di maio versione cena dei cretini - by carli

DI MAIO IN PEGGIO - DISSIDENTI M5S IN RIVOLTA, LUIGINO È TRA DUE FUOCHI: DA UNA PARTE L' ESIGENZA DI MARCARE LA LEGA, DALL'ALTRA QUELLA DI DOVER INSEGUIRE A SINISTRA IL NUOVO PD (CHE POTREBBE APRIRE UN'OPA OSTILE CONTRO L’ESECUTIVO GRAZIE ALLA SPONDA DI FICO) – E SE VENERDÌ ARRIVASSE IL VIA LIBERA ALLA TAV DI MAIO FINIREBBE TRITURATO DALLA BASE STELLATA...

Francesco Lo Dico per “il Messaggero”

 

di maio

Dal conclave di Palazzo Chigi arriva sulla Tav un' altra fumata nera. Ma ancor più nero dev' essere l' umore di Luigi Di Maio. È un dilemma impossibile da sciogliere, quello che il capo politico del Movimento si trova a vivere nei giorni che lo separano dalla scelta definitiva sulla Torino Lione. Se venerdì arrivasse il via libera all' opera il leader finirebbe triturato dalla base stellata.

 

Viceversa lo stop rischia di spazzarlo via dal trono grillino insieme all' avventura di governo con la Lega, proprio nelle ore in cui il fuoco di sbarramento dell' ala ortodossa contro il Carroccio dalla Tav alla legittima difesa, dal no alle case chiuse all' autonomia mette nell' angolo il leader grillino preso in contropiede da un Pd ringalluzzito dalla vittoria di Nicola Zingaretti alle primarie.

 

MEME SU LUIGI DI MAIO

Quanto accaduto ieri alla Camera sulla legittima difesa è stato per i vertici stellati come il trailer di un film da incubo. Poco prima del voto, fa capolino un dossier interno del M5s che affossa il provvedimento simbolo dell' alleato perché giudicato incostituzionale. Poi una trentina di deputati dell' ala sinistra pentastellata, tra cui i fichiani Doriana Sarli, Andrea Colletti, Sara Curial, Gilda Sportiello e Luigi Gallo disertano l' aula in segno di protesta contro il provvedimento blindato. E come se non bastasse spuntano in aula come vietcong anche 15 franchi tiratori, che votano a sostegno di un emendamento del Pd.

 

DI MAIO VERSIONE CENA DEI CRETINI - BY CARLI

L' immagine dei delegati d' aula stellati che scatenano la caccia ai disertori dopo il doppio infortunio, è la rappresentazione plastica della leadership, mai così debole, di Luigi Di Maio. Dopo l' incoronazione di Nicola Zingaretti, che da subito ha preso a cannoneggiare il Movimento su Tav e autonomia, il leader grillino ha compreso di essere finito tra due fuochi. Da una parte l' esigenza di marcare a uomo la Lega e tenere in piedi il patto di governo sbilanciato a destra, dall' altra quella di dover inseguire a sinistra il nuovo Pd che sogna il sorpasso alle Europee e potrebbe aprire un' Opa ostile contro il governo gialloverde, proprio grazie alla sponda dell' ala sinistra del M5s. Che scottata dal caso Diciotti, è pronta ad assecondare la rivolta della base anche sulla riapertura delle case chiuse - sul quale è calata ieri la scure di 66 esponenti grillini contrari - ma anche sull' autonomia del Nord.

VIGNETTA BENNY - DI MAIO E ZINGARETTIdi maio

 

L' altro provvedimento simbolo del Carroccio, affondato ieri dalle dure parole del sottosegretario all' Istruzione, Salvatore Giuliano. «Si rischia ha tuonato in polemica con il ministro leghista Bussetti di ampliare le disuguaglianze già esistenti nel Paese». «Il sistema educativo nazionale deve rimanere unito ed è proprio per questa ragione va posta la massima attenzione al rischio di provocare disparità e squilibri nella distribuzione delle risorse», è stato il nuovo siluro scagliato ieri dall' ala sinistra del Movimento contro il regionalismo per il tramite della deputata grillina della commissione Cultura, Alessandra Carbonaro.

 

ROBERTO FICO - GIULIA SARTI - LUIGI DI MAIO

E nessuno sconto arriverà neppure sulla Tav. «Il no all' opera è la mia storia, la storia del mio territorio e quella del Movimento», ha messo ieri le mani avanti la sottosegretaria all' economia Laura Castelli quasi a volersi sfilare dal governo. «Se bisogna andare a casa perché noi non vogliamo buttare soldi per opere vecchie io non vedo il problema», ha provato a esorcizzare la paura il sottosegretario grillino agli Affari regionali, Stefano Buffagni. Ma a rendere bene il clima di incertezza che domina nella war room stellata, sono le parole del senatore stellato Emilio Carelli.

