di maio

DI MAIO RITRATTO DA CORRIAS: ''L'AQUARIUS TIMONATA DA MATTEO SALVINI GLI È PASSATA SOPRA. LO HA STORDITO SENZA SPETTINARLO. VEDREMO SE 'LUIGIOTTO' (COME DICE MAMMA) RICOMINCERÀ A NUOTARE, RIVELANDOSI MIRACOLOSO, OPPURE SOLTANTO UN MIRACOLATO - MENTRE L'ALTRO FIGLIO DI PADRE MISSINO, DI BATTISTA, È IN CALIFORNIA A COLTIVARE SOGNI & SURF, LUI È AL MINISTERO DEL LAVORO, DOVE LO ATTENDONO 160 TAVOLI DI CRISI, IL BUCO NERO DELL'ILVA, L'IVA DA CONGELARE, LA FLAT TAX DA POSTICIPARE, IL REDDITO DI CITTADINANZA - DA POLITICO CRESCIUTO NELL'ERA BERLUSCONICA, HA IMPARATO CHE SI PUÒ DIRE E DISDIRE TUTTO, E PAZIENZA PER I CONTI PUBBLICI''

LUIGI DI MAIO E LA PIZZA

 

Pino Corrias per il Fatto Quotidiano

 

Timonata da Matteo Salvini, l' Aquarius gli è passata sopra.

Lo ha stordito senza spettinarlo. E lo ha lasciato lì a galleggiare. Ma visto che non sappiamo ancora molto di lui, a parte la cravatta, abbiamo il tempo di ricominciare dai fondamentali. Luigi Di Maio - Avellino, 6 luglio 1986 - è alto un metro e settanta, pesa 73 chilogrammi, e nonostante sia nato nella piena bambagia digitale dei Millennial, ogni tanto bacia l' ampolla del sangue di San Gennaro e il sangue si scioglie. Dunque fa miracoli, il più cospicuo dei quali, è lui.

 

luigi di maio confcommercio

A dieci anni sognava di fare il poliziotto con la pistola. A diciotto staccava biglietti allo stadio. A ventisei è diventato vicepresidente della Camera.

A trentadue - cioè oggi - ministro del Lavoro, nonché vice premier, nella nuova Italia giallo-verde che ci circonda.

 

luigi di maio matteo salvini 2

 

 

 

 

Il tutto senza mai una visibile goccia di sudore. Luigi, detto Giggino dagli amici, detto Luigiotto in famiglia, è apparso a Beppe Grillo un giorno di marzo a Pomigliano d' Arco, circonfuso dalla quieta luce di 59 preferenze: erano le Regionali del 2010. Risultò non eletto. Ma per l' eterogenesi dei fini, meglio gli andò.

 

Impegnandosi nei successivi Meetup nazionali, finì per farsi candidare dal Capo alle Politiche del 2013, diventare il deputato più elegante del Movimento, nonché suo cocco permanente: "Imparo da lui anche quando sta zitto", ha dichiarato Beppe. Il che, considerando la logorrea del Fondatore, è molto più di un complimento.

LUIGI DI MAIO SCUGNIZZO - VIGNETTA BENNY

 

Purtroppo impegnandosi assai nell' ascensione, Luigi Di Maio s' è dimenticato di studiare. Dopo il diploma al liceo classico e nonostante le preghiere della mamma insegnante di Lettere e latino, si è fatto un paio di passeggiate dentro le facoltà prima di Ingegneria, poi di Giurisprudenza, ma niente esami. Il suo libro di formazione è stato La storia d' Italia di Montanelli e Cervi. E la biografia di Sandro Pertini. Ruvido dispiacere per il padre Antonio, imprenditore edile, missino, nostalgico del vecchio Giorgio Almirante, che quelli come Pertini li metteva volentieri al muro.

 

LUIGI DI MAIO IN FAMIGLIA

 

 

 

 

 

 

 

Segno che Luigi s' è affrancato dal babbo, al netto dell' affetto e dell' Edipo. Né più né meno di quello che ha fatto l' altro astro nascente del Movimento, lo spettinato Alessandro Di Battista, figlio anche lui di un padre addirittura dannunziano e probabilmente motociclista. Il che potrebbe dirci qualcosa in più di quel che batte nei cuori stellati dei due figli. E se l' irruenza contro l' autorità, i Palazzi e lo Stato repubblicano, considerati fino a ieri scatole di tonno, sia il residuo involontario del vecchio sovversivismo che nutrì l' epopea in camicia nera nell' Italia dei padri, o sia virata per davvero nella forma libertaria, reticolare e pacifista rivendicata dal Movimento, nell' Italia dei figli.

