AFFARI ROSSI! NON SOLO LUPI E CL, NELL’INCHIESTA SULLA CORRUZIONE SPUNTANO ANCHE DALEMIANI E BERSANIANI, DAL CAPO DELLA SINISTRA AUTOSTRADALE BARGONE ALL’ESPONENTE DEL “TORTELLO MAGICO” EMILIANO FIAMMENGHI

Giacomo Amadori per “Libero”

 

MATTARELLA - DALEMA MATTARELLA - DALEMA

A volte ritornano. Lo scorso mese, con il rinvio a giudizio dell’ex zarina rossa, la dalemiana Maria Rita Lorenzetti, già presidente della Regione Umbria e della società Italferr del Gruppo Ferrovie dello Stato, con l’accusa di corruzione nelle vicende legate agli appalti dell’Alta velocità, sembrava che un certo sistema di potere, legato all’ex Pci, fosse definitivamente tramontato.

 

Ma nell’ordinanza di ieri, con cui il gip di Firenze Angelo Antonio Pezzuti ha ordinato quattro arresti, risulta chiaro che il passato non passa mai e che resta in auge un intreccio gelatinoso tra affari, politica e cooperative rosse.

 

penati bersani penati bersani

In un’intercettazione un indagato sostiene che una società di progettazione raccomandata dall’alto avrebbe ricevuto 70 milioni di euro senza aver svolto alcuna prestazione: «Siamo arrivati al massimo a 70 con la Cmc» dice e si riferisce alla potentissima Cooperativa muratori e costruttori di Ravenna, capace di pagare al raccomandato di turno 70 milioni per non lavorare.

 

penati bersanipenati bersani

Ma nell’inchiesta compaiono anche i nomi di altre coop o società già apparse in recenti inchieste, a cominciare dall’indagine sugli appalti inquinati dalla malavita organizzata in Emilia. Nell’ordinanza viene citato pure il gruppo Gavio, per le indagini attuali, ma anche per quelle del passato che coinvolsero uomini come Primo Greganti (l’ex compagno G.) e l’ex presidente della Provincia di Milano, Filippo Penati, ex capo segreteria di Pier Luigi Bersani.

 

LUPI INCALZALUPI INCALZA

Tra i 51 indagati della procura di Firenze ci sono diversi uomini della vecchia guardia del Pci-Pds-Ds, oggi Pd, tra cui l’ex sottosegretario ai Lavori pubblici Antonio Bargone, pure lui dalemiano doc, attuale presidente della Società autostrada tirrenica (Sat); il ravennate Vladimiro Fiammenghi, consigliere regionale emiliano, considerato il braccio operativo in zona di Bersani e dell’ex governatore Vasco Errani; Alfredo Peri, sino a dicembre assessore regionale alla mobilità e ai trasporti dell’Emilia Romagna; ma anche Graziano Pattuzzi, ex sindaco di Sassuolo ed ex presidente della Provincia di Modena, piddino di rito margheritino.

 

È sotto indagine pure il presidente delle Ferrovie del Sud-est, l’avvocato Luigi Fiorillo, già coinvolto in un’altra inchiesta pugliese e considerato vicino agli ex Ds. Partiamo da Bargone: è accusato insieme con Vito Bonsignore, uno dei fondatori del Nuovo Centrodestra, di corruzione «in relazione alla promessa di dazione dell’incarico di direzione dei lavori a Perotti Stefano (uno degli arrestati ndr) da parte della consortile Ilia Or-Me, soggetto proponente il project financing per la realizzazione dell’autostrada Orte-Civitavecchia».

ERCOLE INCALZA  ERCOLE INCALZA

 

In cambio di quell’incarico il capo della struttura tecnica di missione del ministero delle Infrastrutture, il potentissimo Ercole Incalza (arrestato pure lui) avrebbe «assicurato un trattamento di favore per la predetta consortile». La superstrada dovrebbe collegarsi con la cosiddetta Nuova Romea, in partenza da Mestre.

 

È questo un progetto della Gefip holding di Bonsignore: approvato nel 2003 dal governo Berlusconi, ha attirato gli appetiti della cosiddetta cricca del Mose e da anni piace assai a tutta la sinistra di governo, con le sue cooperative al seguito.

