di maio salvini conte

“E’ NECESSARIO INDAGARE I RAPPORTI TRA I LEADER DEI PARTITI ITALIANI E ALCUNI MONDI POLITICI E FINANZIARI RUSSI” – DI MAIO INVOCA UNA COMMISSIONE D’INCHIESTA SULLE INGERENZE RUSSE IN ITALIA: “SALVINI, CONTE, BERLUSCONI: NESSUNO DI LORO SI È UNITO A NOI NELLA BATTAGLIA EUROPEA PER METTERE UN TETTO MASSIMO AL PREZZO DEL GAS – MELONI ATLANTISTA? MA COME FA A ESSERE IN COALIZIONE CON DUE LEADER SU CUI GRAVANO PESANTI AMBIGUITÀ? - NON È RIMASTO PIÙ NIENTE DEI 5 STELLE, C'È SOLO IL PARTITO DI CONTE E GRILLO SI STA ACCORGENDO CHE GLIELO STANNO SMANTELLANDO”

SALVINI PUTIN CONTE DI MAIO

Estratto dell’articolo di Annalisa Cuzzocrea per “la Stampa”

 

«Quella destra che oggi tace sulle parole di Medvedev mette a rischio la sicurezza nazionale», dice Luigi Di Maio. Fondatore di Impegno civico, candidato alle prossime elezioni in coalizione con il Pd (chissà, forse in uno scontro diretto con Giuseppe Conte a Napoli) il ministro degli Esteri è convinto che niente di quel che dice l'alto funzionario russo possa essere preso alla leggera.

 

GIORGIA MELONI ANTONIO TAJANI MATTEO SALVINI

[…] Il messaggio è rivolto ai cittadini o ai partiti secondo lei?

«Non è solo un messaggio, ma un ricatto inaccettabile. Ricordiamoci che questi signori minacciano l'Europa di interrompere completamente le forniture di gas. Siamo fuori da qualsiasi regola della democrazia. E sa cos' è spaventoso? Il silenzio di molti leader politici italiani. I responsabili della caduta del governo Draghi non sono ancora intervenuti per respingere una tale ingerenza».

 

Si riferisce a Giuseppe Conte, Giorgia Meloni, Silvio Berlusconi e Matteo Salvini, che adesso ha detto un laconico: "Non contano i tweet russi, voteranno gli italiani"?

«Certo, a loro. È in atto un chiaro tentativo di interferire sul voto che non mi sembra si stiano affannando a respingere».

 

salvini putin conte

Che senso ha proporre per la prossima legislatura una commissione di inchiesta sui legami tra la Russia e i partiti politici italiani?

«Io non ho certezze, ma credo sia necessario indagare i rapporti tra i leader dei partiti italiani e alcuni mondi politici e finanziari russi. Perché sono successe delle cose assurde. L'ambasciatore di un Paese straniero verso il quale, con tutta l'Europa, abbiamo emanato sanzioni, Razov, ha fatto un endorsement alla risoluzione di Conte sull'Ucraina. È per questo che siamo andati via da quel partito, perché abbiamo assistito - negli ultimi mesi del governo Draghi - a dinamiche che sono fuori da qualsiasi dialettica politica».

luigi di maio mario draghi meme

 

[…] Quindi secondo lei chi ha buttato giù il governo Draghi ha fatto un favore alla Russia intenzionalmente?

«È la chiusura di un cerchio. E un'altra cosa lo dimostra. Nessuno di quei partiti si è unito a noi nella battaglia europea per mettere un tetto massimo al prezzo del gas. Una misura che risolverebbe un problema enorme per le imprese italiane. Le testimonianze di questi giorni parlano di industriali che hanno visto la loro bolletta energetica passare da 120mila euro a quasi un milione, o da 6mila a 22mila, in un anno. Fermare le speculazioni alla borsa di Amsterdam sul prezzo del gas è vitale, non è una questione di parte. Ma è una forma di sanzione alla Russia perché quei soldi vanno in larga parte a finanziare la guerra in Ucraina. Anche su questo, silenzio assordante dal partito di Conte e dal centrodestra».

SALVINI PUTIN

 

[…] La coalizione di centrodestra di cui parla però è guidata da un partito, Fratelli d'Italia, che ha - per volontà di Giorgia Meloni - una posizione inequivoca sulla guerra in Ucraina. Sta con il Paese aggredito e con la Nato. Si aspetta che questa contraddizione scoppi un dopo il voto?

