VOLANO STRACCI NEL SINDACATO ROSSO - ARRIVA LA RESA DEI CONTI TRA LANDINI E CAMUSSO: IL CAPO DELLA FIOM SI FA LA SUA COALIZIONE CON LE ASSOCIAZIONI E LA SEGRETARIA CGIL SI INCAZZA, “NON PUOI FARE POLITICA!”. IL BUE CHE DICE CORNUTO ALL’ASINO…

felpa fiom camusso landini felpa fiom camusso landini

Massimo Rebotti per Il "Corriere della Sera

 

Stupore, perplessità, contrarietà. E anche irritazione. Sono queste le valutazioni che filtrano dal vertice della Cgil di fronte all’iniziativa di Maurizio Landini che questa mattina, nella sede nazionale della Fiom, lancerà la sua «coalizione sociale».

 

L’opinione del gruppo dirigente del sindacato guidato da Susanna Camusso si può sintetizzare in una frase: «Il mestiere della Cgil è un altro». Implicito il giudizio sull’iniziativa di Landini: lì si fa politica. A cominciare da quella convocazione «ad associazioni, reti e movimenti» che, ai piani alti di corso Italia, è parsa «il manifesto di un nuovo soggetto». Un partito.

 

landini camusso sciopero sociale a roma blitz e scontri milano 10landini camusso sciopero sociale a roma blitz e scontri milano 10

Sul tema la Cgil si era confrontata in un seminario interno a gennaio, a cui hanno partecipato i segretari generali della varie categorie. In quella sede, quando le intenzioni del leader della Fiom erano note ma non ancora esplicite, Camusso aveva parlato chiaro: «La Cgil non può trasformarsi in una forza politica, non può essere il braccio organizzato di un’area di partito né l’aggregatore di movimenti». Parole che, si ribadiva ieri al vertice del sindacato, valgono tali e quali anche ora, davanti all’accelerazione di Landini.

 

LANDINI E CAMUSSO CONTRO RENZI LANDINI E CAMUSSO CONTRO RENZI

Dal canto suo il segretario dei metalmeccanici ribadisce: «Una coalizione sociale non è un partito». E domani, al tavolo della Fiom a Roma, si ritroveranno Libera (l’associazione antimafia guidata da don Ciotti), Emergency di Gino Strada, Libertà e giustizia, gruppi studenteschi e comitati (a partire da quello per l’acqua pubblica): nucleo potenziale di un’aggregazione a sinistra del Pd e, soprattutto, conflittuale nei confronti di Matteo Renzi: «Tentiamo di unire — ha detto ieri Landini — tutto quello che il governo sta dividendo: c’è un attacco al lavoro e ai diritti senza precedenti». Sul fatto che il modello della «coalizione sociale» siano Podemos e Syriza, ieri il leader ha ironizzato: «Non so parlare né spagnolo né greco, parlo a malapena l’italiano, quello che vogliamo fare è alla luce del sole». Fair play del governo: «Nessun problema — ha detto il ministro del Lavoro Giuliano Poletti — ci misureremo sui progetti».

SUSANNA CAMUSSO SUSANNA CAMUSSO

 

Dopo settimane di indiscrezioni, la strategia di Landini si sta definendo: un lungo tour per l’Italia, l’incontro di oggi, e la manifestazione nazionale — il vero banco di prova — del 28 marzo a Roma contro il governo. E una formula, «coalizione sociale», che per esempio lascia freddo l’ex segretario pd Pier Luigi Bersani: «Non credo che da questa parola d’ordine possa venire fuori un soggetto politico in grado di dare risposte: ci vuole una sinistra di governo, poi i movimenti si organizzino come ritengono». Più interessato un altro esponente della sinistra dem, Stefano Fassina: «Iniziativa utile, rappresentarla come il tentativo di fare un partito non ne coglie il senso». Sulla stessa linea anche Sel di Nichi Vendola.

renzi bersani jpegrenzi bersani jpeg

 