LUIGI DI MAIO E LA MAMMA PAOLA ESPOSITO

 

In attesa che qualche lume lo accenda lo psicologo, o le future cronache politiche, uno dei due è andato in California, a coltivare sogni & surf, l' altro è salito in cima al ministero del Lavoro, dove lo attendono 160 tavoli di crisi, il buco nero dell' Ilva di Taranto da risolvere, il guaio dell' Iva da congelare, il guaio della flat tax da posticipare, il guaio del reddito di cittadinanza da distribuire, oltre all' impazienza di undici milioni di votanti, da qualche mese alla finestra.

matteo salvini luigi di maio contratto

 

Tutte cose da far tremare i polsi a un politico navigato.

Ma che lasciano imperturbabile Luigi, che a volte esibisce una freddezza andreottiana nel carattere che riverbera persino nel modo di transitare davanti alle telecamere, muovendo le gambe, ma non le braccia. Un aplomb che di sicuro lo ha aiutato negli anni della dura convivenza con la signora presidentessa della Camera Laura Boldrini, intransigente in tutto, dai diritti delle donne Masai, a quelli della neolingua da declinarsi sempre al femminile. E dunque un poco faticosa per chiunque. Ma non per lui, accomodato e accomodante dentro al suo sorriso.

luigi di maio

 

Persino Renzi premier, provò un giorno a scuoterlo. Nel pieno di una delle tante bagarre d' aula, gli scrisse un bigliettino: "Scusa l' ingenuità caro Luigi, ma voi fate sempre così?

Mi ero fatto l' idea che su alcuni temi potessimo confrontarci". Quieta fu la risposta: "La tua maggioranza ha votato il condono alle slot machine, miliardi per le banche e per gli F-35. Ti aspettavi gli applausi?".

 

silvia virgulti luigi di maio bacio

È stato dunque con massimo stupore che lo si vide, per la prima volta, perdere le staffe (e il senno) quella famosa domenica 27 maggio in cui chiese - con le vene del collo gonfie - niente di meno che la messa in stato di accusa del presidente Sergio Mattarella: "Scenderemo in piazza il 2 giugno! Non rispetta le regole! Non è più l' arbitro imparziale!".

 

Invettiva che non lo fece dormire per una notte intera, ma che seppe voltare in farsa il giorno dopo, salendo in retromarcia al Colle per chiedere scusa, ignaro che i costituzionalisti continuassero ad accapigliarsi tra i labirinti della Carta e la sua filippica, mentre lo spread si alzava alto nei cieli dell' Europa attonita.

 

VITTORIO SGARBI E LUIGI DI MAIO

Da politico cresciuto nell' era berlusconica, ha imparato che si può dire e disdire qualunque cosa, compresi i congiuntivi, e pazienza per i conti pubblici. Dicendo qualunque cosa ci ha vinto le elezioni. Ha promesso soldi e insieme tagli.

 

Rigore e "pace fiscale", cioè l' ennesimo condono. Ha giurato di non essere né di destra, né di sinistra ("ma oltre") per questo ha trattato con l' una e l' altra. Nel 2014 dettava alle tv: "Firmiamo per uscire dall' euro". L' anno dopo diceva il contrario. Quello dopo ancora, il contrario del contrario. E oggi, accomodato tra gli scranni del governo, l' opposto di ieri: "Il Movimento non ha alcun interesse a uscire dall' euro".

LANZALONE - ROCCO CASALINO - LUIGI DI MAIO

 

In compenso su soldi e casta è stato di massima coerenza. Si è autoridotto a 2.500 euro lo stipendio, finanziando col disavanzo il microcredito destinato alle imprese. E con quel che gli restava in tasca, i suoi completi da "venditore di Tecnocasa", come gli rimproverano amici e nemici. Ma specialmente è stato coerente con Silvio Berlusconi, non azzardandosi mai a sedersi a un tavolo con lui, il Condannato, dopo i vent' anni di astuti bivacchi allestiti dalla sinistra.

