
PER SOPRAVVIVERE, LECORNU PIAZZA UNA BOMBA SUI CONTI GIA’ TRABALLANTI DELLA FRANCIA – IL PREMIER VOLUTO DA MACRON SOSPENDE LA RIFORMA DELLE PENSIONI PER CONQUISTARE LA “NON SFIDUCIA” DEI SOCIALISTI. LA BORSA DI PARIGI CHIUDE IN RIALZO, MA IL MARGINE PER "IL MONACO SOLDATO" MACRONIANO RESTA ANCORA STRETTO. DOMANI L’ASSEMBLEA NAZIONALE VOTERÀ LE DUE MOZIONI DI CENSURA DI LE PEN E MELENCHON CHE MIRANO AD AFFOSSARE IL GOVERNO – LECORNU HA SPACCATO IL FRONTE GOLLISTA: UNA PARTE DEI REPUBLICAINS HA ACCETTATO INCARICHI MINISTERIALI E PROMESSO SOSTEGNO AL PREMIER. L’ALTRA CORRENTE, FEDELE A RETAILLEAU, FLIRTA CON L’ESTREMA DESTRA E...
Anais Ginori per repubblica.it - Estratti
«Sospensione». Era la parola che i socialisti aspettavano e che Sébastien Lecornu ha pronunciato ieri in aula. «Proporrò al parlamento di sospendere la riforma del 2023 fino alle elezioni presidenziali», ha detto il premier, accettando di mettere da parte la legge sul sistema previdenziale approvata due anni fa tra le proteste.
sebastien lecornu emmanuel macron
«Non ci sarà alcun aumento dell’età pensionabile fino a gennaio 2028», ha precisato Lecornu, rimandando il dibattito sull’equilibrio del sistema previdenziale alla prossima presidenziale. Chi entrerà all’Eliseo nel 2027 si ritroverà sul tavolo una questione socialmente esplosiva. Intanto, con un clamoroso dietrofront, Lecornu è riuscito a conquistarsi la “non sfiducia” dei socialisti sperando così di restare in carica dopo aver già battuto ogni record, con il suo primo esecutivo durato appena quattordici ore.
Domani l’Assemblea nazionale voterà le due mozioni di censura che mirano ad affossare il governo. La prima, del Rassemblement National, non sarà votata dalla gauche. Marine Le Pen ieri ha accusato la sinistra di essersi «venduta» al macronismo.
EMMANUEL MACRON ALLE PRESE CON LECORNU - MEME BY EMILIANO CARLI
La seconda mozione viene dalla France Insoumise, che non si accontenta della sospensione della riforma. Il movimento di Jean-Luc Mélenchon potrebbe ricevere i voti del partito di Le Pen, determinata a sfiduciare qualsiasi governo pur di tornare alle urne. Tutto si gioca sui 69 deputati socialisti. «È una nostra vittoria», ha sottolineato il capogruppo del Ps, Boris Vallaud a proposito della rinuncia del governo sulle pensioni, precisando che i suoi deputati non daranno comunque un assegno in bianco al governo per la Finanziaria. Se i socialisti resteranno compatti, l’esecutivo nominato domenica scorsa potrà salvarsi, ma solo per una manciata di voti e in un contesto politico sempre più teso.
sebastien lecornu emmanuel macron
La crisi del primo governo Lecornu ha segnato la rottura definitiva con i Républicains dove è guerra aperta tra il presidente Bruno Retailleau e il capogruppo Laurent Wauquiez. Una parte della destra neogollista, incurante delle direttive di partito, ha accettato incarichi ministeriali e promesso sostegno al premier. L’altra corrente, fedele a Retailleau, flirta con l’estrema destra e grida al tradimento. Nel campo macroniano, Gabriel Attal, ex premier e ora leader di Renaissance, ha criticato lo stop alla riforma, accusando il governo di «cedere al ricatto della sinistra». La «censura», che negli ultimi mesi ha già spazzato via due governi, sembra allontanarsi, ma i franchi tiratori restano una minaccia.
(...) Poco prima dell’annuncio, l’economista Philippe Aghion, insignito lunedì del Nobel per l’Economia, aveva lanciato un appello a Macron per sospendere la riforma delle pensioni e scongiurare nuove elezioni anticipate. «Un’altra sfiducia sarebbe drammatica. I tassi d’interesse salirebbero, lo spread si allargherebbe», ha spiegato Aghion. L’Eliseo sembra aver ascoltato. E ieri la Borsa di Parigi ha chiuso in rialzo, trainata dai titoli bancari, mentre i rendimenti dei titoli di Stato sono scesi.
Lecornu ha spiegato che la sospensione costerà 400 milioni di euro nel 2026 e 1,8 miliardi nel 2027. «Dovrà essere compensata da misure di risparmio – ha aggiunto – perché non può tradursi in un deficit più elevato». Nella Finanziaria approvata ieri dal consiglio dei ministri, Lecornu punta a ottenere oltre 30 miliardi di risparmi e a riportare il deficit al 4,7% del Pil nel 2026.
Il governo ha inserito alcune misure richieste dalla sinistra, come la proroga della tassa eccezionale sui redditi superiori ai 250mila euro e l’imposta sulle holding patrimoniali, ma anche provvedimenti che i socialisti giudicano «inaccettabili», come il taglio ai rimborsi medici. Se Lecornu sopravviverà alle mozioni di sfiducia di domani, la battaglia per approvare la Finanziaria sarà un nuovo, pericoloso banco di prova.