israele territori occupati

IL BOLLINO ALLA GIUDIA - PERCHÉ L'EUROPA METTE L'ETICHETTA SUI PRODOTTI DEI TERRITORI OCCUPATI DA ISRAELE MA NON SULLA BENZINA SAUDITA, O DI ALTRI REGIMI DOVE LAPIDANO LE DONNE E I DIRITTI UMANI NON ESISTONO? PERCHÉ POSSONO FARE I ''PURI'' COLPENDO UN MERCATO CHE VALE POCHI SPICCI (1% DELLE ESPORTAZIONI ISRAELIANE)

1. DA INSEDIAMENTI MENO 1% ESPORTAZIONI ISRAELE IN UE

Massimo Lomonaco per l'ANSA

 

vigneti alture del golanvigneti alture del golan

Meno dell'1% del totale delle esportazioni da Israele verso l'Europa che nel 2014 sono state di circa 13 miliardi di euro. E' questo, secondo le stime più recenti, il dato su cui ricadranno le etichette volute dalla Ue per segnalare al consumatore i beni prodotti da aziende israeliane, dai pomodori al vino ad altro, nei Territori Occupati palestinesi. Una mossa che tuttavia rischia di avere pesanti ricadute occupazionali sulle circa 10.000 famiglie palestinesi che traggono reddito da quelle produzioni.

 

vigneti alture del golan  vigneti alture del golan

"Se la Ue vuole vedere la reale coesistenza - tuona Avi Roeh, presidente di Yesha l'organizzazione che raggruppa tutte le comunità israeliane in Giudea e Samaria (Cisgiordania) - venga a visitarci e gli sarà chiaro che stanno etichettando le persone sbagliate". "Attività come queste nelle quali arabi ed ebrei lavorano insieme - insiste - dovrebbero essere come monete d'oro per la pace e non boicottate".

 

territori occupatiterritori occupati

L'agricoltura è una sorta di fiore all'occhiello della produzione degli "insediamenti illegali" ebraici - come vengono definiti dalla Comunità internazionale - ma non c'e' solo verdura, frutta, olio ed altro. A Barkan - insediamento fondato nel 1981 nella Cisgiordania centrale a circa 25 chilometri da Tel Aviv - oltre a produrre uno dei migliori vini del paese, esportato ovunque - sorge una zona industriale di 160 stabilimenti che impiegano 7100 persone, metà israeliani e metà palestinesi. Un polo di avanguardia in molti settori. Tra questi l'azienda Lipski che produce plastica, che esporta molto in Europa e che è stata una delle strutture nella quale il viceministro degli esteri Tzipi Hotovely ha invitato i giornalisti stranieri alla vigilia della decisione della Ue.

 

soda stream prodotta nei territori occupatisoda stream prodotta nei territori occupati

"Un simbolo di coesistenza", ha detto Hotovely sottolineando che il 60% dei dipendenti sono palestinesi ed hanno posizioni di responsabilità e di direzione. "Qui - ha aggiunto - c'e' un Medio Oriente tranquillo, di speranze, di pace e di cooperazione economica". Fatto sta che la decisione della Ue, a giudizio di Israele, non potrà non avere ricadute nonostante l'esiguità del totale delle esportazioni in Europa dei prodotti che provengono dagli insediamenti. E già a Barkan, dopo le decisioni di Bruxelles, c'è chi pensa che sarà inevitabile ridurre il lavoro lasciando a casa sia israeliani sia palestinesi.

 

israeleisraele

Tra le aziende di Barkan c'è anche 'Hummus Shamir' che esporta il 6% della sua produzione in Europa. Finora - come ha raccontato il suo direttore Ami Guy - sui beni c'era scritto 'Made in Israel' mentre in futuro la dicitura dovrà essere 'Made in West Bank, in Israeli settlement'. Tra i suoi dipendenti ci sono 110 palestinesi e, se le vendite caleranno, teme di essere costretto a licenziare.

 

roma   manifesti boicotta israele 2roma manifesti boicotta israele 2

A sud di Barkan, in direzione di Ramallah, sempre in Cisgiordania, c'è la 'Psagot Winery': "noi - ha detto alla Radio militare Yaacov Berg - esportiamo il 70% dei nostri prodotti e il 25% va in Europa. L'etichettatura ci arrechera' danno: un pò come succede per le sigarette, chi la applica vuole dissuadere". Ma Berg non pensa di mollare, anzi. "Dobbiamo e possiamo reagire. Dobbiamo creare una rete di smercio per i sostenitori di Israele che vogliono identificarsi con noi. Dare loro la possibililità di acquistare proprio i nostri prodotti". "E sono sicuro - ha concluso - che se riusciremo a farlo entro un anno le nostre vendite cresceranno del 30%".

