DAI GIORNI BUGIARDI AI SORRISI FALSI - GELONI-MADIA, L’IPOCRISIA DOPO I VELENI – LA VESTALE DI CULATELLO: ‘FAREI LA MADRINA DI SUA FIGLIA’ – MARIANNA, FACCE RIDE: ‘MAI PARTECIPATO A UNA RIUNIONE DI CORRENTE’

Fabrizio Roncone per "Il Corriere della Sera"

Lentamente, la polemica tra Chiara Geloni (ultima vestale bersaniana e direttrice di YouDem ) e Marianna Madia (deputata del Pd e responsabile Lavoro nella nuova segreteria di Matteo Renzi) sta assumendo il passo di un feuilleton. Il colpo di scena era inevitabile. Le due, mercoledì pomeriggio, si sono incontrate.

(Breve riassunto dei capitoli precedenti: la Geloni, con una lettera pubblicata sull'Huffington Post, si è scagliata contro la Madia, accusandola d'essere protagonista di troppe disinvolte giravolte all'interno del partito: prima lettiana, poi veltroniana, quindi dalemiana, bersaniana, e infine vicina ai Giovani turchi, a Civati e, soprattutto, a Renzi. La Geloni, sostanzialmente, chiede spiegazioni. La Madia resta però muta, incassando una lettera di solidarietà firmata da 26 deputate del partito).

E torniamo a mercoledì pomeriggio.

Portone d'ingresso della sede del Pd, al numero civico 16 di via Sant'Andrea delle Fratte. La Madia, dopo la riunione che si è tenuta all'alba, ha un appuntamento con Luca Lotti. Entra, fa due passi e chi si trova davanti? Proprio lei, la Geloni.
Ci sono altre persone. Certe, prudentemente, restano ferme. Qualcuno fa un passo indietro. Cosa accadrà ora?

Accade la cosa più culturalmente comunista che possa accadere (nonostante una, la Geloni, sia cresciuta nell'Azione cattolica, e la Madia frequentasse la parrocchia di Santa Chiara, a Roma, zona Vigna Clara); le due si esibiscono in un distillato di purissima ipocrisia: si sorridono e (quasi) si abbracciano.

Testimonianza della Geloni.
«Marianna, incinta, mi viene incontro e mi fa: "Avrei voluto chiamare mia figlia Chiara: ma ora, purtroppo, dovrò cambiare nome"».
Comprensibile.
«Macché! Anzi, io le ho detto che mi farebbe piacere farle da madrina...».

Geloni, sei falsissima.
«Iooo? Ma guarda che io non ce l'ho con Marianna. Io non l'ho attaccata, le ho solo posto qualche domanda legittima...».
Legittima perché tu sei l'ultima monaca bersaniana?
«No, caro mio. Legittima perché siccome io, alle primarie per i parlamentari, votai per lei, adesso mi aspetto qualche spiegazione dopo certe sue scelte. Tutto qui».

Sarà pure che ti andava di creare un incidente, ora che il tuo contratto da direttrice di YouDem è scaduto e Renzi deve decidere che fare?
«Io? Un mezzuccio simile? Guarda, te lo giuro: non ho alcuna intenzione di restare qui per forza».

La Madia comunque è stata soccorsa da 26 deputate.
«Quantomeno irrituale, quel comunicato. Anche perché non ho capito di cosa parlassero, quelle lì... Gli attacchi e gli insulti, anche di sapore maschilista, negli ultimi tempi li ho subìti io, mica Marianna...».

Marianna Madia tace.
Ma, come sempre, a tutti quelli che hanno insinuato e insinuano giravolte, risponde: «Sono una persona libera da appartenenze di corrente. Non ho mai partecipato a una riunione di corrente nella mia vita politica».

