san pietro vaticano ursula von der leyen giorgia meloni donald trump

L’IPOTESI DI UN FACCIA A FACCIA SUI DAZI TRA VON DER LEYEN E TRUMP IN OCCASIONE DEI FUNERALI DI PAPA FRANCESCO FA INCAZZARE GIORGIA MELONI - IN OGNI CASO, RESTA LA NETTA  CONTRARIETA' DI MACRON, MERZ, TUSK, SANCHEZ SUL L'IDEA CHE LA DUCETTA, CARA A TRUMP, ASSUMA IL RUOLO DI MEDIATRICE USA-UE - IL SOGNO DI MELONI DI UN VERTICE AL COLOSSEO ''TRUMP CONTRO I 27 PAESI UE'', HA FATTO RIDERE TUTTI (REPUBBLICA DI SAN MARINO, COMPRESA) - LE SOLITE TENSIONI CON SALVINI SU MOSCA...

Claudio Tito per repubblica.it

giorgia meloni affonda nella sedia dello studio ovale durante il colloquio con donald trump - foto lapresse

 

Un incontro faccia a faccia con Donald Trump. Per anticipare i tempi. E per evitare che lo sperato summit Ue-Usa non diventi una chimera.

 

Ursula von der Leyen sta tentando la mossa in grado di evitare che i contatti tra Bruxelles e Washington diventino oggetto di uno scontro dentro l’Unione europea. E che il ruolo di Giorgia Meloni non assuma un rilievo che molte capitali non gradiscono per niente.

 

GIORGIA MELONI TRA DONALD TRUMP E URSULA VON DER LEYEN - VIGNETTA DI GIANNELLI

 

 

 

 

 

I funerali di papa Francesco, allora, possono diventare l’occasione per riannodare i fili del dialogo con l’Amministrazione americana che da tempo si sono spezzati. Del resto il tycoon non ha mai nascosto di considerare l’Ue quasi un avversario e di non volere relazioni dirette con i suoi rappresentanti.

 

Sabato a Roma, però, ci saranno sia i tre vertici istituzionali dell’Ue (von der Leyen, Costa e Metsola) sia il nuovo presidente statunitense. E la presidente della Commissione sta verificando la possibilità di un colloquio bilaterale proprio con Trump.

 

L’ipotesi è ancora da concretizzare e una risposta non è arrivata dalla Casa Bianca. «Il viaggio della presidente Ursula von der Leyen a Roma è per i funerali del Papa, quindi per ragioni differenti – ha sottolineato una portavoce di Palazzo Berlaymont -. Al momento non ci sono aggiornamenti. Non posso però escludere che ci siano incontri bilaterali».

 

 

giorgia meloni affonda nella sedia dello studio ovale durante il colloquio con donald trump - foto lapresse

L’idea di cogliere l’occasione “italiana” si è rafforzata negli ultimi giorni in seguito ai tanti malumori emersi nei confronti della leader europea e in quelli della presidente del consiglio italiana.

 

La proposta, avanzata da Meloni, di organizzare il summit euro-americano nella Capitale a maggio ha infatti suscitato molte perplessità. In primo luogo per il protagonismo assunto dalla premier del nostro Paese.

 

E poi per una questione formale: «I vertici – hanno ribadito proprio i portavoce della Commissione – li convoca il Consiglio e non il governo di uno Stato membro». Ma al di là degli aspetti procedurali, l’idea di svolgere a Roma, di fatto sotto l’egida di Palazzo Chigi, un incontro con l’inquilino della Casa Bianca ha subito trovato le reazioni negative di Francia, Spagna, Polonia e anche Germania.

von der leyen macron meloni

 

La vicinanza politica di Meloni a Trump viene giudicata un problema per l’Unione.

 

(...)  Sta dunque cercando di evitare che ci sia un peggioramento delle relazioni tra i 27 proprio provando a parlare direttamente con Trump. E evitando quindi l’intermediazione di Meloni.

