kim jong un donald trump

AMERICA FATTA A MAGLIE - ‘LA LINEA DURA PROCURA UNA VITTORIA A TRUMP. PER ORA’. IL FASTIDIO PER LO SMACCO TRAPELA NEL TITOLO DEL ‘WASHINGTON POST’, CON IL PUZZONISSIMO KIM CHE CHIEDE DI INCONTRARE IL PUZZONE TRUMP RINUNCIANDO AL NUCLEARE - DAZI: PORTA APERTA A MESSICO E CANADA PER NEGOZIARE UN NUOVO NAFTA. ACCORDI NUOVI E RINVII PER I PAESI AMICI, COME L'AUSTRALIA. CHI SONO GLI ALTRI? DICIAMO CHE C'È UN NEMICO, ED E’ LA GERMANIA…

 

Maria Giovanna Maglie per Dagospia

 

kim jong un

“La linea dura  procura una vittoria  a  Trump. Per ora”. Il fastidio per lo smacco trapela nel titolo del Washington Post, e si può capire che il quotidiano nemico giurato del presidente stenti  a riconoscere  le dimensioni della vittoria strappata dalla diplomazia della Casa Bianca col metodo della sfida contro tutto e contro tutti.

 

La resa della Corea del Nord arriva proprio la stessa sera in cui Trump ha comunicato un'altra e difficile sfida imponendo dazi sull'importazione di acciaio ed alluminio, e lo ha fatto ancora una volta contro tutto e contro tutti, dalla Cina all'Europa, con particolari accuse rivolte alla Germania.

 

In questi giorni tutti amano citare il vecchio bestseller scritto dal presidente quando era ancora solo un imprenditore spregiudicato e di grande successo, che si chiama The Art of the Deal, l'arte del negoziato. Alla Casa Bianca va in onda l'ultima versione.

 

donald trump impianto di riconversione dell'alluminio

Sarebbe stata la sfida dei dazi la notizia numero uno, non fosse che il leader nordcoreano Kim Jong-un, quello cattivissimo che affama e tortura il suo popolo, quello che prepara micidiali armi nucleari e testate così sofisticate da minacciare non solo i vicini Giappone e Corea del sud, ma anche il nemico americano, quello che negli ultimi mesi ha fatto a gara di proclami su chi aveva il bottone nucleare più grosso col presidente americano, ha chiesto un incontro a Trump, il quale ha accettato, a quanto pare, entro il mese di maggio.

 

donald trump xi jinping

L'annuncio clamoroso è stato lasciato a Chung Eui-yong, direttore della sicurezza nazionale della Corea del Sud , che ha guidato la delegazione e  ha parlato fuori dalla Casa Bianca  ieri sera dopo un giorno di incontri  con i più importanti esponenti dell'Amministrazione, compreso il presidente. C'erano il consigliere per la sicurezza nazionale, H.R. McMaster, il capo dello staff, John Kelly, il segretario alla Difesa, James Mattis, il direttore dell'intelligence nazionale, Dan Coats. Il segretario di stato, Rex Tillerson, è in viaggio in Etiopia.

 

Chung ha spiegato che Kim Jong un ha detto ai rappresentanti sudcoreani di essere ‘‘committed to denuclearization’’, pronto seriamente alla denuclearizzazione, e ha preso l'impegno che‘‘North Korea will refrain from any further nuclear or missile tests.’’, la Corea del Nord si asterrà da qualsiasi ulteriore test nucleare o missilistico.

 

Un'ora dopo la Casa Bianca ha confermato la notizia senza specificare né una data né il luogo dell'incontro. Trump ha scritto un Tweet molto soddisfatto ma prudente, dando a sua volta l'annuncio e spiegando che 

 

kim jong un

'great progress being made but sanctions will remain until an agreement is reached', è un grande progresso Ma le sanzioni restano fino a che non si raggiungerà un accordo.

Insieme alle sanzioni restano le esercitazioni nelle acque della Corea del Sud delle forze congiunte coreane e americane, perché la pressione deve restare al massimo livello.

“Dobbiamo questo primo risultato alla grande capacità di leadership del presidente americano e alla pressione fortissima esercitata sulla Corea del nord”, ha detto il rappresentante sudcoreano, lasciando i giornalisti che in questi mesi hanno previsto catastrofi e apocalisse, come risultato del braccio di ferro deciso da Trump, a bocca aperta e sconcertati.

