UNA MANOVRA DALLE STELLE ALLO STALLO – PER FDI, LEGA E FORZA ITALIA I CONTI NON TORNANO E IL TESTO DELLE LEGGE DI BILANCIO È ANCORA FERMO IN COMMISSIONE BILANCIO – MOLTI I NODI DA SCIOGLIERE: DEL TAGLIO AI FONDI RAI AL DAZIO DI DUE EURO SUI PICCOLI PACCHI, FINO ALLE DEFINIZIONE DELL'IPERAMMORTAMENTO PER LE IMPRESE – SALVINI RILANCIA IL RIALZO A DIECIMILA EURO DEI PAGAMENTI IN CONTANTI, MENTRE NON C'È ANCORA TRACCIA DELLA RIFORMULAZIONE DEL TESTO SULLE RISERVE AUREE DI BANKITALIA – PER APPROVARE IL TESTO IN TEMPO, SARANNO NECESSARIE VOTAZIONI NOTTURNE NEI PROSSIMI GIORNI – IL PD: “È L’UMILIAZIONE DEL PARLAMENTO CHE ASSISTE INERME ALLA GUERRA INTESTINA TRA I PARTITI DI GOVERNO”
Estratto dell’articolo di Luca Monticelli per “la Stampa”
antonio tajani giancarlo giorgetti foto lapresse
Stallo totale in commissione Bilancio al Senato: la manovra è ferma. Ieri sono saltati tutti gli appuntamenti fissati: sia le riunioni tra i gruppi sia la seduta prevista alle 23 in cui si ipotizzava di iniziare con i primi voti bocciando qualche emendamento. E invece già di prima mattina i lavori sono stati rinviati a oggi.
Il Partito democratico va all'attacco: «Come denunciamo da giorni, questa maggioranza arranca e blocca il Senato. Siamo al bullismo istituzionale, a una indecente umiliazione del Parlamento che assiste inerme alla guerra intestina tra i partiti che sostengono il governo Meloni», accusa il presidente dei senatori del Pd Francesco Boccia.
«Stiamo completando le riformulazioni e i pareri sui segnalati. Lunedì mattina avremo il quadro e nel pomeriggio cominceremo a votare», assicura uno dei relatori della manovra, Guido Quintino Liris di Fratelli d'Italia. Eppure, le distanze tra la maggioranza e il governo sono ampie.
La misura che vieta i pagamenti della Pubblica amministrazione ai professionisti non in regola con il fisco ha provocato il malcontento di Fratelli d'Italia e della Lega, così come i tagli alla Rai e alle tivù locali. Nelle ultime ore emerge un'intesa per ritirare la sforbiciata alle piccole emittenti mentre rimarrebbe quella alla Rai.
Anche la definizione dell'iperammortamento per le imprese – l'incentivo per gli investimenti sui beni strumentali che diventerà triennale (fino al 30 settembre 2028) – resta un nodo da sciogliere.
Il ministero di Adolfo Urso vorrebbe finalizzare le regole dell'agevolazione direttamente nell'emendamento, il Mef vorrebbe rimandarle a un decreto attuativo.
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A complicare il percorso già abbastanza accidentato ci si è messa la tassa sui pacchi che rischia di essere in bilico. Il relatore Liris lo conferma: «Evidentemente c'è un buco di tempistiche tra quello che vuole fare l'Italia in questa finanziaria e quello che vuole fare l'Europa. Se c'è compatibilità si procederà sin da quest'anno, ascolteremo Bruxelles».
giorgia meloni giancarlo giorgetti foto lapresse
Il problema nasce dal fatto che l'imposta sui piccoli pacchi che arrivano in Italia dalla Cina è destinata a salire a cinque euro. Il contributo di due euro sui pacchetti di valore inferiore a 150 euro, deciso dal governo con un emendamento in legge di bilancio, infatti, potrebbe sommarsi al dazio di tre euro fissato dall'Ecofin per la merce extra Ue che entra in Europa. […]
Non c'è ancora traccia della riformulazione del testo sulle riserve auree della Banca d'Italia. Chiusa la partita con la Bce, il ministro dell'Economia Giancarlo Giorgetti aveva annunciato ad Atreju la formalizzazione del provvedimento per sabato, che però non è arrivato. Il riferimento sull'oro che «appartiene al popolo italiano» comunque ci sarà, accompagnato dalla rassicurazione che le riserve restano in capo a Palazzo Koch, in conformità alle regole dei Trattati.
adolfo urso ad atreju 2025 foto lapresse
L'aumento dell'uso del contante da 5 mila a 10 mila euro è un tema uscito dai radar, anche se nel centrodestra sembrano essere tutti d'accordo sul rialzo del cash. L'esecutivo deve decidere se riformulare la proposta che fissa, per i pagamenti in contanti compresi tra 5 mila e 10 mila euro, un bollo speciale di 500 euro. Bollo che la Lega vorrebbe togliere.
Ieri dal palco di Atreju Matteo Salvini ha rilanciato l'intervento: «Siamo in un Paese libero, se uno vuole pagare con la carta di credito deve poterlo fare, ma se vuole pagare in contanti deve poter usare i suoi soldi come cavolo vuole, senza doversi giustificare per quelli che ha nel conto corrente, non siamo in Venezuela», è il ragionamento del segretario del Carroccio.
Spunta la bozza di una norma per gli indennizzi ai risparmiatori coinvolti dal crac delle banche venete che sono rimasti fuori dai vecchi ristori. Si tratta di 80 milioni nel triennio (20 nel 2026) da destinare al Fondo indennizzo risparmiatori […]
In serata, il governo ha depositato in commissione un emendamento su Roma Capitale, che dal 2026 non parteciperà più al Fondo di solidarietà comunale attraverso il meccanismo basato sulla differenza tra le capacità fiscali e i fabbisogni standard. Per il Campidoglio saranno stabiliti importi fissi di versamento e di perequazione verso il Fondo.
Oggi sono attese le norme mancanti. La commissione Bilancio tornerà a riunirsi alle 14 e sarà preceduta da un ufficio di presidenza alle 13. Il calendario dei lavori dei prossimi giorni prevede sedute serali per tutta la settimana e anche una convocazione per il prossimo sabato.



