giuseppe conte enrico letta

L’UNICO MIRACOLO DI LETTA: ESSERE RIUSCITO A RESUSCITARE CONTE – FALLITO IL PIANO DEM PER CANCELLARE IL M5S CHE RECUPERA CONSENSI (MENTRE IL PD CALA DI UN PUNTO) - L'UMORE DEI CANDIDATI DEL PD VA DAL PREOCCUPATO ALL'INFEROCITO: DICONO CHE LA STRATEGIA ELETTORALE DI ENRICO LETTA, COSÌ SCHIACCIATA A SINISTRA, È SCONCLUSIONATA E AUTOLESIONISTA. AVER IMBARCATO DI MAIO, CON L’ILLUSIONE DI SVUOTARE IL M5S, NON HA PRODOTTO RISULTATI…

Fausto Carioti per “Libero quotidiano”

 

GIUSEPPE CONTE ENRICO LETTA

I sondaggi e le reazioni che sta ricevendo anche in casa (l'umore dei candidati del Pd va dal preoccupato all'inferocito) dicono che la strategia elettorale di Enrico Letta, così schiacciata a sinistra, è sconclusionata e autolesionista. Eppure un senso, almeno all'origine, lo ha avuto.

 

È la decisione di aggredire e prosciugare il bacino elettorale dei Cinque Stelle per ridurre all'irrilevanza il loro movimento, presa dal segretario nel momento in cui ha deciso che non era il caso di ricomporre il rapporto con Giuseppe Conte, rimasto con la pistola fumante in mano dinanzi alla salma del governo Draghi.

 

«Letta scelse di andare a caccia dei voti del M5S, e non di quelli di Renzi e Calenda», spiegano ora al Nazareno, «per due ragioni molto semplici: lì ce n'erano molti di più da prendere, e il movimento di Grillo pareva destinato all'estinzione».

 

giuseppe conte enrico letta 2

 Tutto vero. Un mese fa, nella media dei sondaggi, a Conte e ai suoi era attribuito il 10,1% delle intenzioni di voto, in calo continuo dal settembre del 2019. Era facile, insomma, immaginare un M5S facile preda del Pd, se questo avesse fatto le mosse giuste.

 

PROMESSE MIRATE

Per agevolare la transizione dell'ex «punto fortissimo di riferimento di tutte le forze progressiste» (Zingaretti dixit) tra le salme della politica, Letta ha presentato un programma di governo fortemente spostato sui temi dei Cinque Stelle, ossia la crociata contro i combustibili fossili ed aiuti economici massicci alle famiglie più povere. Tanto da inserire, tra le promesse elettorali, un incremento del reddito di cittadinanza in favore dei nuclei numerosi o con figli minorenni e la fornitura, a tutte le «famiglie con redditi medi e bassi», di metà dell'energia elettrica in bolletta «a costo zero».

 

giuseppe conte enrico letta 1

Quindi ha imbarcato sul vascello del Pd, assieme a tanti ultrasinistri ed estremisti dell'ecologismo, Luigi Di Maio e i suoi, confidando che lo aiutassero a svuotare il serbatoio elettorale del M5S. Temi ed alleati scelti soprattutto per fare presa sugli elettori delle regioni del Sud, le uniche nelle quali i Cinque Stelle ancora hanno consensi rilevanti. Ma il disegno, ad oggi, risulta completamente fallito. Conte e i suoi non solo sono ben lontani dall'estinzione, ma recuperano consensi.

 

Il sondaggio Swg diffuso ieri attribuisce loro l'11,6% dei voti, in aumento di 1,2 punti rispetto agli inizi di agosto: un trend opposto rispetto a quello del Pd, che cede un punto secco ed è sempre più distante da Fdi. Mentre prossimo all'irrilevanza risulta essere Impegno Civico, il parti tino di Di Maio, che arranca all'1% e addirittura arretra (era all'1,2 all'inizio del mese). Gli altri istituti registrano numeri simili.

