susan rice obama trump

AMERICA FATTA A MAGLIE - IN EUROPA IMPAZZA IL GIALLO DELL’ACCORDO DI PARIGI, MA NEGLI USA LA BIG STORY È UN’ALTRA: SONO "PERSON OF INTEREST" TRE PEZZI GROSSI DELL’AMMINISTRAZIONE OBAMA, SUSAN RICE, JOHN BRENNAN (CIA) E SAMANTHA POWER, PER AVER CHIESTO AI SERVIZI I NOMI (COPERTI DA SEGRETO) DEI TRUMPIANI INTERCETTATI E AVERLI SPIATTELLATI ALLA STAMPA PER SMERDARE IL PRESIDENTE ELETTO. QUANDO ANCORA ALLA CASA BIANCA C’ERA IL PREMIO NOBEL BARACK...

 

MERKEL TRUMPMERKEL TRUMP

Maria Giovanna Maglie per Dagospia

 

In Europa impazza il giallo dell'accordo di Parigi, che Donald Trump scioglierà questa sera alle 21:00 ora italiana, mantenendo fino all'ultimo la giusta suspence, lascio non lascio, un gesto il secondo che il Vaticano ha già mandato a definire schiaffo in faccia, come se un’ enciclica di Bergoglio dovesse essere verbo divino del politically correct; la Merkel un abbandono definitivo del legame con l'Europa, come se le alleanze si facessero su un accordo del tutto teorico sul clima, e non per esempio sulla difesa, che per essere garantita andrebbe pagata.

 

Ma the big story, la storiona, in America è un'altra, e come twitta sardonico il presidente, potrebbe smascherare personaggi importanti dell'amministrazione Obama, perché a forza di tirare la corda si può finire impiccati. Un mandato di comparizione non si nega a nessuno nella Washington un po' impazzita del 2017 , ma se gli ultimi emessi riguardano i dirigenti delle principali agenzie dei servizi e di investigazione, su esponenti di primo piano dell'amministrazione Obama, forse l'affare sta cominciando a cambiare piega.

donald trump con il papadonald trump con il papa

 

Persona di interesse, ovvero che potrebbe avere informazioni su un'inchiesta, può essere chiunque nella Washington un po' impazzita del 2017, ma se ora tocca perfino al leader inglese antieuropeista Nigel Farage essere considerato parte di un intrigo tra Wikileaks Trump e la Russia, forse è il momento che qualcuno dica basta. Farage se la ride via Twitter, Putin sembra non poterne più e sbotta contro la Russiafobia in un'intervista ad agenzie di stampa internazionali.

 

SUSAN RICE BARACK OBAMASUSAN RICE BARACK OBAMA

Difficile dargli torto, sembrano gli anni 50, solo che quelli erano gli anni 50, e nemmeno allora, nonostante la robusta presenza di un partito dipendente dai sovietici, come il Partito comunista italiano, il New York Times avrebbe scritto un articolo sull'Italia in svendita alla Russia come quello di un paio di giorni fa. Per tutti potrebbe valere la regola aurea di Carlo Verdone “cambia spacciatore”.

 

Intanto Fox News conferma che FBI, CIA, National Security Agency, hanno ricevuto mandati di comparizione emessi dalla Commissione intelligence della Camera dei Deputati. Si riferiscono a una certa pratica di richiedere nomi di persone che avrebbero dovuto restare riservate che poi sono state fornite a giornali, e riguardano preminenti personalità della passata amministrazione Obama.

 

susan rice obama hillary clintonsusan rice obama hillary clinton

La cosa stride particolarmente perché nel 2014 il presidente Obama diede grande pubblicità a una serie di misure intese a preservare la privacy dei cittadini finiti nei rapporti delle agenzie. Il quale Obama, notizia di servizio per i nostalgici che volessero sapere dove andare a fargli visita, ha appena comprato per 8 milioni di dollari una casa a Washington, quindi, a differenza della tradizione degli ex presidenti, non schioda.