 

 

2. SE IL BOLLINO VALE SOLO PER ISRAELE

Mattia Feltri per “la Stampa

 

pozzi arabia sauditapozzi arabia saudita

Ci sono pompelmi che vengono da Israele e pompelmi che vengono dalle colonie. Per noi sarà facile distinguere perché, per decisione dell' Unione europea, i pompelmi della seconda specie saranno di conseguenza etichettati. Chi intendesse danneggiare economicamente le imprese dei territori occupati avrà dunque buon gioco, anche se è difficile immaginare quale sarà la portata di un eventuale boicottaggio, spesso sollecitato dai nemici delle politiche sioniste su tutti i prodotti israeliani.

 

Semmai, come è stato segnalato, fa un pochino impressione che il bollino di democratica qualità venga applicato proprio alla vigilia del viaggio europeo di Hassan Rohani, presidente iraniano che sarà domani a Roma.

monaci tibetani soldati cinesimonaci tibetani soldati cinesi

 

Duemila esecuzioni di pena di morte dall' inizio dell' anno non ci impediscono di acquistare caviale iraniano nelle migliori gastronomie, se abbiamo i soldi, o i più economici pistacchi, esposti su tutti gli scaffali di supermercato. I rapporti economici dell' Occidente con Teheran sono fitti, a prescindere dai diritti umani: come ha scritto il «Wall Street Journal», il controllo e le restrizioni su Internet vengono bene grazie alla collaborazione della tedesca Siemens e della finlandese Nokia.

 

L' Italia, poi, importa dall' Iran il petrolio e in fatto di energie

 

lapidazione arabia sauditalapidazione arabia saudita

ci tocca o ci è toccato di comprarne dalle più attive dittature: dalla Libia di Gheddafi, dall' Arabia Saudita dove, per i pochi che non lo sapessero, le donne vengono lapidate con pietre di dimensioni stabilite per legge, che non siano così piccole da fare poco male né così grosse da chiudere la pratica troppo rapidamente. E del resto non si è mai sentito uno smettere di essere tifoso del Milan perché è sponsorizzato dalla Fly Emirates: lì gli impulsi di giustizia s' annacquano.

 

La contesa sui territori occupati da Israele dopo la guerra subita e vinta nel 1967 rimane per gli europei questione più stringente.

 

donna saudita lapidatadonna saudita lapidata

Ogni santa volta che dall' Italia parte una delegazione diretta in Cina si aprono dibatti infiniti e infinitamente sterili su quanto sia eticamente tollerabile concludere affari con un regime liberticida. E non è il caso di elencare, nemmeno sommariamente, gli abiti, i giocattoli, le chincaglierie, i milioni di oggetti Made in China entrati nella nostra economia e nella nostra vita quotidiana.

 

Eppure parlare di rapporti fra nazioni, fra democrazie e dittature, di questioni che corrono lungo i confini vale poco o niente in un mondo in cui la certificazione di provenienza dei prodotti indica soltanto l' ultimo di numerosi passaggi, di Paese in Paese, o di continente in continente. E piuttosto, ogni tanto, salta fuori la scandalosa notizia di multinazionali che sfruttano i bambini o devastano l' ambiente e dopo un giro di reportage e di commenti la cosa finisce lì.

roma   manifesti boicotta israele 5roma manifesti boicotta israele 5

 

Non esiste nemmeno un sito o un elenco ufficiale (se c' è, è ben occultato) di multinazionali irrispettose delle più immediate regole di umana convivenza: esistono siti credibili (ma non affidabilissimi) in cui i marchi più familiari, di cui abbiamo la memoria e le dispense piene, sono accusati di sottopagare operai per orari impossibili, di reprimere i diritti sindacali, di sostenere regimi tirannici, di appoggiarsi a paradisi fiscali. Il problema è: come si combattono dittatori e multinazionali? Un po' più difficilmente che i pompelmi del Golan.

 

 

3. QUEL MARCHIO EUROPEO CHE OFFENDE ISRAELE

Pierluigi Battista per il "Corriere della Sera"

 

netanyahu all exponetanyahu all expo

L’Unione Europea tace sulle dittature. Non dice una parola, da sempre, sui regimi tirannici con cui intrecciare soddisfacenti rapporti economici. Plaude alle mediazioni, ma mica per spirito di pace, solo per convenienza. Figurarsi se l’Unione Europea, politicamente una nullità nelle grandi questioni che insanguinano il mondo, emette un solo fiato di indignazione, per dire, sui rapporti con la Cina che occupa il Tibet e manda in galera i dissidenti. O sull’Arabia Saudita, con cui si stabiliscono buoni rapporti mentre ancora si pratica la lapidazione delle adultere e si legalizza lo stupro delle bambine che vengono costrette a sposarsi, vendute dalle famiglie. Silenzio assoluto, omertà, come sempre.

