verdini

1. UN LIBRO RACCOGLIE LE ULTIME CONFESSIONI DI LICIO GELLI: “DENIS VERDINI? NON POSSO DIRE CHE MI STIA SIMPATICO. ANZI, È LA PIÙ GROSSA DELUSIONE CHE MI HA DATO BERLUSCONI” 2. SULL’INGRESSO NELLA P2 DEL CAVALIERE: “L’INIZIAZIONE È AVVENUTA A ROMA, IN VIA DEI CONDOTTI, NEI 500 METRI QUADRI DI SEDE CAPITOLINA. A CERIMONIA CONCLUSA, LA PIACEVOLE SERATA PROSEGUÌ CON UNA CENA INTIMA IN UNO DEI FAMOSI LOCALI DELLA CAPITALE”

Pietro Di Leo per Il Tempo

 

VERDINI RENZIVERDINI RENZI

Un Licio Gelli per nulla auto commiserante e ancora arguto nonostante l’età. È quello che emerge dal libro Loggia P2. Una storia unica (Acar Edizioni). Autore è Mirko Crocoli, giornalista che ha incontrato frequentemente il Venerabile negli ultimi due anni della sua vita, ultimi giorni compresi. Scoprendolo ancora molto attivo e dedito a ricevere gente.

 

UN GIOVANE LICIO GELLI UN GIOVANE LICIO GELLI verdini berlusconiverdini berlusconiRENZI VERDINI BERLUSCONIRENZI VERDINI BERLUSCONI

«Un bel via vai», racconta Crocoli, «l’agenda giornaliera sembrava ricca di impegni». Molte anche le telefonate di «persone tutt’ora influenti». Crocoli ricorda che una volta Gelli, dopo aver buttato giù, gli confessò che di là della cornetta c’era «un Governatore Regionale, un nome molto noto». «Ci sentiamo spesso – gli rivelò - siamo buoni amici e di tanto in tanto mi chiede un consiglio».

 

Quel che esce dal libro è un ritratto degli ultimi settant’anni di storia, nato dalle parole di un uomo dipinto dalla cronaca come Alfa e Omega dei complotti più recenti. Ne proponiamo alcuni passaggi.

 

 

P2, Gladio e l’«Anello»

licio gelli licio jedilicio gelli licio jediVILLA WANDA DI LICIO GELLI VILLA WANDA DI LICIO GELLI

«La segretezza della Loggia era lecita, legittima e approvata dai vertici, così come l’intero sistema massonico», spiega Gelli. La finalità? La ricostruisce Crocoli, interpretando la testimonianza del Venerabile: «MI diceva che era mero scopo politico, in un periodo in cui il pericolo dell’Unione Sovietica e l’ascesa del Comunismo in terra d’Italia era serio e realmente concreto”»

 

Stando alla narrazione di Gelli, poi, la P2 non era la sola organizzazione di questo tipo: «Io avevo la P2, Cossiga la Gladio e Andreotti l’Anello». L’Anello? Già. Viene definito «un’organizzazione quasi sconosciuta, una sorta di servizio segreto parallelo e clandestino, possibile anello di congiunzione tra i servizi segreti e la società civile».

 

 

L’uccisione di Moro

«Il tentato compromesso con il Pci lo ha ucciso!», rivela Gelli, «e non solo per volontà delle BR ma anche perché probabilmente l’accordo italiano infastidiva sia Washington che Mosca». Tuttavia riconosce che Cossiga tentò all’ultimo di salvarlo, ostacolato dalle diverse correnti della Dc.

 

 

La cena di Berlusconi

Crocoli riporta il racconto di Gelli sull’ingresso nella P2 del Cavaliere: «L’iniziazione è avvenuta a Roma, in via dei Condotti, nei 500 metri quadri di sede capitolina. A cerimonia conclusa, la piacevole serata proseguì con una cena intima in uno dei famosi locali della Capitale a cui parteciparono dai 5 ai 6 commensali, il giornalista (...) in primis».

