casini prodi renzi

"LA DESTRA SI SCONFIGGE GRAZIE AL VOTO MODERATO" – CASINI SPIEGA COME SI BATTE LA MELONI (E STRONCA LE AMBIZIONI SBAGLIATE DELLA SCHLEIN DI FARE IL CANDIDATO PREMIER DEL CENTROSINISTRA) - “IN ITALIA, OGNI VOLTA CHE SI PONE UNA SCELTA NETTA TRA DESTRA E SINISTRA LA DESTRA TENDE A PREVALERE” – POI CITA IL MODELLO PRODI: “IL PROBLEMA È CHE, PER IL MOMENTO, NON SI VEDONO IN CIRCOLAZIONE CLONI ALTRETTANTO CREDIBILI” (SBAGLIATO: CHI MEGLIO DI CASINI?) – RENZI: “NON C'È PIÙ SPAZIO PER IL RIFORMISMO NEL PD. SERVE UN CONTENITORE RIFORMISTA. SE IL PROGETTO VA IN PORTO SI VINCONO LE ELEZIONI, ALTRIMENTI CI TOCCA VEDERE MELONI AL QUIRINALE..." - IL LIBRO

 

1 - CASINI IL FATTORE PRODI LA DESTRA SI SCONFIGGE GRAZIE AL VOTO MODERATO 

Da “la Repubblica” - Estratti

 

Pubblichiamo un estratto del nuovo libro dell'ex presidente della Camera "Al centro dell'aula" per le edizioni Il Mulino 

 

pier ferdinando casini 1

Romano Prodi è stato l'unico leader politico capace di sconfiggere per ben due volte Silvio Berlusconi. Ci è riuscito non solo grazie ad alcuni evidenti errori commessi dal centrodestra, ma anche per via di un suo carisma personale che gli ha permesso di intercettare e convincere una parte dell'elettorato moderato a considerarlo un'alternativa credibile. Oggettivamente, ciò che ha compiuto Prodi è stato un piccolo miracolo, ripetuto due volte. 

 

Su questo punto ho una convinzione generale: in Italia, ogni volta che si pone una scelta netta tra destra e sinistra – come in un referendum – la destra tende a prevalere. È una dinamica che si è vista anche negli anni della Democrazia Cristiana, quando non esisteva un vero contenitore politico di destra, a parte un Movimento Sociale allora marginale, e i voti moderati confluivano, per trascinamento, per lo più nella Dc.  

 

pier ferdinando casini libro cover

Per questa ragione, affinché il centrosinistra possa realmente affermarsi, è indispensabile la presenza di una componente moderata capace di fare la differenza. Quando invece l'asse si sposta troppo a sinistra, si genera un inevitabile squilibrio che rende la coalizione meno stabile e meno competitiva. 

 

Nel 1996 Prodi vince le elezioni, anche grazie al contributo determinante della lista Rinnovamento italiano, rivolta esplicitamente a convincere la componente liberaldemocratica erede dei partiti laici centristi, che ottiene quasi il 5%. Quella lista è guidata da Lamberto Dini che – vale la pena ricordarlo – era presidente del Consiglio ma precedentemente era stato ministro dell'Economia nel primo governo Berlusconi.  

 

Tuttavia, una volta in Parlamento, il peso politico crescente di Fausto Bertinotti e del suo partito, Rifondazione Comunista, crea un evidente squilibrio della coalizione fino alla caduta del governo Prodi nel 1998, seguita al ritiro dell'appoggio esterno da parte di Rifondazione.  

CASINI BY FORATTINI

 

L'intera parabola politica di Prodi è stata strettamente legata all'eterogeneità delle sue coalizioni, un problema che il centrosinistra si porta dietro ancora oggi: per essere competitivi è necessario riuscire a «compatibilizzare» in una stessa coalizione le componenti moderate con quelle di estrema sinistra. Allo stesso tempo, una semplice somma di sigle non basta se non vi è un'omogeneità di programma e non sempre questo obiettivo è possibile, soprattutto per quanto riguarda le politiche del lavoro e quelle relative al contesto internazionale. 

