marino papa

1. IMBUCATO ALLA MESSA DEL PAPA. L'ULTIMA FIGURACCIA DEL SINDACO È COSÌ GRANDE CHE D'ORA IN AVANTI QUANDO SI DIRÀ: “CHE FIGURA DI M.” S'INTENDERÀ "CHE FIGURA DI MARINO” 2. MARIO GIORDANO SBERTUCCIA: "È RIUSCITO ANCHE NELL'IMPRESA STORICA DI FARSI SBUGIARDARE DAL PONTEFICE. IN UN MODO CHE NON ERA MAI SUCCESSO A NESSUN POLITICO AL MONDO

1. IL PAPA SVERGOGNA L’IMBUCATO MARINO

Mario Giordano per “Libero Quotidiano”

 

MARINOMARINO

Imbucato alla messa del Papa. L'ultima figuraccia del sindaco di Roma è così grande che d'ora in avanti quando si dirà: «che figura di m.» s' intenderà «che figura di Marino». Infatti, non contento di aver buttato soldi per incontrare il Papa a Filadelfia, oltrepassando l' Oceano e scordandosi che forse sarebbe stato più comodo e più economico oltrepassare soltanto il Tevere, è riuscito anche nell' impresa storica di farsi sbugiardare dal Pontefice. In un modo che non era mai successo a nessun politico al mondo.

papa francesco e barack obama 1papa francesco e barack obama 1

 

«Marino? Io non l' ho invitato, chiaro?», ha detto infatti Francesco sul volo di ritorno dagli Stati Uniti. E poi ha aggiunto perché non ci fossero dubbi: «Ho chiesto anche ai miei collaboratori: nemmeno loro l' hanno invitato». Di fatto, dunque, a Filadelfia il sindaco di Roma era un intruso. Più o meno come al Campidoglio, d' altra parte.
 

Ormai è una barzelletta, un personaggio da fumetti. Al massimo potrebbe fare Ignazio Topazio, il sindaco di Topolinia. È stato sei giorni lontano dal suo posto di lavoro, lasciando la Capitale affogata nei suoi guai. Ha portato via con sé due persone dello staff, ha percorso 7017 chilometri ad andare e altri 7017 a tornare. E perché? Per andare a fare una visita di cortesia in America al Papa che, per altro, risiede a 10 minuti a piedi dal suo ufficio? E che oltretutto non dimostra nemmeno di aver gradito particolarmente la premura?

IGNAZIO MARINO E PAPA BERGOGLIO IGNAZIO MARINO E PAPA BERGOGLIO

 

Marino sostiene di aver approfittato del viaggetto a Filadelfia anche per dare alcuni consigli al sindaco della città americana su come organizzare gli eventi. Per fortuna non l' hanno ascoltato: infatti è andato tutto bene. Adesso comunque aspettiamo i prossimi annunci del Campidoglio: il sindaco Marino, dopo essersi recato a Filadelfia per incontrare il Papa, si recherà a Ulan Bator per incontrare Renzi. Andrà a stringere la mano a Mattarella a Singapore.

 

E riunirà il suo staff in Patagonia. Comodo, no? Purché si ricordi di avvertire gli interessati… Il Papa no, evidentemente non era stato avvisato. E a giudicare dal suo tono è stato anche piuttosto infastidito di trovarsi lì in prima fila, tutto impettito e con fascia tricolore, quel sindaco che a Roma più che agli incontri di preghiera preferisce farsi vedere al Gay Pride… «Non ho mai detto che era stato il Papa ad invitarmi», ha provato a replicare Marino, con un freddo comunicato dei suoi uffici.

 

IGNAZIO MARINO DOPO LA TINTAIGNAZIO MARINO DOPO LA TINTA

Mai detto? Davvero? Eppure al Messaggero il 22 settembre scorso diceva testualmente: «Quando a giugno mi è stato riferito che avrebbero avuto piacere della mia presenza in tre appuntamenti del Santo Padre a Filadelfia, ma soprattutto all' incontro con le famiglie, ho detto a monsignor Paglia che sarei stato molto lieto…». Mi è stato riferito? Avrebbero avuto piacere? Monsignor Paglia? Il Papa è stato esplicito: «Ho chiesto anche ai miei collaboratori…». E dunque delle due l' una: o il Papa è bugiardo. O Marino s' è imbucato senza invito…

MARINOMARINO

 

La seconda sembra più probabile, anche perché non è la prima volta. Nel marzo 2014, infatti, Obama visitò Roma, incontrando il Papa, il presidente Napolitano, il premier Renzi e ovviamente snobbando il sindaco. Marino cercò di infilarsi con lui al Colosseo, durante la visita privata, ma venne tenuto alla larga. Allora escogitò il Piano Imbucata (dev' essere un vizio) E comparve sotto la scaletta dell' aereo, mentre il presidente americano stava ripartendo.