Quindi mai stata a cena con i Giovani turchi, mai avuto contatti con Pippo Civati, come sospetta la Geloni. Andò, ci sono le foto, all'ultima convention renziana della stazione Leopolda, a Firenze. E poi è ancora nel comitato direttivo di Arel (leggere Enrico Letta), ha mantenuto ottimi rapporti con Walter Veltroni (che nel 2008 la volle capolista nel Lazio), è nel comitato di redazione della rivista «Italianieuropei» di Massimo D'Alema (un'intera legislatura a Montecitorio seduta accanto a Max, come lo chiama lei). E quando si candidò alle «parlamentarie» del Pd, nella circoscrizione di Roma, prese 4.969 voti (girò voce grazie anche all'aiuto della Cgil, che aveva molto apprezzato il suo lavoro parlamentare sui temi del Lavoro).

Una vita politica libera e trasversale che la Geloni, è chiaro, fatica a comprendere: pur essendo nata in una città di anarchici (Carrara), ha sempre seguito un percorso giornalistico di devozione politica: primi articoli su Il Popolo, poi vicedirettore di Europa .

Quando poi arrivò al Pd, tra Ave Maria e pugni chiusi, si fece monaca guerriera per Bersani (il sito Dagospia la soprannominò: «Nostra signora degli scazzi»).
Le due giovani signore hanno una sola cosa in comune: il colore dei capelli. Sebbene quello della Madia sia un biondo molto più Roma-Nord.

 

 

Marianna Madia Marianna Madia Chiara Geloni IL SALUTO TRA RENZI E BERSANI VELTRONI E DALEMA ENRICO LETTA E ANNA MARIA MADIA - copyright Pizzi

Ultimi Dagoreport

marina pier silvio berlusconi giorgia meloni antonio tajani quirinale alfredo mantovano

DAGOREPORT - NON CI SARÀ ALCUNA ROTTURA TRA MARINA E PIER SILVIO: NONOSTANTE LA NETTA CONTRARIETÀ ALLA DISCESA IN POLITICA DEL FRATELLINO, SE DECIDESSE, UN GIORNO, DI PRENDERE LE REDINI DI FORZA ITALIA, LEI LO SOSTERRÀ. E L’INCONTRO CON LA CAVALIERA, SOLLECITATO DA UN ANTONIO TAJANI IN STATO DI CHOC PER LE LEGNATE RICEVUTE DA UN PIER SILVIO CARICATO A PALLETTONI, È SALTATO – LA MOLLA CHE FA VENIRE VOGLIA DI EMULARE LE GESTA DI PAPI E DI ‘’LICENZIARE’’ IL VERTICE DI FORZA ITALIA È SALTATA QUANDO IL PRINCIPE DEL BISCIONE HA SCOPERTO IL SEGRETO DI PULCINELLA: TAJANI SOGNA DI DIVENTARE PRESIDENTE DELLA REPUBBLICA NEL 2029, INTORTATO DA GIORGIA MELONI CHE HA PROMESSO I VOTI DI FRATELLI D’ITALIA. UN SOGNO DESTINATO A SVANIRE QUANDO L’EX MONARCHICO SI RITROVERÀ COME CANDIDATO AL QUIRINALE UN ALTRO NOME CHE CIRCOLA NEI PALAZZI DEL POTERE ROMANO, QUELLO DI ALFREDO MANTOVANO…

giorgia meloni alfredo mantovano francesco lollobrigida carlo nordio andrea giambruno

DAGOREPORT - NON SI PUO' DAVVERO MAI STARE TRANQUILLI: MANTOVANO, IL SAVONAROLA DI PALAZZO CHIGI – D'ACCORDO CON GIORGIA MELONI, PRESA LA BACCHETTA DEL FUSTIGATORE DI OGNI FONTE DI ''DISSOLUTEZZA'' E DI ''DEPRAVAZIONE'' SI È MESSO IN TESTA DI DETTARE L’ORTODOSSIA MORALE  NON SOLO NEL PARTITO E NEL GOVERNO, MA ANCHE SCONFINANDO NEL ''DEEP STATE''. E CHI SGARRA, FINISCE INCENERITO SUL "ROGO DELLE VANITÀ" - UN CODICE ETICO CHE NON POTEVA NON SCONTRARSI CON LA VIVACITÀ CAZZONA DI ALCUNI MELONIANI DI COMPLEMENTO: CI SAREBBE LO SGUARDO MORALIZZATORE DI MANTOVANO A FAR PRECIPITARE NEL CONO D’OMBRA PRIMA ANDREA GIAMBRUNO E POI FRANCESCO LOLLOBRIGIDA – IL PIO SOTTOSEGRETARIO PERÒ NON DORME SONNI TRANQUILLI: A TURBARLI, IL CASO ALMASRI E IL TURBOLENTO RAPPORTO CON I MAGISTRATI, MARTELLATI A TUTTA CALLARA DA RIFORME E PROCURE ALLA FIAMMA...

