renzi col babbo baraldi

IL BRACCIO DESTRO DI RENZI, "LAMPADINA" LOTTI, I GENERALI DEI CARABINIERI, DEL SETTE E SALTALAMACCHIA, SECONDO IL PM JOHN WOODCOCK, AVVERTIVANO I DIRETTI INTERESSATI (VEDI IL BABBO DELL'EX PREMIER TIZIANO) SULLE INDAGINI A LORO CARICO. IL PRINCIPALE INDAGATO È L'IMPRENDITORE ALFREDO ROMEO (TRA I COLLABORATORI ITALO BOCCHINO) CHE AVREBBE PAGATO UN DIRIGENTE DELLA CONSIP PER OTTENERE BANDI DI GARA CUCITI SU MISURA

Giacomo Amadori per la Verità

 

LOTTI BY BARALDILOTTI BY BARALDI

Secondo il Fatto Quotidiano la Procura di Napoli ha iscritto sul registro degli indagati l' ex sottosegretario alla Presidenza del Consiglio Luca Lotti, il comandante generale dei carabinieri Tullio Del Sette e il comandante della Legione Toscana dell' Arma Emanuele Saltalamacchia, un ufficiale particolarmente vicino al Giglio magico (Matteo Renzi lo voleva al vertice dei servizi segreti).

 

I tre sarebbero accusati di rivelazione del segreto investigativo e anche di favoreggiamento. Del Sette sarebbe già stato sentito dagli inquirenti di Roma, dove questo fascicolo è stato trasferito per competenza, mentre Lotti dovrebbe essere ascoltato dopo Natale.

LA VERITA BELPIETROLA VERITA BELPIETRO

 

Resta sotto il Vesuvio il filone centrale dell' inchiesta che riguarda una presunta associazione per delinquere finalizzata alla corruzione. Qui a condurre le indagini sono i pm Henry John Woodcock, Enrica Parascandolo e Celeste Carrano e il principale indagato è l' imprenditore Alfredo Romeo che avrebbe pagato un dirigente della Consip per ottenere bandi di gara cuciti su misura.

LOTTI BY BARALDI 1LOTTI BY BARALDI 1

 

Ma torniamo al presunto reato collaterale, visto che sta facendo tremare il mondo politico.

Chi scrive è a conoscenza da almeno due anni degli spifferi che permettevano agli amici di Matteo Renzi di conoscere in anteprima informazioni riservate provenienti dai palazzi di giustizia. Tanto che a novembre abbiamo registrato in presa diretta la fuga di notizie riguardanti l' indagine di Napoli, documentandone l' arrivo a casa Renzi, direttamente nella villetta di babbo Tiziano.

tiziano renzi e massonetiziano renzi e massone

 

Chi l' aveva portata lassù? Secondo le nostre fonti i principali indiziati erano un alto ufficiale dei carabinieri e un influente politico. Di certo l' indiscrezione era giusta e le nostre non erano fonti giudiziarie. Nell' occasione avevamo offerto dettagli che riletti con il senno del poi erano clamorosamente esatti. Ecco il passaggio chiave di quell' articolo pubblicato il 6 novembre: Il babbo del premier, secondo due fonti della Verità, in questi giorni è preoccupato per una nuova indagine che lo riguarda. () Secondo i nostri testimoni la Procura interessata è quella di Napoli.

 

TIZIANO E MATTEO RENZITIZIANO E MATTEO RENZI

A inguaiare Renzi senior sembra che siano i rapporti commerciali con un personaggio con qualche grattacapo giudiziario. "Ma io quel tipo l' avrò visto una volta..." si è lamentato babbo Tiziano con la sua cerchia più ristretta, facendo riferimento al personaggio misterioso al centro dell' inchiesta partenopea.

 

Insomma lui e i suoi amici erano perfettamente al corrente di che cosa stesse bollendo nella pentola di Woodcock e conoscevano persino l' identità del magistrato, soprannominato dalla cerchia renziana il “caz…..” e che noi della Verità non avevamo citato solo perché lo stesso Woodcock aveva negato con il collega Fabio Amendolara di avere tra le mani un' inchiesta che coinvolgeva in qualche modo babbo Renzi: Io non mi occupo più di colletti bianchi, ma solo di morti ammazzati aveva dichiarato.

 

woodcockwoodcock

Lui, giustamente, stava proteggendo la segretezza della sua indagine, ma se era riuscito a schermarla con noi, non era riuscito a difenderla dalle fonti di Tiziano. Che poi ha dato il via al tam tam, come abbiamo raccontato un mese e mezzo fa: Per questo (Tiziano Renzi, ndr) ha convocato l' amico sindaco di Rignano Daniele Lorenzini e vari politici del Pd, compresi diversi collaboratori del figlio.

