trump

AMERICA FATTA A MAGLIE – I REPUBBLICANI SALVANO L’OBAMACARE E TRUMP TWITTA FURIOSO DOPO L'ULTIMO SMACCO CHE IL SENATO A MAGGIORANZA GOP SI È INFLITTO: E ADESSO? CHE CROLLI L'INTERO SISTEMA DELLA RIFORMA SANITARIA DI OBAMA E NON SE NE PARLI PIÙ - MA QUESTA POTREBBE ESSERE UN'OCCASIONE PER COMINCIARE DAVVERO A GOVERNARE TRUMP STYLE...

Maria Giovanna Maglie per Dagospia

 

TRUMPTRUMP

Lo vedete,  twitter del presidente, che e’ necessario avere una maggioranza molto più ampia  quando si tornerà a votare nel 2018!  Sono bastati pochi  repubblicani che non hanno voluto collaborare  a far fallire un progetto.

 

Solo che il progetto era una di quelle toppe, o se preferite uno di quei compromessi, che funzionano solo quando non c'è il clima da guerra civile, da complotto permanente, che oggi animano o meglio inquinano il dibattito politico e mediatico americano. Insomma, aver deciso di riformare immediatamente la sciagurata Obama care che era di fatto fallita,invece di buttarla nel cestino, è stata la scelta giusta nel momento sbagliato E adesso? Che crolli l'intero sistema della riforma sanitaria di Obama e non se ne parli più, si ricomincerà dalle macerie, inutile tentare di riformarla.

 

paul ryan donald trumppaul ryan donald trump

Soprattutto la Casa Bianca dovrà tentare di rimediare all'errore micidiale commesso avviando la legislatura a presidenza Trump  con la intricata e spinosa questione dell’ assistenza sanitaria su cui nessuno è d'accordo con nessuno, invece che con la riforma delle tasse, corporate e private, che potrebbe essere il vero volano dell'economia e l'elemento unificante nel Paese.

 

DONALD TRUMPDONALD TRUMP

Il neo presidente a essere onesti così avrebbe voluto fare, ma a gennaio il presidente della Camera, il repubblicano assai mediocre Paul Ryan, gli chiese di partire da Obama care, riformandola in una sorta di legge di riconciliazione invece di abbatterla, e fu accontentato in gesto di distensione.

 

Ora Donald Trump twitta come un pazzo a testimonianza di quanto sia furioso dopo l'ultimo smacco che il Senato a maggioranza repubblicana si è inflitto, ma la verità è che a uscirne male non è, o non è solo, il presidente che ha tentato di rappezzare la riforma del democratico eliminando le parti più controverse, costose e faraoniche; sono i partiti e i loro rappresentanti al Congresso che sembrano incapaci di fare il proprio lavoro. Sono i democratici preoccupati solamente di fare ostruzionismo per vedere se, tra veleni del Russiagate e scarsi risultati parlamentari, alle elezioni di metà mandato nel novembre 2018 riescono a ribaltare la situazione nelle due Camere.

PAUL RYAN ALLA CONVENTION REPUBBLICANA DI TAMPA PAUL RYAN ALLA CONVENTION REPUBBLICANA DI TAMPA

 

Sono i repubblicani profondamente divisi tra moderati e conservatori, più generalmente fra rassegnati a Trump, se non amici di Trump, e avversari furibondi.

 

Naturalmente ci sono anche altre spiegazioni del comportamento ondivago di un piccolo numero di senatori repubblicani in queste settimane a proposito della riforma della Salute; per dirla in modo semplice quelli interessati alle elezioni del 2018 fanno i moderati, e quindi vogliono una riforma molto annacquata verso le scelte di Obama, se appartengono a distretti dove i democratici sono forti; fanno i duri e tuonano contro qualsiasi concessione  di assistenza sociale  e aumento della spesa  smettila se vengono da zone molto conservatrici.

TRUMP TRUMP

 

Il risultato è che bastano 4 senatori che annuncino il no più un John McCain,  avversario di Trump ma favorevole  a questa riforma,che non si riprende da un intervento a un occhio, e il progetto di riforma salta.

