renzi rai

MAI DIRE RAI - MATTEO NON VUOLE LASCIARE IMPRONTE SULLA RAI E CDO RESTA A BAGNOMARIA FINO ALLA SCADENZA DEL CONTRATTO, UN ALTRO ANNO - RENZI PRIMA DEL VOTO VUOLE L’INFORMAZIONE PUBBLICA “NORMALIZZATA” E CONTROLLATA DA LUI NON DALLA GABANELLI – MILENA VERSO IL CORRIERE

 

DAGOREPORT

 

RENZI CAMPO DALLORTORENZI CAMPO DALLORTO

Grande scuola la Dc: se non sai fare una scelta, prendi tempo. E Gentiloni, che tecnicamente non è mai stato democristiano (ma li ha osservati da vicino), sta applicando questa regola aurea alla Rai. Sembra che Piercarlo Padoan lo abbia chiamato e gli abbia chiesto: ed ora che facciamo con Campo Dall’Orto? Risposta: ne parliamo la prossima settimana. Il ministro dell’Economia, altro Cuor di Leone, non aspettava di meglio: ed il dossier è finito in un cassetto della scrivania di Quintino Sella.

 

Il motivo della non scelta è dettata dal fatto che Matteo non vuole lasciare impronte sulla Rai: già ho fatto troppe cazzate, avrebbe confidato. Tant’è che, sotto sotto, non gli dispiacerebbe che Campo Dall’Orto restasse a bagnomaria a Viale Mazzini. La scelta di rimuovere direttore generale spetta al ministero dell’Economia. Per esercitarla, il Mef deve convocare un’assemblea e procedere alla rimozione. Ma deve pagare un anno e più di stipendio a Cdo, per non parlare delle penali per interruzione del contratto.

 

gentiloni padoan1gentiloni padoan1

Padoan, però, non vuole prendersi questa responsabilità; da qui, il coinvolgimento di Gentiloni con l’inevitabile rinvio democristiano.

 

Renzi non vuole assolutamente farsi coinvolgere nell’operazione. Tant’è che fa sapere d aver dato input chiari ad Anzaldi: non mi interessa quel che succede in Rai, non devo assolutamente uscire come quello che mette bocca. Al punto che qualche solerte comparsa del Nazareno è andata a spulciare il codice civile ed ha scoperto che per far decadere un DG si deve dimettere almeno metà del cda.

 

RAI RENZIRAI RENZI

Così, la regia della rimozione di Campo Dall’Orto la sta assumendo (sempre d’intesa con il Capo) il pitbull di Renzi. Vale a dire, quel Michele Anzaldi nel quale il Ducetto sembra riporre una fiducia sterminata: al punto di essere scomparso, su sua richiesta, dalle tv.

 

Michele, però, tiene contatti strettissimi e pressochè quotidiani con la Zarina di Viale Mazzini, quella Monica Maggioni che ha tramato, bugia dopo bugia, per la testa di Cdo e della Gabanelli.

 

Entrambi sanno alla perfezione che  Camposanto non vorrebbe andare via (anche perché non sa dove andare). Milena Gabanelli potrebbe presto accasarsi al Corriere per la gioia di Urbanetto Cairo; ma a lui, al momento, ancora nessuno gli ha offerto un posto di lavoro. E pensare che è stata proprio la nomina della Gabanelli la causa della “rottura” fra Renzi e Campo Dall’Orto.

milena gabanelli blumilena gabanelli blu

 

In un primo momento, il Cazzaro di Rignano gli aveva dato “via libera” alla nomina di Milena. Ma a quei tempi era ancora a Palazzo Chigi e si sentiva fortissimo. Poi è arrivato il referendu, e tutto è crollato. Ora, pertanto, non vuole andare al voto senza avere a disposizione una Rai con l’informazione “normalizzata”; quindi, la Gabanelli non può diventare direttore di testata.

ANZALDIANZALDI

 

Dal Nazareno confermano che Anzaldi diventerà capo della Comunicazione del Pd mentre Matteo Richetti assumerà l’incarico di portavoce “politico” del partito.

 

Acque agitate anche dentro i Cinque stelle. Fico e Di Maio sarebbero incazzati neri con Freccero per il voto in cda. E ne raccontano di tutti i colori…

rosa capuozzo roberto fico luigi di maiorosa capuozzo roberto fico luigi di maio

 

 

2. NESSUNA LIQUIDAZIONE RECORD PER CDO

Estratto Dall'articolo di Paolo Bracalini per Il Giornale

 

"C'è forse un fattore in più a tenere fermo Campo Dall'Orto sulla sua poltrona (sempre più incandescente): se lascia la Rai non avrà una buonuscita milionaria, come altri top manager di aziende pubbliche. Anzi, nessuna liquidazione, perché il suo è un contratto da amministratore, non da semplice dirigente con le tutele sindacali e le prestazioni aggiuntive in caso di chiusura anticipata del contratto".

