tria salvini di maio

TASSA (DEL) COMUNE, MEZZO GAUDIO – COME SI POSSONO AUMENTARE LE TASSE SENZA VARARE UNA LEGGE, MA SOLO SCARICANDO LA RESPONSABILITÀ VERSO GLI ALTRI? FACILE, BASTA AUMENTARE LE IMPOSTE LOCALI – IL VICE MINISTRO CASTELLI HA DETTO ESPLICITAMENTE CHE NELLA MANOVRA NON SARANNO CONFERMATE LE NORME CHE BLOCCANO GLI INCREMENTI DELIBERATI DELLE ALIQUOTE IMU E TASI: LA “PATRIMONIALINA” RIGUARDEREBBE 5 COMUNI SU 6

CONTE DI MAIO SALVINI

Antonio Signorini per “il Giornale”

 

Un delitto perfetto: aumentare le tasse senza varare una legge, scaricando la responsabilità su altri. In alcuni casi non riesce. Gli aumenti dell' Iva che i vari governi stanno rimandando di anno in anno sono sotto costantemente sotto i riflettori dei media e lasciano poca scelta alla politica. Non si può dire la stessa cosa degli incrementi di imposte e addizionali locali, anche quelli bloccati da micro norme che da un paio di anni sono state confermate.

 

Ma che nella prossima legge di Bilancio - che resta ancora un mistero - non entreranno.

A dirlo esplicitamente è stata giorni fa il vice ministro dell' Economia Laura Castelli durante l' assemblea dell' Anci.

 

LAURA CASTELLI

L' associazione dei comuni fa da tempo il tifo affinché si dia completa libertà ai sindaci. Castelli ha fatto capire che le misure introdotte per la prima volta nella legge di Bilanacio del 2016, valide fino alla fine del 2018, non saranno confermata. Ai comuni viene quindi data la possibilità di deliberare aumenti sulle aliquote Imu e Tasi e anche le addizionali Irpef.

 

Ieri il quotidiano economico il Sole24ore ha fatto il calcolo di quanti comuni potrebbero essere coinvolti: 6.780, cinque su sei. Tante sono le amministrazioni che non avevano ancora applicato l' aliquota Imu sulle seconde case al 10,6 per mille, l' aliquta massima.

Capitolo a parte quello delle addizionali regionali. Gli aumenti potenziali (tutto dipenderà dalla scelta dei presidenti delle Regioni) sono elevati.

 

SALVINI DI MAIO CONTE

Si va dal 30% della Sicilia al 708% della provincia autonoma di Bolzano, passando per il 131% della Lombardia e al 47% del Lazio. Gli aumenti potenziali delle addizionali comunali alle imposte sul reddito, aggregati per regione, danno risultati simili. Con qualche eccezione come il Lazio dove non sono possibili aumenti visto che le addizionali comunali sono già al massimo. Per la Lombardia gli aumenti dei comuni si fermano al 30%.

 

tasse

Ad essere penalizzati sono i residenti nei comuni più virtuosi. Quelli che non avevano aumentato le tasse locali in passato e si sono ritrovati loro malgrado bloccati dal congelamento, prorogato per l' ultima volta dal governo Renzi. Una discriminazione ingiusta, ma anche la soluzione (aumenti liberi per tutti) rischia di diventare un problema per il governo.

 

Non rischiano niente, ad esempio, i cittadini di Roma che pagano già il massimo. Lo 0,8 per cento, che arriva a 0,9% per ripianare il debito accumulato dall' amministrazione capitolina.Gl aumenti potrebbero arrivare senza che il governo abbia dichiarato l' intenzione di spostare il peso della pressione fiscale sui tributi locali.

CONTE SALVINI DI MAIO

 

«Sarebbe veramente grave», ha commentato il presidente di Confedilizia Giorgio Spaziani Testa, «se fosse consentito a comuni e province, che esistono ancora, di aumentare di nuovo la tassazione locale che, come noto, è in gran parte fondata sugli immobili. Un settore che avrebbe bisogno di riduzioni della pressione fiscale, non di aumenti».

 

Giorgio Spaziani Testa ADS

Il riferimento di Spaziani è ai dati sulle compravendite di immobili che sono in aumento ovunque nell' Unione europea, ma non in Italia, grazie alla patrimoniale ricorrente introdotta dal governo guidato da Mario Monti. Le voci di patrimoniale sono sempre più insistenti. Dibattito «surreale» per Spaziani Testa perché ignora «una patrimoniale da 21 miliardi di euro l' anno sugli unici beni che non possono sfuggire, che restano gli immobili».

La decisione di lasciare scattar le tasse locali deresponsabilizza il governo, lasciando l' onere degli aumenti ad amministratori locali. Ma non è diversa da un aumento delle tasse che cade nel momento peggiore per il Paese.

giovanni tria a porta a porta 4tassetasse tasse

 

