salvini di maio

“MATTARELLA NON TI VUOLE COME PREMIER” - DI MAIO GELA SALVINI DURANTE LA TRATTATIVA TRA M5S-LEGA - PER I LEGHISTI, LUIGINO STA FACENDO DI TUTTO PER FAR SCHIANTARE I NOMI PAPABILI, E RENDERE LA SUA PREMIERSHIP INEVITABILE, GIOCANDO SULLA CONVINZIONE CHE AL QUIRINALE CI SIA UN VETO IMPRESCINDIBILE SU SALVINI

Amedeo La Mattina e Ilario Lombardo per “la Stampa”

 

SALVINI DI MAIO E LA TRATTATIVA LEGA M5S

«Tanto sai che il presidente Mattarella non ti vuole come premier...». Così Luigi Di Maio ha gelato il quasi alleato Matteo Salvini. Non è successo ieri, nel colloquio che i due leader al Pirellone, prima di sedere al tavolo sul programma di governo. È successo nei giorni scorsi, quando la trattativa si è scrollata di dosso finzioni e accortezze mediatiche. Chi fa il premier? Che nome fare a Mattarella? La scadenza, prevista per oggi, è sfumata, grazie alla disponibilità del Colle a dare un po' di respiro ai negoziati tra M5S e Lega.

 

SALVINI DI MAIO PROVA COSTUME

La ciccia vera, però, quella che ossessivamente Di Maio e Salvini stanno tenendo riservata, è sul nome da spedire al Quirinale. Ognuno la racconta a modo suo. Dalla Lega si scorge grande malumore. Saette di pessimismo che non corrispondono alle baldanzose dichiarazioni dei grillini. Continuano a maliziare su Di Maio che sta facendo di tutto per far schiantare i nomi papabili, e rendere la sua premiership inevitabile, giocando proprio sulla convinzione che al Quirinale ci sia un veto imprescindibile su Salvini.

 

Quel che è certo è che il M5S non ha smentito la ritrovata voglia di Di Maio di fare il premier, filtrata ieri. Ma l' impressione è che davvero non ci sia aria di accordo. Dallo staff del capo politico del M5S dicono che i leghisti hanno presentato «un nome» (al singolare), mentre i grillini ne avrebbero «diversi» (al plurale). Due rose, dunque, che potrebbero essere sottoposte al Colle e sulle quali non c' è uno straccio di intesa.

DI MAIO SALVINI MATTARELLA

 

Ogni giorno porta con sé un pezzo di verità. E comporre il puzzle non è semplice. Da quanto si è riusciti a ricostruire, Salvini avrebbe proposto a Di Maio il nome di «uno sconosciuto professore» (è venuto alla mente Michele Geraci, economista a Shanghai, l' unico a sostenere la compatibilità tra reddito di cittadinanza e Flat tax). Di Maio ha cassato il nome, e ha rilanciato su se stesso. Uno scenario impensabile per Salvini che a quel punto ha ritirato fuori la staffetta: «Dopotutto voi eravate d' accordo...».

 

Ma per Di Maio è una soluzione già accantonata. Anche perché, è la domanda di entrambi, chi inizierebbe? Nel frattempo, si viene a sapere che è stata la Lega a bocciare Giampiero Massolo, ex segretario generale della Farnesina ed ex capo dei servizi, ora in lizza per gli Esteri. La segretaria generale della Farnesina Elisabetta Belloni è ancora nel totonomi, mentre si sprecano le indiscrezioni sugli altri ministeri.

luigi di maio berlusconi salvini meloni

 

Al di là di tutto, i lavori sul contratto sono una buona scusa per prendere tempo, nella speranza che si trovi una quadra sul destino dei due leader. Ancora ieri dal M5S confermavano il possibile passo indietro di Di Maio e Salvini e un loro ruolo fuori dal governo, se non si dovesse trovare una collocazione paritaria. Dei due, è il leghista a tentennare, riluttante anche ad accettare il Viminale (Di Maio in quel caso andrebbe alla Farnesina) per poter mettere in atto i suoi piani sull' immigrazione.

