matteo salvini luigi di maio

L'ERA GLACIALE DEL GOVERNO - NESSUN BIG DEL GOVERNO GIALLOVERDE PARLA PIÙ CON NESSUNO. SOLO IL VOTO DEL 26 MAGGIO POTRÀ LIBERARLI DAL CASTELLO DI GHIACCIO NEL QUALE SI SONO RINCHIUSI - GIORGETTI CERTIFICA ''L'INSOSTENIBILE'' TASSO DI LITIGIOSITÀ, CON CONTE LA CHIMICA NON È MAI SCATTATA, DI MAIO E SALVINI SI OFFENDONO A VICENDA

 

Monica Guerzoni per il “Corriere della sera

 

L 'abusata immagine dei separati in casa calza a pennello sui musi lunghi, gli imbarazzati silenzi e i mancati incontri del «fu» quartetto di Palazzo Chigi. Giuseppe Conte, Giancarlo Giorgetti, Matteo Salvini e Luigi Di Maio sembrano prigionieri della dolorosa fase che, dalla crisi di un matrimonio, conduce alla firma del divorzio. Solo il voto del 26 maggio potrà liberarli dal metaforico castello di ghiaccio nel quale si sono rinchiusi.

salvini e di maio i meme sul no cinquestelle all autorizzazione a procedere per salvini

 

Fino ad allora sono condannati a non parlarsi a quattro, sei, otto occhi, non sedersi l' uno al fianco dell' altro in occasioni ufficiali ed evitarsi come la peste bubbonica, salvo randellarsi reciprocamente dalle pagine dei social. Là dove infuria la più aspra battaglia verbale che mai abbia diviso gli azionisti di maggioranza di un governo. «Di Maio mi insulta», accusa il primo.

 

«Salvini fa l' offeso - lo sfotte il secondo -. Da quando c' è stato il caso Siri l' ha presa sul personale». Ma faccia a faccia no, gli ex dioscuri non si parlano. E nemmeno si telefonano, prova ne sia la nota ufficiosa diramata due giorni fa da fonti leghiste: «Salvini non sente né Di Maio né Conte dall' ultimo Consiglio dei ministri».

 

matteo salvini luigi di maio

Il che vuol dire che dall' 8 al 14 maggio, per sei lunghissimi giorni almeno, il governo gialloverde è andato avanti in assenza di contatti tra coloro che incarnano le massime istituzioni. Cosa ben strana, che dovrebbe allarmare quei milioni di cittadini che ancora sperano nel cambiamento promesso. Visto il clima artico della politica gialloverde, la domanda appare lecita. Come si può governare la settima potenza industrializzata del pianeta Terra, senza scambiarsi nemmeno un sms? E continuando a litigare per interposta telecamera, o dalle prime pagine dei giornali?

 

salvini e di maio murales by tvboy

Il sottosegretario leghista alla presidenza, Giancarlo Giorgetti, ha ufficializzato a Porta a Porta l'«insostenibile» tasso di litigiosità. Salvini e Di Maio, ha rivelato, non si parlano: «Si mandano raccomandate o tweet. In ogni caso sono costretti a incontrarsi in Cdm, quindi entro lunedì si dovranno vedere». Se non dovesse saltare causa aria irrespirabile (come è ancora possibile), l' evento metterà alla prova il cerimoniale di Chigi, già piuttosto attrezzato per fare fronte alle gelate interne.

 

Paolo Gentiloni e la sottosegretaria Maria Elena Boschi (eufemisticamente) non si amavano e le comunicazioni erano ridotte al minimo. Per non parlare della cortina di ghiaccio calata tra Palazzo Chigi e il Nazareno quando Matteo Renzi era segretario e Gentiloni premier.

Adesso la storia si ripete.

 

Tra Conte e Giorgetti la chimica non è mai scattata e tra Conte e Salvini si è guastata on the road : il segretario della Lega punta alla poltronissima e il professore, già avvocato degli italiani, non è ancora stufo di occuparla. Tra Di Maio e Salvini l' unione si è rotta da un pezzo. Il primo maggio sono atterrati a Tunisi con voli diversi e al vertice intergovernativo, costretti a sedere spalla a spalla, hanno ingannato il silenzio chini sugli smartphone. Finché Di Maio al ritorno ha snobbato l' aereo di Stato.

giancarlo giorgetti matteo salvini

 

Il capo politico 5 Stelle si sgola per invocare un vertice di maggioranza? Il Carroccio risponde che il ministro del Lavoro&Sviluppo non ha chiesto a Salvini «nessun incontro» e il M5S invita a farsi una risata: «Se la Lega ci tiene, gli facciamo una richiesta con la carta bollata». Eppure, solo sei mesi fa, il «Capitano» si sperticava su La7 in lusinghiere lodi dei compagni di governo: «Senza Di Maio e Conte non avrei combinato niente».