 

Pensare che era stata una giornata di forti dubbi e severa critica verso il presidente, pronto ad annunciare i dazi sulle importazioni di alluminio e acciaio, nonostante più di 100 deputati repubblicani gli avessero chiesto di cambiare idea, nonostante le dimissioni di Gary Cohn, consigliere economico ormai da mesi in rotta di collisione, e nonostante le risposte minacciose di tutti i Paesi destinati a essere colpiti, dall'Unione Europea che studiava ritorsioni alla Cina che prometteva sfracelli.

angela merkel donald trump

 

Lo puo’ fare grazie a una legge commerciale degli anni Sessanta finora poco utilizzata,  con l’imposizione del 25% di dazi sull’acciaio straniero e del 10% sull’alluminio.

 

L'ha detto e l'ha fatto, l'annuncio è arrivato nel pomeriggio con tanto di firma, poi esibita ai fotografi. Donald Trump crede  che sia una decisione giusta per l'America e procede con la linea dura, ma soprattutto crede che sia il miglior modo per negoziare trattati commerciali più convenienti per gli Stati Uniti.

 

Le nuove tariffe partono tra 15 giorni. Lascia la porta aperta a Messico e Canada nella convinzione di un nuovo accordo trilaterale Nafta. Introduce  possibilità di trattative, accordi nuovi e rinvii dei dazi per i Paesi amici, come l'Australia.

 

Chi sono  gli altri Paesi amici? Diciamo che c'è un nemico più o meno a sorpresa, ed e’ la Germania.

 

"Abbiamo nemici che si sono approfittati enormemente di noi da anni su commercio e difesa. Se guardiamo la Nato, la Germania paga l’1% e noi paghiamo il 4,2% di un Pil molto più importante. Non è giusto”. Più chiaro di così.

“Saremo molto giusti, saremo molto flessibili“, conclude il presidente,  ricordando che  ai paesi del Patto Atlantico  ha chiesto  di raggiungere la quota del 2% del loro prodotto interno lordo.

 

DRAGHI MERKEL

Si attendono ora le risposte. Il presidente della Banca Centrale Europea, Mario Draghi,  invoca la cornice multilaterale della Organizzazione per il Commercio Mondiale, condanna le decisioni unilaterali come pericolose, mette in guardia dalla risposta in termini di tassi di scambio. Per ora fuffa, anche se  sarebbe pronta una lista di prodotti, su questi potrebbero imporre protezioni.

 

 Per l'Italia è un bel  rischio, stiamo parlando di circa 4 miliardi di export agroalimentare made in Italy, con le esportazioni di cibo e bevande che sono aumentare del 6% nel 2017, in testa il vino, l'olio, il formaggio, la pasta.

Il ministro degli Esteri cinese, Wang Yi, dichiara che la Cina “metterà certamente in atto una risposta appropriata e necessaria” all’imminente innalzamento dei dazi.

DONALD TRUMP FIRMA I DAZI CON I LAVORATORI DELL ACCIAIO E DELL ALLUMINIO

Ci sono 15 giorni di tempo  perché le reazioni  da paroloni dovuti si trasformino  in decisioni di rottura o di compromesso. Per il momento l'ipotesi più insidiosa per gli Stati Uniti  la annuncia il New York Times, che da’ per imminente una riedizione  della  Trans-Pacific Partnership (Ttp) defunta, ribattezzata Comprehensive and progressive Agreement for Trans-Pacific Partnership.

 

Prevede l’apertura dei mercati di Paesi che si affacciano sull’Oceano Pacifico e che rappresentano un settimo dell’economia globale. Secondo il Times, “Paesi che prima contavano sulla leadership americana vanno ora avanti da soli”. Vedremo.

DONALD TRUMP FIRMA I DAZI CON I LAVORATORI DELL ACCIAIO E DELL ALLUMINIO

 

L'industria siderurgica americana festeggia intanto la rinnovata produzione, forni accesi ovunque e nuove assunzioni in un settore che languiva.

 

 Alla cerimonia per la firma Donald Trump ha invitato un gruppo di lavoratori siderurgici .”Ho mantenuto la promessa che avevo fatto in campagna elettorale. E sono qui anche grazie a voi. Abbiamo perso negli anni un terzo di dipendenti nel settore dell’acciaio e due terzi delle società che operano nell’alluminio hanno chiuso. Ma ora è finita”.