 

 

VILLA WANDA DI LICIO GELLI VILLA WANDA DI LICIO GELLI

Dalla Chiesa abbandonato

Anche il generale, ucciso a Palermo nell’82 dove era Prefetto, apparteneva agli elenchi della P2. Gelli lo ricorda così: «Spadolini (all’epoca dell’assassinio premier n.d.r) lo ha mandato a morire da solo in Sicilia, senza un minimo di appoggio delle nostre istituzioni… quell’omicidio poteva essere evitato».

 

 

Tra Craxi e il Garofano.

LICIO GELLI A VILLA WANDA LICIO GELLI A VILLA WANDA

Anche l’apogeo del Psi è affrontato da Gelli. Crocoli ne riporta la conferma del suo appoggio, «tramite alcuni istituti di Credito vicini a Propaganda 2, nei confronti delle casse deboli e in rosso del Partito Socialista. Era l’Epoca di Silvano Larini e del ‘conto protezione’”. Quanto a Craxi, Gelli lo ricorda così: «Qualsiasi cosa fatta per l’amico Bettino è stata ben fatta poiché era un partito che attirava gli interessi di molti e poteva contare su un bacino elettorale significativo».

 

P3 e P4, Bisignani e Verdini

LICIO GELLI TESSERA PDUE LICIO GELLI TESSERA PDUE

Sulle presunte organizzazioni simili alla P2, oggetto negli ultimi anni di inchieste giudiziarie, Gelli è chiaro: «nessuna consequenzialità con la P2 e nessuna Super Loggia è mai più esistita dopo la mia». Sui protagonisti di queste vicende, rivela solo di aver «indirizzato un giovanissimo Bisignani alla corte dell’onorevole Stammati». Quanto a Denis Verdini, il giudizio è lapidario: «Non posso dire che mi stia simpatico, anzi, tutt’altro. È la più grossa delusione che mi ha dato Silvio Berlusconi».

 

2. TOGHE E GREMBIULINI - LICIO GELLI E LA SUA GRANDE PASSIONE PER I MAGISTRATI - LA SUA RICETTA PER LA GIUSTIZIA? STIPENDI PIÙ ALTI - “COME PRETENDERE IMPARZIALITÀ DA MAGISTRATI FRUSTRATI, COMPLESSATI E PAGATI MALISSIMO”

LICIO GELLI CARTA IDENTITA LICIO GELLI CARTA IDENTITA

 

Pietro De Leo per Il Tempo

 

Ampi passaggi di «Loggia P2. Una storia unica» (il libro del giornalista Mirko Crocoli edito da Acar Edizioni ndr ) sono dedicati all’analisi che fa Licio Gelli sulla Magistratura. «La politica – dice - non ascolta. Fa orecchi da mercante. Troppe volte abbiamo assistito al vergognoso teatrino tra i PM e gli organi giudicanti (…) Spesso – continua Gelli - l’accusa rappresentata da un magistrato parla, va a cena, si diverte o perfino fa l’amore con il Giudice dello stesso processo. La controparte della difesa, in questo assurdo contesto, parte sicuramente svantaggiata».

LICIO GELLI E ANDREOTTI LICIO GELLI E ANDREOTTI

 

Separazione delle carriere, una necessità

«Se fosse per me e per il mio piano R (piano di rinascita democratica ndr ) che non hanno voluto ascoltare - proponeva Gelli - Magistrati e Giudici li obbligherei a farli lavorare in tutt’altri palazzi, senza mai incontrarsi per nessuna ragione né conoscersi».

 

Giustizia e politica, un rapporto perverso

Nel libro, poi, compare anche un’analisi, scritta dal Venerabile tempo addietro, sul sistema giudiziario e i rapporti tra magistratura e politica. Una disamina che, a distanza di anni, risulta ancora attuale. «Le crisi di governo – osservava Gelli - avvengono al di fuori del Parlamento, che non riesce a legiferare ed è diventato un mercato d’affari, dove si fa tutto tranne quanto stabilito dalla Costituzione. Mancando il legislatore, ecco allora un altro potere, la Magistratura, prenderne il posto con arroganza, non limitandosi più ad applicare le leggi, ma sostituendosi ad esse».

denis verdini con la moglie denis verdini con la moglie

 

Faziosità e protagonismo dei magistrati

«I nostri magistrati, sempre fatte le debite eccezioni – argomentava Gelli - sono ammalati di protagonismo, guidano una giustizia non uguale per tutti, ma troppo spesso faziosa in chiave politica come in chiave amministrativa. E si prestano a blitz di parte, dietro ordini di fazioni politiche, arrestando cittadini innocenti che avranno giustizia dopo decenni, o imbastendo polveroni per demonizzare questo o quel personaggio, questa o quella istituzione e riuscendo quasi sempre nell’intento».