 

VITO BONSIGNOREVITO BONSIGNORE

Una santa alleanza trasversale in nome degli affari ben fotografata da quella vecchia intercettazione in cui D’Alema confessava con il manager “rosso” Giovanni Consorte di aver perorato presso lo stesso Bonsignore la scalata di Unipol alla Bnl.

 

Non deve, quindi, stupire che sia Bargone, il plenipotenziario dell’ex lìder Maximo in Salento, il coindagato di Bonsignore nell’inchiesta fiorentina. Dal 2003 è presidente di quella Società autostrada tirrenica che nel 2011 è stata ceduta a imprenditori e coop vicine al centrosinistra. Dunque nel Pd Incalza sembra che potesse contare sull’ala dalemiana del partito e quando il deputato Francesco Boccia lo attaccò in un’intervista, se ne meravigliò e al telefono disse: «Avvisiamo D’Alema».

 

DEL BASSO DE CARO DEL BASSO DE CARO

Ma di amici a sinistra ne ha pure altri. Per esempio pare in ottimi rapporti con il sottosegretario alle Infrastrutture Umberto Del Basso De Caro, ex avvocato di Bettino Craxi, che gli chiede un aiuto via sms: «Mi affido come sempre al tuo senso di responsabilità e alla tua esperienza della quale ho assoluto bisogno per realizzare l’opera». Il gip cita pure altri parlamentari che, alla bisogna, sostengono i progetti di Incalza, da Enza Bruno Bossio a Giorgio Santini.

 

UMBERTO DEL BASSO DE CARO DA BMAGAZINE IT jpegUMBERTO DEL BASSO DE CARO DA BMAGAZINE IT jpeg

C’è poi l’affare della cosiddetta autostrada cispadana, 67 chilometri tra Reggiolo-Rolo e Ferrara sud. La questione è sotto la lente d’ingrandimento dei carabinieri del Ros del generale Mario Parente dai tempi in cui investigavano sulla Lorenzetti e per questo affare a essere indagati ci sono adesso altri tre esponenti del Pd.

 

Tutti accusati di corruzione per il solito favore a Perotti. Un ruolo centrale lo ha Graziano Pattuzzi, presidente dell’Autostrada regionale cispadana (Arc) e consigliere d’amministrazione dell’autostrada del Brennero che con Coopsette dovrà realizzare il nuovo asse viario. Nel settembre del 2013, insieme con Lorenzetti, venne arrestato il geologo-militante Pd Walter Bellomo con l’accusa di aver provato ad accelerare l’ok al progetto da parte della Commissione per la valutazione d’impatto ambientale (Via), di cui era membro.

 

Ora Pattuzzi è sospettato di aver promesso l’incarico della direzione dei lavori al solito Perotti. Con lui si sarebbero adoperati Peri e Fiammenghi. Quest’ultimo è considerato uno dei massimi esponenti del cosiddetto "tortello magico" di Bersani, oltre che l’ufficiale di collegamento dell’ex segretario con i dalemiani in Regione.

 

ANTONIO ACERBOANTONIO ACERBO

I guai per il Pd, nell’inchiesta fiorentina, non sembrano finire qui. In un’intercettazione uno degli indagati rivela che una società avrebbe offerto, mimetizzandola, una consulenza da un 1,5 milioni per un appalto moscovita a tre professionisti, tra cui il figlio dell’ingegner Antonio Acerbo, ex manager di Expo 2015, già arrestato l’anno scorso a Milano e ora indagato a Firenze.

 

Nella stessa conversazione uno degli interlocutori spiega che Acerbo «aveva anche lo stesso tipo di richieste anche con le imprese aderenti alla Lega delle cooperative»: «Lui era amicissimo con la cooperativa di Modena, culo e camicia, non erano immuni i compagni e lui ci sapeva fare».