 

Neanche un democratico che sia uno, invece, si piega alla bisogna in nome della buona volontà e degli interessi dei cittadini.

Allora lo scenario più credibile è quello dell'abolizione senza correttivi, che avrebbe effetto completo entro due anni e darebbe così ai legislatori tutto il tempo per trovare un nuovo sistema.

 

Intendiamoci, quando il presidente dice che tanto il sistema introdotto da Obama crollerebbe da solo, dice una cosa vera perché la spirale dei costi che non si possono in alcun modo ridurre delle assicurazioni ha già paralizzato la riforma in molti Stati e in molti settori della nazione.

 

Quanto alla eliminazione della legge vigente, il cosiddetto repeal, i repubblicani nel 2015 l'avevano già votato perché erano in maggioranza al Congresso, ma Obama fece uso del suo diritto di veto e la legge rimase. Difficile ora anche per i più preoccupati di sembrare moderati tra i repubblicani fare il contrario.

 

C'erano delle cose buone nell'ultima versione della riforma andata a male. Erano previsti aiuti federali per 170 miliardi di dollari che avrebbero contribuito a tenere bassi i costi delle assicurazioni, era previsto il mantenimento di due imposte per redditi oltre duecentomila dollari, infine, cosa molto importante, sì eliminava l'obbligo imposto da Barack Obama di stipulare delle polizze complete di tutto e quindi costose, consentendo l'opzione di polizze meno costose. In principio può sembrare sbagliato, ma in realtà consentiva di mantenere il cosiddetto Medicaid per anziani e disabili,e ai  giovani al primo lavoro di non dover sopportare obblighi di polizze percepite come inutili e costose.

 

Se non ti acceca l'ideologia o il pansindacalismo, è del tutto evidente che una drastica riforma delle tasse che porti sotto il 20% quelle per le imprese e riduca sotto il 30 anche quelle ai privati, è la vera soluzione per problemi di questo tipo, invece che moltiplicare burocrazia di Stato, spesa pubblica, e ingrassare le assicurazioni.

TRUMPTRUMP

 

Come è evidente che la politica del rientro delle aziende negli Stati Uniti o la scelta di investire i soldi prima destinati a costose operazioni ambientalistiche per le infrastrutture fatiscenti, porti una grande quantità di posti di lavoro e quindi risolva all'origine il problema dell'assistenza medica per poveri e disoccupati.

 

Non è l'assistenzialismo che piace tanto al Partito democratico americano che è il classico partito del tax and spend, ed è stravagante che venga chiamato populismo, e’ la richiesta popolare che ha portato Trump alla Casa Bianca.

OBAMACARE2OBAMACARE2

 

Se si concentrerà sulle tasse e non si farà distrarre dalle sirene degli interessi dei vari deputati e senatori, Trump ha l'occasione di recuperare con la riforma delle tasse, che e’ poi il varco al quale lo attende la finanza che nonostante lo avesse avversato in campagna elettorale, ora ne osserva le vittorie economiche con interesse e favore.

 

Leggerete in queste ore molti articoli che parlano del colpo devastante inferto alla politica del presidente e alla sua credibilità,  e confondono disinvoltamente riforma dell’ Obamacare con la sua eliminazione. Non c'è dubbio  che oggi sia  un bello smacco, tanto più umiliante perché gia’ da candidato Trump sapeva che non avrebbe dovuto ascoltare i capi del Congresso.