 

luigi di maio sergio mattarella

Scontato che il suo fulmineo incedere abbia suscitato molti veleni. Gli hanno perlustrato la vita privata a caccia di ombre. La vita sentimentale in cerca di scandali. Quella sessuale in cerca di scoop. Vittorio Sgarbi, accomodato in streaming sul trono che si merita, il cesso di casa, gli ha augurato la morte fisica. Vittorio Feltri quella politica. Vincenzo De Luca addirittura di trovarsi un lavoro.

luigi di maio sulla moto

 

Ma tanto livore svela il movente. E tutte e tre le contumelie fanno una prova: è livida invidia per la sua atletica giovinezza. Senza curarsi dei risolini è andato in visita a Washington e alla City di Londra. Ha letto in inglese meglio di Renzi e Berlusconi, anche se ha detto più o meno le stesse cose: "Investite da noi, siamo fortissimi".

 

luigi di maio foto ilaria magliocchetti lombi

Per mesi ha preteso per sé Palazzo Chigi. Ma il giorno che ha capito le regole dell' aritmetica, ha chinato il capo. E quando nessuno ci credeva più, ha rammendato un governo nuovo di zecca, magari improbabile, ma prontissimo a ratificare le mille nomine che arrederanno il nuovo potere nella Terza Repubblica. Lo ha fatto con un signor nessuno, il silenzioso Giuseppe Conte, e con il più periglioso degli alleati, Salvini, il Capitano, che a forza di coltivare rancore e di dare spallate contro l' immigrazione, gli toglie voce, centralità, terreno, spiazzandolo persino dentro al suo Movimento.

luigi di maio 18 anni

 

I voti persi alle ultimissime Amministrative, i Cinque Stelle indagati per lo stadio della Roma, sono le prime incrinature che guastano la festa del trionfo. Mentre Aquarius - e il muro d' acqua fabbricato contro i 629 migranti - segna l' esatta rotta dove la Lega di Salvini vuole navigare, i confini asciutti dell' Ungheria di Orbán, destinazione Mosca.

Dalla convivenza con l' alleato - e al netto del primo naufragio che l' ha stordito - si capirà se Luigi Di Maio ricomincerà a nuotare, rivelandosi miracoloso, oppure soltanto un miracolato.

 

 

DAVIDE CASALEGGIO ABBRACCIA LUIGI DI MAIOpippo civati e luigi di maioluigi di maioLUIGI DI MAIOBeppe Grillo con Alice Salvatore, candidata alle regionali del M5S, e Luigi Di Maioluigi di maio alessandro di battista roberto fico LUIGI DI MAIO E BEPPE GRILLO luigi di maio e stefano rodotaLUIGI DI MAIO E BEPPE GRILLO PIZZINI I PIZZINI TRA MATTEO RENZI E IL GRILLINO LUIGI DI MAIO PIZZINI I PIZZINI TRA MATTEO RENZI E IL GRILLINO LUIGI DI MAIO LUIGI DI MAIO Luigi Di Maio MoVimento Stelle luigi di maio foto ilaria magliocchetti lombi

Ultimi Dagoreport

giuseppe conte matteo ricci

FLASH – È ALTAMENTE PROBABILE CHE MATTEO RICCI, CANDIDATO DEL CAMPO LARGO ALLA REGIONE MARCHE, SIA PROSCIOLTO  DALL’ACCUSA DI CORRUZIONE NELL’INCHIESTA “AFFIDOPOLI” A PESARO, PRIMA DELLE ELEZIONI REGIONALI, PREVISTE PER IL 28-29 SETTEMBRE. È LA RASSICURAZIONE CHE VOLEVA GIUSEPPE CONTE, PER SCIOGLIERE LA RISERVA DEL SOSTEGNO DEL M5S ALL’EX SINDACO DI PESARO. E INFATTI OGGI PEPPINIELLO HA DATO IL SUO VIA LIBERA: “NON VEDIAMO ALCUNA RAGIONE PER CHIEDERE A MATTEO RICCI UN PASSO INDIETRO. SAREBBE UN BRUTTO PRECEDENTE. NON CI SONO ELEMENTI A CARICO DELLA SUA COLPEVOLEZZA

