ALLA LARGA DA TONINO - GRILLO CI RIPENSA: NIENTE ALLEANZA CON IDV - LA RIVOLTA DELLA BASE CONVINCE BEPPE (E DI PIETRO) AL DIETROFRONT: “CI STIAMO SUICIDANDO” - IL M5S PERDEREBBE TUTTI I VOTI PIDIELLINI IN LIBERA USCITA (E SONO TANTI) - TONINO SI ADEGUA E RIMETTE IN PISTA IL PARTITO – “MORTO DEI VALORI”, FACCI GODE: “DI PIETRO SI È COMPRATO DEGLI APPARTAMENTI CON DENARO PUBBLICO: SU QUESTO NON CI PIOVE E NON C’È SMENTITA CHE TENGA”…

1 - MORTO DEI VALORI
Filippo Facci per Libero

I fatti restano. Antonio Di Pietro si è comprato degli appartamenti con denaro pubblico: su questo non ci piove e non c'è smentita che tenga. Il meccanismo era questo: lui acquistava la casa con la sua società AnToCri, poi, subito dopo l'acquisto, la affittava all'Italia dei Valori (che era sempre lui) per una cifra che andava a coprire e superare la rata mensile del mutuo che intanto aveva acceso.

Di Pietro cioè affittava a Di Pietro, ma i soldi - dettaglio - erano quelli del finanziamento pubblico, cioè dei contribuenti. In un caso, il partito - sempre coi soldi pubblici - la casa gliel'ha anche comprato, Di Pietro, coi soldi pubblici? Sicuramente cinque: a Milano, Bergamo, Roma (due, ci risulta) e Busto Arsizio. E l'eredità Borletti? Semplice: la vedova Borletti gli lasciò dei soldi, incassati quando già faceva politica con Prodi, per costituire «un centro che possa offrire un'assistenza legale, sia effettiva che preventiva, al cittadino più indifeso».

La vedova lo mise per iscritto. Di Pietro se n'è fottuto e ci si è comprato degli appartamenti. Questi sono i fatti, che scriviamo da anni: Report o non Report. I dettagli li forniamo quando vuole. Provi a querelare, se ci riesce. Da vivo, se ci riesce.

2- GRILLO CI RIPENSA: NIENTE ALLEANZA CON IDV
Fabio Martini per "la Stampa"

Un giorno è morta, un giorno rinasce. L'Italia dei Valori segue l'umore cangiante del suo leader, Antonio Di Pietro, e dunque domenica 4 novembre, passerà nella storia interna del partito come il giorno della rinascita: «L'Idv sarà presente alle prossime elezioni politiche, lo scioglimento è una boiata».

Ma nell'annunciare la resurrezione di un partito che, due giorni fa in una intervista al "Fatto quotidiano", lui stesso aveva dato per «morto», Di Pietro è costretto a smentire una indiscrezione che andava in una direzione opposta: «Leggendo la solita "Unità" - scrive Tonino sul suo blog e facendo finta di ascoltare il solito TG4, ho appreso che avrei lasciato al proprio destino l'Italia dei Valori per fondare un nuovo partito, di cui addirittura avrei già pronto il simbolo di colore viola che racchiude semplicemente la parola "Basta": ovviamente io non ne so nulla».

L'«ovviamente» non deve risultare così ovvio ai partecipanti alla riunione dell'Ufficio politico dell'Idv che cinque giorni fa in una riunione a porte chiuse, avevano assistito ad una scena eloquente: Di Pietro, dopo aver ripetuto per l'ennesima volta negli ultimi tre mesi che «l'Idv va superato», ha tirato fuori una cartellina, mostrando a tutti il bozzetto di un nuovo simbolo sul quale campeggiava una scritta destinata a sostituire l'attuale nome del partito: Basta.

Dopo quella proposta così innovativa di azzeramento dell'Idv - che tutti i notabili avevano bocciato - era arrivato l'endorsement di Beppe Grillo a favore di Di Pietro Capo dello Stato, una mossa che lasciava immaginare una radicale svolta nella storia dell'Idv, un'alleanza con il Cinque Stelle.

Ma anche questo scenario si è (almeno per ora) oscurato. Dietro c'è un intreccio di calcoli e pressioni, ma anche una ragione per certi versi sorprendente: Grillo ha capito che il matrimonio con Tonino non gli conviene. Da almeno un anno la predicazione grillesca è a tutto campo, è rivolta ad elettori di tutti gli schieramenti, con risultati corposi, come confermano gli studi sui flussi di voto.

Grillo, che ormai non parla quasi più dello «psiconano» Berlusconi, pesca a piene mani nell'elettorato leghista e anche in quello berlusconiano e deve aver avvertito che il suo accostamento ad un personaggio come Di Pietro che oramai vive di solo anti-berlusconismo, potrebbe nuocergli. Ma anche tra gli elettori di sinistra radicale, Di Pietro oramai è considerato un personaggio nel sistema.

Grillo se ne è accorto leggendo il suo blog: le risposte alla proposta di Tonino presidente della Repubblica sono un coro di no. Scorrendo ieri sera il rullo degli ultimi commenti: «Di Pietro proprio no», «Ci stiamo suicidando», «il concetto del meno peggio non va», «che delusione», «caro Beppe dopo questa sortita, perderai un bel po' di voti», «Beppe, il sole della nostra Sicilia, ti ha colpito in testa?», «al posto di una casta in doppiopetto una casta all'amatriciana?».

E via di questo passo. L'eco di questi commenti deve aver raggiunto, oltreché Grillo anche Di Pietro, consigliandogli il "contrordine compagni" di ieri pomeriggio. Alla luce dell'ennesima svolta di Tonino, potrebbe decongestionarsi anche la riunione congiunta dei gruppi parlamentari prevista per mercoledì: per uno dei tanti paradossi della politica sembrava dovesse finire sotto "processo" il capogruppo Massimo Donadi, che in questi giorni aveva predicato continuità tra la "vecchia" e la "nuova" Idv e la linea politica di alleanza col centrosinistra che ora Di Pietro sembra voler ribadire.

 

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