 

DONALD TRUMPDONALD TRUMP

Potrebbe allora essere un'occasione per cominciare davvero a governare Trump Style, che poi è la ragione per cui è stato eletto presidente

OBAMACARE 1OBAMACARE 1

Ultimi Dagoreport

tommaso inzaghi

DAGOREPORT - IL TRASFERIMENTO DI SIMONE INZAGHI IN ARABIA? UN AFFARE DI FAMIGLIA. L’ARTEFICE DELL’OPERAZIONE CHE HA PORTATO L’EX ALLENATORE DELL’INTER ALLA CORTE DELL’AL-HILAL È STATO TOMMASO INZAGHI, IL FIGLIO DI SIMONE E DI ALESSIA MARCUZZI, PROCURATORE CHE FA PARTE DELL'AGENZIA DI FEDERICO PASTORELLO, LA P&P SPORT MANAGEMENT – LE LAUTE COMMISSIONI, LA TRATTATIVA CHE ANDAVA AVANTI DA TEMPO (GIÀ PRIMA DEL RITORNO CON IL BARCELLONA SIMONE INZAGHI AVEVA PROPOSTE DALL’ARABIA), LO STRANO MESSAGGIO SOCIAL DI TOMMASO INZAGHI E LE VOCI SU UNO SPOGLIATOIO IN TENSIONE PRIMA DELLA FINALE DI CHAMPIONS PER...

francesco gaetano caltagirone alberto nagel francesco milleri

DAGOREPORT - GONG! ALLE ORE 10 DI LUNEDÌ 16 GIUGNO SI APRE L’ASSEMBLEA DI MEDIOBANCA; ALL’ORA DI PRANZO SAPREMO L’ESITO DELLA GUERRA DICHIARATA DAL GOVERNO MELONI PER ESPUGNARE IL POTERE ECONOMICO-FINANZIARIO DI MILANO - LO SCONTRO SI DECIDERÀ SUL FILO DI UNO ZERO VIRGOLA - I SUDORI FREDDI DI CALTARICCONE DI FINIRE CON IL CULO A TERRA NON TROVANDO PIÙ A SOSTENERLO LA SEDIA DI MILLERI SAREBBERO FINITI – L’ATTIVISMO GIORGETTI, DALL’ALTO DELL’11% CHE IL MEF POSSIEDE DI MPS – L’INDAGINE DELLA PROCURA DI MILANO SU UNA PRESUNTA CONVERGENZA DI INTERESSI TRA MILLERI E CALTAGIRONE, SOCI DI MEDIOBANCA, MPS E DI GENERALI - ALTRO GIALLO SUL PACCHETTO DI AZIONI MEDIOBANCA (2%?) CHE AVREBBE IN TASCA UNICREDIT: NEL CASO CHE SIA VERO, ORCEL FARÀ FELICE LA MILANO DI MEDIOBANCA O LA ROMA DI CALTA-MELONI? AH, SAPERLO….

iran israele attacco netanyahu trump khamenei

DAGOREPORT - STANOTTE L'IRAN ATTACCHERÀ ISRAELE: RISCHIO DI GUERRA TOTALE - È ATTESO UN VIOLENTISSIMO ATTACCO MISSILISTICO CON DRONI, RISPOSTA DI TEHERAN ALL'"OPERAZIONE LEONE NASCENTE" DI NETANYAHU, CHE QUESTA MATTINA HA COLPITO IL PRINCIPALE IMPIANTO DI ARRICCHIMENTO IRANIANO, UCCIDENDO L'INTERO COMANDO DELL'ESERCITO E DELLE GUARDIE RIVOLUZIONARIE. LA MAGGIOR PARTE DI LORO È STATA FATTA FUORI NELLE PROPRIE CASE GRAZIE AI DRONI DECOLLATI DALLE QUATTRO BASI SOTTO COPERTURA DEL MOSSAD A TEHERAN - ISRAELE HA DICHIARATO LO STATO DI EMERGENZA: GLI OSPEDALI SPOSTANO LE OPERAZIONI IN STRUTTURE SOTTERRANEE FORTIFICATE - TRUMP HA AVVERTITO OGGI L'IRAN DI ACCETTARE UN ACCORDO SUL NUCLEARE "PRIMA CHE NON RIMANGA NULLA", SUGGERENDO CHE I PROSSIMI ATTACCHI DI ISRAELE CONTRO IL PAESE POTREBBERO ESSERE "ANCORA PIÙ BRUTALI" - VIDEO

