
DAGOREPORT - QUALCOSA DEVE ESSERE SUCCESSO IN QUESTO DISGRAZIATO PAESE. CHE VIRUS HA COLPITO PALAZZO CHIGI PER PASSARE DA AMATO E LETTA A TALE GIOVAMBATTISTA FAZZOLARI, UN TIPINO CHE FINO AL 2018, RICOPRIVA IL RUOLO DI DIRIGENTE DI SECONDA FASCIA ALLA REGIONE LAZIO? - CHE È SUCCESSO A CASSA DEPOSITI E PRESTITI (CDP), HOLDING PUBBLICA CHE GESTISCE I 300 MILIARDI DI RISPARMIO POSTALE DEGLI ITALIANI, PER RITROVARCI VICEDIRETTORE GENERALE, CON AMPIE DELEGHE, DAL PERSONALE E GLI INVESTIMENTI ALLA COMUNICAZIONE, IL 43ENNE FABIO BARCHIESI, CHE ORA ASSUME ANCHE LA CARICA DI AD DI CDP EQUITY, LA PIÙ IMPORTANTE SOCIETÀ DEL GRUPPO? - COME SI FA A RICOPRIRE DI RUOLI NEVRALGICI DI POTERE L’EX FISIOTERAPISTA DI MALAGO' CHE NON HA MAI RICOPERTO IL RUOLO DI AMMINISTRATORE NEMMENO NEL SUO CONDOMINIO, CHE BALBETTA UN INGLESE APPENA SCOLASTICO E HA ALLE SPALLE UNA LAUREA IN ECONOMIA OTTENUTA, PRESSO LA SELETTIVA UNIVERSITÀ TELEMATICA UNICUSANO, A CUI SI AGGIUNGE UNA CATTEDRA, A CONTRATTO, ALLA LINK, L’ILLUSTRISSIMA UNIVERSITÀ DI VINCENZO SCOTTI? - ALL’ANNUNCIO DELLA NUOVA CARICA DI BARCHIESI, LO SCONCERTO (EUFEMISMO) È PIOMBATO NELLE STANZE DEL MEF, PRIMO AZIONISTA DI CDP, MENTRE PER LE FONDAZIONI BANCARIE L’ULTIMA PRESA DI POTERE DEL DUPLEX FAZZO-BARCHIESI, IN SOLDONI, E' “IL PIÙ GROSSO SCANDALO POLITICO-FINANZIARIO MAI VISTO NEL BELPAESE...”
DAGOREPORT
Scalfari con Lilli e Fabiano Fabiani
Qualcosa deve essere successo in questo disgraziato paese: magari è stato colpito da un virus non identificato di alterazione psichica e nessuno se n’è accorto. Guardando alle stanze del potere ai tempi in cui i direttori generali al Tesoro erano Mario Draghi e Domenico Siniscalco, e sulla prima poltrona dell’Iri sedeva il grande boiardo democristiano Fabiano Fabiani, viene da chiedersi: cosa sta succedendo alla tecnocrazia italiana?
FRANCO FRATTINI E GIANNI LETTA NEL 2003 - FOTO LAPRESSE
Cosa diavolo è successo al primo piano di Palazzo Chigi per passare da Franco Frattini, Giuliano Amato, Gianni Letta a tale Giovambattista Fazzolari, un tipino che fino allo sbarco di Meloni premier nessuno conosceva? Del resto, fino al 2018, il “genio” della Fiamma ricopriva l’oscuro ruolo di dirigente di seconda fascia alla Regione Lazio.
Che è successo a via Goito, sede di Cassa Depositi e Prestiti (Cdp), holding pubblica che gestisce i circa 300 miliardi di euro di risparmio postale degli italiani, per ritrovarci vicedirettore generale, con ampie deleghe, dal personale e gli investimenti alla comunicazione, il 43enne Fabio Barchiesi?
giovanbattista fazzolari e giorgia meloni
E’ notizia di oggi che l’astro nascente del sistema di potere meloniano, “a coronamento di un percorso professionale di grande successo”, assume anche la carica di amministratore delegato di Cdp Equity, vale a dire la più importante società di Cdp (3,8 miliardi di euro il valore corrente di mercato).
