CLINI E DECLINI - PER I PM, L’EX MINISTRO SAREBBE DIETRO AD APPALTI FASULLI DA 200 MILIONI PER REALIZZARE OPERE IN CINA - IL MINISTERO SGANCIAVA SOLDI ATTRAVERSO DUE UFFICI “FANTASMA” A PECHINO E CLINI INTASCAVA IL 10% - IL RUOLO DELL’AMBASCIATORE VATTANI

Fiorenza Sarzanini per “il Corriere della Sera

 

CORRADO CLINI CORRADO CLINI

Appalti da 200 milioni di euro per opere da realizzare in Cina che in realtà sono state sbagliate o mai costruite. Soldi che il ministero dell’Ambiente ha erogato tra il 2001 e il 2009 per volontà dell’allora direttore generale Corrado Clini, poi diventato ministro, attraverso due uffici «fantasma» aperti a Pechino.

 

A svelare la destinazione del denaro distribuito a imprese scelte a trattativa privata, sono gli atti dell’inchiesta che nel maggio scorso aveva fatto finire agli arresti domiciliari lo stesso Clini e il suo socio occulto Augusto Calore Pretner, accusati di associazione a delinquere finalizzata alla corruzione. Tra gli indagati ci sono la moglie del politico, Martina Hauser, e alcuni imprenditori.

Corrado Clini e Andrea Riccardi Corrado Clini e Andrea Riccardi

 

Nelle informative trasmesse dalla Guardia di Finanza ai magistrati della Procura di Roma è delineato anche il ruolo che avrebbe avuto l’ex ambasciatore Umberto Vattani, presidente dell’Ice, l’Istituto per il commercio con l’estero fino al 2011. E sono elencate le consulenze che lo steso Clini avrebbe fatto ottenere a suo figlio Carlo dalla Idra, azienda che in cambio avrebbe ottenuto incarichi ben remunerati.

 

TANGENTI DEL 10 PER CENTO

MARTINA HAUSER E CORRADO CLINI MARTINA HAUSER E CORRADO CLINI

Quello degli affari conclusi da Clini fuori dall’Italia è uno dei capitoli chiave dell’indagine. Perché dimostra come i finanziamenti che potevano essere utilizzati in maniera strategica sul territorio italiano siano stati in realtà dirottati altrove per interessi personali. Quale fosse il meccanismo illecito lo spiega bene la relazione dei finanzieri del Reparto Spesa Pubblica, guidato dal generale Bruno Bartoloni, che indica anche la percentuale del 10 per cento come tangente su ogni lavoro da versare su conti aperti presso banche straniere.

 

augusto calore pretneraugusto calore pretner

Scrivono gli investigatori: «La scelta dei soggetti italiani a cui affidare appalti e commesse sarebbe stata gestita direttamente dal ministero dell’Ambiente italiano oppure “suggerita” alla parte cinese almeno per la successiva fase di individuazione dei soggetti a cui affidare i sub-appalti.

 

In assenza dei meccanismi di gara sembrerebbe inoltre che le indicazioni per le scelte, fino a un certo importo e per talune tipologie, sarebbero in realtà state affidate a Ice Pechino e condizionate dalla disponibilità del soggetto ad accettare di versare un contributo del 10 per cento del valore dell’appalto su un conto presumibilmente intestato a una non meglio identificata società di consulenza con sede a Hong Kong».

 

LE FINTE OPERE

Sono sette le società che hanno ottenuto lavori e due le «strutture operative per la realizzazione del programma» di utilizzo dei fondi. L’informativa della Finanza evidenzia come «i due funzionari impiegati nella prima unità, collocata all’interno degli uffici Ice di Pechino, non sono stati in grado di conoscere ufficialmente quale sia l’attività effettivamente svolta dall’ufficio, anche se da informazioni assunte da persona che in passato ha lavorato presso lo stesso, pare che il predetto responsabile operi in realtà come mero contabile».

 

UMBERTO VATTANI UMBERTO VATTANI

E ancora: «Per quanto riguarda la seconda struttura, denominata Program Management Office, non è stato possibile conoscere il numero esatto degli addetti ma sono stati individuati alcuni dipendenti per i quali non si conoscono esattamente le funzioni svolte e chi sostenga i costi per il loro impiego».

 

Ancor più grave il capitolo relativo alle opere. Perché il restauro della «Meng Joss House», costato oltre 4 milioni di euro «non sembra essere stato eseguito “a regola d’arte” e con tecniche efficaci atteso che l’intero stabile, attualmente in stato di abbandono, risulta interessato da copiose infiltrazioni d’acqua che ne hanno compromesso l’agibilità».

 

Disastroso si è rivelato anche il progetto di costruzione di un edificio all’interno dell’università di Pechino. Sono stati spesi 20 milioni di euro ma i responsabili dell’Ateneo hanno protestato con l’ambasciatore italiano perché «lo stabile, lungi dall’essere un esempio di elevata tecnologia come invece era stato sostenuto, viene considerato uno dei più energivori di tutto il campus».