 

matteo salvini giancarlo giorgetti

Era novembre, pare il Paleozoico. Intanto Salvini rompe il muro del 3% nel rapporto deficit Pil, Di Maio gli rinfaccia «sparate irresponsabili» e e lo spread scala la vetta dei 300 punti. Ma una telefonata no, quella non scatta. E dire che i gemelli-coltelli del governo avevano preso a rincorrersi «affettuosamente» su Instagram. Poi la luna di miele è finita e hanno smesso di seguirsi a vicenda. Con inevitabile strascico polemico su chi sia stato il primo, si perdoni l' orrido neologismo, a «defolloware» l' altro.

CONTE E SALVINI

Ultimi Dagoreport

sergio mattarella quirinale

DAGOREPORT - DIRE CHE SERGIO MATTARELLA SIA IRRITATO, È UN EUFEMISMO. E QUESTA VOLTA NON È IMBUFALITO PER I ‘’COLPI DI FEZ’’ DEL GOVERNO MELONI. A FAR SOBBALZARE LA PRESSIONE ARTERIOSA DEL PRESIDENTE DELLA REPUBBLICA SONO STATI I SUOI CONSIGLIERI QUIRINALIZI - QUANDO HA LETTO SUI GIORNALI IL SUO INTERVENTO A LATINA IN OCCASIONE DEL PRIMO MAGGIO, CON LA SEGUENTE FRASE: “TANTE FAMIGLIE NON REGGONO L'AUMENTO DEL COSTO DELLA VITA. SALARI INSUFFICIENTI SONO UNA GRANDE QUESTIONE PER L'ITALIA”, A SERGIONE È PARTITO L’EMBOLO, NON AVENDOLE MAI PRONUNCIATE – PER EVITARE L’ENNESIMO SCONTRO CON IL GOVERNO DUCIONI, MATTARELLA AVEVA SOSTITUITO AL VOLO ALCUNI PASSI. PECCATO CHE IL TESTO DELL’INTERVENTO DIFFUSO ALLA STAMPA NON FOSSE STATO CORRETTO DALLO STAFF DEL COLLE, COMPOSTO DA CONSIGLIERI TUTTI DI AREA DEM CHE NON RICORDANO PIU’ L’IRA DI MATTARELLA PER LA LINEA POLITICA DI ELLY SCHLEIN… - VIDEO

andrea orcel gaetano caltagirone carlo messina francesco milleri philippe 
donnet nagel generali

DAGOREPORT - BUM! ECCO LA RISPOSTA DI CALTAGIRONE ALLA MOSSA DI NAGEL CHE GLI HA DISINNESCATO LA CONQUISTA DI GENERALI - L’EX PALAZZINARO STA STUDIANDO UNA CONTROMOSSA LEGALE APPELLANDOSI AL CONFLITTO DI INTERESSI: È LEGITTIMO CHE SIA IL CDA DI GENERALI, APPENA RINNOVATO CON DIECI CONSIGLIERI (SU TREDICI) IN QUOTA MEDIOBANCA, A DECIDERE SULLA CESSIONE, PROPRIO A PIAZZETTA CUCCIA, DI BANCA GENERALI? - LA PROVA CHE IL SANGUE DI CALTARICCONE SI SIA TRASFORMATO IN BILE È NELL’EDITORIALE SUL “GIORNALE” DEL SUO EX DIPENDENTE AL “MESSAGGERO”, OSVALDO DE PAOLINI – ECCO PERCHÉ ORCEL HA VOTATO A FAVORE DI CALTARICCONE: DONNET L’HA INFINOCCHIATO SU BANCA GENERALI. QUANDO I FONDI AZIONISTI DI GENERALI SI SONO SCHIERATI A FAVORE DEL FRANCESE (DETESTANDO IL DECRETO CAPITALI DI CUI CALTA È STATO GRANDE ISPIRATORE CON FAZZOLARI), NON HA AVUTO PIU' BISOGNO DEL CEO DI UNICREDIT – LA BRUCIANTE SCONFITTA DI ASSOGESTIONI: E' SCESO IL GELO TRA I GRANDI FONDI DI INVESTIMENTO E INTESA SANPAOLO? (MAGARI NON SI SENTONO PIÙ TUTELATI DALLA “BANCA DI SISTEMA” CHE NON SI SCHIERERÀ MAI CONTRO IL GOVERNO MELONI)