«Ma come fa a essere inequivoca la posizione di chi si allea con Salvini e Berlusconi? Di chi va in coalizione con due leader su cui gravano pesanti ambiguità? Se la destra andasse al governo sono sicuro che Salvini dopo un anno farebbe una riedizione del Papeete e butterebbe giù tutto».

conte putin

 

Una previsione ardita. O una speranza?

«Conosco la specialità della casa».

 

Anche di Conte pensava che si sarebbe spostato su posizioni più estreme, che avrebbe candidato Raggi e Di Battista, e invece non è successo. Anzi, ha detto che Di Battista non si è potuto candidare proprio perché ha un'idea diversa e "più radicale" sulla politica estera.

«Guardi, io ho fatto la scissione sulla politica estera. Se non l'avessi fatta, il governo Draghi sarebbe caduto sul collocamento internazionale dell'Italia e non potevo permetterlo. Dopo di che, il fatto che neanche Di Battista si sia potuto candidare con il Movimento dimostra quello che dico da tempo. Non è rimasto più niente dei 5 stelle, c'è solo il partito di Conte».

 

SILVIO BERLUSCONI - GIORGIA MELONI - MATTEO SALVINI

È rimasto Grillo.

«Si sta accorgendo che glielo stanno smantellando, cerca di evitare il nome nel simbolo. Io non giudico come compongono le liste gli altri partiti, ma chi mette come capilista tutti suoi uomini non può venire a parlare di democrazia diretta».

 

È rimasto il vincolo dei due mandati, la vera ragione per cui - secondo Grillo e Conte - lei è andato via.

«A parte che quella decisione è stata presa dopo, le assicuro che se non fossimo usciti dai 5 stelle il governo sarebbe caduto un mese prima. Così come penso che le destre che oggi tacciono sulle ingerenze consegnano il Paese alla Russia. È un problema di sicurezza nazionale».

CARLO CALENDA.

 

E Calenda con cui litiga su Twitter?

«Penso che strappando sull'alleanza abbia scelto di stare dalla parte di chi ha voluto far cadere il governo Draghi. […]». […]

 

Ultimi Dagoreport

procuratore milano viola procura milano luigi lovaglio - francesco gaetano caltagirone - giancarlo giorgetti - milleri - alberto nagel - philippe donnet mediobanca mps giorgia meloni

FLASH! – MA GUARDA UN PO’... “EMERGE CHE IN AMBIENTI GIUDIZIARI SI È VALUTATO DI ESEGUIRE LE PERQUISIZIONI SOLO LA SCORSA SETTIMANA E NON A SETTEMBRE PER NON CONDIZIONARE L'ESITO DELL'OPS SU MEDIOBANCA ANCHE PERCHÉ LE INDAGINI NON SONO CHIUSE. ABBASTANZA PER IPOTIZZARE CHE IL RUOLO DELLA PROCURA POSSA DIVENTARE CRUCIALE NELLA FORMAZIONE DELLE LISTE PER IL RINNOVO DEI PROSSIMI CDA. IN PRIMAVERA TOCCHERÀ AI VERTICI DI BPM E DI MPS…” (BALESTRERI E SIRAVO PER “LA STAMPA”)

ignazio la russa matteo salvini giorgia meloni maurizio lupi

DAGOREPORT: HOMO HOMINI “LUPI” - DIVENTATO UN BRAVO SOLDATINO DELLA FIAMMA, PER LA SERIE "IN POLITICA NON SI SA MAI...", IL MODERATISSIMO CIELLINO MAURIZIO LUPI SI BARCAMENA TRA I FRATELLI LA RUSSA E I FRATELLI D'ITALIA - ALLE LUSINGHE DI CANDIDARLO NEL 2027 A SINDACO DI MILANO DI 'GNAZIO, ORA AGGIUNGONO LE COCCOLE DELLA DUCETTA CHE SI E' SCAPICOLLATA ALL’ASSEMBLEA DEL NANO-PARTITO FONDATO DAL SOSIA DELLA FIGLIA DI FANTOZZI - ESSI': SE PASSA LA NUOVA LEGGE ELETTORALE, CON SOGLIA DEL 40%, ANCHE L’1% DI “NOI MODERATI” POTREBBE SERVIRE ALLA MELONA PER DE-SALVINIZZARE LA MAGGIORANZA... - VIDEO

antonio tajani pier silvio berlusconi marina roberto occhiuto deborah bergamini pietro labriola alessandro cattaneo