Ma se la sinistra politica guarda, per ora, con un certo distacco alle mosse di Landini, il nervo scoperto è nella Cgil, di cui la Fiom è una categoria importante e, da sempre, parecchio autonoma: «Sono sempre andati un po’ per conto loro — dice Carlo Ghezzi, presidente della fondazione Di Vittorio e sindacalista cgil di lungo corso — ancora però non si capisce se quella di Landini sia una vera operazione politica o un po’ di ginnastica ai bordi del campo, in attesa che il quadro si chiarisca». Più critico Agostino Megale, che guida i bancari: «È un film che abbiamo già visto con Sergio Cofferati — risponde — quando tentò l’alleanza con i girotondi: non porta da nessuna parte». Per Megale l’obiettivo della Cgil non ha niente a che fare con la «coalizione sociale» che ha in mente Landini: «Per contrastare Renzi noi dobbiamo ritrovare l’unità con Cisl e Uil».

renzi e camussorenzi e camusso

Ultimi Dagoreport

ernesto galli della loggia giorgia meloni

DAGOREPORT - FAZZOLARI E' PER CASO IL NUOVO DIRETTORE DEL "CORRIERE"? - IN UNA PRIMA PAGINA CHE NASCONDE LE MENZOGNE DI GIORGIA MELONI, SPUTTANATA DA MACRON, BRILLA UN EDITORIALE VERGOGNOSO DI GALLI DELLA LOGGIA CHE SI DOMANDA: "SE LA GERMANIA (DI AFD) HA DAVVERO FATTO I CONTI CON IL SUO PASSATO NAZISTA. IN ITALIA, INVECE, UN PARTITO CHE PURE HA LE SUE LONTANE ORIGINI NEL FASCISMO GOVERNA DA TRE ANNI IN UN MODO CHE SOLO I COMICI (DUNQUE PER FAR RIDERE…) GIUDICANO UNA MINACCIA PER LA DEMOCRAZIA" - L’EX MAOISTA, POI TERZISTA, QUINDI BERLUSCONIANO, 5STELLE, INFINE MELONIANO  DEVE STUDIARE UN PO’, INVECE DI CAMBIARE PARTITO A OGNI CAMBIO DI GOVERNO. NEL DOPOGUERRA IN GERMANIA, GLI EX NAZISTI RIENTRARONO NEL CONTESTO SOCIALE E OTTENNERO POSTI DI POTERE NELLE INDUSTRIE PIÙ AVANZATE FINO ALLA CONTESTAZIONE DEL '68, SIMBOLEGGIATA DALLO SCHIAFFONE RIFILATO DALLA STUDENTESSA BEATE KLARSFELD AL CANCELLIERE (EX NAZISTA) KURT KIESINGER – IN ITALIA LA DESTRA ALLA FIAMMA DI FINI FU SDOGANATA DAL GOVERNO BERLUSCONI, DOVE IL MINISTRO DELLA GIOVENTU' ERA GIORGIA MELONI. COSA CHE IL GALLI OMETTE ESSENDO ORA COLLABORATORE DEL GOVERNO DUCIONI PER IL SETTORE SCUOLA...

andrea orcel unicredit

DAGOREPORT - IL RISIKO DELLE AMBIZIONI SBAGLIATE - COME PER IL GOVERNO MELONI, ANCHE ANDREA ORCEL NON IMMAGINAVA CHE LA STRADA PER LA GLORIA FOSSE TUTTA IN SALITA - IL RAFFORZAMENTO IMMAGINATO DI UNICREDIT, PER ORA, È TUTTO IN ARIA: IL MURO DI GOLDEN POWER DELLA LEGA HA RESO MOLTO IMPROBABILE LA CONQUISTA DI BANCO BPM; BERLINO RITIENE “INACCETTABILE” LA SCALATA ‘’NON AMICHEVOLE” DI UNICREDIT ALLA SECONDA BANCA TEDESCA COMMERZBANK; LE MOSSE DI NAGEL E DONNET GLI DANNO FILO DA TORCERE; CREDIT AGRICOLE, CHE HA UN CONTRATTO IN SCADENZA PER LA GESTIONE DEL RISPARMIO CHE RACCOGLIE UNICREDIT, HA UN ACCORDO CON BPM, DI CUI E' PRIMO AZIONISTA. E IL CDA DI UNICREDIT NON È PIÙ QUELLA FALANGE UNITA DIETRO AL SUO AZZIMATO CONDOTTIERO. COME USCIRE DAL CUL-DE-SAC? AH, SAPERLO…