Attenzione: Cdp Equity ha nel portafoglio il controllo sulla gestione delle grandi partecipate come Saipem, Fincantieri, Ansaldo, Webuild e Nexi. Ma anche le quote in Euronext, Autostrade per l’Italia, Open Fiber ed F2i, per un valore complessivo di circa 40 miliardi euro.
Una domandina si impone: come si fa a far ricoprire ruoli nevralgici di potere a un Barchiesi che non ha mai svolto il ruolo di amministratore delegato, nemmeno nel suo condominio, che balbetta un inglese appena scolastico e ha alle spalle un curriculum che un qualsiasi “head hunter” scarterebbe dopo la lettura di dieci righe?
La fortuna incontra il vispo e ambiziosissimo Barchiesi quando, come fisioterapista di Villa Stuart, incontra l’allora presidente del Coni Giovanni Malagò, malconcio dopo un infortunio, che a sua volta consiglia le sue "arti manipolatorie" a una serie di amici con le ossa in disordine, tra i quali Mario Draghi e molti esponenti di destra oggi al potere.
Finché nel 2015 Malagò lo promuove all'Istituto di medicina dello Sport, come responsabile della sezione “Business e Development”. Ma l’obiettivo di Barchiesi andava ben al di là dei posticini sportivi ma, per raggiungerli, all’ex fisioterapista occorreva un “pezzo di carta”.
E voilà! Il suo curriculum si gonfia come soufflè grazie a una laurea in Economia ottenuta, pensate un po’, presso la celeberrima e selettiva università telematica Unicusano, a cui si aggiunge una cattedra, a contratto, alla Link, l’illustrissima università di Vincenzo Scotti...
DARIO SCANNAPIECO GIOVANNI GORNO TEMPINI
Come contorno, master “intensivi” alla Luiss e alla Bocconi, fino al salto mozzafiato in Cdp, quando a casa di quel prezzemolone del potere romano di Fabio Corsico, il Bel Ami de’ noantri, incontra, fulminandolo, il Ceo e direttore generale di Cdp, Dario Scannapieco.
Nella mega-holding pubblica Barchiesi sbuca nel 2021 nello staff della segreteria di Scannapieco.
Gli occorrono appena 4 anni per diventare l’interlocutore privilegiato dei Fratelli di Palazzo Chigi. Secondo quanto sottolinea Gianni Dragoni sul “Fatto”, Barchiesi è “di fatto il numero uno grazie al rapporto strettissimo con il sottosegretario a Palazzo Chigi con delega all’Attuazione del programma di governo, Giovanbattista Fazzolari’’.
giorgia meloni e giancarlo giorgetti - question time alla camera
E’ successo che con il trionfale sbarco dell’Armata BrancaMeloni, con Fazzolari a dirigere le danze, il fragile equilibrio di potere che ha sempre governato Cdp, è saltato.
L’appetito insaziabile di potere della "Fiamma Magica" ha scavalcato fino allo stadio dell’irrilevanza la presenza del Ministero dell’Economia di Giorgetti, primo azionista di Cdp con oltre l’80 per cento, seguito dalle 67 Fondazioni bancarie, con una quota del 18,4% del capitale sociale.
malago con barchiesi ultimo a destra
Arrivano così le nomine, sotto il segno di Fazzolari, di Agostino Scornajenchi alla Snam, Giuseppina Di Foggia a Terna, Domenico Lombardi a capo del Fondo Italiano d’Investimento, fino al successo dell’autocandidatura di Barchiesi.
Oggi in Cdp Equity l’ex fisioterapista di Malagò prende il posto di Francesco Mele, un manager che ha iniziato la propria carriera anziché a Villa Stuart nel 1996 in Goldman Sachs nella divisione di investment banking, dove è rimasto per 14 anni, quindi è stato CFO del Monte dei Paschi di Siena e responsabile per le attività di investment banking per l’Italia di Nomura.
Con l’arrivo del nuovo regime, Mele ha preferito togliersi tra i piedi, nauseato dei diktat meloniani, trovando un posto di direttore amministrativo alla Campari.
Del resto, dall’arrivo al vertice di Barchiesi, sono stati almeno una quindicina i manager lontani dalla politica che si sono allontanati da Cdp: da Massimo Di Carlo a Davide Bertone. E una trentina di dipendenti hanno trovato lavoro presso il loro ex direttore generale Fabrizio Palermo all’Acea.