 

Che nello stesso momento in cui raffredda l' altolà di Buffagni («Il governo non cadrà sulla Tav»), traccia una sorta di exit strategy a sinistra, aprendo spiragli al Pd di Zingaretti («Nessun pregiudizio al dialogo»). Sono lontani i tempi del doppio forno nel quale Luigi Di Maio pensava di poter lievitare il pane di governo, forte del 33 per cento dei consensi raggiunto alle politiche. Ora, il leader grillino, rischia di trovarsi scottate entrambe le mani.

LUIGI DI MAIO E DAVIDE CASALEGGIOgrillo di maio casaleggioluigi di maio roberto fico napoliSALVINI DI MAIO SARDEGNA BY MACONDO

Ultimi Dagoreport

guzzetti bazoli meloni fazzolari e caltagirone scannapieco giuseppe francesco gaetano dario cdp giorgia

DAGOREPORT - AVVISATE ‘’PA-FAZZO CHIGI’’ CHE IL GRANDE VECCHIO DELLE FONDAZIONI BANCARIE, GIUSEPPE GUZZETTI, HA PRESO IL BAZOOKA - L’INDOMABILE NOVANTENNE NON NE PUÒ PIÙ DI VEDERE CASSA DEPOSITI E PRESTITI (DI CUI LE FONDAZIONI HANNO IL 30%) RIDOTTA A CAGNOLINO SCODINZOLANTE DEI FRATELLI DI FAZZOLARI: AFFONDATA LA NOMINA DI DI CIOMMO ALLA PRESIDENZA DEL CDA DEL FONDO F2I - MA IL CEFFONE PIÙ SONORO AL SOVRANISMO BANCARIO DEL GOVERNO DUCIONI È STATO SFERRATO DAL TERRIBILE VECCHIETTO CON LA VENDITA DELLA QUOTA DELLA FONDAZIONE CARIPLO IN MPS, IL CAVALLO DI TROIA DEL FILO-GOVERNATIVO CALTAGIRONE PER ESPUGNARE, VIA MEDIOBANCA, GENERALI – STRATEGIE DIVERSE SUL RISIKO TRA GUZZETTI E IL SUO STORICO ALLEATO, IL GRANDE VECCHIO Di BANCA INTESA, “ABRAMO” BAZOLI…

giorgia meloni incontra george simion e mateusz morawiecki nella sede di fratelli d italia sergio mattarella frank walter steinmeier friedrich merz

DAGOREPORT –LA CAMALEONTE MELONI NON SI SMENTISCE MAI E CONTINUA A METTERE IL PIEDINO IN DUE STAFFE: IERI HA INCONTRATO NELLA SEDE DI FDI IN VIA DELLA SCROFA L’EURO-SCETTICO E FILO-PUTINIANO, GEORGE SIMION, CHE DOMENICA POTREBBE DIVENTARE IL NUOVO PRESIDENTE ROMENO. UN VERTICE CHE IN MOLTE CANCELLERIE EUROPEE È STATO VISTO COME UN’INGERENZA – SABATO, INVECE, LA DUCETTA DEI DUE MONDI INDOSSERÀ LA GRISAGLIA PER PROVARE A INTORTARE IL TEDESCO FRIEDRICH MERZ, A ROMA PER LA MESSA DI INIZIO DEL PONTIFICATO DI PAPA LEONE XIV, CHE E' GIÀ IRRITATO CON L’ITALIA PER LA POSIZIONE INCERTA SUL RIARMO EUROPEO E SULL’AZIONE DEI "VOLENTEROSI" A DIFESA DELL'UCRAINA - MENO MALE CHE A CURARE I RAPPORTI PER TENERE AGGANCIATA L'ITALIA A BRUXELLES E A BERLINO CI PENSANO MATTARELLA E IL SUO OMOLOGO STEINMEIER NELLA SPERANZA CHE LA MELONI COMPRENDA CHE IL SUO CAMALEONTICO EQUILIBRISMO E' ORMAI GIUNTO AL CAPOLINEA (TRUMP SE NE FOTTE DEL GOVERNO DI ROMA...)

