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“GIORGIA MELONI DIFFONDE UNA FAKE NEWS” – MATTEO RENZI HA GIOCO FACILISSIMO NELL’ATTACCARE LA VERSIONE "UFFICIALE" DELL’ESCLUSIONE ITALIANA DAL VERTICE DEI VOLENTEROSI, SMENTITA DA MACRON (LA DUCETTA HA DETTO CHE L’ITALIA NON HA PARTECIPATO PERCHÉ NON INVIERÀ TRUPPE IN UCRAINA, MA NEMMENO POLONIA E USA LO FARANNO): “È IL SEGNO DI UNA DONNA CHE HA COMPLETAMENTE PERSO LA RAGIONEVOLEZZA. MI LASCIA SINCERAMENTE SCONVOLTO" – "MENTE PENSANDO DI POTER DOMINARE LA NARRAZIONE INTERNA, ANCHE A SUON DI BUGIE. QUI DA NOI NON TROVA UN CONTROCANTO ADEGUATO, E ALLORA HA VITA FACILE. POI PERÒ, FUORI DALL'ITALIA, IL GIOCO LE SCAPPA DI MANO… “

GIORGIA MELONI A TIRANA - FOTO LAPRESSE

UCRAINA: RENZI, 'MELONI DIFFONDE FAKE NEWS SUI VOLENTEROSI, INCREDIBILE'

(Adnkronos) - "Un fatto incredibile. Meloni, presidente del Consiglio dell'Italia, diffonde una fake news su un vertice in cui, in realtà, si parlava di come arrivare a un cessate il fuoco in Ucraina e al quale partecipavano tutti Paesi componenti del G7, con Donald Trump in collegamento, più la Polonia e Zelensky: è il segno di una donna che ha completamente perso la ragionevolezza. Mi lascia sinceramente sconvolto".

 

Lo dice Matteo Renzi alla Stampa sul vertice dei volenterosi a Tirana. "Il fatto che non sia uscita una velina, ma sia voluto intervenire direttamente Macron per smentire Meloni è stato un modo per farle capire che sulle questioni cruciali, in momenti storici di crisi, così delicati, gli influencer che distorcono la realtà non possono trovare spazio in Europa", dice il leader di Iv.

 

DONALD TUSK - EMMANUEL MACRON - KEIR STARMER - FRIEDRICH MERZ - INCONTRO A TIRANA

Meloni "mente pensando di poter dominare la narrazione interna, anche a suon di bugie. Qui da noi non trova un controcanto adeguato, e allora ha vita facile.

 

Poi però, fuori dall'Italia, il gioco le scappa di mano. Nessuna persona ragionevole può pensare di giustificare così la sua estromissione da un vertice.

 

E il fatto che la Polonia abbia preso il posto dell'Italia a quel tavolo, per di più, è una cosa gigantesca. L'Italia non si merita di fare queste figure e non si merita una persona incapace e ininfluente come Meloni.

 

Una che interviene in Parlamento e sbaglia la definizione di "spread" dimostra di non essere adeguata al ruolo", prosegue Renzi.

 

MARK RUTTE - DONALD TUSK - URSULA VON DER LEYEN - GIORGIA MELONI PARLANO CON VOLODYMYR ZELENSKY

LA PREMIER: “NOI COERENTI, NON MANDIAMO TRUPPE”. MACRON: BASTA FAKE NEWS

Estratto dell’articolo di Lorenzo De Cicco per “la Repubblica”

https://www.repubblica.it/politica/2025/05/17/news/esclusione_meloni_vertice_volenterosi_ucraina-424230584/?ref=RHLF-BG-P2-S1-T1-RIAPERTURA_

 

Una manciata di minuti alle sei di sera. In un angolo dell’immensa e blindatissima piazza Scanderbeg, su una pedana accanto al padiglione dei summit, in cui si è ritrovata esclusa dall’unico vertice che contava davvero, la call con Donald Trump, Giorgia Meloni estrae una sigaretta dal pacchetto e si accende una bionda sottile-sottile. Intorno ha lo staff. La fedelissima segretaria Patrizia Scurti.

 

EDI RAMA SI INGINOCCHIA A GIORGIA MELONI

[…] Meloni fuma. Parla al telefono. Da dietro il vetro, sembra che abbia in testa una domanda: che fare? Come spiegare questa ennesima, plateale estromissione dell’Italia che invece sarebbe dovuto tornare «protagonista» nel mondo, il famoso «ponte» tra Ue e Usa, così dicevano i “fratelli”.