 

benjamin netanyahu 1benjamin netanyahu 1

Poi, quando compare la parola «Israele», l’Unione Europea si risveglia dal suo torpore e decide di marchiare i prodotti dello Stato ebraico sfornati dalle officine e dai capannoni dei territori sotto controllo dell’Autorità nazionale palestinese. Qui l’Europa, dimentica del passato atroce in cui i negozi degli ebrei venivano perseguitati e le merci degli ebrei confiscate o boicottate, decide di dare una mano alla campagna che i regimi autoritari del Medio Oriente imbastiscono contro l’unica democrazia di quell’area, cioè lo Stato di Israele.

 

Il fatto che esistano fabbriche israeliane situate (anche) in Cisgiordania dove operano lavoratori palestinesi liberamente assunti e con contratti regolari di lavoro non dovrebbe essere uno scandalo nel mondo globalizzato. Non c’è nessuna ragione economica per «marchiare» dei prodotti.

 

MILITARI RUSSI PRENDONO IL CONTROLLO DELLA CRIMEA MILITARI RUSSI PRENDONO IL CONTROLLO DELLA CRIMEA

C’è solo una ragione politica: il boicottaggio sistematico di Israele, delle merci israeliane, degli studiosi israeliani (da parte delle Università europee). Esistono nel mondo un’infinità di territori contesi. Ma esiste solo un caso in cui le istituzioni del mondo diventano fiscali: quando c’è di mezzo Israele. È il solito trattamento speciale. La solita tentazione del boicottaggio. La decisione europea scredita l’idea di Europa. Una decisione sconcertante. Sarebbe saggio ritirarla.

 

 

Ultimi Dagoreport

spionaggio paragon spyware giorgia meloni fazzolari mantovano giorgetti orcel francesco gaetano caltagirone flavio cattaneo

DAGOREPORT - E TRE! DALLO SPIONAGGIO DI ATTIVISTI E DI GIORNALISTI, SIAMO PASSATI A TRE PROTAGONISTI DEL MONDO DEGLI AFFARI E DELLA FINANZA: CALTAGIRONE, ORCEL, CATTANEO - SE “STAMPA” E “REPUBBLICA” NON LI FANNO SMETTERE, VEDRETE CHE OGNI MATTINA SBUCHERÀ UN NUOVO E CLAMOROSO NOME AVVISATO DI AVERE UN BEL SPYWARE NEL TELEFONINO - COME NEL CASO DEGLI ACCESSI ABUSIVI ALLA PROCURA ANTIMAFIA (FINITI IN CHISSÀ QUALCHE SCANTINATO), I MANDANTI DELLO SPIONAGGIO NON POSSONO ESSERE TROPPO LONTANI DALL’AREA DEL SISTEMA DEL POTERE, IN QUANTO PARAGON FORNISCE I SUOI SERVIZI DI SPYWARE SOLO AD AUTORITÀ ISTITUZIONALI - A QUESTO PUNTO, IL CASO È CORNUTO: O SI SONO TUTTI SPIATI DA SOLI OPPURE IL GOVERNO MELONI DEVE CHIARIRE IN PARLAMENTO SE CI SONO APPARATI “FUORILEGGE”. PERCHÉ QUANDO IL POTERE ENTRA NEI CELLULARI DEI CITTADINI, NON C’È PIÙ DEMOCRAZIA…

matteo salvini roberto vannacci giorgia meloni massimiliano fedriga luca zaia

DAGOREPORT – GIORGIA MELONI HA GLI OCCHI PUNTATI SULLA TOSCANA! NELLA REGIONE ROSSA SARÀ CONFERMATO EUGENIO GIANI, MA ALLA DUCETTA INTERESSA SOLO REGISTRARE IL RISULTATO DELLA LEGA VANNACCIZZATA – SE IL GENERALE, CHE HA RIEMPITO LE LISTE DI SUOI FEDELISSIMI E SI È SPESO IN PRIMA PERSONA, OTTENESSE UN RISULTATO IMPORTANTE, LA SUA PRESA SULLA LEGA SAREBBE DEFINITIVA CON RIPERCUSSIONI SULLA COALIZIONE DI GOVERNO – INOLTRE ZAIA-FEDRIGA-FONTANA SONO PRONTI A UNA “SCISSIONE CONTROLLATA” DEL CARROCCIO, CREANDO DUE PARTITI FEDERATI SUL MODELLO DELLA CDU/CSU TEDESCA - PER LA MELONI SAREBBE UNA BELLA GATTA DA PELARE: SALVINI E VANNACCI POTREBBERO RUBARLE VOTI A DESTRA, E I GOVERNATORI IMPEDIRLE LA PRESA DI POTERE AL NORD...