 

Lo si è visto chiaramente anche nel referendum dell'8-9 giugno 2025 promosso dalla Cgil e lo si vede giornalmente per quanto riguarda in particolare il tema dell'invasione russa dell'Ucraina. Certo, per il futuro la sfida che questa parte del Paese ha davanti è quella di associare, a un Pd forte e un M5S comunque rilevante, una componente moderata in grado di riequilibrare la coalizione. 

buttiglione casini berlusconi fini

 

Se negli anni Novanta e all'inizio degli anni Duemila, Romano Prodi ha potuto governare, è stato soprattutto per la sua intuizione dell'Ulivo e per la capacità di assorbire e ridurre questi contrasti sotto la sua leadership forte e rassicurante: cattolico «adulto», profondamente rappresentativo di una parte importante dei cattolici italiani, democratico cristiano senza mai essere stato coinvolto nelle logiche correntizie dell'ultima Dc, accademico di prestigio e uomo con fortissime relazioni internazionali, Romano è il modello dominante che ritorna ciclicamente nelle menti e nelle speranze del popolo di centrosinistra. Il problema è che, per il momento, non si vedono in circolazione cloni altrettanto credibili. 

ROMANO PRODI A OTTO E MEZZO

 

Berlusconi, dal canto suo, ha sempre rappresentato un fattore di coesione per il centrodestra, grazie anche alla forza della sua personalità e all'enorme influenza mediatica derivante dal controllo delle sue televisioni. Paradossalmente potremmo dire che è stato anche il collante più efficace delle opposizioni che, a lungo, si sono crogiolate nell'antiberlusconismo di comodo. È stato lui a dominare la scena politica della destra per anni e oggi quel ruolo è passato a Giorgia Meloni. 

 

Il centrosinistra, invece, ha spesso sofferto per le divisioni interne e le rivalità tra i suoi leader. Queste tensioni hanno contribuito, in due occasioni, alla caduta dei governi Prodi e ad altri episodi significativi – come la mancata elezione del Presidente della Repubblica nel 2013 – che hanno provocato un suo indebolimento complessivo. 

romano prodi elly schlein

 

2 - RENZI, NON C'È PIÙ SPAZIO PER IL RIFORMISMO NEL PD: 'SERVE UN CONTENITORE CHE VADA OLTRE ITALIA VIVA' 

(ANSA)  "O si vince al centro oppure governa la Meloni per dieci anni. Pd, 5Stelle e Avs stanno molto a sinistra. Schlein, per la quale ho rispetto perché ha vinto, a differenza di molti riformisti del Pd che non hanno mai avuto il coraggio di sporcarsi le mani, ha spostato il Pd a sinistra. Era il suo obiettivo. Ma non c'è più spazio per il riformismo nel Pd". Lo ha detto il leader di Italia Viva, Matteo Renzi, intervenendo da remoto al Linkiesta Festival. 

 

MATTEO RENZI PIERFERDINANDO CASINI - FOTO LAPRESSE

"Serve un contenitore di idee garantiste contro il giustizialismo, che abbassi le tasse contro il patrimonialismo, che su Europa e politica estera abbia una posizione chiara: questa è Casa Riformista - ha aggiunto Renzi -. Il mio compito in questa fase è mettere insieme persone: ci sono tanti sindaci, esponenti della società civile e di Italia Viva ma l'obiettivo è andare oltre Italia viva. Se il progetto va in porto si vincono le elezioni e Meloni torna all'opposizione, altrimenti ci tocca vedere Meloni al Quirinale". 

 

PIERFERDINANDO CASINI E MATTEO RENZI - FOTO LAPRESSE

Renzi ha poi risposto a una domanda sul rapporto con i Riformisti del Pd: "Molti di loro sono stati renziani quando era facile e c'era da prendersi incarichi, quando c'era da prendersi melma in faccia invece...

 

Sono legato a loro da molto affetto - ha spiegato -, non so cosa abbiano in testa ma penso che anche loro siano in difficoltà. Fare la guerra alla segretaria e logorarla dall'interno non mi pare una buona idea. Chi ha voglia di fare una sfida in nome del coraggio è benvenuto in questo percorso, chi invece vuole restare al calduccio a casa Pd ci resti ma ci risparmino le lamentele quando alla spartizione dei seggi rimarranno a bocca asciutta" 

pierferdinando casiniPIERFERDINANDO CASINI E MATTEO RENZI NEL 2009 - FOTO LAPRESSEpierferdinando casinigoffredo bettini pierferdinando casinipier ferdinando casini al concerto degli oasispier ferdinando casini al concerto degli oasis 1

 

 

roberto sergio pierferdinando casini (2)

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