gli operai dell acciaio americano con trumpalluminio americano

Ultimi Dagoreport

giorgia meloni matteo salvini difesa riarmo europeo

DAGOREPORT - SALVATE IL SOLDATO SALVINI! DA QUI ALLE REGIONALI D’AUTUNNO, SARANNO GIORNI DA INCUBO PER IL PIÙ TRUMPUTINIANO DEL BELPAESE - I DELIRI DEL “BIMBOMINKIA” (COPYRIGHT FAZZOLARI) SU UE, NATO, UCRAINA SONO UN OSTACOLO PER IL RIPOSIZIONAMENTO DELLA DUCETTA VERSO L'EURO-CENTRISMO VON DER LEYEN-MERZ, DESTINAZIONE PPE – AL VERTICE DELL’AJA, LA “GIORGIA DEI DUE MONDI” HA INIZIATO INTANTO A SPUTTANARLO AGLI OCCHI DI TRUMP: SALVINI È COSÌ TRUMPIANO CHE È CONTRARIO AL RIARMO E PROFONDAMENTE OSTILE AI DAZI... - MA SE DA AJA E BRUXELLES, SI SCENDE POI A ROMA, LA MUSICA CAMBIA. CON UNA LEGA SPACCATA TRA GOVERNATORI E VANNACCI, SALVINI E' UN'ANATRA ZOPPA. MA UN ANIMALE FERITO È UN ANIMALE PERICOLOSO, CAPACE DI GETTARE ALLE ORTICHE IL SUO GOVERNATORE ZAIA E TENERE STRETTO A SE' PER ALTRI DUE ANNI IL POTERE IN LOMBARDIA - IL BIG BANG TRA I DUELLANTI È RINVIATO ALL’ESITO DELLE REGIONALI (E CALENDA SI SCALDA PER SALIRE SUL CARRO DELLA FIAMMA...)

malago meloni abodi fazzolari carraro

DAGOREPORT - CHE LA CULTURA POLITICA DEI FRATELLINI D’ITALIA SIA RIMASTA AL SALTO NEL “CERCHIO DI FUOCO” DEL SABATO FASCISTA, È STATO LAMPANTE NELLA VICENDA DEL CONI - QUANDO, ALLA VIGILIA DELL’ELEZIONE DEL SUO CANDIDATO LUCIANO BUONFIGLIO ALLA PRESIDENZA DEL CONI, QUEL DEMOCRISTIANO IN MODALITÀ GIANNI LETTA DI GIOVANNINO MALAGÒ SI È FATTO INTERVISTARE DA “LA STAMPA” ANNUNCIANDO DI ESSERE UN “PATRIOTA” CHE “FA IL TIFO PER IL GOVERNO MELONI”, HA INVIATO AI MUSCOLARI CAMERATI DISDEGNOSI DELLE REGOLE DELLA POLITICA (DIALOGO, TRATTATIVA, COMPROMESSO) IL SEGUENTE MESSAGGIO: ORMAI È TARDI PER FAZZOLARI DI INCAZZARSI CON ABODI; DA TEMPO VI HO DETTO CHE AVETE SBAGLIATO CAVALLO QUANDO AVEVATE A DISPOSIZIONE UNO CHE È “PATRIOTA” E “TIFA MELONI”, CHE HA ALLE SPALLE IL SANTO PATRONO DEGLI INTRIGHI E COMBINE, ALIAS GIANNI LETTA, E DOPO DODICI ANNI ALLA GUIDA DEL CONI CONOSCE LA ROMANELLA POLITICA COME LA SUA FERRARI…(SALUTAME 'A SORETA!)

FARE SESSO A 40 GRADI (ALL’OMBRA): COSA SUCCEDE AL NOSTRO CUORE? - IL SALVA-VITA DEL PROF. COSIMO COMITO: “IN CONDIZIONI NORMALI E CON LA GIUSTA TEMPERATURA, UN RAPPORTO SESSUALE EQUIVALE A FARE 2-3 PIANI DI SCALE A PASSO SVELTO. LO STESSO RAPPORTO IN UN AMBIENTE CALDO-AFOSO, LO SFORZO EQUIVALE A FARE 4-5 PIANI DI SCALE A PASSO SVELTO. IN TAL CASO, GLI UOMINI CHE HANNO PIÙ DI 50 ANNI COME FANNO SCIENTIFICAMENTE AD ESCLUDERE LA POSSIBILITÀ DI AVERE UN INFARTO O UN ICTUS AL POSTO DELL’ORGASMO? (ATTENZIONE ALL’”AIUTINO”)…”

