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MATTEO TENTATO DAL PROPORZIONALE PUR DI VOTARE A SETTEMBRE, MA VUOLE UN PATTO DI SANGUE CON BERLUSCONI E SALVINI – GIANNI LETTA E LUCA LOTTI METTONO A PUNTO IL TESTO: NAZARENO BIS IN SALSA ELETTORALE – ALFANO FUORI DAI GIOCHI (E DAL PARLAMENTO) CON LA SOGLIA ALZATA AL 5% - INEVITABILI LE LARGHE INTESE, COME IN GERMANIA

 

Tommaso Ciriaco e Carmelo Lopapa per la Repubblica

GIANNI LETTA LUCA LOTTIGIANNI LETTA LUCA LOTTI

 

L' incontro della svolta risale a poche ore fa. Gianni Letta e Luca Lotti si ritrovano faccia a faccia per la terza volta nell' ultima settimana nell' ufficio romano del braccio destro berlusconiano, a cinquanta passi dalla sede del Pd. E lì mettono nero su bianco una bozza d' accordo. Eccolo il bis del Nazareno, in salsa elettorale.

 

L' intesa tra i due ambasciatori prevede tre condizioni irrinunciabili, imposte da Matteo Renzi. Primo: la Lega deve siglare e rendere pubblico assieme a Forza Italia un impegno formale a sostenere la riforma elettorale "tedesca", magari dopo un incontro tra il segretario del Carroccio e il leader di Arcore previsto ad horas. Secondo: il testo va approvato entro metà luglio, per garantire elezioni il 24 settembre. Terzo: la soglia di sbarramento deve restare al 5 per cento.

 

BERLUSCONI RENZIBERLUSCONI RENZI

Renzi annuncia via Facebook l' avvio delle consultazioni in settimana con tutti i partiti: «Ora mostrino le loro carte». Gianni Letta le sue le ha già mostrate, al segretario dem. Poi ha rassicurato il Cavaliere: «Silvio, stavolta ci siamo, Renzi mi ha fatto stracciare e riscrivere il patto per tre volte, ma questa è quella giusta». Se così sarà, si apriranno le porte del voto anticipato. Scenario non osteggiato dal Colle, a patto che la nuova legge elettorale - maggioritaria o proporzionale lo decideranno le forze politiche - sia ragionevole e non si esponga al rischio di una nuova bocciatura della Corte costituzionale.

BERLUSCONI E SALVINIBERLUSCONI E SALVINI

 

Assieme a Letta e Lotti, lavorano senza sosta a un' intesa Paolo Romani, Ettore Rosato e Lorenzo Guerini, che si appresta a diventare coordinatore politico della nuova segreteria renziana. La svolta, però, è frutto anche di una serie di incastri poco prevedibili. Innanzitutto il pallottoliere di Palazzo Madama, "spiegato" al segretario dem negli ultimi giorni: indica numeri incerti e sembra promettere tempesta.

 

Un fallimento del "Rosatellum" sarebbe imputato proprio a Renzi, che non ha voglia di subire un' altra sconfitta. Ma non è tutto. Silvio Berlusconi - che ha trascorso la giornata di ieri con i vertici delle aziende a Villa San Martino ma in contatto coi suoi uomini a Roma - si è ormai convinto che dalla Corte di Strasburgo potrebbe arrivare una batosta. Che la bocciatura definitiva della sua riabilitazione politica possa renderlo definitivamente un' anatra zoppa.

BERLUSCONI ENTRA AL NAZARENOBERLUSCONI ENTRA AL NAZARENO

 

«Meglio allora votare in autunno con una discreta legge - è il diktat del Cavaliere - che da incandidabile con pessime regole sei mesi dopo». Anche perché il gruppo dei forzisti al Senato non lo avrebbe mai seguito sulla strada del maggioritario: «Per quanto ci riguarda - il senso di una missiva inviata ad Arcore da 21 senatori e 43 deputati - non voteremo mai quella riforma».

 

ALFANO GENTILONIALFANO GENTILONI

Non manca naturalmente il vento contrario al Nazareno bis. Angelino Alfano, preoccupato dalla soglia al 5, rema contro e minaccia «mani libere». A Pierluigi Bersani, invece, il modello tedesco piace parecchio («Si può discutere ») ma non gradisce le elezioni anticipate: «Si andrebbe in esercizio provvisorio e a gennaio scatterebbe l' aumento dell' Iva».

 

Un asse tra democratici, leghisti e berlusconiani, comunque, avrebbe sulla carta i numeri per passare. Il termine per presentare le modifiche in commissione è fissato per venerdì prossimo. Il 30 maggio, poi, il Pd riunirà la direzione nazionale per bollinare la nuova riforma. L' idea è quella di ricalcare appunto il sistema tedesco, introducendo un meccanismo ancora più radicale dello scorporo: in soldoni, resterebbero i collegi, ma con un impianto di attribuzione dei seggi ultra proporzionale.

 

BERSANI D'ALEMABERSANI D'ALEMA

L' effetto più probabile, in questo scenario tripolare, sarebbe l' ingovernabilità e le conseguenti, obbligatorie larghe intese. Se saranno tra Renzi e Berlusconi, oppure tra M5S e Lega, lo diranno i risultati elettorali. «Partito democratico più Forza Italia - riflette non a caso il leader di FI - è qualcosa a cui non credo si potrà sfuggire, con il proporzionale ». Ma soprattutto, col tedesco conta di riportare in Parlamento un centinaio dei suoi, al posto dei 40 scarsi del "Rosatellum".

 

Molto, adesso, dipende da Salvini. Dall' impegno pubblico con Berlusconi preteso da Renzi: è col Cavaliere che deve chiarirsi una volta per tutte. Il primo segnale, ieri anche in tv, è stato positivo: «Qualsiasi legge, basta che si voti a settembre». Al segretario dem non basta. Servono i fatti e i voti in Parlamento.

 

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