Ultimi Dagoreport

putin trump

DAGOREPORT - IL FATTO CHE PUTIN SIA RITORNATO A MOSCA CON L’ALLORO DEL VINCITORE, LA DICE LUNGA DI COME SIA ANDATO L’INCONTRO CON TRUMP. DEL RESTO, COME PUOI CONFRONTARTI CON GLI ESPERTI DIPLOMATICI RUSSI (SERGEI LAVROV E YURI USHAKOV), AFFIANCATO DA UN SEGRETARIO DI STATO COME MARCO RUBIO, NOTORIAMENTE A DIGIUNO DI GEOPOLITICA, E DA UN VENDITORE DI APPARTAMENTI COME STEVE WITKOFF? – PUTIN, SORNIONE, HA CERCATO DI CONVINCERE TRUMP DI TAGLIARE I LACCI E LACCIUOLI CON I LEADER EUROPEI - MISSIONE NON OSTICA VISTO I “VAFFA” ALLA UE, ULTIMO DEI QUALI LA GUERRA DEI DAZI - TRA VARI MOTIVI CHE MANTENGONO ACCESO UN INTERESSE DI TRUMP CON L’EUROPA, FA CAPOLINO L’EGO-SMANIA DI ESSERE INCORONATO, COME OBAMA, CON IL NOBEL DELLA PACE. ONORIFICENZA CHE VIENE PRESA A STOCCOLMA E NON A MAR-A-LAGO - E ADESSO COSA POTRÀ SUCCEDERE LUNEDÌ PROSSIMO NELLA SALA OVALE DOVE È ATTESO L’INCONTRO TRA TRUMP E ZELENSKY? LA PAURA CHE IL LEADER UCRAINO SI PRENDA UN’ALTRA DOSE DI SCHIAFFI E SBERLEFFI DAL TROMBONE A STELLE E STRISCE INCOLPANDOLO DI ESSERE IL RESPONSABILE DEL FALLIMENTO DELLA SUA TRATTATIVA CON MOSCA, HA SPINTO MACRON A CONVOCARE DOMANI I ''VOLENTEROSI''. OBIETTIVO: PREPARARE ZELENSKY AL SECONDO ROUND CON IL TEPPISTA DELLA CASA BIANCA...

giorgia meloni elly schlein

DAGOREPORT - COME DESTABILIZZARE IL NEMICO PIÙ INTIMO? SEGUITE IL METODO MELONI: AD OGNI INTRALCIO CHE SI INVENTA QUEL GUASTAFESTE DI SALVINI, LA MINACCIA DELLA DUCETTA È SEMPRE LA STESSA: ANDIAMO AL VOTO ANTICIPATO E VEDIAMO QUANTO VALE NELLE URNE ‘STO CARROCCIO - QUESTO RITORNELLO MELONIANO DI ANTICIPARE DI UN ANNO LE POLITICHE 2027, PERCHÉ NON LO FA SUO ANCHE ELLY SCHLEIN? ANZICHÉ STAR LÌ A PIAGNUCOLARE DI “SALARIO MINIMO”, DI “POLITICA INDUSTRIALE CHE NON C’È” E DI “CETO MEDIO IMPOVERITO”, SE L’ITALIA VA A PUTTANE, METTA L'ARMATA BRANCA-MELONI IN DIFFICOLTÀ: SI TOLGA L’ESKIMO DA GRUPPETTARA E LANCI LEI A GRAN VOCE UNA BELLA CAMPAGNA FATTA DI SLOGAN E FRASI AD EFFETTO PER CHIEDERE LO SFRATTO DEL GOVERNO, LANCEREBBE COSI' UN GUANTO DI SFIDA ALL’ARROGANZA DELLA DUCETTA, METTENDOLA IN DIFFICOLTÀ E NELLO STESSO TEMPO RIUSCIREBBE A TRASMETTERE AL POPOLO DISUNITO DELL’OPPOSIZIONE UN SENTIMENTO FORTE, AFFINCHE' IL SOGNO DI MANDARE A CASA GIORGIA MELONI POSSA DIVENTARE REALTÀ - SE OGGI, LA STORIA DEI NUOVI MOSTRI POLITICI SI FONDA SULL’IMMAGINARIO, COSA ASPETTA ELLY SCHLEIN A CAMBIARE MUSICA?