 

elly schlein giuseppe conte enrico letta

Nel Mezzogiorno, i Cinque Stelle si stanno rivelando avversari solidi. Nulla a che vedere con quel 50% dei voti che riuscirono a mietere nel marzo del 2018, per carità. Ma valori che in alcune aree si avvicinano comunque al 20%, «con picchi particolarmente alti», dicono ringalluzziti gli uomini di Conte, «a Napoli, Palermo e ovviamente in tutta la Puglia».

 

 L'accoglienza calorosa che quelle piazze riservano all'ex premier sembra confermare il nuovo equilibrio raggiunto dal suo movimento: percentuali umilianti, pure sotto al 5%, nelle regioni settentrionali, ma seconda forza dietro Fdi in zone, anche importanti, del Sud. Un partito definitivamente meridionalizzato, insomma, grazie anche alla promessa di rendere ancora più generoso il reddito di cittadinanza.

 

letta conte di maio

Segno che sulla spesa sociale facile, almeno laggiù, i Cinque Stelle sono ritenuti "garanti" più affidabili del Partito democratico, e che le parole e la faccia di Conte piacciono più di quelle di Letta. Mentre Di Maio, schierato per portare l'attacco in quei territori, non pare in grado di impensierire nessuno. Rivelatosi inutile ai fini della cancellazione dei grilli- -' ni, lo schiacciamento a sinistra è riuscito comunque ad impedire che il Pd potesse contendere voti in modo credibile al polo centrista di Carlo Calenda e Matteo Renzi, avvalorando quello che l'ex sindaco di Firenze ripete ogni giorno: «Letta le sta sbagliando tutte».

 

giuseppe conte enrico letta

APPUNTAMENTO AL 26

Non è finita, ovviamente. Al verdetto manca quasi un mese, ma nel Pd c'è già chi si fa scappare ragionamenti come questo: «Nel 2018 i sondaggi indicavano il partito di Renzi intorno al 22-23%, e finì con il 18%. Nel 2013 il Pd di Bersani veniva fotografato al 30%, ma alle urne prese il 25%. E se anche stavolta tra sondaggi e voto reale si registra la stessa differenza?». Paure e mugugni che nessuno ora rende pubblici, perché sarebbe come darsi la zappa sui piedi.

 

conte letta

Ma «di certo», avvertono lì dentro, «dopo il 25 settembre il pentolone dovrà essere aperto e tutto dovrà uscire fuori». La freddezza che i ministri Lorenzo Guerini e Dario Franceschini (agli antipodi rispetto al pasdaran Di Maio) stanno mantenendo riguardo ai temi elettorali di Letta non fa presagire nulla di buono per il segretario. In caso di batosta, avranno ottimi motivi per chiedere la sua testa sia quelli che sino all'ultimo gli hanno chiesto di allearsi con Conte, come il vicesegretario Beppe Provenzano, Andrea Orlando e Goffredo Bettini, sia i moderati come Guerini, che guardano alla ricomposizione con Renzi e Calenda e puntano a candidare Stefano Bonaccini alla segreteria.