 

C’è poi un aspetto più concreto che sta sempre più assumendo valore. Un summit con il leader di Washington dovrebbe essere convocato per ratificare un accordo sui dazi che ancora non c’è. I contatti a livello tecnico proseguono, ma la sostanza politica non è stata ancora messa a punto.

 

«Come sapete – ha ricordato lo staff di von der Leyen - la prima ministra Meloni è stata negli Stati Uniti la scorsa settimana e ha avuto un incontro con il presidente Trump. Questa visita è stata discussa e coordinata in più occasioni tra la premier Meloni e la presidente della commissione. Come abbiamo detto in più occasioni, tutti i contatti con le controparti statunitensi sono positivi. Ma sarebbe una buona idea incontrare la controparte statunitense una volta che è stato raggiunto un accordo nella sostanza».

MEME SULL INCONTRO TRUMP MELONI - BY FAWOLLO

 

MELONI, MALUMORI SUL SUMMIT ANTICIPATO

Lorenzo De Cicco per repubblica.it - Estratti

 

Sbuffi di malumore trapelano dalla cerchia di Giorgia Meloni sul tentativo europeo di mettere in piedi un vertice Ue-Usa a Roma questo weekend, a ridosso di un funerale.

 

Per di più: il funerale di un pontefice, per la cui dipartita la presidente del consiglio, da 48 ore, esterna un po’ ovunque, dai tiggì Rai ai giornali, il suo personale e profondo dolore. È un malumore per ora trattenuto, perché come ammettono diversi ministri, «nessuno può sapere come finirà».

 

Se cioè si arriverà davvero a una chiacchiera informale, con stretta di mano, fra Donald Trump e il duo che guida le istituzioni Ue, Ursula von der Leyen e Antonio Costa. In quel caso, Meloni dovrebbe probabilmente fare buon viso a un gioco che non condivide, per non apparire scavalcata.

 

GIORGIA MELONI - URSULA VON DER LEYEN

Anzi, magari, proverà a intestarsi l’operazione. Però in questi giorni di negoziati sotterranei sull’asse Washington-Bruxelles, da Roma non filtra certo entusiasmo per la possibilità che il summit alla fine si tenga. E in questo modo: di fretta, a margine delle esequie papali.

 

Il perché è chiaro, raccontano nel giro meloniano: sarebbe squalificante parlare di dazi, cioè di affari, durante un funerale, peraltro in giornate su cui grava il lutto nazionale, che investe tutti gli appuntamenti istituzionali, persino la ricorrenza degli 80 anni della Liberazione. «L’Italia è impegnata per un incontro a Roma, ma sabato ci sono i funerali e non penso che ci saranno riunioni tra le delegazioni, va rispettato il lutto dei cristiani», tagliava corto ieri il vicepremier forzista, Antonio Tajani.

MEME SULL INCONTRO TRUMP MELONI - BY FAWOLLO

 

(...) I piani di Meloni di ritorno dalla Casa bianca erano altri: sognava un vertice strutturato fra l’Ue e The Donald, esteso ai leader dei 27 stati membri. Idea che ora traballa, soprattutto se il “contatto” Trump-Ursula alla fine dovesse esserci tra pochi giorni.

 

Quante possibilità ci sono che l’operazione possa ripetersi nelle prossime quattro-sei settimane, prima del vertice Nato di fine giugno? Nonostante le difficoltà, intorno alla premier si tenta comunque un rilancio sul summit di maggio.

 

Con questo ragionamento: meglio farlo bene che così, con il rischio che sia infruttuoso, visto che le trattative sulle tariffe sono alle battute iniziali. Altro scenario invece, non sgradito alla premier, è quello di una semplice stretta di mano, a favore di flash, tra von der Leyen e Trump a San Pietro.