 

GIACOMO AMADORIGIACOMO AMADORI

La scena era sempre la stessa: Tiziano all' ospite di turno chiede di lasciare il cellulare all' ingresso della casa in frazione Torri, a Rignano sull' Arno. Quindi esce con l' interlocutore e prende la strada bianca che conduce nel bosco, dove confida tutte le sue preoccupazioni. A collegare Tiziano Renzi all' inchiesta sarebbe Carlo Russo, consulente elettrotecnico di Scandicci in rapporti con Romeo. A lui sarebbe stata affidata la bonifica degli uffici della Consip, la centrale acquisti della pubblica amministrazione al centro degli interessi degli indagati. Un' iniziativa presa dopo la fuga di notizie.

 

L' ex amministratore delegato della stessa Consip Luigi Marroni, il testimone chiave del fascicolo per rivelazione di segreto investigativo trasferito a Roma, avrebbe citato come fonti oltre a Del Sette, Lotti e Saltalamacchia.

alfano e luca lottialfano e luca lotti

Due nomi, questi ultimi, che i nostri contatti ci hanno sempre indicato, tra il serio e il faceto, come il servizio d' intelligence del Giglio magico.

 

Gli stessi informatori, nel marzo del 2014, ci consigliarono di indagare sulla Chil post di babbo Tiziano, proprio nei giorni in cui veniva iscritto sul registro degli indagati di Genova; pochi mesi fa, invece, ci avevano anticipato l' esistenza di una delicata inchiesta riguardante uno dei più stretti consiglieri di Matteo Renzi.

 

MATTEO RENZI E TULLIO DEL SETTEMATTEO RENZI E TULLIO DEL SETTE

Una delle gole profonde ci aveva consegnato anche un biglietto da visita: quello di Simone Tani, ex collaboratore di Palazzo Vecchio (con Renzi sindaco), consulente per le questioni economiche di Palazzo Chigi e con incarico al Cipe, il Comitato interministeriale per la programmazione economica, ex protagonista della Leopolda. In quell' occasione abbiamo scoperto che sempre lo stesso ufficiale aveva consigliato ai petali del Giglio magico di non parlare al telefono con lui.

 

henry john woodcockhenry john woodcock

Il motivo? Era intercettato. Ebbene Tani martedì scorso è stato perquisito con l' accusa di aver turbato un' asta riguardante il parco delle Cascine di Firenze. Nella stessa inchiesta ricorre (ma non è indagato) anche il nome di Lotti.

Tra le notizie che giravano all' interno del Giglio magico nei giorni di massimo splendore del Renzismo c' erano anche chiacchiere sul contenuto del cellulare di un giornalista fiorentino colpevole di aver pubblicato notizie sgradite all' ex Rottamatore. I carabinieri glielo avevano sequestrato nell' ambito di un' indagine per fuga di notizie e qualcuno aveva diffuso in tempo reale qualche dettaglio sul contenuto della memoria. Che con l' inchiesta non c' entrava proprio nulla.

EMANUELE SALTALAMACCHIAEMANUELE SALTALAMACCHIA

 

Notizie reali, millanterie? Il cronista indagato, contattato dalla Verità, aveva confermato che alcuni degli elementi di cui eravamo venuti a conoscenza erano effettivamente presenti nel telefonino. Sino a pochi giorni fa questa presunta coincidenza si poteva spiegare con il fatto che Firenze è una piccola città e che la gente mormora. Ora si possono fare altri ragionamenti.

 

RENZI LOTTIRENZI LOTTI

Uno dei nostri informatori ha aggiunto un tassello a questo puzzle. Ci ha svelato una cosa che, se fosse confermata (ma vista la dritta su Napoli non stentiamo a credergli), sarebbe a dir poco preoccupante.

 

LA VERITA BELPIETRO 2LA VERITA BELPIETRO 2

Proprio a Firenze i carabinieri avrebbero chiesto alla Procura di mettere sotto intercettazione i telefoni del direttore della Verità Maurizio Belpietro, di chi scrive e di una terza persona. Una richiesta arrivata dopo la pubblicazione di notizie scomode per il governo da parte di questo giornale e sul libro I segreti di Renzi.

 

Ci risulta che la scusa ufficiale per metterci sotto controllo sia un articolo sui rapporti di Tiziano Renzi, il babbo pasticcione del premier, con l' imprenditore genovese Mariano Massone. I due tra il 2014 e il 2016 sono stati coindagati in un procedimento per bancarotta fraudolenta. Però per il reato di diffamazione semplice non sono previste le intercettazioni telefoniche né quelle ambientali, per questo saremmo curiosi di sapere di quali altri reati possiamo essere accusati per essere spiati.