 

Un quarto d’ora dopo, la premier si presenta davanti alle telecamere. Sa di dover dire qualcosa. Fornire una narrazione buona per i tg. Frase secca. Difronte al mucchione di cronisti e cameraman, fa capire subito che non è aria: non risponderà nemmeno a una domanda.

 

DONALD TRUMP GIORGIA MELONI

«Non ho tempo, devo rientrare». Ma «ci tiene» a dire una cosa: «Rispetto a questo dibattito sulla mancata presenza italiana nelle riunioni tra Gran Bretagna, Germania, Francia, Polonia e Ucraina — dettaglio: gli Stati Uniti non vengono citati — l’Italia ha già dichiarato di non essere disponibile a mandare truppe in Ucraina».

 

Dunque, secondo la premier, «non avrebbe senso partecipare a formati che hanno obiettivi su cui non abbiamo dichiarato la nostra disponibilità.

 

Sono una persona coerente. Agli altri tavoli partecipiamo sempre». Tenta pure un rilancio, contro l’opposizione, che dal Pd al M5S a Iv, intanto mena fendenti da Roma: «A chi si lamenta dico: ci si chiede di partecipare a questi formati perché dovremmo mandare le truppe o per fare una foto?».

 

DONALD TUSK - VOLODYMYR ZELENSKY - EMMANUEL MACRON - KEIR STARMER - FRIEDRICH MERZ - INCONTRO A TIRANA

La tesi è questa. Ma la verità è che nemmeno la Polonia ha intenzione di spedire soldati, Tusk l’ha chiarito da tempo. Come gli Usa di Trump, che semmai vorrebbero far sbrigare la pratica agli europei. E il tedesco Merz appena una settimana fa, a domanda diretta, ha temporeggiato.

 

Solo Inghilterra e Francia ne discutono. Ma non l’hanno fatto ieri, con Trump, e nemmeno a Kiev sabato, sempre al telefono con il tycoon (e sempre senza Meloni).

 

È lo stesso Macron, alle otto di sera, a rovesciare la versione di Meloni: «C’è un errore di interpretazione, la discussione che abbiamo avuto era per ottenere un cessate il fuoco in Ucraina, non c’è stata una discussione domenica e neppure oggi sull’invio di truppe».

 

DONALD TUSK - VOLODYMYR ZELENSKY - EMMANUEL MACRON - KEIR STARMER - FRIEDRICH MERZ - INCONTRO A TIRANA

Il francese poi ci mette il carico: «Bisogna essere seri, guardiamoci dal divulgare false informazioni, ce n’è a sufficienza di quelle russe». Del resto Meloni aveva partecipato al vertice di Parigi il 17 febbraio, in cui si discuteva, sì, di soldati.

 

E anche sabato a Kiev, comunque, si era video-collegata. Stavolta invece era a pochi metri dalla stanza in cui gli altri leader telefonavano a Trump. Senza di lei. Che faceva la premier nel frattempo? Svolgeva altri bilaterali, si apprende: con von der Leyen, Erdogan, il presidente di Cipro.

 

Alla vigilia del summit albanese, fonti italiane spiegavano che se ci fosse stato un “a margine” con Zelensky, la premier vi avrebbe preso parte. I contatti diplomatici c’erano stati.

 

Donald Tusk Keir Starmer Volodymyr Zelensky Olena Zelenska Emanuel Macron Friedrich Merz – foto lapresse

Ma già di mattina è possibile che Meloni abbia intuito che non sarebbe andata così, visto che appena arrivata al teatro dell’Opera di Tirana, con Macron ancora in automobile, si era fermata a parlare con Zelensky, von der Leyen, Tusk e Starmer nel foyer. Scambio rapido, immortalato dalla comunicazione di Palazzo Chigi, che ha diffuso il filmato. Ma era poco più di un antipasto delle discussioni vere. La portata principale era un’altra. L’Italia, non invitata.

 

A taccuini serrati, in ambienti di governo comincia a serpeggiare preoccupazione. Oggi Meloni vedrà Merz, oltre al canadese Carney, entrambi a Roma per l’intronizzazione del Papa. Ma il tedesco l’asse lo sta facendo con Parigi, si è visto. Soprattutto, se ai piani alti dell’esecutivo si sospetta una regia francese dietro l’esclusione, non pare comunque che Trump sia troppo crucciato dall’assenza della sua «fantastica» amica italiana.

 

[…]

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