LICIO GELLI BERLUSCONI LICIO GELLI BERLUSCONI

 

Gli errori della casta arrogante

«Quanti sono - si chiedeva Gelli - gli uomini e gli enti rovinati dalla furia di certi magistrati e dal loro protagonismo? Gli italiani, rendendosi conto di questo potere assoluto affidato ad una casta intoccabile, avevano votato, con un referendum, a stragrande maggioranza la responsabilità civile del giudice in caso di errore grave. Ebbene, i cittadini sono stati raggirati ancora una volta e tra mille fumisterie è passata una legge che contraddice il senso del referendum e dà ai magistrati ancora più potere e ancora più immunità». Il Venerabile poi ragionava: «Se un chirurgo sbaglia un intervento, viene condannato a pagare anche duramente (…) Proprio noi dobbiamo mantenere una casta arrogante, senza controllo alcuno, che può modificare gli equilibri politici e sociali, provocare danni irrimediabili, senza doverne rispondere allo Stato e a tutti i cittadini?»

CROZZA - VERDINI CROZZA - VERDINI

 

Csm da spazzare via

Gelli definiva l’organo di autogoverno della magistratura «anch’esso totalmente lottizzato e politicizzato,con uomini indicati dai partiti e che dei partiti devono fare l’interesse. Un organo che andrebbe spazzato via (…)». Una diagnosi spietata, quella di Gelli, che però si premura di offrire anche la terapia.

 

GELLIGELLI

La soluzione? Ai magistrati stipendi più alti

«Per curare i mali della giustizia - spiegava - bisogna che i magistrati siano estranei alla politica e ai partiti. Se qualcuno di essi vuole militare in una fazione, prima deve andarsene dalla magistratura o esserne cacciato. I magistrati devono essere persone oneste e dignitose». Strumento indispensabile per raggiungere l’obiettivo, però, è che «lo Stato dia compensi giusti a uomini che debbono gestire tanta responsabilità, e copra tutte le disfunzioni di organizzazione, di strutture, di personale, in modo seriamente adeguato.

 

denis verdinidenis verdini

Come pretendere imparzialità da certi magistrati frustrati e complessati, pagati malissimo, senza nemmeno una macchina da scrivere o un cancelliere e con davanti la tentazione della bustarella del singolo potente o addirittura la connivenza con organizzazioni criminali? Quella del magistrato è sì una missione - concludeva il Venerabile - ma deve essere sostenuta con forza da uno stato che, attualmente, spende meno per la Giustizia di quanto non spenda in bilancio per la Rai/Tv».

LICIO GELLI LICIO GELLI

 

Ultimi Dagoreport

elly schlein pina picierno stefano bonaccini giorgio gori lorenzo guerini giuseppe conte pd

DAGOREPORT – OCCHIO ELLY: TIRA UNA BRUTTA CORRENTE! A MILANO, LA FRONDA RIFORMISTA AFFILA LE LAME: SCARICA QUEL BUONO A NIENTE DI BONACCINI, FINITO APPESO AL NASO AD APRISCATOLE DELLA DUCETTA DEL NAZARENO – LA NUOVA CORRENTE RISPETTA IL TAFAZZISMO ETERNO DEL PD: LA SCELTA DI LORENZO GUERINI A CAPO DEL NUOVO CONTENITORE NON È STATA UNANIME (TRA I CONTRARI, PINA PICIERNO). MENTRE SALE DI TONO GIORGIO GORI, SOSTENUTO ANCHE DA BEPPE SALA – LA RESA DEI CONTI CON LA SINISTRATA ELLY UN ARRIVERÀ DOPO IL VOTO DELLE ULTIME TRE REGIONI, CHE IN CAMPANIA SI ANNUNCIA CRUCIALE DOPO CHE LA SCHLEIN HA CEDUTO A CONTE LA CANDIDATURA DI QUEL SENZAVOTI DI ROBERTO FICO - AD ALLARMARE SCHLEIN SI AGGIUNGE ANCHE UN SONDAGGIO INTERNO SECONDO CUI, IN CASO DI PRIMARIE PER IL CANDIDATO PREMIER, CONTE AVREBBE LA MEGLIO…