 

Questi I nomi. Susan Rice, già consigliere per la Sicurezza Nazionale, è stata già identificata come persona che ha richiesto durante la fase di transizione, quindi quando già era Trump il presidente, i nomi dei collaboratori di Trump che apparivano sotto codice in rapporti riservati per presunti incontri, telefonate, relazioni varie con esponenti del governo russo o della finanza di quel Paese.

obama, susan rice e samantha powerobama, susan rice e samantha power

 

Segue l'ex direttore della CIA, John Brennan e l'ex ambasciatore alle Nazioni Unite, Samantha Power. Sarà divertente ascoltare come verranno giustificate le informazioni date all'ambasciatore alle Nazioni Unite, ovvero una che fa il diplomatico, che a differenza del capo della CIA o del consigliere per la sicurezza nazionale, non potrà neanche prendere a pretesto esigenze di protezione della nazione.

 

Sarà anche divertente sapere quali sono i nomi forniti, quante volte sono stati chiesti, e quanto tempo ci hanno messo giornali come il Washington Post e New York Times, tv come la Cnn, ad avere quei nomi in bella copia in redazione.

 

SAMANTHA POWER SAMANTHA POWER

Tradotta in soldoni, la storia rischia di sembrare semplice. Per sostenere la teoria di relazione impropria tra lo staff di Trump e la Russia di Putin, per dare corpo al complotto che avrebbe falsato il risultato delle elezioni l'8 novembre 2016, insomma per insinuare negli americani il dubbio che Wikileaks, Assange, Putin e Trump si siano comprati il paese con il loro voto, tre importanti personaggi dell'amministrazione, che è difficile credere che abbiano agito senza l'assenso del loro presidente, hanno chiesto e ottenuto di forzare leggi e regolamenti, rendendo noti nomi che avrebbero dovuto restare coperti dalla riservatezza, perché queste sono le regole che proteggono i cittadini americani, e hanno ottenuto dei nomi che hanno poi passato ai giornalisti.

 

Sui quali giornalisti, a quanto si apprende, l'amministrazione Trump avrebbe ottenuto autorizzazione a controlli e intercettazioni, proprio per scoprire la fonte dei leaks, delle spiate, che sono continuate anche dopo il passaggio dei poteri, a dimostrazione che qualcuno della vecchia guardia, che era rimasto a lavorare alla Casa Bianca o al Dipartimento di Stato o a quello di Giustizia, ha proseguito nello sporco lavoro di fornire informazioni.

 

BARACK OBAMA john brennanBARACK OBAMA john brennan

Complotto, complotto, come peraltro senza il minimo pudore continua a sostenere anche Hillary Clinton tornata fuori dal bosco, attribuendo solo a queste ingerenze e almeno fino a ieri, fino a che non è diventato un altro utile pupazzo da usare contro Trump, alle iniziative a lei ostili dell'ex direttore dell'Fbi James Comey, la sua sconfitta.

 

Big story, ha ragione Donald Trump. Se andrà a finire che gli accusatori diventano accusati sarà difficile per loro non incolpare se stessi perché probabilmente niente di tutto ciò sarebbe mai venuto fuori se non fosse partito un continuo e pressante – anche a costo di illegalità – tentativo di delegittimazione del voto e del quarantacinquesimo presidente.

 

Molti altarini vengono fuori. Per esempio una settimana fa la Foreign Intelligence Surveillance Court ha bruscamente messo sotto accusa la National Security Agency per “institutional lack of candor”, un comportamento fraudolento.

 

Praticamente la Corte ha spiegato che gli uomini di Obama avevano spesso violato le protezioni fornite dalla privacy americana ai cittadini, occupandosi di intelligence internazionale, e che non ne avevano mai fatto parola fino agli ultimi giorni dell'Amministrazione. Lo hanno fatto solo il 26 ottobre del 2016 informando la Corte che gli analisti della NSA hanno condotto indagini nelle quali hanno identificato cittadini americani in violazione delle leggi con una frequenza molto maggiore di quella prima rivelata.

ASSANGE PUTIN TRUMPASSANGE PUTIN TRUMP

 

Perché si sono decisi a parlare? Perché entro la fine di quest'anno il Congresso dovrà autorizzare programmi come quello che consente di spiare i sospettati di terrorismo, la cosiddetta section 702 della legge di Foreign Intelligence Surveillance, e se oltre che i cattivoni spii gli oppositori politici, forse sei fuori dalla legge. Motivo per un altro Nobel?