CAMPO DALLORTO CAMPO DALLORTO

 

3. MAGGIONI, L'EX INVIATA D'ASSALTO CONVERTITA ALLE MANOVRE DI PALAZZO

Paolo Bracalini per Il Giornale

 

Da inviata «embedded» nelle zone di guerra ai conflitti armati del settimo piano Rai. Monica Maggioni finora si è dimostrata abile a schivare le mine che hanno invece affondato la direzione generale di Campo Dall'Orto, ormai con un piede e mezzo fuori dalla tv pubblica.

 

Se l'ex manager di Mtv si è rivelato un «ingenuo» (giudizio di Carlo Freccero), incapace di maneggiare un'azienda politica come la Rai, la presidente ha sfruttato la sua conoscenza delle logiche oscure che governano viale Mazzini per rimanere in sella. E così, quando il vento politico è cambiato e Dall'Orto si è tramutato da superprotetto di Renzi ad appestato nel mirino del Pd (e non solo), la Maggioni ha ingaggiato una guerriglia col direttore generale, culminata nel voto contrario del presidente Rai al piano editoriale del dg Rai, una cosa mai vista.

monica maggioni intervista bashar al assad monica maggioni intervista bashar al assad

 

Obiettivo: scaricare il fallimento degli ultimi due anni tutto su Campo Dall'Orto, e uscire illesa dal grande pasticcio renziano di Viale Mazzini. Obiettivo ambizioso ma non scontato, visto il ruolo non proprio secondario ricoperto in Rai, e la condivisione di molte scelte di Campo Dall'Orto, comprese le prime infornate di assunzioni esterne, salutate dalla Maggioni con soddisfazione perché «la trasformazione in media company richiede competenze specifiche che in Rai non ci sono quindi ci si rivolge all'esterno» spiegò la presidente Rai.

 

laura boldrini monica maggioni laura boldrini monica maggioni

Poi, dopo che una lunga lista di contratti esterni è finita sul tavolo dell'Anticorruzione di Cantone, e quindi della Procura di Roma, la Maggioni è passata a bacchettare Dall'Orto sull'eccessivo ricorso a contratti esterni, perché «si rischia di creare un altro bacino di precari senza nemmeno governare il processo».

 

Ma anche per un altro motivo: la Maggioni, come presidente, è rappresentante legale dell'azienda, e quindi ogni conseguenza (giudiziaria, erariale) di ogni atto cade di default su di lei. E la presidente si è sentita più volte tradita dalla fiducia nel dg, nel controfirmare certe sue decisioni, non ultima la nomina alla Security Rai di Genséric Cantournet, poi scoperto in conflitto di interessi e fatto dimettere.

 

Le scintille erano iniziate con l'arrivo di Carlo Verdelli, chiamato dal dg per prendere in mano tutta l'informazione Rai, area presidiata dalla stessa Maggioni che nella precedente era Gubitosi (l'ex dg di cui era diventata fedelissima) era arrivata ad un passo dal prendere la direzione della Newsroom 2, la supertestata risultante dalla fusione di Tg3, RaiNews e TgR.

 

man25 paolo gentiloni monica maggioniman25 paolo gentiloni monica maggioni

Verdelli aveva esordito con una gaffe che la Maggioni non gli ha mai perdonato: «Rainews fa dei numeri troppo piccoli rispetto alle persone che ci lavorano». Una critica pesante proprio alla rete diretta dalla Maggioni prima di diventare presidente. Da lì in poi ha giurato vendetta al team informazione di Dall'Orto, che in effetti è capitolato: via Verdelli, via Merlo, bocciato il piano di riforma delle news firmato dallo stesso dg, fatta fuori la Gabanelli a cui era destinato una nuova testata on line, progetto osteggiato personalmente dalla Maggioni («Me lo ha detto lei chiaramente tre settimane fa» racconta l'ex conduttrice di Report) che nell'ultimo cda ha stroncato senza mezzi termini tutto il piano, unendosi ai consiglieri nella sfiducia a Dall'Orto, facendo così asse con la politica che vuol far fuori lui ma potrebbe salvare lei.

 

BERSANI MAGGIONI RENZIBERSANI MAGGIONI RENZI

Scelta dal Pd con il benestare del centrodestra, la Maggioni si ritrova quasi per caso in quota Gentiloni, perché fu lui, da ministro degli Esteri, a suggerire il suo nome a Renzi per risolvere il rebus presidenza. Magari per succedere proprio lei a Dall'Orto, come suggerisce L'Ultima Ribattuta, giornale on line dell'ex capo della comunicazione Rai Guido Paglia: «Monica Maggioni si dimette ed è promossa dg; al suo posto si va avanti con il consigliere anziano Arturo Diaconale (Forza Italia) come facente funzione; per Berlusconi sarebbe un bel segnale da parte di Renzi, in vista di possibili intese post-elettorali». Per la Maggioni, uscire dai due anni complicati al timone della Rai come nuovo dg, l'ennesimo colpo da maestra.

 

 

 

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