affari tuoi la ruota della fortuna pier silvio berlusconi piersilvio gerry scotti stefano de martino giampaolo rossi bruno vespa

DAGOREPORT - ULLALLÀ, CHE CUCCAGNA! “CAROSELLO” HA STRAVINTO. IL POTERE DELLA PUBBLICITÀ, COL SUO RICCO BOTTINO DI SPOT, HA COSTRETTO PIERSILVIO A FAR FUORI DALLA FASCIA DELL’''ACCESS PRIME TIME” UN PROGRAMMA LEGGENDARIO COME “STRISCIA LA NOTIZIA”, SOSTITUENDOLO CON “LA RUOTA DELLA FORTUNA”, CHE OGNI SERA ASFALTA “AFFARI TUOI” – E ORA IL PROBLEMA DI QUELL’ORA DI GIOCHINI E DI RIFFE, DIVENTATA LA FASCIA PIÙ RICCA DELLA PROGRAMMAZIONE, È RIMBALZATO IN RAI - UNO SMACCO ECONOMICO CHE VIENE ADDEBITO NON SOLO AL FATTO CHE GERRY SCOTTI SI ALLUNGHI DI UNA MANCIATA DI MINUTI MA SOPRATTUTTO ALLA PRESENZA, TRA LA FINE DEL TG1 E L’INIZIO DI “AFFARI TUOI”, DEL CALANTE “CINQUE MINUTI” DI VESPA (CHE PER TENERLO SU SONO STATI ELIMINATI GLI SPOT CHE LO DIVIDEVANO DAL TG1: ALTRO DANNO ECONOMICO) - ORA IL COMPITO DI ROSSI PER RIPORRE NELLE TECHE O DA QUALCHE ALTRA PARTE DEL PALINSESTO IL PROGRAMMINO CONDOTTO DALL’OTTUAGENARIO VESPA SI PROSPETTA BEN PIÙ ARDUO, AL LIMITE DELL’IMPOSSIBILE, DI QUELLO DI PIERSILVIO CON IL TOSTO ANTONIO RICCI, ESSENDO COSA NOTA E ACCLARATA DEL RAPPORTO DIRETTO DI VESPA CON LE SORELLE MELONI…

antonio pelayo bombin juan carlos

DAGOREPORT: COME FAR FUORI IL SACERDOTE 81ENNE ANTONIO PELAYO BOMBÌN, CELEBERRIMO VATICANISTA CHE PER 30 ANNI È STATO CORRISPONDENTE DELLA TELEVISIONE SPAGNOLA "ANTENA 3", CUGINO DI PRIMO GRADO DELL’EX RE JUAN CARLOS? UN PRETE CHE A ROMA È BEN CONOSCIUTO ANCHE PERCHÉ È IL CONSIGLIERE ECCLESIASTICO DELL'AMBASCIATA SPAGNOLA IN ITALIA, VOCE MOLTO ASCOLTATA IN VATICANO, CAPACE DI PROMUOVERE O BLOCCARE LA CARRIERA DI OGNI ECCLESIASTICO E DI OGNI CORRISPONDENTE SPAGNOLO – PER INFANGARLO È BASTATA UNA DENUNCIA AI CARABINIERI DI ROMA DI UN FINORA NON IDENTIFICATO CRONISTA O PRODUCER DI REPORT VATICANENSI CHE LO ACCUSA DI VIOLENZA SESSUALE, IMPUTAZIONE DIVENTATA NELLA DISGRAZIATA ERA DEL METOO L’ARMA PIÙ EFFICACE PER FAR FUORI LA GENTE CHE CI STA SUL CAZZO O PER RICATTARLA – IL POVERO PELAYO È FINITO IN UN TRAPPOLONE CHE PUZZA DI FALSITÀ PIÙ DELLE BORSE CHE REGALA DANIELA SANTANCHÉ E DELLE TETTE DI ALBA PARIETTI – IL SOLITO E BIECO SCHERZO DA PRETE, PROBABILMENTE USCITO DALLE SACRE MURA DELLA CITTÀ DI DIO…

