1. L’ERA DEL BERLUSCONI PIROMANE E’ FINITA: SE RITIRA LA FIDUCIA AL GOVERNO LETTA SA BENE CHE NAPOLITANO SI DIMETTEREBBE COSTRINGENDO IL PARLAMENTO COME PRIMA COSA AD ELEGGERE UN NUOVO CAPO DELLO STATO E A QUEL PUNTO SAREBBE CERTAMENTE ESPRESSIONE DI PD-MOVIMENTO CINQUE STELLE, SEL: PER IL PDL, UNA WATERLOO 2. A QUEL PUNTO I MERCATI FINANZIARI APRIREBBERO UNA DEFINITIVA BUFERA SUL NOSTRO SISTEMA ECONOMICO CHE TRASCINEREBBE CON SÉ ANCHE LE AZIENDE DEL CAVALIERE 3. IL GOVERNO DELLA "FAMIGLIA LETTA" È IL GOVERNO MENO OSTILE IN ASSOLUTO AL BANANA CHE POTEVA NASCERE DOPO L’ULTIMO RISULTATO ELETTORALE, IL PADRE DI MARINA B. LO SA BENE E QUINDI RESISTE ALLE INSIDIOSE TENTAZIONI DI BUTTARE TUTTO PER ARIA

DAGOREPORT

All'interno del PDL ormai si fronteggiano chiaramente e apertamente due fronti contrapposti: il partito dei destabilizzatori, irriducibili fans del motto "muoia Sansone con tutti i filistei" ed il partito dei responsabili, cioè tutti coloro i quali ritengono che se salta il Governo rischia di saltare il Paese, ed anche il PDL.

Letta Enrico intanto, punta ad uscire indenne dalla procedura di infrazione europea, e dunque deve prendersi anche del "temporeggiatore", ma deve arrivare fino al 30 maggio senza smagliature economico-finanziarie. Dopo di che i soliti ben informati stimano che si potrebbero liberare fra i 10 e i 12 miliardi di euro e dunque ci sara' davvero la chance di poter immettere ossigeno nel sistema economico per far ripartire la macchina della produzione.

Su tutti ondeggia Berlusconi Silvio, fra i destabilizzatori irriducibili (con in testa Verdini, Santanchè, Brunetta, Capezzone) e i responsabili a modino guidati ormai, anche nel Pdl, dalla neo accoppiata Alfano-Letta.

Il partito dei destabilizzatori annovera tra le sue fila persone che hanno seri problemi giudiziari e dunque spinge per far saltare la santabarbara e con essa il Governo in nome dell'autosufficienza e dell'auto assoluzione e per far si che per via politica si confonda o si disperda la via giudiziaria.

Questi destabilizzatori hanno insistito molto ed insisteranno ancora per non perdere la finestra elettorale del prossimo autunno, senza alcuna modifica della legge elettorale e sono pronti a cogliere ogni spunto per realizzare tale disegno. Il cav. Pompetta li ascolta, li segue a tratti, e si pone domande tipo: "a che serve reggere la baracca se il clima non cambia e continua la caccia all'uomo ed ora vogliono anche interdirmi?"

Ed uno degli argomenti più utilizzati dai destabilizzatori è quello che il PDL viaggerebbe con il vento elettorale in poppa e potrebbe conseguire un positivo risultato sia alla Camera che al Senato. Sottovalutano però due aspetti: Napolitano Giorgio Presidente della Repubblica ed i mercati internazionali, cioè la finanza che regola l'equilibrio dei Paesi e dunque anche dell'Italia.

Napolitano se domattina Berlusconi ritira l'appoggio al Governo sarebbe pronto a sciogliere il Parlamento? Non ci crede nessuno, anzi il partito dei responsabili pensa che questa sia una pistola scarica ed anche una pericolosa insidia per il centrodestra: ritirata la fiducia al Governo Napolitano si dimetterebbe senza alcun indugio costringendo il Parlamento come prima cosa ad eleggere un nuovo Capo dello Stato e a quel punto sarebbe certamente espressione di PD - Movimento cinque stelle, SEL e quant'altri, da cui scaturirebbe senza ombra di dubbi il Governo del Cambiamento, o presunto tale. Un disastro clamoroso per il PDL, un vera e propria Waterloo con l'ineluttabile conseguenza di Napoleone/Silvio in esilio.