emmanuel macron john elkann donald trump

DAGOREPORT – A PARIGI SI VOCIFERA CHE MACRON SIA UN PO' INCAZZATO CON JOHN ELKANN PER LA SUA AMERICANIZZAZIONE FILO-TRUMP (VEDI LA VISITA CON LA JUVE AL SEGUITO, ALLA CASA BIANCA) - IN BALLO LA GESTIONE DI STELLANTIS, GRUPPO AUTOMOBILISTICO DI CUI LA FRANCIA POSSIEDE IL 6,2%: DOPO TAVARES, MACRON VOLEVA UN CEO FRANCESE MA TRUMP SI E' OPPOSTO, ED E' ARRIVATO L’ITALIANO FILOSA - I CONTI IN ROSSO DI STELLANTIS PREOCCUPANO YAKI, COME DEL RESTO L’EDITORIA CHE NON GENERA PROFITTI MA SOLO ROGNE COL GOVERNO MELONI. E A PRENDERSI "REPUBBLICA" E "LA STAMPA" NON CI PENSA PIU' NESSUNO (IMPOSSIBILE RIBALTARE LA LORO LINEA ANTI-GOVERNATIVA) - LA TENTAZIONE DI ELKANN DI MOLLARE TUTTO PER DEDICARSI AGLI INVESTIMENTI FINANZIARI DI EXOR È OGNI GIORNO PIU' ALTA, MA LA SOLUZIONE STENTA, PER ORA, A FARSI AVANTI...

ursula von der leyen donald trump emmanuel macron

DAGOREPORT - COME MAI IL SEMPRE LOQUACE EMMANUEL MACRON TACE DI FRONTE ALL’UMILIAZIONE EUROPEA CON TRUMP SUI DAZI? IL TOYBOY DELL’ELISEO, CHE SI È SPESO PER NON SCENDERE A COMPROMESSI CON IL TYCOON (ERA IL FAUTORE DELLA LINEA DURA, CONTRO QUELLA MORBIDA PROPUGNATA DAL DUO MELONI-MERZ), HA PREFERITO CONTATTARE DIRETTAMENTE URSULA VON DER LEYEN. E LE HA POSTO TRE DOMANDE: 1) HAI PARLATO CON TRUMP DELLA WEB TAX? 2) CHI FIRMERÀ L’ACCORDO MONSTRE PER L’ACQUISTO DI 750 MILIARDI IN ENERGIA USA? 3) CHE FINE FANNO I CONTRATTI GIÀ FIRMATI CON ALGERIA, QATAR, AZERBAIGIAN? LI STRACCIAMO?

giorgia meloni

DAGOREPORT - DOPO TRE ANNI DI FANFARE E BACI, UNA MELONI IN COSÌ TOTALE DIFFICOLTÀ NON S'ERA MAI VISTA - PER ESSERE COERENTE AL SUO ATTEGGIAMENTO DA "PONTIERA" USA-UE, FAVOREVOLE ALLA TRATTATIVA IN GINOCCHIO DI URSULA CON IL BOSS DELLA CASA BIANCA, MELONI È FINITA NEL TRITACARNE, FATTA LETTERALMENTE A PEZZI NON SOLO DALL'OPPOSIZIONE MA DA TUTTI: PER CONFINDUSTRIA, COLDIRETTI, FEDERACCIAI, CISL, ETC.: "L'ACCORDO CON TRUMP È UNA CAZZATA" - FUORI CASA, IL DILUVIO: LA ''GIORGIA DEI DUE MONDI'' È STATA RIDICOLIZZATA PURE A DESTRA DAL LEPENISTA BARDELLA ALL'ANTI-UE, ORBAN – QUANDO IL SUO ALLEATO TRATTATIVISTA MERZ HA RINCULATO, TERRORIZZATO DAI POSSIBILI CONTRACCOLPI ALLA MAGGIORANZA DEL SUO GOVERNO, LA "PONTIERA" (SENZA PONTE) E' FINITA DA SOLA, COL CERINO IN MANO, A DIFENDERE URSULA VIOLENTATA DAL CETRIOLO DI TRUMP, MA GUARDANDOSI BENE DAL RIVENDICARE L'AMICIZIA (IMMAGINARIA) COL "PADRINO" DELLA CASA BIANCA – SE IL SOGNO MELONIANO DI AGGANCIARE FDI AL PPE SI ALLONTANA, LA RINTRONATA URSULA RIMARRÀ AL SUO POSTO: ALTERNATIVA NON C'È, HANNO TUTTI PAURA CHE LA DESTRA DEI ''PATRIOTI'' CONQUISTI BRUXELLES...