giorgia meloni intervista corriere della sera

DAGOREPORT - GRAN PARTE DEL GIORNALISMO ITALICO SI PUÒ RIASSUMERE BENE CON L’IMMORTALE FRASE DELL’IMMAGINIFICO GIGI MARZULLO: “SI FACCIA UNA DOMANDA E SI DIA UNA RISPOSTA” -L’INTERVISTA SUL “CORRIERE DELLA SERA” DI OGGI A GIORGIA MELONI, FIRMATA DA PAOLA DI CARO, ENTRA IMPERIOSAMENTE NELLA TOP PARADE DELLE PIU' IMMAGINIFICHE MARZULLATE - PICCATISSIMA DI ESSERE STATA IGNORATA DAI MEDIA ALL’INDOMANI DELLE ESEQUIE PAPALINE, L’EGO ESPANSO DELL’UNDERDOG DELLA GARBATELLA, DIPLOMATA ALL’ISTITUTO PROFESSIONALE AMERIGO VESPUCCI, È ESPLOSO E HA RICHIESTO AL PRIMO QUOTIDIANO ITALIANO DUE PAGINE DI ‘’RIPARAZIONE’’ DOVE SE LA SUONA E SE LA CANTA - IL SUO EGO ESPANSO NON HA PIÙ PARETI QUANDO SI AUTOINCORONA “MEDIATRICE” TRA TRUMP E L'EUROPA: “QUESTO SÌ ME LO CONCEDO: QUALCHE MERITO PENSO DI POTER DIRE CHE LO AVRÒ AVUTO COMUNQUE...” (CIAO CORE!)

alessandro giuli bruno vespa andrea carandini

DAGOREPORT – CHI MEGLIO DI ANDREA CARANDINI E BRUNO VESPA, GLI INOSSIDABILI DELL’ARCHEOLOGIA E DEL GIORNALISMO, UNA ARCHEOLOGIA LORO STESSI, POTEVANO PRESENTARE UN LIBRO SULL’ANTICO SCRITTO DAL MINISTRO GIULI? – “BRU-NEO” PORTA CON SÉ L’IDEA DI AMOVIBILITÀ DELL’ANTICO MENTRE CARANDINI L’ANTICO L’HA DAVVERO STUDIATO E CERCA ANCORA DI METTERLO A FRUTTO – CON LA SUA PROSTRAZIONE “BACIAPANTOFOLA”, VESPA NELLA PUNTATA DI IERI DI “5 MINUTI” HA INANELLATO DOMANDE FICCANTI COME: “E’ DIFFICILE PER UN UOMO DI DESTRA FARE IL MINISTRO DELLA CULTURA? GIOCA FUORI CASA?”. SIC TRANSIT GLORIA MUNDI – VIDEO

banca generali lovaglio francesco gaetano caltagirone philippe donnet alberto nagel milleri

DAGOREPORT - DA QUESTA MATTINA CALTAGIRONE HA I SUDORI FREDDI: SE L’OPERAZIONE DI ALBERTO NAGEL ANDRÀ IN PORTO (SBARAZZARSI DEL CONCUPITO “TESORETTO” DI MEDIOBANCA ACQUISENDO BANCA GENERALI DAL LEONE DI TRIESTE), L’82ENNE IMPRENDITORE ROMANO AVRÀ BUTTATO UN PACCO DI MILIARDI PER RESTARE SEMPRE FUORI DAL “FORZIERE D’ITALIA’’ - UN FALLIMENTO CHE SAREBBE PIÙ CLAMOROSO DEI PRECEDENTI PERCHÉ ESPLICITAMENTE SOSTENUTO DAL GOVERNO MELONI – A DONNET NON RESTAVA ALTRA VIA DI SALVEZZA: DARE UNA MANO A NAGEL (IL CEO DI GENERALI SBARRÒ I TENTATIVI DI MEDIOBANCA DI ACQUISIRE LA BANCA CONTROLLATA DALLA COMPAGNIA ASSICURATIVA) - PER SVUOTARE MEDIOBANCA SOTTO OPS DI MPS DEL "TESORETTO" DI GENERALI, VA BYPASSATA LA ‘’PASSIVITY RULE’’ CONVOCANDO  UN’ASSEMBLEA STRAORDINARIA CHE RICHIEDE UNA MAGGIORANZA DEL 51% DEI PRESENTI....