Ultimi Dagoreport

giorgia meloni matteo salvini adolfo urso abodi giorgetti tajani giorgio armani

UN PO’ PIU’ DI RISPETTO SE LO MERITAVA GIORGIO ARMANI DA PARTE DEL GOVERNO – SOLO IL MINISTRO DELL’UNIVERSITA’, ANNA MARIA BERNINI, HA RESO OMAGGIO ALL’ITALIANO PIU’ CONOSCIUTO AL MONDO RECANDOSI ALLA CAMERA ARDENTE DOVE, TRA SABATO E DOMENICA, SONO SFILATE BEN 16 MILA PERSONE - EPPURE MILANO E’ A DUE PASSI DA MONZA, DOVE IERI ERA PRESENTE AL GP, OLTRE AL VICEPREMIER MATTEO SALVINI, IL MINISTRO DELLO SPORT ANDREA ABODI, SMEMORATO DEL PROFONDO LEGAME DELLO STILISTA CON BASKET, CALCIO, TENNIS E SCI - A 54 KM DA MILANO, CERNOBBIO HA OSPITATO NEL WEEKEND TAJANI, PICHETTO FRATIN, PIANTEDOSI, CALDERONE E SOPRATTUTTO ADOLFO URSO, MINISTRO DEL MADE IN ITALY, DI CUI ARMANI E’ L’ICONA PIU’ SPLENDENTE – E IGNAZIO LA RUSSA, SECONDA CARICA DELLO STATO, DOMENICA ERA A LA SPEZIA A PARLARE DI ''PATRIOTI'' AL DI LA’ DI RITUALI POST E DI ARTICOLETTI (MELONI SUL “CORRIERE”), UN OMAGGIO DI PERSONA LO MERITAVA TUTTO DAL GOVERNO DI CENTRODESTRA PERCHE’ ARMANI E’ STATO UN VERO “PATRIOTA”, AVENDO SEMPRE PRESERVATO L’ITALIANITA’ DEL SUO IMPERO RIFIUTANDO LE AVANCES DI CAPITALI STRANIERI…

giorgia meloni mantovano alfredo giovanbattista fazzolari gian marco chiocci rossi

DAGOREPORT - CHI AVEVA UN OBIETTIVO INTERESSE DI BRUCIARE IL DESIDERIO DI GIORGIA MELONI, PIÙ VOLTE CONFIDATO AI SUOI PIÙ STRETTI COLLABORATORI, DI ARRUOLARE L’INGOMBRANTE GIAN MARCO CHIOCCI COME PORTAVOCE? - IN BARBA ALLA DIFFIDENZA DEI VARI SCURTI, FAZZOLARI E MANTOVANO, FU L’UNDERDOG DE’ NOANTRI A IMPORRE FORTISSIMAMENTE (“DI LUI MI FIDO”) COME DIRETTORE DEL TG1 L’INTRAPRENDENTE CHIOCCI, DOTATO DI UNA RETE RELAZIONALE RADICATA IN TUTTE LE DIREZIONI, DAL MONDO DELLA SINISTRA ALL’INTELLIGENCE DI DESTRA - BEN CONOSCENDO IL CARATTERINO DELL’EX DIRETTORE DE “IL TEMPO” E ADNKRONOS, BEN LONTANO DALLA DISPONIBILITÀ AD ACCETTARE ORDINI E DINIEGHI, OCCORREVA CORRERE AI RIPARI PRIMA CHE LA SGARBATELLA PROCEDESSE ALL’INFELICE NOMINA, FACENDO CIRCOLARE LA VOCE DEL SUO TRASLOCO DALLA DIREZIONE DEL TG1 A BRACCIO MEDIATICO DELLA PREMIER - NEL CASO, SEMPRE PIÙ LONTANO, DI VEDERE CHIOCCI A PALAZZO CHIGI, ALLORA VORRÀ DIRE CHE L’EQUILIBRIO DI POTERI ALL’INTERNO DELLA FIAMMA MAGICA È FINITO DAVVERO IN FRANTUMI...

marcello viola alberto nagel giorgia meloni francesco gaetano caltagirone luigi lovaglio mps mediobanca piazza affari

DAGOREPORT - MEDIOSBANCA! I GIOCHI ANCORA NON SONO FATTI. E LE PREMESSE PER UN FUTURO DISASTRO SONO GIÀ TUTTE SUL TAVOLO - AL DI LÀ DELLE DECISIONI CHE PRENDERÀ LA PROCURA DI MILANO SUL PRESUNTO “CONCERTO” DEL QUARTETTO CALTA-GIORGETTI-LOVAGLIO-MILLERI NELLA PRIVATIZZAZIONE DEL 15% DI MPS, IL PROGETTO TANTO AUSPICATO DA GIORGIA MELONI DI DARE VITA A UN TERZO POLO BANCARIO, INTEGRANDO MPS, BPM E MEDIOBANCA, SI È INCAGLIATO DI BRUTTO: LO VUOLE SOLO FRATELLI D’ITALIA MENTRE FORZA ITALIA SE NE FREGA E LA LEGA E' CONTRO, SAPENDO BENISSIMO CHE L’OBIETTIVO VERO DEL RISIKONE BANCARIO È QUEL 13% DI GENERALI, IN PANCIA A MEDIOBANCA, NECESSARIO PER LA CONQUISTA CALTAGIRONESCA DEL LEONE DI TRIESTE - AL GELO SCESO DA TEMPO TRA CALTA E CASTAGNA (BPM) SI AGGIUNGE IL CONFLITTO DI CALTA CON LOVAGLIO (MPS) CHE RISCHIA DI ESSERE FATTO FUORI PER ‘’INSUBORDINAZIONE’’ - ANCHE LA ROSA DEI PAPABILI PER I NUOVI VERTICI DI MEDIOBANCA PERDE PETALI: MICILLO HA RIFIUTATO E VITTORIO GRILLI NON È INTERESSATO - LA BOCCIATURA DELL’OPERAZIONE DI FITCH, CHE VALUTA MPS CON UN RATING PIÙ BASSO RISPETTO A MEDIOBANCA - LAST BUT NOT LEAST: È SENZA FINE LO SCONTRO TRA GLI 8 EREDI DEL VECCHIO E IL CEO MILLERI, PARTNER DEVOTO DI CALTARICCONE…