giorgia meloni gennaro sangiuliano

DAGOREPORT - LE RESURREZIONI DI “LAZZARO” SANGIULIANO NON SI CONTANO PIÙ: “BOCCIATO” DA MINISTRO, RIACCIUFFATO IN RAI E SPEDITO A PARIGI, ORA SBUCA COME CAPOLISTA ALLE REGIONALI CAMPANE - ESSÌ: DIVERSAMENTE DAGLI IRRICONOSCENTI SINISTRATI, A DESTRA LA FEDELTÀ NON HA SCADENZA E GLI AMICI NON SI DIMENTICANO MAI - DURANTE I TRE ANNI A PALAZZO CHIGI, IL “GOVERNO DEL MERITO COME ASCENSORE SOCIALE” (COPY MELONI) HA PIAZZATO UNA MAREA DI EX DEPUTATI, DIRIGENTI LOCALI, TROMBATI E RICICLATI NEI CDA DELLE AZIENDE CONTROLLATE DALLO STATO - COME POTEVA LA STATISTA DELLA GARBATELLA DIMENTICARE SANGIULIANO, IMMARCESCIBILE DIRETTORE DEL TG2 AL SERVIZIO DELLA FIAMMA? IL FUTURO “GENNY DELON” ‘’ERA SALITO TALMENTE TANTO NELLE GRAZIE DELLA FUTURA PREMIER DA ESSERE CHIAMATO A SCRIVERE PARTE DEL PROGRAMMA DEI MELONIANI, INVITATO A CONVENTION DI PARTITO E, ALLA FINE, RICOMPENSATO ADDIRITTURA CON UN POSTO DI GOVERNO’’ - E’ COSÌ A DESTRA: NESSUNA PIETÀ PER CHI TRADISCE, MASSIMO PRONTO SOCCORSO PER CHI FINISCE NEL CONO D’OMBRA DEL POTERE PERDUTO, DOVE I TELEFONINI TACCIONO E GLI INVITI SCOMPAIONO… - VIDEO

giorgia meloni sigfrido ranucci elly schlein bomba

DAGOREPORT – DOBBIAMO RICONOSCERLO: GIORGIA MELONI HA GESTITO IN MANIERA ABILISSIMA IL CASO DELL'ATTENTATO A RANUCCI, METTENDO ANCORA UNA VOLTA IN RISALTO L'INETTITUDINE POLITICA DI ELLY SCHLEIN - GETTARE INDIRETTAMENTE LA RESPONSABILITA' DELL'ATTO TERRORISTICO ALLA DESTRA DI GOVERNO, COME HA FATTO LA SEGRETARIA DEL PD, È STATA UNA CAZZATA DA KAMIKAZE, ESSENDO ORMAI LAMPANTE CHE LE BOMBE SONO RICONDUCIBILI AL SOTTOMONDO ROMANO DEL NARCOTRAFFICO ALBANESE, OGGETTO DI UN'INCHIESTA DI "REPORT" - E QUELLA VOLPONA DELLA PREMIER HA RIBALTATO AL VOLO LA FRITTATA A SUO VANTAGGIO: HA CHIAMATO RANUCCI PER MANIFESTARGLI SOLIDARIETÀ E, ANCORA PIÙ IMPORTANTE, HA INVIATO TRE AUTOREVOLI ESPONENTI DI FRATELLI D’ITALIA (TRA CUI BIGNAMI E DONZELLI) ALLA MANIFESTAZIONE INDETTA DAL M5S PER RANUCCI E LA LIBERTÀ DI STAMPA - DOPO L’ATTENTATO, NESSUNO PARLA PIÙ DI UN POSSIBILE PASSAGGIO DI "REPORT" A LA7: SIGFRIDO, ORA, È INTOCCABILE… - VIDEO