GAY O NON VAI - L’ANTIFROCISMO DI ZAR PUTIN SPINGE I LEADER EUROPEI A DISERTARE LA CERIMONIA DI APERTURA DI GIOCHI INVERNALI DI SOCHI - DOPO GAUCK E VIVIANE REDING, SALTA ANCHE HOLLANDE (RESTERÀ SOLO BARILLA)

Paolo Levi per "La Stampa"

Anche il presidente francese François Hollande boicotta la cerimonia di apertura dei giochi olimpici invernali, che si terranno a Sochi, nel Sud della Russia, dal 7 al 23 febbraio.
Prima di lui, la scorsa settimana, erano stati il collega tedesco, Joachim Gauck, e la commissaria europea Viviane Reding, ad annunciare che avrebbero disertato la manifestazione in Russia.

Il motivo? Sempre lo stesso: la legge voluta fortemente da Putin che limita i diritti dei gay. Se Gauck si era mantenuto vago nell'annunciare la sua assenza da Sochi, la Reding invece era stata esplicita. E Hollande? Per ora arriva l'annuncio, via Fabius, il ministro degli Esteri: «Non è previsto» che Hollande vada alla cerimonia inaugurale di Sochi, da detto il ministro intervistato dai grandi media transalpini.

Il capo del Quai d'Orsay si è limitato a spiegare che la presenza delle «più alte autorità francesi» ai Giochi invernali non è prevista, ma non ha precisato le motivazioni che hanno spinto a questa decisione. Quella di Hollande - che ha fatto del matrimonio omosessuale uno dei fiori all'occhiello del suo mandato all'Eliseo - è quindi un'altra defezione pesante e ora il rischio che i Giochi di Putin siano disertati da molte personalità comincia a farsi concreto.

Gauck, secondo la stampa tedesca ha voluto protestare contro le violazioni dei diritti umani e la pressioni persecutorie di Putin contro gli oppositori politici in Russia. La Reding attraverso un tweet ha fatto sapere che sicuramente non andrà ai Giochi Olimpici Invernali «finché le minoranze sono trattate così come sta avvenendo con l'attuale legislazione russa». Due prese di posizioni che - con quella più sfumata di Hollande - potrebbero trovare emuli.

Mosca è al centro di dure critiche da parte di Ong e attivisti dei diritti umani, non soltanto per la legge anti-gay ma anche per le condizioni disumane a cui sarebbero sottoposti i lavoratori immigrati reclutati in massa per costruire gli impianti sportivi. Negli Stati Uniti si sono mobilitare star dello sport e dello spettacolo.

Tanto che la Casa Bianca è tornata a lanciare un monito a Mosca chiedendo il rispetto dei diritti di tutti i partecipanti. La posizione di Obama non è ancora chiara. Washington manderà una delegazione alla cerimonia inaugurale, quale sia il livello però è ancora un mistero. Obama ha duramente criticato nei mesi scorsi la legge anti-gay di Putin e sembrerebbe orientato a non andare a Sochi.

Intanto al Palazzo di Vetro in settimana si sono anche riuniti i campioni dello sport che nel corso degli anni hanno fatto «coming out», dalla ex tennista Martina Navratilova al cestista dell'Nba Jason Collins, per chiedere di eliminare l'omofobia dallo sport e per protestare contro la scelta di Sochi come sede delle Olimpiadi invernali.

 

 

vladimir putin e xi jinping DAVID CAMERON E VLADIMIR PUTIN AL G VENTI LETTA SARKOZY HOLLANDE HOLLANDE PUTIN A SOCHI DOVE MANCA LA NEVE I CANTIERI PER LE OLIMPIADI INVERNALI DI SOCHI LA PRIMA SPORTIVA AD AVER FATTO OUTING MARTINA NAVRATILOVA jpegJOACHIM GAUCK CON LA FIDANZATA DANIELA SCHADT viviane reding

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