GIUSEPPE CONTE CON ENRICO LETTA

Ultimi Dagoreport

sigfrido ranucci giovambattista fazzolari

DAGOREPORT - UCCI UCCI, TUTTO SUL CASO RANUCCI: DAI PRESUNTI CONTATTI DI SIGFRIDO CON I SERVIZI SEGRETI PER L'INCHIESTA DI "REPORT" SUL PADRE DI GIORGIA MELONI AL PEDINAMENTO DI SIGFRIDO, CHE COINVOLGEREBBE FAZZOLARI, IL BRACCIO DESTRO (E TESO) DI LADY GIORGIA – RANUCCI, OSPITE IERI SERA DI BIANCA BERLINGUER, HA PRECISATO, MA CON SCARSA CHIAREZZA, COSA E' ACCADUTO NELLE DUE VICENDE: “NON SONO STATO SPIATO DA FAZZOLARI. SO CHE È STATO ATTIVATO UN MECCANISMO PER CAPIRE CHI FOSSE IL NOSTRO INFORMATORE. SI TEMEVA FOSSE QUALCUNO DEI SERVIZI, MA NON È ACCADUTO” - SULL'ALTRA VICENDA DEL PEDINAMENTO: "NON SO SE SONO STATO SEGUITO MATERIALMENTE" – RIGUARDO L'ATTENTATO: "NON HO MAI PENSATO CHE DIETRO CI FOSSE UNA MANO POLITICA" - DAGOSPIA CERCA DI FAR LUCE SUI FATTI E I FATTACCI... - VIDEO

giorgia meloni marina berlusconi antonio tajani

DAGOREPORT – IL DESIDERIO DI FARSI INCORONARE REGINA D'ITALIA, PER IL MOMENTO, LA MELONA LO DEVE RIPORRE NEL CASSETTO DEI SOGNI - L’INDICAZIONE DEL NOME DEL PREMIER SULLA SCHEDA ELETTORALE, BOCCIATA DA TUTTI I PARTITI CHE NON INTENDONO FINIRE CANNIBALIZZATI DALLA MELONI, STA MANDANDO IN PEZZI FORZA ITALIA - TAJANI FA IL POSSIBILISTA E GLI AZZURRI ESPLODONO. LASCIAMO POI PERDERE LA FAMIGLIA DI ARCORE CHE VEDREBBE SPARIRE IL NOME BERLUSCONI DAL SIMBOLO DEL PARTITO - A MILANO SI VOCIFERA DI UN TERRIBILE SCAZZO AL CALOR BIANCO TRA UN TAJANI IN MODALITA' RIBELLE E CRISTINA ROSSELLO, VICINISSIMA A MARINA - L'IDEONA DI FARSI INCORONARE "SUA MAESTA' GIORGIA I" FA STORCERE IL NASO ANCHE AI VARI POTENTATI SOTTERRANEI DEI FRATELLINI D’ITALIA (LOLLOBRIGIDA-LA RUSSA-RAMPELLI)...

zaia stefani salvini meloni fico schlein de luca

DAGOREPORT – L'ESITO DELLE REGIONALI IN VENETO, CAMPANIA E PUGLIA E' GIA’ SCRITTO MA SARA' IMPORTANTISSIMO PER “PESARE” OGNI PARTITO IN VISTA DELLE STRATEGIE PER LE POLITICHE DEL 2027 – I VOTI DELLE VARIE LISTE POTREBBERO CAMBIARE GLI EQUILIBRI INTERNI ALLE COALIZIONI: SE IN CAMPANIA E PUGLIA LE LISTE DI DECARO E DI DE LUCA FARANNO IL BOTTO, PER L'EX ROTTAMATRICE DI ''CACICCHI'' ELLY SCHLEIN SAREBBE UNO SMACCO CHE GALVANIZZEREBBE LA FRONDA RIFORMISTA DEL PD - ANCHE PER CONTE, UN FLOP DEL SUO CANDIDATO ALLA REGIONE CAMPANIA, ROBERTO FICO, SCATENEREBBE LA GUERRIGLIA DEI GRILLINI CHE DETESTANO L'ALLEANZA COL PD - LADY GIORGIA TIENE D’OCCHIO LA LEGA: SE PRECIPITA NEI CONSENSI IN VENETO, DOVE E' STATA FATTA FUORI LA LISTA ZAIA, PROVEREBBE A SOSTITUIRE IL MALCONCIO CARROCCIO CON AZIONE DI CARLETTO CALENDA...