ursula von der leyen donald trump friedrich merz giorgia meloni emmanuel macron

DAGOREPORT - SIAMO DAVVERO SICURI CHE L’UNICA GRANDE COLPEVOLE DELLA ''DOCCIA SCOZZESE'' EUROPEA, COI DAZI TRUMPIANI AL 15%, PIÙ PESANTI IMPOSIZIONI SU GAS E ARMI, SIA LADY URSULA? - SE TRUMP NON DEVE RENDERE CONTO A NESSUNO, URSULA SI RITROVA 27 PAESI ALLE SPALLE, OGNUNO CON I SUOI INTERESSI, SPESSO CONFLIGGENTI: MENTRE MACRON AVREBBE VOLUTO USARE IL BAZOOKA CONTRO IL ''DAZISTA'', COME LA CINA, CHE HA TENUTO TESTA, DA VERA POTENZA, A WASHINGTON, MERZ E MELONI ERANO PER IL “DIALOGO”, TERRORIZZATI DALLE “VENDETTE” POLITICHE CHE TRUMP AVREBBE POTUTO METTERE IN ATTO (UCRAINA, NATO, MEDIORIENTE) - MELONI SA BENE CHE IL PEGGIO DEVE ANCORA VENIRE: LA STANGATA SULL’ECONOMIA ITALIANA DOVUTA AI DAZI SI ANDRÀ AD ACCAVALLARE ALLA FINE DEL PNRR E AI SALARI PIÙ BASSI D’EUROPA - SE L'AUTUNNO SARA' ROVENTE, NON SOLO ECONOMICAMENTE MA ANCHE  POLITICAMENTE (CON IL TEST DELLE REGIONALI), IL 2026 SI PREANNUNCIA DA SUDORI FREDDI... 

riccardo muti concerto agrigento alessandro giuli

DAGOREPORT - “AGRIGENTO CAPITALE DELLA CULTURA 2025” DOVEVA ESSERE PER IL MINISTERO GIULI-VO UN “APPUNTAMENTO CON LA STORIA” ED È FINITO NEL SOLITO “APPUNTAMENTO CON LA CASSA” - PER “INTERPRETARE IL SENSO DI UNA MEMORIA CONTINENTALE EURO-AFRICANA CONDIVISA E FARNE IL FERMENTO DI UN RITROVATO BENESSERE INDIVIDUALE DI CRESCITA COLLETTIVA” (SEMPRE GIULI), COME È POSSIBILE CHE LA REGIONE SICULA ABBIA SBORSATO LA FOLLIA DI 650MILA EURO PER UN SINGOLO CONCERTO NELLA VALLE DEI TEMPLI DELL’ORCHESTRA GIOVANILE CHERUBINI DIRETTA DA RICCARDO MUTI? LO STESSO EVENTO, ORGANIZZATO L’ANNO SCORSO DAL COMUNE DI LAMPEDUSA, ERA COSTATO APPENA 100MILA EURO - DEL RESTO, CON BUDGET DI 150 MILIONI, I 461MILA EURO PER LA “PROMOZIONE E PUBBLICITÀ DEL PARCO ARCHEOLOGICO” CI STANNO. COME IL “MOVITI FEST”: PER 473.360 MILA EURO, UN “PROGETTO CHE MIRA A COINVOLGERE E ANIMARE I LUOGHI DEL CENTRO STORICO AD AGRIGENTO” - ALLE CRITICHE, IL SINDACO DELLA CITTÀ DELLA CUCCAGNA, FRANCESCO MICCICHÈ, SI OFFENDE: “BASTA DILEGGIO STERILE. SE VINCE AGRIGENTO, VINCE LA SICILIA”! (QUI CE NE VOGLIONO 100 DI MONTALBANO…”)