Ultimi Dagoreport

donald trump grandi della terra differenza mandati

FLASH! - FA MALE AMMETTERLO, MA HA VINTO DONALD TRUMP: NEL 2018, AL G7 IN CANADA, IL TYCOON FU FOTOGRAFATO SEDUTO, COME UNO SCOLARO CIUCCIO, MENTRE VENIVA REDARGUITO DALLA MAESTRINA ANGELA MERKEL E DAGLI ALTRI LEADER DEL G7. IERI, A WASHINGTON, ERA LUI A DOMINARE LA SCENA, SEDUTO COME DON VITO CORLEONE ALLA CASA BIANCA. I CAPI DI STATO E DI GOVERNO EUROPEI, ACCORSI A BACIARGLI LA PANTOFOLA PER CONVINCERLO A NON ABBANDONARE L'UCRAINA, NON HANNO MAI OSATO CONTRADDIRLO, E GLI HANNO LECCATO VERGOGNOSAMENTE IL CULO, RIEMPIENDOLO DI LODI E SALAMELECCHI...

pietrangelo buttafuoco alessandro giuli beatrice venezi

DAGOREPORT – PIÙ CHE DELL’EGEMONIA CULTURALE DELLA SINISTRA, GIULI E CAMERATI DOVREBBERO PARLARCI DELLA SEMPLICE E PERENNE EGEMONIA DELL’AMICHETTISMO E DELLA BUROCRAZIA – PIAZZATI I FEDELISSIMI E GLI AMICHETTISSIMI (LA PROSSIMA SARÀ LA DIRETTRICE DEL LATO B VENEZI, CHE VOCI INSISTENTI DANNO IN ARRIVO ALLA FENICE), LA DESTRA MELONIANA NON È RIUSCITA A INTACCARE NÉ LO STRAPOTERE BARONALE DELLE UNIVERSITÀ NÉ LE NOMINE DIRIGENZIALI DEL MIC. E I GIORNALI NON NE PARLANO PERCHÉ VA BENE SIA ALLA DESTRA (CHE NON SA CERCARE I MERITEVOLI) CHE ALLA SINISTRA (I BUROCRATI SONO PER LO PIÙ SUOI)

donald trump giorgia meloni zelensky macron tusk starmer

DAGOREPORT - DOVE DIAVOLO È FINITO L’ATTEGGIAMENTO CRITICO FINO AL DISPREZZO DI GIORGIA MELONI SULLA ‘’COALIZIONE DEI VOLENTEROSI”? - OGGI LA RITROVIAMO VISPA E QUERULA POSIZIONATA SULL'ASSE FRANCO-TEDESCO-BRITANNICO, SEMPRE PRECISANDO DI “CONTINUARE A LAVORARE AL FIANCO DEGLI USA” - CHE IL CAMALEONTISMO SIA UNA MALATTIA INFANTILE DEL MELONISMO SONO PIENE LE CRONACHE: IERI ANDAVA DA BIDEN E FACEVA L’ANTI TRUMP, POI VOLA DA MACRON E FA L’ANTI LE PEN, ARRIVA A BRUXELLES E FA L’ANTI ORBÁN, INCONTRA CON MERZ E FA L’ANTI AFD, VA A TUNISI E FA L’ANTI SALVINI. UNA, NESSUNA, CENTOMILA - A MANTENERE OGNI GIORNO IL VOLUME ALTO DELLA GRANCASSA DELLA “NARRAZIONE MULTI-TASKING” DELLA STATISTA DELLA GARBATELLA, OLTRE AI FOGLI DI DESTRA, CORRONO IN SOCCORSO LE PAGINE DI POLITICA INTERNA DEL “CORRIERE DELLA SERA”: ‘’PARE CHE IERI MACRON SI SIA INALBERATO DI FRONTE ALL’IPOTESI DI UN SUMMIT A ROMA, PROPONENDO SEMMAI GINEVRA. MELONI CON UNA BATTUTA LO AVREBBE CALMATO” - SÌ, C’È SCRITTO PROPRIO COSÌ: “CON UNA BATTUTA LO AVREBBE CALMATO”, MANCO AVESSE DAVANTI UN LOLLOBRIGIDA QUALSIASI ANZICHÉ IL PRESIDENTE DELL’UNICA POTENZA NUCLEARE EUROPEA E MEMBRO PERMANENTE DEL CONSIGLIO DI SICUREZZA DELL'ONU (CINA, FRANCIA, RUSSIA, REGNO UNITO E USA) - RIUSCIRÀ STASERA L’EROINA DAI MILLE VOLTI A COMPIERE IL MIRACOLO DELLA ‘’SIRINGA PIENA E MOGLIE DROGATA’’, FACENDO FELICI TRUMP E MACRON?