 

«Se non ci sarò io a Palazzo Chigi non riusciremo a fare nulla» ha confessato Salvini a un deputato, assecondando la sensazione montante di essere sotto attacco dei mercati, di Bruxelles, di quello che Di Maio chiama «l' establishment». Non solo: in questa sfiducia generalizzata è anche forte il timore di nuovi flussi epocali dall' Africa.

BELLONI SORRIDE A DI MAIO

 

Per questo Salvini invita alla prudenza chi già si sentiva ministro. Di Maio lo ha capito e ieri è tornato a evocare «il voto», in caso di fallimento. Anche perché è successo l' imprevedibile e in entrambi i partiti nessuno può far finta di nulla: la riabilitazione giudiziaria di Silvio Berlusconi affievolisce le certezze sulla gestazione del governo e alimenta i sospetti reciproci. Di Maio, guardingo, chiede una prova a Salvini: «Vediamo se si è davvero liberato di Berlusconi».

 

Salvini dice quello che molti leghisti che vivono con difficoltà l' asse con i 5 Stelle, volevano sentirsi dire: «Rispetto a ipotesi di governi che arrivano da Marte e di ministri che non si conoscono, se c' è un programma, a me interessa che tutto questo non comporti rotture nel centrodestra, visto che io sono il portavoce di una coalizione che non comprende solo la Lega».

monica maggioni e massolo

 

Salvini deve rassicurare gli alleati storici: Giorgia Meloni, imbufalita per essere stata mandata allo sbaraglio da Di Maio, e Berlusconi che ora si gode l' agibilità politica riconquistata. A Milano, il leader del Carroccio ha ascoltato le lamentele di diversi leghisti. I guardiani della coalizione gli chiedono di non rinunciare all' ex Cavaliere, di fare di tutto perché dia l' appoggio esterno e confermi l' astensione benevola.

Berlusconi all' opposizione vorrebbe dire lasciare la Lega esposta agli umori del M5S. «Un trappolone» lo definisce uno dei deputati più ascoltati dal leader. E l' unico antidoto potrebbe essere il nome di Salvini a Palazzo Chigi.

Ultimi Dagoreport

matteo salvini luca zaia giorgia meloni

DAGOREPORT – COSA SI SONO DETTI GIORGIA MELONI E LUCA ZAIA NELL'INCONTRO A PALAZZO CHIGI, TRE SETTIMANE FA? - TOLTA SUBITO DI MEZZO L'IDEA (DI SALVINI) DI UN POSTO DI MINISTRO, LA DUCETTA HA PROVATO A CONVINCERE IL “DOGE” A PRESENTARE UNA SUA LISTA ALLE REGIONALI IN VENETO MA APPOGGIANDO IL CANDIDATO DEL CENTRODESTRA (ANCORA DA INDIVIDUARE) - MA TRA UNA CHIACCHIERA E L'ALTRA, MELONI HA FATTO CAPIRE CHE CONSIDERA ZAIA IL MIGLIOR LEADER POSSIBILE DELLA LEGA, AL POSTO DI UN SALVINI OSTAGGIO DELLE MATTANE DI VANNACCI – UN CAMBIO DI VERTICE NEL CARROCCIO EVOCATO NELLA SPERANZA CHE IL GOVERNATORE ABBOCCHI ALL’AMO...

elly schlein giorgia meloni beppe sala ignazio la russa maurizio lupi marcello viola