donald trump volodymyr zelensky vladimir putin terre rare

FLASH! – L’EX COMICO ZELENSKY SI È RIVELATO MOLTO PIÙ ABILE DI TANTI DIPLOMATICI - LA POLIZZA SULLA VITA DELL’UCRAINA È STATA LA FIRMA DELL’ACCORDO SULLE TERRE RARE, CHE RAPPRESENTA UNA “GARANZIA DI SICUREZZA” DI AVERE TRUMP DALLA SUA PARTE - COME POTRANNO GLI AMERICANI PERMETTERE A PUTIN DI PRENDERSI IMPIANTI E MINIERE IN COMPROPRIETÀ USA-UCRAINA? L’INTESA SUI MINERALI HA SORPRESO "MAD VLAD": ERA CONVINTO CHE ZELENSKY NON AVREBBE MAI MESSO DA PARTE L’ORGOGLIO, FERITO CON L’UMILIAZIONE ALLA CASA BIANCA…

marina paolo berlusconi antonio tajani ursula von der leyen antonio angelucci

DAGOREPORT – GETTATA DALLO SCIROCCATO TRUMP NEL CESTINO DELL'IRRILEVANZA, MELONI ARRANCA IMPOTENTE, E SI SPACCA PURE LA FAMIGLIA BERLUSCONI: ALL’EUROPEISTA MARINA SI CONTRAPPONE IL TRUMPIANO ZIO PAOLO (TRA I DUE C’È STATO UN BOTTA E RISPOSTA TELEFONICO CON CAZZIATONE DELLA NIPOTINA: MA TU, CHI RAPPRESENTI?) – UNICO MINISTRO DEGLI ESTERI EUROPEO AD ESSERE IGNORATO DAL SEGRETARIO DI STATO AMERICANO MARCO RUBIO, TAJANI E' IMPOTENTE DAVANTI ALLE SBANDATE ANTI-UE DI SALVINI (IN COMPAGNIA DI MARINE LE PEN) E AL CAMALEONTISMO-BOOMERANG DELLA ''GIORGIA DEI DUE MONDI", FINITA "ESPULSA'' DALL'ASSE MACRON-MERZ-TUSK – E QUANDO RICICCIA LA QUESTIONE DEL MES (L'ITALIA E' L'UNICO DEI 27 PAESI EU CHE NON L'HA RATIFICATO), SI APRE UNA NUOVA CREPA TRA FORZA ITALIA E LEGA – L’ASSALTO DI “LIBERO” E “TEMPO” A URSULA VON DER LEYEN (IL MELONIZZATO ANGELUCCI È TORNATO SALVINIANO?) - UNICA SODDISFAZIONE: FINCHE' L'ALTERNATIVA SI CHIAMA ELLY SCHLEIN, GIUSEPPE CONTE E FRATOIANNI-BONELLI, IL GOVERNO DUCIONI CAMPA TRANQUILLO...

donald trump - mohammed bin salman - netanyahu al jolani

DAGOREPORT - QATAR-A-LAGO! A GUIDARE LE SCELTE DI DONALD TRUMP, SONO SOLTANTO GLI AFFARI: CON IL TOUR TRA I PAESI DEL GOLFO PERSICO, IL TYCOON SFANCULA NETANYAHU E SI FA "COMPRARE" DA BIN SALMAN E AL-THANI – LA FINE DELLE SANZIONI ALLA SIRIA, LE TRATTATIVE DIRETTE CON HAMAS PER LA LIBERAZIONE DELL'OSTAGGIO ISRAELIANO, IL NEGOZIATO CON L’IRAN SUL NUCLEARE E GLI AIUTI UMANITARI USA A GAZA: ECCO COSA DARA' TRUMP AGLI STATI ARABI IN “CAMBIO” DEL FIUME DI PETROLDOLLARI IN DIREZIONE WASHINGTON - IL TYCOON MANIPOLA LA REALTÀ PER OCCULTARE IL FALLIMENTO DELLA POLITICA DEI DAZI: MA SE ENTRO IL 30 GIUGNO NON SI TROVA L'ACCORDO, L’UE È PRONTA ALLA RITORSIONE – APPUNTI PER LA DUCETTA: COME DIMOSTRA L’ISRAELIANO “BIBI”, SEDOTTO E ABBANDONATO, NON ESISTONO “SPECIAL RELATIONSHIP” CON IL CALIGOLA DI MAR-A-LAGO MA SOLO CIO' CHE GLI CONVIENE… - CIRCONDATO DA YES MEN E MILIARDARI IN PREDA AI DELIRI DELLA KETAMINA COME MUSK, A FAR RAGIONARE TRUMP È RIMASTO SOLO IL SEGRETARIO AL TESORO, SCOTT BESSENT...