VERTICE EUROPEO PER L UCRAINA A PARIGI

 

 

Sarebbe il segnale del riavvicinamento, ma senza una discussione vera, da sviluppare in seguito. Si studia comunque un piano B: un vertice senza l’Ue, con il format Quint (Gran Bretagna, Germania, Francia, Usa e Italia). Si parlerebbe soprattutto di Ucraina, di pace, non di beghe commerciali.

 

È un’ipotesi, per ora sullo sfondo. Come quella di un incontro Trump-Zelensky, che per Tajani potrebbe essere al massimo «un saluto». Sul punto poi in maggioranza le posizioni restano molto distanti: ieri proprio mentre il ministro degli Esteri ribadiva che «Putin non può imporre la pace alle sue condizioni», Matteo Salvini lodava «il segnale importante di Mosca», cioè il piano russo svelato dal Financial Times, incalzando l’Ue ad avallarlo.

papa francesco giorgia meloni

 

Per i funerali di Francesco, Meloni ha cancellato tutti gli appuntamenti della settimana: il premier time in Senato è rimandato al 7 maggio. Saltata la trasferta in Asia.

 

La premier stamani dovrebbe visitare la camera ardente in piazza San Pietro. Poi sarà a Montecitorio per la commemorazione del pontefice. Parlerà, in una cerimonia che alla fine sarà congiunta, sia per la Camera che per il Senato, proprio come chiedeva la leader della destra. Decisamente infastidita, sulle prime, per la scelta dei due rami del Parlamento di procedere con due celebrazioni separate. Decisione rivista in serata, proprio come suggeriva Chigi.

GIORGIA MELONI CON DONALD TRUMP NELLO STUDIO OVALE ursula von der leyen giorgia meloni foto lapresse DONALD TRUMP GIORGIA MELONIINCONTRO TRA GIORGIA MELONI E DONALD TRUMP - MEME BY 50 SFUMATURE DI CATTIVERIA

Ultimi Dagoreport

amadeus programmi sul nove like a star chissa chi e la corrida tha cage sukuzi music party

DAGOREPORT: AMADEUS TORNA IN RAI - IL RITORNO A VIALE MAZZINI POTREBBE MATERIALIZZARSI GRAZIE ALLO ZAMPONE DI FIORELLO, CHE NON VEDE L'ORA DI RITROVARE LA SUA "SPALLA" - CON "AMA" AL SUO FIANCO, L'EX ANIMATORE DEI VILLAGGI TURISTICI POTREBBE RINGALLUZZIRSI AL PUNTO DA AFFIANCARLO AL FESTIVALONE DI SANREMO 2027 - L'USCITA DI AMADEUS NON SAREBBE OSTACOLATA DA "NOVE" DI DISCOVERY, ANZI: I DIRIGENTI DELL’EMITTENTE AMERICANA NON VEDONO L’ORA DI RECEDERE DALL’ONEROSISSIMO CONTRATTO QUADRIENNALE CON L’EX DISC JOCKEY - SECONDO GLI “ADDETTI AI LIVORI”, LA CATENA DI FLOP INANELLATA DA "AMA" SUL "NOVE" HA PESATO SUL BILANCIO DI DISCOVERY: PER PUBBLICITÀ INCASSATA E RIMBORSATA PER MANCATO RAGGIUNGIMENTO DELLO SHARE STABILITO NEI CONTRATTI, SI PARLA DI UNA SOMMETTA INTORNO AI 15 MILIONI - A DIFFERENZA DI CROZZA E FAZIO, PERSONAGGI-FORMAT, AMADEUS SENZA UN PROGRAMMA FORTE E LA GIUSTA CORNICE DI UNA EMITTENTE GENERALISTA PRIMARIA COME RAI1, È DESTINATO A SCOMPARIRE NEL MUCCHIO…

giorgia e arianna meloni come le gemelle di shining - fotomontaggio del fatto quotidiano