All’annuncio della nuova carica apicale di Barchiesi, lo sconcerto (eufemismo) è piombato nelle stanze di via XX Settembre dove, già all’inizio dell’anno, solo l’opposizione intransigente di Giorgetti negò a Fazzolari l’up-grading del suo pupillo alla carica di direttore generale e, come ricompensa, ottenne un bel bottino di deleghe.
Per il secondo azionista di Cdp, le Fondazioni bancarie guidate dal grande vecchio Giuseppe Guzzetti e da Giovanni Azzone e rappresentate dal presidente di Cdp, Gorno Tempini, all’ultima presa di potere del duplex Fazzo-Barchiesi, detta in soldoni, rappresenta “il più grosso scandalo politico-finanziario mai visto nel Belpaese”.
Eppure è solo grazie alla presenza delle Fondazioni se una delle principali istituzioni finanziarie a controllo pubblico non grava sul bilancio dello Stato italiano (lo status di Cdp è società per azioni).
CASSA DEPOSITI E PRESTITI - CDP
Ma quando scocca l’ora suprema del potere, vale a dire le nomine dei vertici delle società del gruppo, entra in ballo Palazzo Chigi e Mef e Fondazioni non toccano palla.
Va ammesso che le “interferenze” del governo sulle nomine Cdp sono sempre avvenute in passato. Ma i vari ministri del Mef (da Saccomanni a Gualtieri) e i rappresentanti delle Fondazioni avevano sempre mantenuto un filo diretto con Palazzo Chigi che portava a una trattativa e infine a un compromesso sui nomi dei vari candidati.
Paolo Perrone Giancarlo Giorgetti Francesco Soro - foto lapresse
Non è un mistero che fu il premier Draghi, primavera del 2021, a decidere la nomina al vertice di Cdp dell’allora vice presidente della Bei, Dario Scannapieco.
“Scanna” oggi si limita ad occuparsi dell’attività finanziaria e delle strategie di investimenti del gruppo, lasciando totale campo libero per le poltrone ai vertici delle società del gruppo a “Fazzo”, che ha trovato in Barchiesi l’interlocutore giusto al posto giusto.
giovanni malago e francesco soro foto mezzelani gmt052
Giunti a questo punto di irrilevanza, davanti a un’occupazione del potere così smodata, un certo sconcerto si è diffuso non solo nel Mef e Fondazioni ma anche negli ambienti politici, Forza Italia inclusa.
Giorgetti, che non ha mai “stimato” la gestione Scannapieco, ne ha piene le scatole di vedere Cdp ridotta a cagnolino scodinzolante dei Fratelli di Fazzolari ed ha sguinzagliato contro l’inarrestabile presa di potere di Barchiesi, il suo enfant prodige, anche lui proveniente dalla nidiata di Malagò, il baldo Francesco Soro, nominato lo scorso maggio Direttore Generale dell'Economia del Mef al posto di Marcello Sala (che ha le sue gatte da pelare per l'inchiesta della Procura di Milano sulla vendita del 15% di Mps agli amici della parrocchietta romana).
Giovanni Gorno Tempini Giiseppe Guzzetti Paolo Morerio e Carlo Messina
Un incarico cruciale quello affidato al 55enne avvocato romano, sposato con la figlia di Mariotto Segni, che in passato è stato ricoperto dai Draghi e dai Grilli, che ora dovrà vedersela con il suo ex compagno di spiaggia di casa Malagò, in quel di Sabaudia.
Dai "nipotini" di Guido Carli ai "figliocci" di Malagò, dalla “cena dei cretini” che attovagliava personaggi del calibro di Scalfari, Fabiani, Giorgio Ruffolo, Mario Pirani, Luigi Zanda e Alfredo Reichlin, come siamo arrivati all’”abbuffata dei Fazzisti”?
C'è un'amara vignetta di Altan per capire come è cambiato tutto o quasi, oggi. Con l'espressione stropicciata di uno che è appena uscito da una lavatrice, ecco un bebè che strilla alla cicogna: "Da chi mi porti?". E l'uccellone bianco, con l'occhio a mezz'asta, sospira: "Che te frega? Tanto son tutti stronzi uguali".
marcello sala
francesco soro e lucia segni foto mezzelani gmt001
fabio barchiesi
malago con barchiesi 2
Francesco Soro Giovanni Malago