LOTTILOTTI

 

Ha collaborato Fabio Amendolara.

Ultimi Dagoreport

antonio pelayo bombin juan carlos

DAGOREPORT: COME FAR FUORI IL SACERDOTE 81ENNE ANTONIO PELAYO BOMBÌN, CELEBERRIMO VATICANISTA CHE PER 30 ANNI È STATO CORRISPONDENTE DELLA TELEVISIONE SPAGNOLA "ANTENA 3", CUGINO DI PRIMO GRADO DELL’EX RE JUAN CARLOS? UN PRETE CHE A ROMA È BEN CONOSCIUTO ANCHE PERCHÉ È IL CONSIGLIERE ECCLESIASTICO DELL'AMBASCIATA SPAGNOLA IN ITALIA, VOCE MOLTO ASCOLTATA IN VATICANO, CAPACE DI PROMUOVERE O BLOCCARE LA CARRIERA DI OGNI ECCLESIASTICO E DI OGNI CORRISPONDENTE SPAGNOLO – PER INFANGARLO È BASTATA UNA DENUNCIA AI CARABINIERI DI ROMA DI UN FINORA NON IDENTIFICATO CRONISTA O PRODUCER DI REPORT VATICANENSI CHE LO ACCUSA DI VIOLENZA SESSUALE, IMPUTAZIONE DIVENTATA NELLA DISGRAZIATA ERA DEL METOO L’ARMA PIÙ EFFICACE PER FAR FUORI LA GENTE CHE CI STA SUL CAZZO O PER RICATTARLA – IL POVERO PELAYO È FINITO IN UN TRAPPOLONE CHE PUZZA DI FALSITÀ PIÙ DELLE BORSE CHE REGALA DANIELA SANTANCHÉ E DELLE TETTE DI ALBA PARIETTI – IL SOLITO E BIECO SCHERZO DA PRETE, PROBABILMENTE USCITO DALLE SACRE MURA DELLA CITTÀ DI DIO…

giorgia meloni gennaro sangiuliano

DAGOREPORT - LE RESURREZIONI DI “LAZZARO” SANGIULIANO NON SI CONTANO PIÙ: “BOCCIATO” DA MINISTRO, RIACCIUFFATO IN RAI E SPEDITO A PARIGI, ORA SBUCA COME CAPOLISTA ALLE REGIONALI CAMPANE - ESSÌ: DIVERSAMENTE DAGLI IRRICONOSCENTI SINISTRATI, A DESTRA LA FEDELTÀ NON HA SCADENZA E GLI AMICI NON SI DIMENTICANO MAI - DURANTE I TRE ANNI A PALAZZO CHIGI, IL “GOVERNO DEL MERITO COME ASCENSORE SOCIALE” (COPY MELONI) HA PIAZZATO UNA MAREA DI EX DEPUTATI, DIRIGENTI LOCALI, TROMBATI E RICICLATI NEI CDA DELLE AZIENDE CONTROLLATE DALLO STATO - COME POTEVA LA STATISTA DELLA GARBATELLA DIMENTICARE SANGIULIANO, IMMARCESCIBILE DIRETTORE DEL TG2 AL SERVIZIO DELLA FIAMMA? IL FUTURO “GENNY DELON” ‘’ERA SALITO TALMENTE TANTO NELLE GRAZIE DELLA FUTURA PREMIER DA ESSERE CHIAMATO A SCRIVERE PARTE DEL PROGRAMMA DEI MELONIANI, INVITATO A CONVENTION DI PARTITO E, ALLA FINE, RICOMPENSATO ADDIRITTURA CON UN POSTO DI GOVERNO’’ - E’ COSÌ A DESTRA: NESSUNA PIETÀ PER CHI TRADISCE, MASSIMO PRONTO SOCCORSO PER CHI FINISCE NEL CONO D’OMBRA DEL POTERE PERDUTO, DOVE I TELEFONINI TACCIONO E GLI INVITI SCOMPAIONO… - VIDEO