villa casa giorgia meloni antonio tajani matteo salvini

DAGOREPORT - AH, CHE STREGONERIA È IL POTERE: TRAFIGGE TUTTI. SOPRATTUTTO I PARVENU. E COSÌ, DA PALAZZO GRAZIOLI, CHE FU LA SEDE INFORMALE DI GOVERNO E DI BUNGA-BUNGA DI BERLUSCONI PREMIER, SIAMO PASSATI A "VILLA GRAZIOLI" CON LA NUOVA DOVIZIOSA DIMORA DELL’EX ABITANTE DELLA GARBATELLA, DOVE OCCUPAVA CON MADRE E SORELLA DUE DISGRAZIATE CAMERE E CUCINA - UN IMMOBILE CHE STA SOLLEVANDO UN POLVERONE DI POLEMICHE: VILLA O VILLINO? COL SOLITO AGOSTINO GHIGLIA CHE AVREBBE SOLLECITATO GLI UFFICI DELLA PRIVACY DI TROVARE UN MODO PER LIMITARE LE INFORMAZIONI DA RENDERE PUBBLICHE ALLA CAMERA, IN RISPOSTA A UN’INTERROGAZIONE DELLA BOSCHI SULLA RISTRUTTURAZIONE DELLA VILLA – LA SINDROME DI "IO SO' GIORGIA E NUN ME FIDO DE NESSUNO!" HA POI TRASFORMATO LA MAGIONE NEL SUO BUNKER PERSONALE, LONTANO DAGLI SGUARDI E ORECCHIE INDISCRETE CHE INFESTANO PALAZZO CHIGI - TUTTO BENE QUANDO VENGONO CHIAMATI A RAPPORTO I SUOI FEDELISSIMI, MOLTO MENO BENE QUANDO TOCCA AGLI ALTRI, AGLI “ESTRANEI” DELLA CONVENTICOLA MELONIANA. DAL CENTRO DI ROMA PER RAGGIUNGERE “VILLA GRAZIOLI” CI VOGLIONO, IN LINEA D’ARIA, BEN 40 MINUTI DI MACCHINA. ANCHE DOTATI DI SIRENE E LAMPEGGIANTI, È “UN VIAGGIO”…. - VIDEO

simone canettieri giorgia arianna meloni

DAGOREPORT - MASSÌ, CON I NEURONI SPROFONDATI NELLA IRRITABILITÀ PIÙ SCOSSA, ARIANNA MELONI AVEVA URGENTE BISOGNO, A MO’ DI SOLLIEVO, DELL’ARTICOLO DI DEBUTTO SUL “CORRIERONE” DI SIMONE CANETTIERI - MESSA DALLA SORELLA GIORGIA A CAPO DELLA SEGRETERIA DI FDI, ARIANNA NON NE HA AZZECCATA UNA - ALLA PARI DI QUALSIASI ALTRO PARTITO DI MASSA, OGGI FDI SI RITROVA ATTRAVERSATO DA UNA GUERRIGLIA INTESTINA FATTA DI COLPI BASSI, RIPICCHE E SPUTTANAMENTI, INTRIGHI E COMPLOTTI – DALLA SICILIA (CASINO CANNATA-MESSINA) A MILANO (AFFAIRE MASSARI-LA RUSSA), FINO AL CASO GHIGLIA-RANUCCI, DOVE IL FILO DI ARIANNA SI È ATTORCIGLIATO PERICOLOSAMENTE INTORNO AL COLLO - CHE LA SORELLINA NON POSSIEDA LA ‘’CAZZIMMA’’ DEL POTERE, FATTA DI SCALTREZZA E ESPERIENZA, SE N'E' AMARAMENTE ACCORTA ANCHE LA PREMIER. E PUR AMANDOLA PIÙ DI SE STESSA, GIORGIA L’AVREBBE CHIAMATA A RAPPORTO PER LE SCELTE SBAGLIATE: SE IL PARTITO VA AVANTI COSÌ, RISCHIA DI IMPLODERE… - VIDEO