 

 

Ultimi Dagoreport

osnato fazzolari savona banco bpm

FLASH! – NONOSTANTE SIA FINITO NEL MIRINO DI FAZZOLARI (TRAMITE IL BRACCIO ARMATO, MARCO OSNATO), IL PRESIDENTE DELLA CONSOB, PAOLO SAVONA, NON È UN TIPINO FACILE DA “PIEGARE”, VISTA ANCHE LA SUA “SARDITUDINE”: SA CHE SE DOVESSE PARTIRE DA PALAZZO CHIGI L’ORDINE DI RASSEGNARE LE SUE DIMISSIONI, SI REGISTREREBBE UN PESANTISSIMO CONTRACCOLPO SULLA BORSA DI MILANO – COSE MAI VISTE NELLA GUERRA IN CORSO TRA LA FINANZA MILANESE E IL GOVERNO DI ROMA: IERI E' APPARSA UNA PAGINA DI PUBBLICITÀ SUL “GIORNALE” DI ANGELUCCI, CON CUI BANCO BPM, CARO ALLA LEGA DEL MINISTRO GIORGETTI, SPARA UN GIGANTESCO "NO" ALL’OPS DI UNICREDIT...

simone inzaghi arabia saudita massimiliano allegri antonio conte vincenzo italiano

DAGOREPORT - QUEL DEMONE DI SIMONE INZAGHI, ALLA VIGILIA DELLE DUE PARTITE PIÙ IMPORTANTI DELLA STAGIONE CON IL COMO IN CAMPIONATO E CON IL PSG IN CHAMPIONS, SAREBBE FORTEMENTE TENTATO DALL’OFFERTA DA 20 MILIONI DI PETRO-DOLLARI ANNUI DELL’AL HILAL - L'INTER, CON LA REGIA DI MAROTTA, STAREBBE GIÀ CERCANDO DI BLOCCARE IL CONTE MAX ALLEGRI, CHE AVREBBE RICEVUTO UN’OFFERTA DA 6 MILIONI DI EURO DAL NAPOLI DI AURELIONE DE LAURENTIIS CHE SI STA CAUTELANDO DAL PROBABILE ADDIO DI ANTONIO CONTE, CORTEGGIATO DALLA JUVENTUS – E IL MILAN, SFUMATO VINCENZO ITALIANO, CHE RESTA A BOLOGNA, STAREBBE VIRANDO SU…

rai giampaolo rossi giancarlo giorgetti silvia calandrelli antonio marano felice ventura

DAGOREPORT – COME MAI LA LEGA HA DATO L’OK A FELICE VENTURA, IN QUOTA FDI, E GIA' CAPO DEL PERSONALE RAI, AL DOPPIO INCARICO CON LA PRESIDENZA DI RAI PUBBLICITÀ? - DOPO LO SHAMPOO DI GIORGETTI ALL'AD ROSSI CHE VOLEVA LA DEM CALANDRELLI (IL MEF E' L'AZIONISTA AL 99,56% DELLA RAI), È ANDATA IN SCENA LA PIÙ CLASSICA DELLE SPARTIZIONI DI POTERE, SOTTO L'ABILE REGIA DI MARANO, PRESIDENTE PRO-TEMPORE DI VIALE MAZZINI, IN QUOTA LEGA: IL CARROCCIO, IN CAMBIO DELL’OK A VENTURA, OTTIENE DUE VICEDIREZIONI A RAISPORT (CON BULBARELLI E DE LUCA) - UN COLPO IMPORTANTE PER LA LEGA IN VISTA DELLE "SUE" OLIMPIADI INVERNALI MILANO-CORTINA (RAISPORT HA UNA SEDE A MILANO)...

il patriarca kirill con vladimir putin alla veglia pasquale

FLASH – QUANDO IL MINISTRO DEGLI ESTERI RUSSO, SERGEI LAVROV, CHIUDE LA PORTA ALNEGOZIATO IN VATICANO SOSTENENDO CHE NON SIA “ELEGANTE CHE PAESI ORTODOSSI (RUSSIA E UCRAINA) DISCUTANO IN UNA SEDE CATTOLICA” DELLA PACE, UTILIZZA UN ARGOMENTO PRETESTUOSO. INNANZITUTTO PERCHÉ L’UNITÀ ORTODOSSA SI È ROTTA CON L’INVASIONE DELL’UCRAINA DEL 2022 (LA CHIESA DI KIEV HA PRESO LE DISTANZE DA QUELLA DI MOSCA). E POI PERCHÉ RIVOLGERSI AL PAPA FAREBBE OMBRA AL PATRIARCA DI MOSCA, KIRILL, CHE HA BENEDETTO PUTIN E LA SUA “OPERAZIONE SPECIALE” PARLANDO DI “GUERRA SANTA…”