 

Povero Obama: avrà avuto i suoi bei problemi a capire chi diavolo fosse quel Forrest Gump con la fascia tricolore che in pochi minuti gli parlava un po' di tutto, dagli ospedali di Pittsburgh ai lampioni dei Fori imperiali, pur di guadagnarsi un po' di secondi al suo fianco e soprattutto qualche scatto dei fotografi. «Barak stai tranquillo, non è pericoloso. È solo un intruso».
 

papa francesco e barack obama a0papa francesco e barack obama a0

Ecco: trova l' intruso Marino.
Potrebbe diventare il nuovo gioco mondiale. Si accettano scommesse: dove si infilerà la prossima volta Ignazio Topazio? Si vestirà da cameriere per farsi vedere al vertice tra Obama e Putin? Si fingerà idraulico per entrare di soppiatto alle Nazioni Unite? Si vestirà da violinista per partecipare al Concerto di Capodanno sul palcoscenico di Vienna? O da meccanico per fare ciao ciao dal muretto del box Ferrari al prossimo Gp?
 

Lo vedremo come valletto di Sanremo? Cuoco di Masterchef? Soprammobile nella casa del Grande Fratello? In ogni caso tutte attività che gli riescono meglio che fare il sindaco.
Infatti Roma è in ginocchio.
 

papa francesco a capitol hill e3papa francesco a capitol hill e3

Cade a pezzi. Ancora ieri un crollo in metropolitana, dove già è morto un bambino, e il caos è quotidiano. Per non parlare del resto. «O faccio il sindaco o niente», disse Marino quando propose la sua candidatura al Pd. Evidentemente è riuscito a fare bene entrambe le cose.
 

Le polemiche sulle sue assenze, infatti, fanno ormai parte della letteratura. La Capitale è allagata e Marino non c' è. La Capitale è devastata dai black bloc e Marino non c' è. La Capitale è sfregiata dai Casamonica e Marino non c' è. In due anni ha fatto 16 viaggi all' estero di cui 7 negli Stati Uniti, 7 in Europa, varie ed eventuali (compreso un passaggio a Riad). Ora il Papa ha detto che vuole andare in Cina. E a noi è venuta un' idea: onde evitare che s' imbuchi un' altra volta, perché in quell' occasione non si porta davvero il sindaco con sé? Viaggio di sola andata, s' intende…Il Papa svergogna l' imbucato Marino «Non l' ho invitato a Filadelfia, chiaro?»

papa francesco a capitol hill 8cpapa francesco a capitol hill 8c

 

2. SCOMUNICATO STAMPA

Massimo Gramellini per “la Stampa”

 

Se l’uomo più popolare del mondo delegittima in pubblico uno degli uomini meno popolari d’Italia significa che sono saltate tutte le regole del gioco e forse anche della misericordia. Dai tempi di Wojtyla ci siamo abituati all’idea che il Papa tenga conferenze-stampa come un allenatore di calcio. Ma gli allenatori non parlano mai dei singoli, mentre Bergoglio ha preso apertamente le distanze dal suo dirimpettaio d’Oltretevere, il sindaco Marino. Sull’aereo che lo riportava a Roma, stimolato da una domanda forse non casuale, il Papa ha tenuto a precisare di non avere invitato il sindaco in America e di essersi addirittura informato con gli organizzatori, finendo poi con l’attribuire la sua presenza al fatto che «Marino si professa cattolico». (Si noti la sfumatura gesuitica: non che «è cattolico», ma che «si professa» tale).  

 

aereo di papa francescoaereo di papa francesco

Peccato che i fatti, come spesso capita nel mondo della comunicazione, siano un po’ diversi. Marino non ha mai detto di essere stato invitato dal Papa. Anzi, fin dall’inizio dell’estate, tutti sapevano che l’invito gli era stato recapitato dal sindaco di Filadelfia, il quale si è accollato le spese del viaggio. Ma a un certo punto, complice la passione eccessivamente sbandierata da Marino per questo Pontefice, la realtà ha assunto la forma di una panzana molto più intrigante e il sindaco è stato trasformato in un «Papa boy» al seguito. Bergoglio è sceso ancora una volta dalla cattedra, stavolta per smentire una non notizia partorita dal retrobottega della politica. Ma così facendo ci è entrato anche lui. E un Papa nel retrobottega non è mai un bel vedere.  