DAGOREPORT – VI RICORDATE QUANDO GIORGIA MELONI DEFINIVA LA SORELLA ARIANNA UNA “PRIVATA CITTADINA SENZA INCARICHI”? DIMENTICATELO: È IN CORSO UN TENTATIVO DI TRASFORMARE LA PRIMOGENITA DI ANNA PARATORE IN UNA POLITICA NAVIGATA. ECCO COME NASCE L’IMBARAZZANTE NTERVISTA RILASCIATA OGGI DALL'EX MOGLIE DI FRANCESCO LOLLOBRIGIDA AL “CORRIERE DELLA SERA”, IN CUI ARIANNA RICORDA QUANDO “GUIDAVA IL CAMION NEI VICOLI DI ROMA” PER IL PARTITO, E RIVENDICA: “DA 30 ANNI SIAMO IN POLITICA” – LA FIAMMA MAGICA VUOLE TOGLIERLE L’ETICHETTA DI “SORELLA D’ITALIA”. IL GUAIO È CHE ‘GNA FA: L’UNICO PREGIO CHE ANCHE I COLLEGHI DI PARTITO LE RICONOSCONO È… LA SOMIGLIANZA ALLA SORELLA

del vecchio la stampa angelucci elkann

DAGOREPORT - NON SI STA MAI TRANQUILLI: AL RISIKO FINANZIARIO (MPS-MEDIOBANCA) FINITO TRA LE CARTE DELLA PROCURA DI MILANO, ORA SI AGGIUNGE IL RISIKO EDITORIALE: LA VENDITA DI ‘’’REPUBBLICA’’ E ‘’STAMPA’’ AL GRECO KYRIAKOU DIVENTA, GIORNO DOPO GIORNO, UN BORDELLO DI VOCI E RUMORS - C’È CHI ASSICURA CHE LO SBARCO DEL GRECO NON VADA ASSOLUTAMENTE A GENIO AL BOSS DELL’IMPERO MEDIASET, PIER SILVIO BERLUSCONI – CHI SPIFFERA DI UN PRESUNTO INTERESSAMENTO DELLA FAMIGLIA ANGELUCCI, EDITORE DE “IL GIORNALE” E DI “LIBERO”, ALL’ACQUISIZIONE DEL QUOTIDIANO “LA STAMPA”, CHE ELKANN HA MESSO IN VENDITA PER LA SOMMETTA DI 65 MILIONI DI EURO, CHE NON RIENTREREBBE NEL PERIMETRO DEL GRECO CON L’ANTENNA. MA PER IL BOSS DELLA SANITÀ CARO AL GOVERNO L’UNICO MODO DI COMPRARI ''LA STAMPA'' È ALL’EDICOLA: ELKANN NON GLIELO VENDERÀ MAI - A PROPOSITO DI EDITORIA COME ULTIMA UMANA VOLUTTÀ, SI VOCIFERA CHE LEONARDINO DEL VECCHIO VOGLIA COMPRARSI NIENTEMENO CHE “IL FATTO QUOTIDIANO” (DAVVERO URGE LA RIAPERTURA DEI MANICOMI…)