DAGOREPORT – QUALCOSA DI GROSSO SI STA MUOVENDO IN FORZA ITALIA: STUFA DI ESSERE PRESA PER I FONDELLI DAL PARACULISMO POLITICO DI TAJANI E DEI SUOI COMPARI SETTANTENNI GASPARRI E BARELLI, MARINA BERLUSCONI DA' IL VIA LIBERA AL CAMBIO DI LEADERSHIP IN FORZA ITALIA: IL PRESCELTO E' ROBERTO OCCHIUTO, REDUCE DA UNA TRIONFALE RICONFERMA ALLA PRESIDENZA DELLA REGIONE CALABRIA - IL PROSSIMO 17 DICEMBRE IL 56ENNE GOVERNATORE LANCERÀ LA SUA CORRENTONA NAZIONALE IN UN LUOGO SIMBOLO DEL BERLUSCONISMO, PALAZZO GRAZIOLI, CONTORNATO DAI FEDELISSIMI DELLA CAVALIERA DI ARCORE, i "NORDISTI" DEBORAH BERGAMINI E ALESSANDRO CATTANEO - CHE C'AZZECCA ALL'EVENTO DI OCCHIUTO, LA PRESENZA DELL'AD DI TIM, PIETRO LABRIOLA? C'ENTRA LO SMANTELLAMENTO DEL SERVIZIO CLIENTI "TELECONTACT" DI TIM...

antonio angelucci tommaso cerno alessandro sallusti

FLASH – UCCI UCCI, QUANTI SCAZZI NEL “GIORNALE” DEGLI ANGELUCCI! NON SI PLACA L’IRA DELLA REDAZIONE CONTRO L’EDITORE E I POCHI COLLEGHI CHE VENERDÌ SI SONO ZERBINATI ALL'AZIENDA, LAVORANDO NONOSTANTE LO SCIOPERO CONTRO IL MANCATO RINNOVO DEL CONTRATTO NAZIONALE E PER CHIEDERE ADEGUAMENTI DEGLI STIPENDI (ANCHE I LORO). DOPO LO SCAMBIO DI MAIL INFUOCATE TRA CDR E PROPRIETÀ, C’È UN CLIMA DA GUERRA CIVILE. L’ULTIMO CADEAU DI ALESSANDRO SALLUSTI, IN USCITA COATTA (OGGI È IL SUO ULTIMO GIORNO A CAPO DEL QUOTIDIANO). AL NUOVO DIRETTORE, TOMMASO CERNO, CONVIENE PRESENTARSI CON L'ELMETTO DOMANI MATTINA...

elly schlein giuseppe conte giorgia meloni rocco casalino

DAGOREPORT - QUESTA VOLTA, ROCCO CASALINO HA RAGIONE: ELLY SCHLEIN SULLA QUESTIONE ATREJU “HA SBAGLIATO TUTTO” - LA GRUPPETTARA DEL NAZARENO, CHIEDENDO UN FACCIA A FACCIA CON GIORGIA MELONI, HA DIMOSTRATO DI ESSERE ANCORA UNA VOLTA UN’ABUSIVA DELLA POLITICA. HA SERVITO SUL PIATTO D’ARGENTO ALLA DUCETTA L’OCCASIONE DI FREGARLA, INVITANDO ANCHE GIUSEPPE CONTE PER UN “THREESOME” IN CUI LA PREMIER AVREBBE SPADRONEGGIATO – IN UN CONFRONTO A TRE, CON ELLY E PEPPINIELLO CHE SI SFANCULANO SULLA POLITICA INTERNAZIONALE, DAL RIARMO ALL’UCRAINA, E FANNO A GARA A CHI SPARA LA “PUTINATA” O LA “GAZATA” PIÙ GROSSA, LA DUCETTA AVREBBE VINTO A MANI BASSE – QUEL FURBACCHIONE DI CONTE NON SI TIRA INDIETRO: NONOSTANTE LA DEM SI SIA SFILATA, LUI CONFERMA LA SUA PRESENZA AL DIBATTITO: "MI DISPIACE DEL FORFAIT DI ELLY, PER ME È IMPORTANTE CHE CI SIA UN CONFRONTO E POTEVAMO FARLO ANCHE INSIEME. POTEVAMO INCALZARE LA PREMIER..."