
PRIMARIE FATTE A MAGLIE - NON BASTAVANO LA SCHEDA BIANCA FARLOCCA A ROMA, LE MONETINE A NAPOLI, ORA ARRIVANO LE ''GAZEBARIE'' SUL POVERO BERTOLASO - LA LORENZIN NEO-RENZIANA SI SCHIERA CON MARCHINI MA PUNTA SU GIACHETTI AL BALLOTTAGGIO? - SALVINI IMPALLINA BERTOLASO MA GLI STA BENE PARISI CHE SI DICE DI SINISTRA?
Maria Giovanna Maglie per Dagospia
Caro Dago, sarà il fuso orario, ma mi viene la confusione. C’è pure la lista Lorenzin Milana Rutelli in appoggio ad Arfio? Che poi in realtà Marchini non c’entra niente, è l’uomo dello schermo, perché trattasi di lista occulta mica tanto di appoggio al ballottaggio a Giachetti, candidato renziano divenuto caro alla ministra che prima frequentava solo berlusconiani, ora frequenta, o ci prova, solo renziani, perché in comprensibile ricerca di approdo definitivo alla corte del giglio.
BERLUSCONI SALVINI MELONI BY BENNY
La faccia ce la mette naturalmente un altro, tale Stefano De Lillo, anche lui transfuga da Forza Italia. Chapeau a Rutelli, che di Giachetti come di tanti altri renziani è padre nobile, e spero non tormentato da sensi di colpa, ma l’operazione Lorenzin, ancora ministro in quota Ncd, almeno ufficialmente, di quale giravolta è frutto?
La chiamiamo “due tagli e un posto da ministro da salvare? Non sembrerebbe essere lo stesso Ncd, in attesa di annunciato cambio di nome, per i voti ripassare, che a Roma sta ufficialmente nella lista Marchini, senza giochetti esterni, e che Milano con Lupi si è alleato con il centro destra e porta Stefano Parisi candidato sindaco. Arfio, poveretto, lo tirano da tutte le parti. Giorgia Meloni con nausea non solo da gravidanza, lo chiama “carce e martello”.
Salvini lo vorrebbe come candidato del centro destra, salvo precisare che gli piace tanto la ragazza del 5stelle, un po’ grillina un po’ previtiana, come già è partita a sostenere la campagna del fango Pd. Che poi il medesimo Salvini sulla terzietà di Marchini non fa un plissè, invece Bertolaso lo ha impallinato scatenandogli contro per una sola battuta spericolata truppe di presunti leghisti romani che detestano i rom, però a Milano gli va benone che Parisi dichiari un giorno si e l’altro pure che lui è più di sinistra di Sala, l’avversario Pd, e che è favorevole anche alla step child adoption.
Che poi gli spifferi dall’Oceano trasmettono che in realtà Salvini è imbufalito e ha fatto casino su Roma perché Parisi, proprio da lui imposto, si è legato troppo a Forza Italia milanese.
Ho giurato di qui a novembre di occuparmi solo di primarie quelle vere, made in Usa, quelle che gli italiani sfottono e poi scimmiottano. Faccio uno strappo. Non bastasse la scheda bianca farlocca che gonfia l’adesione quasi zero a quelle pd di Roma, o lo scambio di monetine per quelle a Napoli, ora arrivano le “gazebarie” sul povero Bertolaso, che chi gliel’ha fatta fare di infilarsi nel bordello in chiusura del centro destra non si capisce.
SILVIO BERLUSCONI E GUIDO BERTOLASO FOTO LAPRESSE
Gazebarie dev’essere il termine patetico scelto perché alla parola primarie al Cav viene l’orticaria, e come dargli torto vista la qualità e la limpidezza di quelle fin qui svolte. Fammi capire, hanno votato a Roma 47mila persone, cioè l’1,6 per cento dei romani e il 7,1 per cento degli elettori dell’ultimo sindaco, Ignazio Marino. Tipo un vecchio congresso del Pci, ricco di delegazioni straniere.
Negli Usa sempre criticati perché ci vanno in pochi a votare, essendo una scelta e non il retaggio del diritto/dovere italiota, in Texas è andato alle primarie, per fare un esempio, il 62 per cento degli elettori repubblicani, ovvero 2,8 milioni di persone. I repubblicani quest’anno sono gasati dall’effetto Trump, altro mistero per i commentatori italiani, gli stessi che sugli stessi giornali fingono che le primarie flop siano una grande conferma per Renzi, ma anche i democratici, assai tediati da Hillary Clinton, vanno alle primarie loro in percentuale superiore al 40 per cento.
I repubblicani americani si stanno sparando sui piedi per fermare Trump, ma almeno è tutto chiaro, anche i giochi sporchi. Meglio restare da questa parte dell’Oceano.