Peraltro e anche prevalesse, e non si capisce come, l'idea degli irriducibili destabilizzatori di chiedere e di ottenere le elezioni, l'ineffabile professor Brunetta dovrebbe ben sapere che a quel punto i mercati finanziari aprirebbero una definitiva bufera sul nostro sistema economico che a quel punto inevitabilmente trascinerebbe con sé anche le aziende del Cavaliere, già molto in sofferenza.

E dunque una Waterloo anche per il Paese e con il partito dei giudici che si sentirebbe vieppiù detentore del dovere di liberare a tutti i costi il Paese dall'ingombrante e destabilizzate presenza del leader Berlusconi Silvio.
Si tratta dunque di una partita delicatissima, sofisticatissima, con troppi irresponsabili in giro che buttano benzina e soffiano sul fuoco rischiando di far pagare al Paese un prezzo davvero insostenibile sotto ogni punto di vista.

Del resto, il Governo della "famiglia Letta" è il Governo meno ostile in assoluto al Cavaliere che poteva nascere dopo l'ultimo risultato elettorale, il padre di Marina B. lo sa bene e quindi resiste alle insidiose tentazioni di buttare tutto per aria. Le riunioni che si sono succedute in queste ore del vertice PDL hanno segnalato continuamente un capo di umore certo variabile ma mai davvero "di lotta" e la costante presenza al suo fianco, spesso e volentieri silenziosa, di Letta Gianni indica che il Governo per il momento rischi seri non ne corre con buona pace degli irriducibili destabilizzatori , si spera destinati a battaglie sempre più isolate e residuali.

Del resto tutti hanno bisogno di tempo e soprattutto è necessario capire quale sarà un sistema elettorale possibile per il prossimo turno elettorale. E soprattutto i partiti avranno nelle prossime settimane e mesi sempre più la necessità di ristrutturarsi profondamente. Il PD è abbondantemente sbrindellato in costante ricerca di un'anima e di una identità, l'M5S discute in riunioni infinite di diarie dopo i clamorosi autogol politici conseguiti e senza alcuna capacità d proposta vera (almeno fin qui), mentre un sostanziale vuoto pneumatico proviene dalle altre forze politiche.

Scelta Civica si dimena fra contraddizioni che la porteranno rapidamente all'implosione (ieri evitata per un pelo, ma gia' alle europee nessuno sa se potra' esserci una lista con questo nome), Ingroia e' in ritirata rapida e solitaria, la Lega disorientata ed in disarmo, la Sinistra Radicale articolata in mille segmenti, ma anche il PDL che pur può contare su una figura monolite come quella del Berlusca, impermeabile a tutte le stagioni, ha la necessità di porsi seriamente, pacatamente ma inesorabilmente, il problema del dopo Silvio che è già assolutamente iniziato e che vive la difficoltà vera e profonda di non avere un successore davvero designato e riconosciuto da tutte le anime del partito.

Questo è un problema serio, serissimo che ingrossa gli argomenti del partito dei moderati, che per accompagnare un'evoluzione positiva della ricomposizione dei moderati stessi pensa che ci sia bisogno di tempo e di costruire un percorso congressuale che riparta dai territori, che selezioni la classe dirigente e che possa progressivamente riconoscersi in una leadership più fresca ma soprattutto meno "costitutiva" e padronale del partito stesso.

Naturalmente, sono tanti gli aspiranti Bruto e Cassio che si aggirano per il Parlamento pronti ad infilzare la lama anche contro l'ordinario buonsenso. Il Cavaliere ascolta tutto e tutti, poi decide sempre con la sua testa, spesso ci indovina.

Ma anche no, e comunque ha totale consapevolezza che si va verso il superamento di una fase ormai più che ventennale fra la prudenza di Confalonieri Fedele e dei figli (i quali hanno letteralmente proibito al padre di prendere parte a nuove manifestazioni pubbliche che gli causano stress pericolosi: il malore accusato a Brescia potrebbe ripetersi) e la consapevolezza che comunque vada a finire, da senatore a vita o da libero cittadino, in galera non andrà mai. Per questo lo stesso Cav. alla fine fa il pompiere su se stesso e le beghe giudiziarie e cerca in tutti i modi di atteggiarsi a statista.

 

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