DAGOREPORT - NESSUNO VUOLE LE DIMISSIONI DI BEPPE SALA: DA SINISTRA A DESTRA, NESSUN PARTITO HA PRONTO UN CANDIDATO E TRA POCHI MESI A MILANO COMINCIANO LE OLIMPIADI MILANO-CORTINA – MA SALA VUOLE MANIFESTARE ALL'OPINIONE PUBBLICA UNO SCATTO DI DIGNITÀ, UN GRIDO DI ONESTÀ, UNA REAZIONE D'ORGOGLIO CHE NON LO FACCIA SEMBRARE  ''LU CIUCCIO 'MIEZZO A LI SUONI'' - L’UNICO A CHIEDERE IL PASSO INDIETRO DEL SINDACO È IGNAZIO LA RUSSA, CHE INVECE UN CANDIDATO CE L’HA ECCOME: MAURIZIO LUPI. METTENDO SOTTO LA SUA ALA IL PARTITO DI LUPI, "NOI MODERATI", ‘GNAZIO SOGNA IL FILOTTO: CONQUISTARE SUBITO IL COMUNE DI MILANO E NEL 2028 LA REGIONE LOMBARDIA – MOLTO DELL’INCHIESTA SULL’URBANISTICA DIPENDERÀ DALLA DECISIONE DEL GIP, PREVISTA PER MERCOLEDI': SE IL GIUDICE NON ACCOGLIERÀ LE RICHIESTE DEI PM (CARCERE O DOMICILIARI PER GLI INDAGATI), LA BUFERA PERDERÀ FORZA. VICEVERSA…

ravello greta garbo humphrey bogart truman capote

DAGOREPORT: RAVELLO NIGHTS! LE TROMBATE ETERO DI GRETA GARBO, LE VACANZE LESBO DI VIRGINIA WOOLF, RICHARD WAGNER CHE S'INVENTA IL “PARSIFAL'', D.H. LAWRENCE CHE BUTTA GIU’ L'INCANDESCENTE “L’AMANTE DI LADY CHATTERLEY’’, I BAGORDI DI GORE VIDAL, JACKIE KENNEDY E GIANNI AGNELLI - UN DELIRIO ASSOLUTO CHE TOCCO’ IL CLIMAX NEL 1953 DURANTE LE RIPRESE DE “IL TESORO D’AFRICA” DI JOHN HUSTON, SCENEGGIATO DA TRUMAN CAPOTE, CON GINA LOLLOBRIGIDA E HUMPHREY BOGART (CHE IN UN CRASH D’AUTO PERSE I DENTI E VENNE DOPPIATO DA PETER SELLERS). SE ROBERT CAPA (SCORTATO DA INGRID BERGMAN) SCATTAVA LE FOTO SUL SET, A FARE CIAK CI PENSAVA STEPHEN SONDHEIM, FUTURO RE DI BROADWAY – L’EFFEMMINATO CAPOTE CHE SI RIVELÒ UN BULLDOG BATTENDO A BRACCIO DI FERRO IL “DURO” BOGART - HUSTON E BOGEY, SBRONZI DI GIORNO E UBRIACHI FRADICI LA NOTTE, SALVATI DAL CIUCCIO-TAXI DEL RISTORANTE ‘’CUMPÀ COSIMO’’ - QUANDO CAPOTE BECCÒ IL RE D’EGITTO FARUK CHE BALLAVA ALLE 6 DEL MATTINO L’HULA-HULA NELLA CAMERA DA LETTO DI BOGART… - VIDEO + FILM

marina pier silvio berlusconi giorgia meloni antonio tajani quirinale alfredo mantovano

