LODO NAZARENO – REATI FISCALI NON PUNIBILI SOTTO IL 3% DELL’IMPONIBILE E IL BANANA TORNA A SPERARE – CON LA NUOVA LEGGE POTRÀ CHIEDERE UN INCIDENTE DI ESECUZIONE, FARSI REVOCARE LA CONDANNA E TORNARE SUBITO ELEGGIBILE. CON TANTI SALUTI ALLA LEGGE SEVERINO
1.”Evasione, scoppia il caso del 3% L’ipotesi: applicabile a Berlusconi”
di Corinna De Cesare Luigi Ferrarella per “Il Corriere della Sera”
Silvio Berlusconi di nuovo incensurato e in politica? Dipende dall’interpretazione di cinque parole del decreto legislativo del governo Renzi sul Fisco. Cinque parole che non modificano l’articolo di legge sulla frode fiscale e nella sua struttura non introducono direttamente alcuna soglia, ma per una complessiva tipologia di reati (tra cui la frode) si limitano a prevedere a titolo di «causa di esclusione della punibilità» una soglia del 3 per cento di evasione sull’imponibile, possono essere assimilate a un caso tipico di abolizione parziale del reato di frode fiscale se sotto soglia del 3 per cento? Sta tutto qui il rebus sulla sorte della sentenza definitiva alla quale Berlusconi nell’agosto 2013 è stato condannato dalla Cassazione per violazione dell’articolo 2 della legge 74 del 2010.
Nella riforma dei reati fiscali, il governo Renzi in un nuovo articolo 19 bis stabilisce che, «per i reati previsti dal presente decreto, la punibilità è comunque esclusa quando l’importo delle imposte sui redditi evase non è superiore al tre per cento del reddito imponibile». Può cancellare a posteriori anche una sentenza definitiva? Può se la modifica si sovrappone al fatto reato.
In questo caso è così? Qui è arduo rispondere per quanto male è scritta la nuova norma. Quando nel 2000 fu depotenziato il reato di falso in bilancio, ciò avvenne inserendo nella struttura dell’articolo di legge le soglie sotto le quali esso diventava non più penalmente punibile, e con la sentenza Giordano la Cassazione a Sezioni Unite prese atto che si dovevano revocare tutte le condanne per falsi in bilancio di entità inferiori alle soglie introdotte nelle vecchia norma dalla nuova.
La legge Renzi, invece, da un lato non inserisce le soglie nella struttura dell’articolo che si occupa della frode fiscale, ma dall’altro lato etichetta con lo strano nome di «clausola di non punibilità» un elemento - come la soglia - che oggettivamente diventa un elemento strutturale del reato. Ambiguità palese se si pensa che, tipicamente, le clausole di non punibilità sono esterne e sopravvenute al reato, come ad esempio la ritrattazione che salva dalla falsa testimonianza.
La soglia del 3 per cento interessa Berlusconi? Sì, perché, al netto delle molte prescrizioni che avevano già cancellato parecchie accuse, alla fine la condanna Mediaset era stata sotto la soglia: 4,9 milioni evasi su 410 di imponibile nel 2002 e 2,6 su 312 nel 2013.
Berlusconi potrebbe chiedere al Tribunale di revocare la condanna definitiva e cancellarne gli effetti. Tra i quali quello che gli sta più a cuore non è tanto la fine dei servizi sociali, che comunque terminerebbe di scontare a fine febbraio, ma il ritorno alla vita politica, dalla quale è escluso per 6 anni dalla legge Severino che però come presupposto ha appunto l’esistenza di una sentenza di condanna definitiva.
Per Vincenzo Visco, ex ministro delle Finanze, è «un enorme regalo ai grandi evasori». Il sottosegretario all’Economia Enrico Zanetti dice che l’articolo 19 bis è stato inserito all’ultimo momento nel decreto approvato dal Consiglio dei ministri la vigilia di Natale. Il governo per ora tace. La norma, prima di entrare in vigore, deve avere solo il parere delle commissioni Finanze di Camera e Senato. Che non è vincolante. Ma, a questo punto, sarà l’ultimo luogo dove fare chiarezza.