elly schlein giorgia meloni giuseppe conte matteo salvini elezioni

DAGOREPORT - COME FAR FUORI IL NEMICO PIÙ INTIMO E VIVERE FELICI? È LA DOMANDA CHE TORMENTA DA UN PEZZO GLI OTOLITI DI GIORGIA MELONI APPENA SI APPALESA LA SILHOUETTE SOVRAPPESO DI MATTEO SALVINI - RIPOSTO IN CANTINA IL PREMIERATO, BRUCIATO IL VOTO ANTICIPATO, CHE FARE? ALLE MENINGI DEI FAZZOLARI E DEI LA RUSSA È SPUNTATA LA RIFORMA ELETTORALE CHE NON SOLO PENALIZZEREBBE LA LEGA A FAVORE DI FRATELLI D'ITALIA MA TOGLIEREBBE DI MEZZO LE CHANCE DI VITTORIA DI UN’OPPOSIZIONE MIRACOLATA IN “CAMPO LARGO” - E QUI ARRIVA IL BELLO: COME FAR INGOIARE A PD-ELLY IL ROSPO DI UNA LEGGE ELETTORALE CHE LI PENALIZZA? C'EST FACILE! SE QUEEN GIORGIA VUOLE ASFALTARE SALVINI, ANCHE LA DUCETTA DEL NAZARENO SOGNA DI TOGLIERSI TRA I PIEDI QUELLA QUOTIDIANA ROTTURA DI COJONI DI GIUSEPPE CONTE…

riarmo armi pedro sanchez elly schlein giorgia meloni giuseppe conte donald trump

DAGOREPORT - AVVISO AI NAVIGANTI! DUE SVALVOLATI SI AGGIRANO PER L’EUROPA: PEDRO SANCHEZ E ELLY SCHLEIN – CON LA NATO MORENTE (TRUMP SOSTIENE CHE L'ARTICOLO 5, CARDINE DELL'ALLEANZA, SI DEBBA "INTERPRETARE"), I DUE SINISTRATI DEL PSE, CHE INSIEME AL PPE SOSTENGONO LA MAGGIORANZA URSULA, MINACCIANO DI STACCARE LA SPINA DICENDO "NO" AL RIARMO UE: UN "NO" CHE SAREBBE UN REGALONE ALLA GIORGIA DEI DUE MONDI CHE NON VEDE L'ORA DI DIVENTARE LA STAMPELLA DEL PPE (DOVE E' ATTESA A BRACCIA APERTE: AL VERTICE DELL'AJA HA SEDOTTO A COLPI DI SMORFIE TRUMP SUI DAZI AL 10% ALL'UE) - LA MOLLA DI TANTO TAFAZZISMO GEOPOLITICO DI ''FALCE & MART-TELLY'' È IDEOLOGICA, TROVANDOSI STRETTA TRA L'INCUDINE DEI RIFORMISTI PD E IL MARTELLO A CINQUESTELLE DI CONTE, CHE L'HA SCAVALCATA A SINISTRA A SUON DI MANIFESTAZIONI, SLOGAN E PROCLAMI "ARCOBALENO", SORPASSANDO PERFINO AVS - E TRA I DUE LITIGANTI, LA DUCETTA SE LA GODE... 

elly e alessandro onorato, goffredo bettini e dario franceschini, matteo renzi , ernesto maria ruffini schlein giuseppe conte

DAGOREPORT - ‘’AAA CERCASI UN CENTRO DI GRAVITÀ PERMANENTE’’. IN VISTA DELLE ELEZIONI 2027, ANCHE LA DUCETTA DEL NAZARENO, ELLY SCHLEIN, HA CAPITO CHE NON BASTA UN’ALLEANZA CON CONTE E FRATOIANNI PER RIMANDARE NELLE GROTTE DI COLLE OPPIO IL GOVERNO MELONI. PER SPERARE DI VINCERE, OCCORRE DAR VITA A UN NUOVO ULIVO PRODIANO CAPACE DI FEDERARE LE VARIE ANIME DEI CENTROSINISTRATI, AL PARI DELLA DESTRA DOVE SI SFANCULANO DA MANE A SERA MA ALLA FINE IL COLLANTE DEL POTERE È PIÙ FORTE DELLA LORO EGOLATRIA – IL PRIMO A METTERSI IN MOTO È STATO MATTEO RENZI CHE, DA ABILISSIMO MANOVRATORE QUAL È, SI È TRASFORMATO IN UN ARIETE MEDIATICO DELL’OPPOSIZIONE – ALLA DISPERATA RICERCA DEL CENTRO PERDUTO, DOPO SALA E RUFFINI, OGGI SCENDE IN CAMPO ALESSANDRO ONORATO, ASSESSORE AL TURISMO DEL CAMPIDOGLIO, CHE MIRA A FEDERARE UNA RETE RIFORMISTA FORMATA DALLE PRINCIPALI REALTÀ CIVICHE DI CENTROSINISTRA PRESENTI IN ITALIA PER TOGLIERE L'ESKIMO A "FALCE E MART-ELLY''...