 

Ultimi Dagoreport

giorgia meloni nicola fratoianni giuseppe conte elly schlein matteo ricci

DAGOREPORT – BUONE NOTIZIE! IL PRIMO SONDAGGIO SULLO STATO DI SALUTE DEI PARTITI, EFFETTUATO DOPO LA SETTIMANA DI FERRAGOSTO, REGISTRA UN CALO DI 6 PUNTI PER FRATELLI D'ITALIA RISPETTO ALLE EUROPEE 2024 (IL PARTITO DELLA MELONI, DAL 29% PASSEREBBE AL 23) - A PESARE È LA SITUAZIONE ECONOMICA DEL PAESE, DALLA PRODUTTIVITÀ CALANTE DELLE IMPRESE A UN POTERE D’ACQUISTO AZZERATO DAI SALARI DA FAME - IL TEST DELLE REGIONALI D’AUTUNNO, CHE CHIAMA ALLE URNE 17 MILIONI DI CITTADINI,   POTREBBE DIVENTARE UN SEGNALE D'ALLARME, SE NON LA PRIMA SCONFITTA DELL’ARMATA BRANCAMELONI - A PARTIRE DALLE PERDITA DELLE MARCHE: IL GOVERNATORE RICANDIDATO DI FDI, FRANCESCO ACQUAROLI, È SOTTO DI DUE PUNTI RISPETTO AL CANDIDATO DEL CAMPOLARGO, IL PIDDINO MATTEO RICCI - LA POSSIBILITÀ DI UN 4-1 PER IL CENTROSINISTRA ALLE REGIONALI, MESSO INSIEME ALLA PERDITA DI CONSENSI ALL'INTERNO DELL'ELETTORATO DI FDI, MANDEREBBE IN ORBITA GLI OTOLITI DELLA DUCETTA. NEL CONTEMPO, DAREBBE UN GROSSO SUSSULTO AI PARTITI DI OPPOSIZIONE, SPINGENDOLI AD ALLEARSI PER LE POLITICHE 2027. E MAGARI FRA DUE ANNI LA "GIORGIA DEI DUE MONDI" SARÀ RICORDATA SOLO COME UN INCUBO...

meloni giorgetti fazzolari caltagirone nagel donnet orcel castagna

DAGOREPORT - GENERALI, MEDIOBANCA, MPS, BPM: NESSUN GOVERNO HA MAI AVUTO UN POTERE SIMILE SUL SISTEMA FINANZIARIO ITALIANO - MA LA VITTORIA DI OGGI DEI CALTA-MELONI PUÒ DIVENTARE LA SCONFITTA DI DOMANI: “SENZA UN AZIONARIATO DI CONTROLLO STABILE IN GENERALI, NON BASTERÀ LA SBILENCA CONQUISTA DI MEDIOBANCA PER METTERE AL SICURO LA GESTIONE DEL RICCO RISPARMIO ITALIANO (800 MLD) CHE TUTTI VORREBBERO RAZZIARE” - L’ULTIMA, DISPERATA, SPERANZA DI NAGEL GIACE TRA I FALDONI DELLA PROCURA DI MILANO PER L'INCHIESTA SULLA TORBIDA VENDITA DEL 15% DI MPS DA PARTE DEL MEF A CALTA-MILLERI-BPM – UNA SGRADITA SORPRESA POTREBBE ARRIVARE DAGLI 8 EREDI DEL VECCHIO - PIAZZA AFFARI? SI È FATTA GLI AFFARI SUOI: METTERSI CONTRO PALAZZO CHIGI PUÒ NUOCERE ALLA SALUTE DI UNICREDIT, BENETTON, MEDIOLANUM, FERRERO, LUCCHINI, UNIPOL, ENTI PREVIDENZIALI, ETC. – L’ERRORE DI NAGEL E GLI ''ORRORI'' DI DONNET: DA NATIXIS AL NO ALLO SCAMBIO DELLA QUOTA MEDIOBANCA CON BANCA GENERALI…