matteo salvini luca zaia giorgia meloni orazio schillaci

FLASH! – L’”HUFFPOST” RIPORTA CHE SALVINI VUOL CONVINCERE LUCA ZAIA A PORTARE IL SUO 40% DI VOTI IN VENETO MA SENZA CHE IL SUO NOME BRILLI SUL SIMBOLO – PER ACCETTARE IL CANDIDATO LEGHISTA STEFANI, LA MELONA INSAZIABILE, PAUROSA CHE L’EX GOVERNATORE VENETO PORTI VIA TROPPI VOTI A FDI, L’HA POSTO COME CONDIZIONE A SALVINI – PER FAR INGOIARE IL ROSPONE, OCCORRE PERÒ CHE ZAIA OTTENGA UN INCARICO DI PESO NEL GOVERNO. IL MAGGIORE INDIZIATO A LASCIARGLI LA POLTRONA SAREBBE ORAZIO SCHILLACI, MINISTRO TECNICO IN QUOTA FDI, ENTRATO IN COLLISIONE CON I TANTI NO-VAX DELLA FIAMMA - AVVISATE QUEI GENI DI PALAZZO CHIGI CHE ZAIA SUI VACCINI LA PENSA ESATTAMENTE COME SCHILLACI…

monique veaute

NO-CAFONAL! – ARCO DI TRIONFO PER MONIQUE VEAUTE, QUELLA VISPA RAGAZZA FRANCESE CHE NEL 1984 GIUNSE A ROMA PER LAVORARE ALL’ACCADEMIA DI FRANCIA DI VILLA MEDICI - DA ABILISSIMA CATALIZZATRICE DI GENIALI E VISIONARIE REALTÀ ARTISTICHE INTERNAZIONALI, DETTE VITA A UN FESTIVAL CHE SCOSSE LO STATO DI INERZIA E DI AFASIA CULTURALE IN CUI ERA PIOMBATA ROMA DOPO L’ERA DI RENATO NICOLINI – L'ONORIFICENZA DI ''COMMANDEUR DE L'ORDRE DES ARTS ET DES LETTRES'' NON POTEVA NON ESSERE CONSEGNATA DALL’AMBASCIATORE FRANCESE SE NON A VILLA MEDICI, DOVE 40 ANNI FA TUTTO È NATO….

de luca manfredi schlein tafazzi conte landini silvia salis

DAGOREPORT - LA MINORANZA DEL PD SCALDA I MOTORI PER LA RESA DEI CONTI FINALE CON ELLY SCHLEIN. L’ASSALTO ALLA GRUPPETTARA (“NON HA CARISMA, CON LEI SI PERDE DI SICURO”), CHE HA TRASFORMATO IL PD DA PARTITO RIFORMISTA IN UN INCROCIO TRA UN CENTRO SOCIALE E UN MEETUP GRILLINO – NONOSTANTE LA SONORA SCONFITTA SUBITA NELLE MARCHE E IL FLOP CLAMOROSO IN CALABRIA, LA SEGRETARIA CON TRE PASSAPORTI E UNA FIDANZATA RESISTE: TRINCERATA AL NAZARENO CON I SUOI FEDELISSIMI QUATTRO GATTI, NEL CASO CHE VADA IN PORTO LA RIFORMA ELETTORALE DELLA DUCETTA, AVREBBE SIGLATO UN ACCORDO CON LA CGIL DI “MASANIELLO” LANDINI, PER MOBILITARE I PENSIONATI DEL SINDACATO PER LE PRIMARIE – IL SILENZIO DEI ELLY ALLE SPARATE DI FRANCESCA ALBANESE - I NOMI DEL DOPO-SCHLEIN SONO SEMPRE I SOLITI, GAETANO MANFREDI E SILVIA SALIS. ENTRAMBI INADEGUATI A NEUTRALIZZARE L’ABILITÀ COMUNICATIVA DI GIORGIA MELONI – ALLARME ROSSO IN CAMPANIA: SE DE LUCA NON OTTIENE I NOMI DEI SUOI FEDELISSIMI IN LISTA, FICO RISCHIA DI ANDARE A SBATTERE…