO ALLA PRESIDENZA DEL CONI, QUEL DEMOCRISTIANO IN MODALITÀ GIANNI LETTA DI GIOVANNINO MALAGÒ SI È FATTO INTERVISTARE DA “LA STAMPA” ANNUNCIANDO DI ESSERE UN “PATRIOTA” CHE “FA IL TIFO PER IL GOVERNO MELONI”, HA INVIATO AI MUSCOLARI CAMERATI DISDEGNOSI DELLE REGOLE DELLA POLITICA (DIALOGO, TRATTATIVA, COMPROMESSO) IL SEGUENTE MESSAGGIO: ORMAI È TARDI PER FAZZOLARI DI INCAZZARSI CON ABODI; DA TEMPO VI HO DETTO CHE AVETE SBAGLIATO CAVALLO QUANDO AVEVATE A DISPOSIZIONE UNO CHE È “PATRIOTA” E “TIFA MELONI”, CHE HA ALLE SPALLE IL SANTO PATRONO DEGLI INTRIGHI E COMBINE, ALIAS GIANNI LETTA, E DOPO DODICI ANNI ALLA GUIDA DEL CONI CONOSCE LA ROMANELLA POLITICA COME LA SUA FERRARI…(SALUTAME 'A SORETA!)

giorgia meloni matteo salvini difesa riarmo europeo

DAGOREPORT - SALVATE IL SOLDATO SALVINI! DA QUI ALLE REGIONALI D’AUTUNNO, SARANNO GIORNI DA INCUBO PER IL PIÙ TRUMPUTINIANO DEL BELPAESE - I DELIRI DEL “BIMBOMINKIA” (COPYRIGHT FAZZOLARI) SU UE, NATO, UCRAINA SONO UN OSTACOLO PER IL RIPOSIZIONAMENTO DELLA DUCETTA VERSO L'EURO-CENTRISMO VON DER LEYEN-MERZ, DESTINAZIONE PPE – AL VERTICE DELL’AJA, LA “GIORGIA DEI DUE MONDI” HA INIZIATO INTANTO A SPUTTANARLO AGLI OCCHI DI TRUMP: SALVINI È COSÌ TRUMPIANO CHE È CONTRARIO AL RIARMO E PROFONDAMENTE OSTILE AI DAZI... - MA SE DA AJA E BRUXELLES, SI SCENDE POI A ROMA, LA MUSICA CAMBIA. CON UNA LEGA SPACCATA TRA GOVERNATORI E VANNACCI, SALVINI E' UN'ANATRA ZOPPA. MA UN ANIMALE FERITO È UN ANIMALE PERICOLOSO, CAPACE DI GETTARE ALLE ORTICHE IL SUO GOVERNATORE ZAIA E TENERE STRETTO A SE' PER ALTRI DUE ANNI IL POTERE IN LOMBARDIA - IL BIG BANG TRA I DUELLANTI È RINVIATO ALL’ESITO DELLE REGIONALI (E CALENDA SI SCALDA PER SALIRE SUL CARRO DELLA FIAMMA...)