TUTTI GIÙ DAL PONTE! L’ITER MESSO IN PIEDI DAL GOVERNO MELONI PER REALIZZARE IL PONTE SULLO STRETTO NON RISPETTA LE NORME EUROPEE: LA CORTE DEI CONTI HA PUBBLICATO LE MOTIVAZIONI DELLA BOCCIATURA DEL CONTRATTO STUPILATO TRA IL MINISTERO DELL’ECONOMIA, QUELLO DEI TRASPORTI E LA SOCIETÀ CONCEDENTE, “STRETTO DI MESSINA” – IN PARTICOLARE NON È RISPETTATA LA DIRETTIVA SUGLI APPALTI, CON IL RISCHIO DI APERTURA DI UNA PROCEDURA DI INFRAZIONE: “I CRITERI SONO STATI MODIFICATI, VA FATTA UNA NUOVA GARA. I COSTI A CARICO DELLO STATO SONO INDEFINITI E INCERTI” – TRADOTTO: È TUTTO DA RIFARE, CON BUONA PACE DI SALVINI...
Estratto dell’articolo di Antonio Fraschilla per www.repubblica.it
MATTEO SALVINI E IL PLASTICO DEL PONTE SULLO STRETTO
L’iter messo in piedi dal governo Meloni per realizzare il ponte sullo Stretto non rispetta le norme europee. In particolare non rispetta la direttiva sugli appalti, con il rischio di apertura di una procedura di infrazione e contenziosi civili infiniti.
La Corte dei conti dopo aver bocciato la delibera Cipess che stanziava 13,5 miliardi di euro per l’opera, ha bocciato anche l’atto aggiuntivo: il contratto in soldoni, tra il ministero dell’Economia e il Mit e la società concedente, Stretto di Messina.
I PONTI NON TORNANO - MEME BY EMILIANO CARLI
Tre le azioni nel mirino dei giudici contabili nelle motivazione appena pubblicate sulla bocciatura del contratto: si doveva fare una nuova gara perché sono cambiati i criteri; in ogni caso non c’è alcuna certezza che rispetto alla vecchia gara del 2005 i costi non salgano di più del 50 per cento e i calcoli sono troppi generici; terzo, non si può prevedere in queste condizioni alcun risarcimento e penale a favore dei privati che hanno vinto la vecchia gara che però era stata bandita in project financing, cioè con costi a carico anche delle aziende non solo dello Stato, come invece ha voluto il governo Meloni.
In primis i giudici contabili contestano il calcolo dei costi, tra l’altro tutti a carico dello Stato e incrementati attraverso un emendamento politico della Lega.
Calcolo bocciato già dai giudici nella delibera Cipess: “Non può non tenersi conto, in questa sede, dell’inefficacia del Piano economico e finanziario in ragione della sua mancata registrazione e delle ricadute che ciò comporta sulla validità dell’atto aggiuntivo che ne assorbe i contenuti, modificando in coerenza la convenzione originaria. […]
PIETRO CIUCCI E MATTEO SALVINI
Altra contestazione riguarda l’appalto: per i magistrati contabili si doveva rifare una nuova gara, essendo cambiati i criteri e per il rischio che superi del 50 per cento i costi rispetto al 2005 (soglia, quella del 50 per cento, fissata dalle direttive Ue).
Scrive la Corte dei conti: “Il Pef, oltre a richiamare più volte il contratto fin dalle premesse, contiene, nell’ambito del quadro economico complessivo dell’investimento, un’analisi dei corrispettivi riconosciuti – proprio in forza del citato contratto – al contraente generale e determinati in euro 10.508.820.773,00 (cui va aggiunto quanto dovuto al Project Management Consultant e al Monitor).
In ogni caso, si sottolinea la diversità della presente fattispecie rispetto a quella oggetto della citata normativa europea: l’art. 72 della direttiva Ue si riferisce all’ipotesi di modifica dei contratti durante il periodo di validità e non anche all’ipotesi – qual è quella de qua – di modifica di contratti già caducati ma tornati a produrre effetti in ragione di un successivo accordo di revivisce…
Ed infatti, per ammissione della stessa Amministrazione, l’aumento del valore contrattuale non consegue solo alla mera indicizzazione dei prezzi, prevista o meno nei documenti di gara iniziali, ma anche ai nuovi lavori necessari per adeguare il progetto alle sopravvenute necessità tecniche…
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BISCOTTI I SALVINY – MEME SUL PONTE SULLO STRETTO
Infine con particolare riferimento alla mancata valutazione, ai fini dell’ulteriore verifica del rispetto del limite del 50 per cento la valutazione degli aggiornamenti progettuali in misura pari a euro 787.380.000,00, in quanto frutto di un’attività di mera stima, rende possibile il rischio di ulteriori variazioni incrementali, incidenti – in disparte i problemi di reperimento di nuove coperture – sul superamento della soglia del 50 per cento delle variazioni ammissibili”.
Infine il contratto. La Corte evidenzia “che il contratto originario era stato stipulato il 27 marzo 2006 tra la concessionaria Stretto di Messina e la società Eurolink, quale contraente generale selezionato previa procedura di gara. Conformemente a quanto previsto dall’art. 5.2 del relativo bando del 2005, il contrante generale prendeva atto che SdM intendeva ricorrere, per il finanziamento di quota parte dell’opera, alla tecnica della finanza di progetto.
rendering del Ponte sullo Stretto di Messina
Diversamente, nell’atto aggiuntivo alla convenzione di concessione è prevista, la mera facoltà per la concessionaria SdM, previa valutazione di compatibilità con gli equilibri di finanza pubblica da parte del Mef, di reperire finanziamenti sul mercato interno o internazionale. La descritta differenza consegue al sopravvenuto totale finanziamento pubblico dell’opera, tale da rendere non necessario il reperimento di quota parte del finanziamento tramite ricorso.
Una simile differenza di finanziamento dell’opera è tale da modificare sostanzialmente la natura del contratto. Infatti, la circostanza che l’opera sia completamente finanziata con fondi pubblici cambia la natura del contratto”.
PIETRO CIUCCI E MATTEO SALVINI
Per la Corte poi è sbagliato prevedere penali a favore del privato in caso di blocco dell’opera: Stante il finanziamento dell’opera con il ricorso esclusivo a risorse pubbliche, sia nei casi di recesso per motivi di pubblico interesse e di mancato accordo finalizzato all’adozione del Pef, come anche nel caso di subentro di un nuovo concessionario o di inadempimento del concessionario, non potrebbe essere riconosciuto alcun indennizzo al concessionario da parte del concedente, qualificato quale società in house”.
Le reazioni politiche a questa dura delibera della Corte dei conti arrivano subito. “Con le motivazioni depositate con la seconda delibera della Corte dei Conti sul Ponte sullo Stretto di Messina, ormai è chiaro che Salvini e Ciucci hanno fallito e dovrebbero trarne le conseguenze”, dice Angelo Bonelli di Avs.
proteste contro il ponte sullo stretto a reggio calabria
“Un fallimento su tutta la linea per il governo. Questa opera continua a dimostrarsi un progetto dannoso, costoso e lontano dalle reali esigenze dei cittadini e del Mezzogiorno. Non ha senso continuare a inseguire un'opera che rischia di consumare miliardi di denaro pubblico senza benefici chiari per le comunità, alimentando solo spese faraoniche e propaganda politica”, dice il capogruppo del Pd nella commissione Trasporti della Camera, Anthony Barbagallo