giorgia meloni sigfrido ranucci elly schlein bomba

DAGOREPORT – DOBBIAMO RICONOSCERLO: GIORGIA MELONI HA GESTITO IN MANIERA ABILISSIMA IL CASO DELL'ATTENTATO A RANUCCI, METTENDO ANCORA UNA VOLTA IN RISALTO L'INETTITUDINE POLITICA DI ELLY SCHLEIN - GETTARE INDIRETTAMENTE LA RESPONSABILITA' DELL'ATTO TERRORISTICO ALLA DESTRA DI GOVERNO, COME HA FATTO LA SEGRETARIA DEL PD, È STATA UNA CAZZATA DA KAMIKAZE, ESSENDO ORMAI LAMPANTE CHE LE BOMBE SONO RICONDUCIBILI AL SOTTOMONDO ROMANO DEL NARCOTRAFFICO ALBANESE, OGGETTO DI UN'INCHIESTA DI "REPORT" - E QUELLA VOLPONA DELLA PREMIER HA RIBALTATO AL VOLO LA FRITTATA A SUO VANTAGGIO: HA CHIAMATO RANUCCI PER MANIFESTARGLI SOLIDARIETÀ E, ANCORA PIÙ IMPORTANTE, HA INVIATO TRE AUTOREVOLI ESPONENTI DI FRATELLI D’ITALIA (TRA CUI BIGNAMI E DONZELLI) ALLA MANIFESTAZIONE INDETTA DAL M5S PER RANUCCI E LA LIBERTÀ DI STAMPA - DOPO L’ATTENTATO, NESSUNO PARLA PIÙ DI UN POSSIBILE PASSAGGIO DI "REPORT" A LA7: SIGFRIDO, ORA, È INTOCCABILE… - VIDEO

giorgia meloni antonio tajani maurizio casasco marina pier silvio berlusconi salvini

DAGOREPORT - TAJANI, UNA NE PENSA, CENTO NE SBAGLIA. IL SEGRETARIO DI FORZA ITALIA CI HA MESSO 24 ORE AD ACCORGERSI CHE GIORGIA MELONI HA STRACCIATO UNO DEI SUOI CAVALLI DI BATTAGLIA IN EUROPA: IL SUPERAMENTO DEL DIRITTO DI VETO. IL MINISTRO DEGLI ESTERI È RIUSCITO A PARTORIRE SOLO UNA DICHIARAZIONE AL SEMOLINO (“HA DETTO LA SUA OPINIONE, IO PENSO INVECE CHE SI DEBBA FARE QUALCHE PASSO IN AVANTI”), MENTRE È STATO ZITTO DI FRONTE ALLE INVETTIVE ANTI-RIARMO E CONTRO L’UE DEI PARLAMENTARI LEGHISTI. IL POVERINO È ANCORA STORDITO DALLA PROMESSA, SCRITTA SULLA SABBIA, CON CUI L'HA INTORTATO LA DUCETTA: SE FAI IL BRAVO, NEL 2029 TI ISSIAMO AL QUIRINALE AL POSTO DI MATTARELLA (E CI CREDE DAVVERO) – IN TUTTO QUESTO BAILAMME, TAJANI PROVA A METTERE LE MANI SULLA CONSOB CON UNA MOSSA DA ELEFANTE IN CRISTALLERIA: NOMINARE IL DEPUTATO AZZURRO MAURIZIO CASASCO. MA SI È DIMENTICATO DI COORDINARSI CON LA FAMIGLIA BERLUSCONI, CHE NON L’HA PRESA BENE…

donald trump vladimir putin benjamin netanyahu volodymyr zelensky

DAGOREPORT – TRUMP HA FINALMENTE CAPITO CHE NON POTEVA PERMETTERSI, COME È SUCCESSO A FERRAGOSTO IN ALASKA, DI FARSI PRENDERE DI NUOVO PER CULO IN MONDOVISIONE DA PUTIN - L’INCONTRO DI BUDAPEST NON POTEVA ASSOLUTAMENTE FINIRE CON UN NUOVO FALLIMENTO, MA DI FRONTE AL NIET DI MOSCA A OGNI COMPROMESSO, HA DOVUTO RINUNCIARE – ORA CI SONO DUE STRATEGIE: O RIEMPIE KIEV DI TOMAHAWK, MISSILI IN GRADO DI COLPIRE IN PROFONDITÀ LA RUSSIA, OPPURE SCEGLIE LA STRADA MORBIDA CHE VERRÀ LANCIATA DOMANI DAL CONSIGLIO EUROPEO (L’INVIO A KIEV DI 25 BATTERIE DI MISSILI PATRIOT) – L’INNER CIRCLE “MAGA” LO PRESSA: “L’UCRAINA? LASCIA CHE SE NE OCCUPI L’UE” –  IN USA MONTA L’ONDATA DI SDEGNO PER LA SALA DA BALLO ALLA CASA BIANCA - LA STRIGLIATA A NETANYAHU DEL TRIO VANCE-WITKOFF-KUSHNER… - VIDEO