pier silvio berlusconi silvia toffanin

L’IMPRESA PIÙ ARDUA DI PIER SILVIO BERLUSCONI: TRASFORMARE SILVIA TOFFANIN IN UNA STAR DA PRIMA SERATA - ARCHIVIATA LA FAVOLETTA DELLA COMPAGNA RESTIA ALLE GRANDI OCCASIONI, PIER DUDI HA AFFIDATO ALL'EX LETTERINA DELLE SUCCULENTI PRIME SERATE: OLTRE A “THIS IS ME”, CON FASCINO E MARIA DE FILIPPI A MUOVERE I FILI E SALVARE LA BARACCA, C'E' “VERISSIMO” CHE OCCUPERÀ TRE/QUATTRO PRIME SERATE NELLA PRIMAVERA 2026. IL PROGRAMMA SARÀ PRODOTTO DA RTI E VIDEONEWS CON L’OK DELLA FASCINO A USARE LO “STUDIO-SCATOLA" UTILIZZATA DA MAURIZIO COSTANZO NEL FORMAT “L’INTERVISTA” - COSA C'E' DIETRO ALLE MANOVRE DI PIER SILVIO: E' LA TOFFANIN A COLTIVARE L'AMBIZIONE DI DIVENTARE LA NUOVA DIVA DI CANALE 5 (CON I CONSIGLI DELLA REGINA DE FILIPPI) O È LA VOLONTÀ DEL COMPAGNO DI INCORONARLA A TUTTI I COSTI, COME UN MIX DI LILLI GRUBER E MARA VENIER? 

wang

DAGOREPORT - CICLONE WANG SUL FESTIVAL DI RAVELLO! - PERCHÉ NEGARLO? E' COME VEDERE GIORGIA MELONI COL FAZZOLETTO ROSSO AL COLLO E ISCRITTA ALL’ASSOCIAZIONE DEI PARTIGIANI - YUJA WANG, LA STELLA PIU' LUMINOSA DEL PIANISMO CLASSICO, ENTRA IN SCENA STRIZZATA IN UN VESTITINO DI PAILLETTES CHE SCOPRE LE COSCE FINO ALL'INGUINE, TACCHI “ASSASSINI” E LA SCHIENA NUDA FINO ALL’OSSO SACRO. MA NON STIAMO ASSISTENDO ALLE SCIOCCHEZZE DA DISCOTECA DI CERTE “ZOCCOLETTE” DEL POP IN PREDA A SFOGHI DI TETTE, SCARICHI DI SEDERONI, SCONCEZZE DA VESPASIANO; NO, SIAMO NEL MONDO AUSTERO E SEVERO DEI CONCERTI DI “CLASSICA”: RACHMANINOFF, PROKOFIEV, MOZART, CHOPIN, CAJKOVSKIJ. MA ALLA WANG BASTA UN MINUTO PER FAR “SUONARE” LE COSCE DESNUDE METTENDOLE AL SERVIZIO DELLE EMOZIONI E DELL’INTERPRETAZIONE MUSICALE, CONFERMANDO IN PIENO LE PAROLE DI LUDWIG VON BEETHOVEN: “LA MUSICA È LA MEDIATRICE TRA LA VITA SPIRITUALE E LA VITA SENSUALE” - VIDEO