pippo baudo senato

SI E' SPENTO A 89 ANNI IL MITOLOGICO PIPPO BAUDO - L’UOMO CHE HA SCOPERTO TUTTI (PER PRIMO SE STESSO), DEMOCRISTIANO DI FERRO, HA ATTRAVERSATO CRISI DI GOVERNO E CAMBIAMENTI IN RAI E VANTA IL RECORD DEI FESTIVAL DI SANREMO CONDOTTI (13) – QUANDO SFIORÒ LA CRISI INTERNAZIONALE, NEL 1986, PER LO SKETCH DEL TRIO SOLENGHI-MARCHESINI-LOPEZ SULL'AYATOLLAH KHOMEINI. E QUANDO LANCIÒ BEPPE GRILLO CHE PRONUNCIÒ LA CELEBRE BATTUTA SU BETTINO CRAXI: "SE IN CINA SONO TUTTI SOCIALISTI, A CHI RUBANO?" (VIDEO) - "LO SHOWMAN DELLA TRADIZIONE, IL SUPERCONDUTTORE, L’ORGANIZZATORE DI UN INTRATTENIMENTO SEMPRE SINTONIZZATO SUL PENULTIMO PARADIGMA DEL CONSENSO POPOLARE, SENZA SQUILLI REAZIONARI E SENZA STRILLI AVANGUARDISTICI: CLASSI MEDIE, PUBBLICO MEDIO, SENSIBILITÀ MEDIA. PERCHÉ BAUDO È IL CENTRO. CULTURALE, POLITICO, SOCIALE" (EDMONDO BERSELLI)

putin trump

DAGOREPORT - IL FATTO CHE PUTIN SIA RITORNATO A MOSCA CON L’ALLORO DEL VINCITORE, LA DICE LUNGA DI COME SIA ANDATO L’INCONTRO CON TRUMP. DEL RESTO, COME PUOI CONFRONTARTI CON GLI ESPERTI DIPLOMATICI RUSSI (SERGEI LAVROV E YURI USHAKOV), AFFIANCATO DA UN SEGRETARIO DI STATO COME MARCO RUBIO, NOTORIAMENTE A DIGIUNO DI GEOPOLITICA, E DA UN VENDITORE DI APPARTAMENTI COME STEVE WITKOFF? – PUTIN, SORNIONE, HA CERCATO DI CONVINCERE TRUMP DI TAGLIARE I LACCI E LACCIUOLI CON I LEADER EUROPEI - MISSIONE NON OSTICA VISTO I “VAFFA” ALLA UE, ULTIMO DEI QUALI LA GUERRA DEI DAZI - TRA VARI MOTIVI CHE MANTENGONO ACCESO UN INTERESSE DI TRUMP CON L’EUROPA, FA CAPOLINO L’EGO-SMANIA DI ESSERE INCORONATO, COME OBAMA, CON IL NOBEL DELLA PACE. ONORIFICENZA CHE VIENE PRESA A OSLO E NON A MAR-A-LAGO - E ADESSO COSA POTRÀ SUCCEDERE LUNEDÌ PROSSIMO NELLA SALA OVALE DOVE È ATTESO L’INCONTRO TRA TRUMP E ZELENSKY? LA PAURA CHE IL LEADER UCRAINO SI PRENDA UN’ALTRA DOSE DI SCHIAFFI E SBERLEFFI DAL TROMBONE A STELLE E STRISCE INCOLPANDOLO DI ESSERE IL RESPONSABILE DEL FALLIMENTO DELLA SUA TRATTATIVA CON MOSCA, HA SPINTO MACRON A CONVOCARE I ''VOLENTEROSI'' -OBIETTIVO: PREPARARE ZELENSKY AL SECONDO ROUND CON IL TEPPISTA DELLA CASA BIANCA...