giancarlo giorgetti luigi lovaglio milleri francesco gaetano caltagirone

SUL CASO MPS-MEDIOBANCA, L'ARTICOLO-BOMBA DEL GIORNO È SUL "CORRIERE", DA CUI SI EVINCE CHE LE DICHIARAZIONI RILASCIATE ALLA CONSOB DA CALTAGIRONE E DAL MINISTRO GIORGETTI SONO IN APERTO CONTRASTO - E’ LO STESSO IMPRENDITORE ROMANO AD AMMETTERE CHE IL MINISTRO LEGHISTA SONDÒ ALCUNI POTENZIALI INVESTITORI NELLE SETTIMANE PRECEDENTI ALLA OSCURA “GARA” CHE FECE INTASCARE IL 15% DI MPS, IN MANO AL TESORO, AL QUARTETTO DELFIN-CALTAGIRONE-ANIMA-BPM - UNA VERSIONE IN APERTO CONFLITTO CON QUELLA DI GIORGETTI, CHE IL 29 LUGLIO 2025 ALLA CONSOB DISSE: “NON C’È STATA ALCUNA INTERLOCUZIONE, CONTATTO O SCAMBIO” - A QUESTO PUNTO, CHI RISCHIA DI FINIRE NEI GUAI CON LA PROCURA DI MILANO NON SONO SOLO I “FURBETTI DEL CONCERTINO”, MA LA STESSA CONSOB GUIDATA DA PAOLO SAVONA CHE, COME AUTORITÀ DI VIGILANZA DEL MERCATO FINANZIARIO, NON HA RILEVATO NEL SUO DOCUMENTO DI “ASSOLUZIONE” SULLA PRESUNTA CONCERTAZIONE DEI CALTA-MELONI, NESSUNA DISCORDANZA TRA LE DICHIARAZIONI DI CALTAGIRONE E DI GIORGETTI…

la scala opera attilio fontana ignazio la russa daniela santanche santanchè matteo salvini

A PROPOSITO DI… QUANTO PIACE LA MATRICIANA ROMANA - IL FORFAIT DELLE ISTITUZIONI ALLA PRIMA DELLA SCALA, IVI COMPRESO LA SECONDA CARICA DELLO STATO, IL SICULO-MILANESE IGNAZIO LA RUSSA, HA SPINTO IL GOVERNATORE DEL PIRELLONE LOMBARDO, ATTILIO FONTANA, INDOSSATI I PANNI DI NOVELLO ALBERTO DA GIUSSANO A DICHIARARE: “ANCHE SE TUTTI APPREZZIAMO LA MATRICIANA, IL NORD DÀ FASTIDIO” – DÀ COSÌ FASTIDIO CHE NEL GOVERNO DELLA “PULZELLA” DELLA GARBATELLA, SIEDONO BEN 6 MINISTRI “LUMBARD” SU 24. E BEN 5 SONO DELLA LEGA – A RISPONDERE A FONTANA, CI HA PENSATO IL RODOMONTE DEL CARROCCIO, SALVINI: “TRA UNA MATRICIANA E UNA CARBONARA TROVI I SOLDI PER SISTEMARE LE CASE POPOLARI”…

pam bondi

DAGOREPORT - COME MAI L’INFORMAZIONE ITALICA SI È TOTALMENTE DISINTERESSATA DELLO SBARCO A ROMA DEL MINISTRO DELLA GIUSTIZIA, LA FOSFORESCENTE SESSANTENNE PAM BONDI, ARRIVATA CON TANTO DI AEREO DI STATO IL 10 DICEMBRE? - EPPURE LA FEDELISSIMA DI TRUMP NON SI È TENUTA NASCOSTA: HA ALLOGGIATO ALL’HOTEL ST. REGIS, SI E’ ATTOVAGLIATA AL BOLOGNESE DI PIAZZA DEL POPOLO, HA INCONTRATO AL MINISTERO DELLA GIUSTIZIA DI VIA ARENULA CARLETTO NORDIO, HA AVUTO L'INESPRIMIBILE GIOIA DI CONOSCERE IL VICEPREMIER MATTEO SALVINI A UN RICEVIMENTO DELL'AMBASCIATORE USA IN ITALIA, TILMAN J. FERTITTA. E, FORSE, LA BEN DOTATA DALLA NATURA PAMELONA HA PURE INCOCCIATO IL MINISTRO PIANTEDOSI - MA DELLA “VACANZA ROMANA” DELL'ITALOAMERICANA CARISSIMA A TRUMP, NON SI REGISTRA MANCO UNA RIGA SUI GIORNALONI DE' NOANTRI - VABBE', A NATALE BISOGNA ESSERE BUONI: MAGARI ERANO TUTTI TROPPO IMPEGNATI A SEGUIRE LA FESTILENZA DI ATREJU DEI FRATELLINI DI GIORGIA…