2.”Sconti agli evasori, c'è un caso Berlusconi. Renzi al Tesoro: se è così blocco tutto”
di Silvia Barocci e Andrea Bassi per “Il Messaggero”
La norma, appena venuta alla luce, è già senza padri. Chi ha lavorato al dossier, al Tesoro, non ne avrebbe avuto conoscenza fino all'ultimo. A Palazzo Chigi quel comma 19-bis spuntato in zona Cesarini nel decreto ribattezzato da Matteo Renzi «certezza del diritto» appena pubblicato sul sito della Presidenza, avrebbe fatto infuriare lo stesso premier.
Un articolo di sole quattro righe che rende immune da conseguenze penali chiunque evada le tasse per un ammontare non superiore al 3 per cento dei redditi dichiarati. E questo anche, è la novità, nel caso delle frodi fiscali e delle false fatturazioni. Una dicitura che ha fatto scattare un campanello d'allarme anche all'Agenzia delle Entrate, da sempre contraria a sconti per chi evade le tasse attraverso metodi fraudolenti. Scritta in questo modo, del resto, la norma potrebbe chiudere numerosi conti dei contribuenti con il Fisco.
Non solo. Potenzialmente potrebbe avere effetti anche politici. Secondo alcune interpretazioni, la franchigia del 3 per cento sulle frodi fiscali, potrebbe essere applicata anche alla sentenza Mediaset che ha portato alla condanna a quattro anni (di cui tre condonati) di Silvio Berlusconi. Nel processo che si è chiuso in Cassazione nell'estate del 2013, l'ex Presidente del Consiglio è stato condannato per una frode fiscale di 7,3 milioni per gli anni 2002 e 2003.
I CALCOLI
Siccome l'ammontare complessivo delle tasse versate in quello stesso periodo da Mediaset è stato di 381,5 milioni, la percentuale di evasione sarebbe dell'1,9 per cento, inferiore al 3 per cento previsto dalla nuova franchigia del decreto. Se questa interpretazione fosse corretta, Berlusconi potrebbe chiedere un incidente di esecuzione e la cancellazione della condanna. Ma Renzi è pronto a bloccare tutto. «Non ne sapevo niente», avrebbe detto ai suoi collaboratori, «ma se è così pronto a bloccare tutto». Anche i legali del Cavaliere hanno dubbi. Niccolò Ghedini dà, per esempio, un'interpretazione restrittiva, sostenendo che il comma inserito dal governo «non riguarderebbe le frodi fiscali ma solo l'infedele dichiarazione».
Il sottosegretario all'Economia, Enrico Zanetti, uno dei maggiori esperti di questioni tributarie, spiega invece che, a suo avviso, «sarà necessario cambiare in Parlamento la norma prevedendo esplicitamente l'esclusione delle frodi fiscali dalla franchigia del 3 per cento». Più esplicito David Ermini, responsabile giustizia del Pd: «nel passaggio in Commissione escluderemo i reati di frode fiscale dalla norma». In realtà il decreto del governo inserisce molte altre regole con l'obiettivo di dare maggiore certezza alle imprese nei rapporti con il Fisco, limitando l'intervento dei giudici solo ai casi più gravi. Per esempio, per chi salda i debiti con le Entrate prima che il giudizio penale entri nella fase del dibattimento, il provvedimento prevede comunque l'estinzione del reato penale. Una norma che se fosse stata in vigore avrebbe chiuso sul nascere molti casi di imprese finite nelle maglie del Fisco e in quelle delle procure.
Così come nel testo è stata introdotta una precisa definizione dell'abuso del diritto, la principale fattispecie di elusione. I contribuenti saranno liberi di scegliere tra più regimi fiscali, quello per loro più conveniente e, in ogni caso, l'elusione non sarà più considerata un reato penale. «Con questa norma», spiega il sottosegretario alla giustizia Cosimo Ferri, «si codifica un principio di lealtà sostanziale nel rapporto tra fisco e contribuente, un principio di prevalenza della sostanza sulla forma».