DAGOREPORT - NON CI SARÀ ALCUNA ROTTURA TRA MARINA E PIER SILVIO: NONOSTANTE LA NETTA CONTRARIETÀ ALLA DISCESA IN POLITICA DEL FRATELLINO, SE DECIDESSE, UN GIORNO, DI PRENDERE LE REDINI DI FORZA ITALIA, LEI LO SOSTERRÀ. E L’INCONTRO CON LA CAVALIERA, SOLLECITATO DA UN ANTONIO TAJANI IN STATO DI CHOC PER LE LEGNATE RICEVUTE DA UN PIER SILVIO CARICATO A PALLETTONI, È SALTATO – LA MOLLA CHE FA VENIRE VOGLIA DI EMULARE LE GESTA DI PAPI E DI ‘’LICENZIARE’’ IL VERTICE DI FORZA ITALIA È SALTATA QUANDO IL PRINCIPE DEL BISCIONE HA SCOPERTO IL SEGRETO DI PULCINELLA: TAJANI SOGNA DI DIVENTARE PRESIDENTE DELLA REPUBBLICA NEL 2029, INTORTATO DA GIORGIA MELONI CHE HA PROMESSO I VOTI DI FRATELLI D’ITALIA. UN SOGNO DESTINATO A SVANIRE QUANDO L’EX MONARCHICO SI RITROVERÀ COME CANDIDATO AL QUIRINALE UN ALTRO NOME CHE CIRCOLA NEI PALAZZI DEL POTERE ROMANO, QUELLO DI ALFREDO MANTOVANO…

giorgia meloni alfredo mantovano francesco lollobrigida carlo nordio andrea giambruno

DAGOREPORT - NON SI PUO' DAVVERO MAI STARE TRANQUILLI: MANTOVANO, IL SAVONAROLA DI PALAZZO CHIGI – D'ACCORDO CON GIORGIA MELONI, PRESA LA BACCHETTA DEL FUSTIGATORE DI OGNI FONTE DI ''DISSOLUTEZZA'' E DI ''DEPRAVAZIONE'' SI È MESSO IN TESTA DI DETTARE L’ORTODOSSIA MORALE  NON SOLO NEL PARTITO E NEL GOVERNO, MA ANCHE SCONFINANDO NEL ''DEEP STATE''. E CHI SGARRA, FINISCE INCENERITO SUL "ROGO DELLE VANITÀ" - UN CODICE ETICO CHE NON POTEVA NON SCONTRARSI CON LA VIVACITÀ CAZZONA DI ALCUNI MELONIANI DI COMPLEMENTO: CI SAREBBE LO SGUARDO MORALIZZATORE DI MANTOVANO A FAR PRECIPITARE NEL CONO D’OMBRA PRIMA ANDREA GIAMBRUNO E POI FRANCESCO LOLLOBRIGIDA – IL PIO SOTTOSEGRETARIO PERÒ NON DORME SONNI TRANQUILLI: A TURBARLI, IL CASO ALMASRI E IL TURBOLENTO RAPPORTO CON I MAGISTRATI, MARTELLATI A TUTTA CALLARA DA RIFORME E PROCURE ALLA FIAMMA...

pier silvio berlusconi silvia toffanin

L’IMPRESA PIÙ ARDUA DI PIER SILVIO BERLUSCONI: TRASFORMARE SILVIA TOFFANIN IN UNA STAR DA PRIMA SERATA - ARCHIVIATA LA FAVOLETTA DELLA COMPAGNA RESTIA ALLE GRANDI OCCASIONI, PIER DUDI HA AFFIDATO ALL'EX LETTERINA DELLE SUCCULENTI PRIME SERATE: OLTRE A “THIS IS ME”, CON FASCINO E MARIA DE FILIPPI A MUOVERE I FILI E SALVARE LA BARACCA, C'E' “VERISSIMO” CHE OCCUPERÀ TRE/QUATTRO PRIME SERATE NELLA PRIMAVERA 2026. IL PROGRAMMA SARÀ PRODOTTO DA RTI E VIDEONEWS CON L’OK DELLA FASCINO A USARE LO “STUDIO-SCATOLA" UTILIZZATA DA MAURIZIO COSTANZO NEL FORMAT “L’INTERVISTA” - COSA C'E' DIETRO ALLE MANOVRE DI PIER SILVIO: E' LA TOFFANIN A COLTIVARE L'AMBIZIONE DI DIVENTARE LA NUOVA DIVA DI CANALE 5 (CON I CONSIGLI DELLA REGINA DE FILIPPI) O È LA VOLONTÀ DEL COMPAGNO DI INCORONARLA A TUTTI I COSTI, COME UN MIX DI LILLI GRUBER E MARA VENIER?