orcel giorgetti

DAGOREPORT – GIORGETTI SI CONFERMA UN SUPPLÌ CON LE UNGHIE: ALL’INCONTRO CON I RAPPRESENTANTI DI UNICREDIT PER LA MODIFICA DEL DECRETO GOLDEN POWER CHE BLINDA L'OPS SU BPM, BANCA CARA ALLA LEGA, CHI HA INCARICATO IL MINISTRO DI CAZZAGO? STEFANO DI STEFANO, DIRETTORE GENERALE DELLE PARTECIPAZIONI DEL MEF, MA ANCHE COMPONENTE DEL CDA DI MPS. INSOMMA, LA PERSONA GIUSTA AL POSTO GIUSTO... – CALTA C’È: LA GIRAVOLTA DEL CEO DI MPS, LUIGI LOVAGLIO, SULL'OPERAZIONE MEDIOBANCA-BANCA GENERALI…

guzzetti bazoli meloni fazzolari e caltagirone scannapieco giuseppe francesco gaetano dario cdp giorgia

DAGOREPORT - AVVISATE ‘’PA-FAZZO CHIGI’’ CHE IL GRANDE VECCHIO DELLE FONDAZIONI BANCARIE, GIUSEPPE GUZZETTI, HA PRESO IL BAZOOKA - L’INDOMABILE NOVANTENNE NON NE PUÒ PIÙ DI VEDERE CASSA DEPOSITI E PRESTITI (DI CUI LE FONDAZIONI HANNO IL 30%) RIDOTTA A CAGNOLINO SCODINZOLANTE DEI FRATELLI DI FAZZOLARI: AFFONDATA LA NOMINA DI DI CIOMMO ALLA PRESIDENZA DEL CDA DEL FONDO F2I - MA IL CEFFONE PIÙ SONORO AL SOVRANISMO BANCARIO DEL GOVERNO DUCIONI È STATO SFERRATO DAL TERRIBILE VECCHIETTO CON LA VENDITA DELLA QUOTA DELLA FONDAZIONE CARIPLO IN MPS, IL CAVALLO DI TROIA DEL FILO-GOVERNATIVO CALTAGIRONE PER ESPUGNARE, VIA MEDIOBANCA, GENERALI – STRATEGIE DIVERSE SUL RISIKO TRA GUZZETTI E IL SUO STORICO ALLEATO, IL GRANDE VECCHIO Di BANCA INTESA, “ABRAMO” BAZOLI…

giorgia meloni incontra george simion e mateusz morawiecki nella sede di fratelli d italia sergio mattarella frank walter steinmeier friedrich merz

DAGOREPORT –LA CAMALEONTE MELONI NON SI SMENTISCE MAI E CONTINUA A METTERE IL PIEDINO IN DUE STAFFE: IERI HA INCONTRATO NELLA SEDE DI FDI IN VIA DELLA SCROFA L’EURO-SCETTICO E FILO-PUTINIANO, GEORGE SIMION, CHE DOMENICA POTREBBE DIVENTARE IL NUOVO PRESIDENTE ROMENO. UN VERTICE CHE IN MOLTE CANCELLERIE EUROPEE È STATO VISTO COME UN’INGERENZA – SABATO, INVECE, LA DUCETTA DEI DUE MONDI INDOSSERÀ LA GRISAGLIA PER PROVARE A INTORTARE IL TEDESCO FRIEDRICH MERZ, A ROMA PER LA MESSA DI INIZIO DEL PONTIFICATO DI PAPA LEONE XIV, CHE E' GIÀ IRRITATO CON L’ITALIA PER LA POSIZIONE INCERTA SUL RIARMO EUROPEO E SULL’AZIONE DEI "VOLENTEROSI" A DIFESA DELL'UCRAINA - MENO MALE CHE A CURARE I RAPPORTI PER TENERE AGGANCIATA L'ITALIA A BRUXELLES E A BERLINO CI PENSANO MATTARELLA E IL SUO OMOLOGO STEINMEIER NELLA SPERANZA CHE LA MELONI COMPRENDA CHE IL SUO CAMALEONTICO EQUILIBRISMO E' ORMAI GIUNTO AL CAPOLINEA (TRUMP SE NE FOTTE DEL GOVERNO DI ROMA...)