donald trump vladimir putin giorgia meloni

DAGOREPORT - IL VERTICE DELLA CASA BIANCA È STATO IL PIÙ  SURREALE E “MALATO” DELLA STORIA POLITICA INTERNAZIONALE, CON I LEADER EUROPEI E ZELENSKY IN GINOCCHIO DA TRUMP PER CONVINCERLO A NON ABBANDONARE L’UCRAINA – LA REGIA TRUMPIANA: MELONI ALLA SINISTRA DEL "PADRINO", NEL RUOLO DI “PON-PON GIRL”, E MACRON, NEMICO NUMERO UNO, A DESTRA. MERZ, STARMER E URSULA, SBATTUTI AI MARGINI – IL COLMO?QUANDO TRUMP È SCOMPARSO PER 40-MINUTI-40 PER “AGGIORNARE” PUTIN ED È TORNATO RIMANGIANDOSI IL CESSATE IL FUOCO (MEJO LA TRATTATIVA PER LA PACE, COSÌ I RUSSI CONTINUANO A BOMBARDARE E AVANZARE) – QUANDO MERZ HA PROVATO A INSISTERE SULLA TREGUA, CI HA PENSATO LA TRUMPISTA DELLA GARBATELLA A “COMMENTARE” CON OCCHI SPACCANTI E ROTEANTI: MA COME SI PERMETTE ST'IMBECILLE DI CONTRADDIRE "THE GREAT DONALD"? - CILIEGINA SULLA TORTA MARCIA DELLA CASA BIANCA: È STATA PROPRIO LA TRUMPETTA, CHE SE NE FOTTE DELLE REGOLE DEMOCRATICHE, A SUGGERIRE ALL'IDIOTA IN CHIEF DI EVITARE LE DOMANDE DEI GIORNALISTI... - VIDEO

francesco milleri gaetano caltagrino christine lagarde alberto nagel mediobanca

TRA FRANCO E FRANCO(FORTE), C'E' DI MEZZO MPS - SECONDO "LA STAMPA", SULLE AMBIZIONI DI CALTAGIRONE E MILLERI DI CONTROLLARE BANCHE E ASSICURAZIONI PESA L’INCOGNITA DELLA BANCA CENTRALE EUROPEA - CERTO, PUR AVENDO IL 30% DI MEDIOBANCA, I DUE IMPRENDITORI NON POSSONO DECIDERE LA GOVERNANCE PERCHÉ NON HANNO REQUISITI DETTATI DALLA BCE (UNO FA OCCHIALI, L'ALTRO CEMENTO) - "LA STAMPA"  DIMENTICA, AHINOI!, LA PRESENZA DELLA BANCA SENESE, CHE I REQUISITI BCE LI HA TUTTI (E IL CEO DI MPS, LOVAGLIO, E' NELLE MANI DELLA COMPAGNIA CALTA-MELONI) - COSA SUCCEDERÀ IN CASO DI CONQUISTA DI MEDIOBANCA E DI GENERALI? LOR SIGNORI INDICHERANNO A LOVAGLIO DI NOMINARE SUBITO IL SOSTITUTO DI NAGEL (FABRIZIO PALERMO?), MENTRE TERRANNO DONNET FINO ALL'ASSEMBLEA DI GENERALI...

donald trump grandi della terra differenza mandati

FLASH! - FA MALE AMMETTERLO, MA HA VINTO DONALD TRUMP: NEL 2018, AL G7 IN CANADA, IL TYCOON FU FOTOGRAFATO SEDUTO, COME UNO SCOLARO CIUCCIO, MENTRE VENIVA REDARGUITO DALLA MAESTRINA ANGELA MERKEL E DAGLI ALTRI LEADER DEL G7. IERI, A WASHINGTON, ERA LUI A DOMINARE LA SCENA, SEDUTO COME DON VITO CORLEONE ALLA CASA BIANCA. I CAPI DI STATO E DI GOVERNO EUROPEI, ACCORSI A BACIARGLI LA PANTOFOLA PER CONVINCERLO A NON ABBANDONARE L'UCRAINA, NON HANNO MAI OSATO CONTRADDIRLO, E GLI HANNO LECCATO VERGOGNOSAMENTE IL CULO, RIEMPIENDOLO DI LODI E SALAMELECCHI...

pietrangelo buttafuoco alessandro giuli beatrice venezi

DAGOREPORT – PIÙ CHE DELL’EGEMONIA CULTURALE DELLA SINISTRA, GIULI E CAMERATI DOVREBBERO PARLARCI DELLA SEMPLICE E PERENNE EGEMONIA DELL’AMICHETTISMO E DELLA BUROCRAZIA – PIAZZATI I FEDELISSIMI E GLI AMICHETTISSIMI (LA PROSSIMA SARÀ LA DIRETTRICE DEL LATO B VENEZI, CHE VOCI INSISTENTI DANNO IN ARRIVO ALLA FENICE), LA DESTRA MELONIANA NON È RIUSCITA A INTACCARE NÉ LO STRAPOTERE BARONALE DELLE UNIVERSITÀ NÉ LE NOMINE DIRIGENZIALI DEL MIC. E I GIORNALI NON NE PARLANO PERCHÉ VA BENE SIA ALLA DESTRA (CHE NON SA CERCARE I MERITEVOLI) CHE ALLA SINISTRA (I BUROCRATI SONO PER LO PIÙ SUOI)