orazio schillaci marcello gemmato paolo bellavite ed eugenio serravalle

DAGOREPORT – I DUE NO-VAX NOMINATI NEL COMITATO TECNICO SUI VACCINI SPACCANO FRATELLI D'ITALIA: MONTA IL PRESSING PER FAR DIMETTERE EUGENIO SERRAVALLE E PAOLO BELLAVITE DALL’ORGANISMO – IN MOLTI RITENGONO CHE IL RESPONSABILE POLITICO DELL’IMPROVVIDA DECISIONE SIA MARCELLO GEMMATO, FARMACISTA E POTENTE SOTTOSEGRETARIO ALLA SALUTE MELONIANO – IL MINISTRO ORAZIO SCHILLACI È FRUSTRATO DAI CONTINUI BLITZ POLITICI CHE LO PONGONO DI FRONTE A DECISIONI GIÀ PRESE: NON CONTA NULLA E TUTTI PRENDONO DECISIONI SULLA SUA TESTA. ORA SAREBBE INTENZIONATO A REVOCARE L’INTERO GRUPPO DI LAVORO SE I NO-VAX NON SLOGGIANO. ENTRO 48 ORE…

trump zelensky putin donald volodymyr vladimir

DAGOREPORT – ARMATI DI RIGHELLO, GLI SHERPA DI PUTIN E TRUMP SONO AL LAVORO PER TROVARE L’ACCORDO SULLA SPARTIZIONE DELL’UCRAINA: IL 15 AGOSTO IN ALASKA L’OBIETTIVO DEL TEPPISTA DELLA CASA BIANCA È CONVINCERE PUTIN AD “ACCONTENTARSI”, OLTRE DELLA CRIMEA, DEL DONBASS, RITIRANDOSI PERO' DALLE REGIONI UCRAINE OCCUPATE DALL'ESERCITO RUSSO: KHERSON E ZAPORIZHZHIA (CON LA SUA CENTRALE NUCLEARE) - TRUMP POTREBBE AGGIUNGERE LO STOP ALLE SANZIONI E CHISSÀ CHE ALTRO – PRIMA DI UN INCONTRO PUTIN- ZELENSKY, TRUMP PORTERA' I TERMINI DELLA PACE ALL'ATTENZIONE DEGLI ALLEATI EUROPEI DI KIEV - PER GARANTIRE L'EX COMICO CHE MOSCA NON SGARRERA', MACRON, MERZ E COMPAGNI PROPORRANNO L'INGRESSO DELL'UCRAINA NELL'UNIONE EUROPEA (CHE FA SEMPRE PARTE DELLA NATO) - PER L’ADESIONE UE SERVE L’OK DEI FILO-PUTINIANI ORBAN E FICO (CI PENSERÀ LO ZAR A CONVINCERLI) - UNA VOLTA FIRMATA, DOPO 6 MESI DEVONO ESSERE APERTE LE URNE IN UCRAINA - LA GAFFE: "VENERDI' VEDRO' PUTIN IN RUSSIA...": TRUMP SULLA VIA SENILE DI BIDEN? OPPURE....

antonio decaro michele emiliano roberto fico giuseppe conte elly schlein vincenzo de luca

DAGOREPORT - SCHLEIN E CONTE FANNO CAMPOLARGO (MA SOLO PER LE REGIONALI, PER ORA): DOPO GIANI IN TOSCANA E RICCI NELLE MARCHE, E' FATTA ANCHE PER I 5STELLE ROBERTO FICO IN CAMPANIA E PASQUALE TRIDICO IN CALABRIA (DOVE NON CI SONO CHANCE DI VITTORIA) - L'ULTIMO OSTACOLO RESTA VINCENZO DE LUCA, CHE CHIEDE DI NOMINARE IL FIGLIO, PIERO, SEGRETARIO DEL PD REGIONALE. MA ELLY NON VUOLE FARE LA FIGURA DA PERACOTTARA: FU LEI A COMMISSARIARE IL PARTITO, COME ATTO OSTILE NEI CONFRONTI DEL "CACICCO" DE LUCA, E A FAR FUORI SUO FIGLIO DA VICECAPOGRUPPO ALLA CAMERA - IN PUGLIA, QUEL CROSTONE DI EMILIANO È INDIGESTO A ANTONIO DECARO PER LA VECCHIA STORIELLA DELL'INCONTRO CON LA SORELLA DEL BOSS CAPRIATI, "PADRINO" DI BARI VECCHIA, RACCONTATA DAL GOVERNATORE URBI ET ORBI - VIDEO!