lauren sanchez jeff bezos venezia

FLASH! – I VENEZIANI HANNO LA DIGA DEL MOSE PURE NEL CERVELLO? IL MATRIMONIO DI JEFF BEZOS È UNA FESTICCIOLA PER 250 INVITATI DISTRIBUITI TRA QUATTRO HOTEL: GRITTI, AMAN, CIPRIANI E DANIELI - NIENTE CHE LA SERENISSIMA NON POSSA SERENAMENTE SOSTENERE, E NULLA A CHE VEDERE CON LE NOZZE MONSTRE DELL'INDIANO AMBANI, CHE BLOCCARONO MEZZA ITALIA SOLO PER IL PRE-TOUR MATRIMONIALE – DITE AI MANIFESTANTI IN CORTEO "VENEZIA NON E' IN VENDITA" CHE I 10 MILIONI DI EURO SPESI DA MR.AMAZON SI RIVERSERANNO A CASCATA SU RISTORATORI, COMMERCIANTI, ALBERGATORI, GONDOLIERI E PUSHER DELLA CITTÀ…

tajani urso vattani peronaci azzoni antonio adolfo mario marco alessandro

DAGOREPORT - MAI SUCCESSO CHE LA LISTA DEI NUOVI AMBASCIATORI, SCODELLATA DA TAJANI, VENISSE SOSPESA PER L’OPPOSIZIONE DI UN MINISTRO (URSO) IRATO PERCHÉ IL SUO CONSIGLIERE DIPLOMATICO È FINITO A NAIROBI ANZICHÉ A BUCAREST - DAL CDM SONO USCITI SOLO GLI AMBASCIATORI STRETTAMENTE URGENTI. ALLA NATO SBARCA AZZONI, MENTRE PERONACI VOLA A WASHINGTON. E’ LA PRIMA VOLTA CHE LA PIÙ IMPORTANTE SEDE DIPLOMATICA VIENE OCCUPATA DA UN MINISTRO PLENIPOTENZIARIO ANZICHÉ DA UN AMBASCIATORE DI GRADO (FRA DUE ANNI È GIA’ PRONTO IL FIDO CONSIGLIERE DIPLOMATICO DI LADY GIORGIA, FABRIZIO SAGGIO) – IL MALDESTRO MARIO VATTANI IN GIAPPONE, ANCHE SE ERA WASHINGTON LA SCELTA IDEALE DELLA FIAMMA MAGICA (MATTARELLA AVREBBE SBARRATO IL PASSO) – LA LISTA DI TUTTI GLI AMBASCIATORI SOSPESI….

giorgia meloni antonio tajani matteo salvini giancarlo giorgetti

DAGOREPORT - A SINISTRA SI LITIGA MA A DESTRA VOLANO GLI STRACCI! - LA MAGGIORANZA SI SPACCA SU ROTTAMAZIONE E TAGLIO ALL'IRPEF - GIORGIA MELONI DAVANTI AI COMMERCIALISTI PARLA DI SFORBICIATA AL CUNEO E LODA MAURIZIO LEO, "DIMENTICANDOSI" DI GIORGETTI. CHE ALZA I TACCHI E SE NE VA SENZA PARLARE - LA LEGA PRETENDE UN'ALTRA ROTTAMAZIONE, FORZA ITALIA E FDI CHIEDONO PRIMA DI TAGLIARE LE TASSE AL CETO MEDIO - PECCATO CHE I SOLDI PER ENTRAMBI I PROVVEDIMENTI, NON CI SIANO - LA LISTA DEGLI SCAZZI SI ALLUNGA: RISIKO BANCARIO, CITTADINANZA, POLITICA ESTERA, FISCO E TERZO MANDATO - VANNACCI METTE NEL MIRINO I GOVERNATORI LEGHISTI ZAIA E FEDRIGA CON UNA SPARATA, A TREVISO, CONTRO IL TERZO MANDATO: IL GENERALE, NOMINATO VICESEGRETARIO DA SALVINI, È LA MINA CHE PUÒ FAR SALTARE IN ARIA LA FRAGILE TREGUA NEL CARROCCIO (E DUNQUE NEL CENTRODESTRA)