
GUERINI SENZA PACE – IL DEPUTATO DEL PD, CHE DA MINISTRO DELLA DIFESA DEL GOVERNO CONTE II NON MOSSE UN DITO MENTRE I MILITARI RUSSI SCORRAZZAVANO PER LE STRADE ITALIANE (CON LA SCUSA DEL COVID), MANDA UN “PIZZINO” A ELLY SCHLEIN E ALLA SUBALTERNITÀ DEL SUO PARTITO A QUEI "PACIFINTI" DEL M5S: “IL PARTITO SULL’UCRAINA AVRÀ LA POSIZIONE DELLA CHIAREZZA. SENZA PAURA. LISCIARE IL PELO ALL’OPINIONE PUBBLICA È UNA PRATICA CHE VA LASCIATA AD ALTRI. PUÒ DARE RITORNI IMMEDIATI MA POI TI SI RITORCE CONTRO PERCHÉ CI SARÀ SEMPRE UN NUOVO POPULISTA PIÙ POPULISTA DI CHI LO HA PRECEDUTO”
Estratto dell’articolo di Carmelo Caruso per “il Foglio”
Lorenzo Guerini e le sue “rotte”. La smilitarizzazione dell’Ucraina? “Equivale a consegnarla a Putin. E’ un opzione che non esiste”. La pace in Alaska? “Non si può riconoscere alla Russia quello che non ha”. Noi europei? “Non rinunciamo a quello che siamo”.
Parla l’ex ministro della Difesa, presidente del Copasir, Guerini il Cautissimo del Pd, e dice al Foglio: “Una maggioranza di governo non può sostenere tutto e il suo contrario. Una maggioranza deve dire con chiarezza con chi sta”.
Guerini, c’è una presidente del Consiglio che sta con Kyiv e un alleato, Matteo Salvini, che dichiara che “von del Leyen può portare da bere a Trump, che l’Europa conta meno di zero”. Lei cosa porta: i sali a Meloni o una limonata a Salvini?
“Che le devo dire? Visto che siamo a livello di battute mi permetto di scomodare il grande Massimo Troisi: pensavo fosse Orbán e invece era Salvini…”.
[…] E’ normale avere un alleato di governo, Salvini, che sconfessa la politica estera del suo governo?
Dice Guerini che “ormai viviamo una fase in cui coerenza e credibilità non sono più un valore. Viviamo con una maggioranza che su questi passaggi dice tutto e il suo contrario e lo fa senza alcun imbarazzo perché la politica è diventata come un menù al ristorante: ognuno prende la portata che più gli aggrada”.
GIORGIA MELONI E MATTEO SALVINI
Meloni ha scelto l’Europa, e l’ha scelta insieme ad Antonio Tajani, ma Salvini è tornato alla fase brutalista. Da due giorni propone di radere al suolo campi rom, tifa, con ancora più amore, Trump che dice degli europei: “Dipendono da me”.
Guerini parla di “caveat” e chiarezza che Meloni per prima dovrebbe esigere dall’alleato: “Chi governa deve comunicare con chiarezza dove sta. Deve dire quali caveat ritiene inderogabili per la pace in Ucraina e qual è la posizione dei partiti di governo sull’Europa, che giocano al dentro e fuori”.
MEME SU DONALD TRUMP E GIORGIA MELONI BY EMILIANO CARLI
L’ex ministro lo definisce “il gioco di Salvini” ma è un gioco, spiega, che “rischia di essere a somma negativa per il nostro paese. Prima o poi lo schema per cui un pezzo del governo sta con von der Leyen e un pezzo contro andrà in cortocircuito”.
[…]
Guerini, che non si accontenta delle piccole polemiche suggerisce di tornare a parlare di libertà, Ucraina e degli attacchi, questi sì, indecenti della Russia: “La smilitarizzazione dell’Ucraina significa consegnare quel paese alle mire imperiali di Putin. È semplicemente un’opzione inesistente che non a caso alberga solo nella testa di Medvedev o della Zacharova. E non può essere quindi la posizione dell’Italia. Non scherziamo”.
Gli chiediamo se in Alaska si stia preparando una pace o solo la resa dell’Ucraina, e Guerini risponde che “in Ucraina c’è una guerra in corso per volontà di Mosca. Non c’è un conflitto tra due parti per rivendicazioni territoriali. C’è un’aggressione criminale da parte di Putin e un popolo, gli ucraini, che si difende dall’invasione. Si deve tenere bene a mente questo assunto incontrovertibile per impostare un negoziato concreto e giusto, per quanto possibile.
Mi aspetto dagli Stati Uniti che partano da qui nel confronto con la Russia anche perché, a dispetto del mainstream che qualcuno ci racconta, non ci sono nemmeno le condizioni militari sul terreno per riconoscere a Putin ciò che non ha”.
Gli domandiamo se sia vero che in Europa c’è chi tifa per il flop del vertice e Guerini rovescia la domanda: “In Europa, forse inconsapevolmente, c’è chi è stato funzionale alle mire imperialiste putiniane. Mi riferisco a chi ha avuto nel passato atteggiamenti ambigui verso quel regime.
[…] Il Pd che posizione avrà? Guerini pronuncia una parola: chiarezza. “E’ la chiarezza che sull’Ucraina ha usato Elly Schlein. Senza paura. Protagonisti in Europa ma un’Europa più forte non può che partire dalle sue capacità di difesa. Dobbiamo spiegare e convincere gli italiani che anche da qui passa il nostro futuro.
Lisciare il pelo all’opinione pubblica è una pratica che va lasciata ad altri. Può dare ritorni immediati ma poi ti si ritorce contro perché ci sarà sempre un nuovo populista più populista di chi lo ha preceduto”.
A questo punto finiamo rilanciando: Guerini, se Trump merita il Nobel (secondo Salvini) a Meloni diamo come minimo la gran croce di europeista? E lui: “Ah bene, ho capito che la chiacchierata è finita e torniamo alle battute scherzose iniziali…”.
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