MAURIZIO DE GIOVANNI, UN PREZZEMOLONE PER TUTTE LE STAGIONI – NEL COMITATO PER IL NO AL REFERENDUM INSIEME A “ROSPY” BINDI E AL FISICO PARISI, SI INFILA ANCHE DE GIOVANNI CHE AVEVA ANNUNCIATO IL DISTACCO DAGLI IMPEGNI PUBBLICI IN POLEMICA CON CHI LO CHIAMAVA “TUTTOLOGO” E “PREZZEMOLINO”. LO SCRITTORE NON E’ SPARITO NEANCHE PER SOGNO ED E' OVUNQUE: DALLE BATTAGLIE PER IL PINO DEL VOMERO ALLA CRISI DELLA SINISTRA, DA TRUMP AL NAPOLI DI CONTE - ALTRO CHE PASSO INDIETRO: DE GIOVANNI HA BISOGNO DI STARE SEMPRE AL CENTRO DELLA SCENA CON IL SUO EGO RIPIENO DI PIZZA FRITTA E VANITA'...
Tommaso Labate per corriere.it - Estratti
Fosse una sfida a colpi di best seller, di qua ci sarebbe la saggistica e di là la narrativa. Di qua Alessandro Sallusti, autore con Luca Palamara di quel libro ( Il sistema ) che a quasi cinque anni dall’uscita rappresenta ancora un tomo fondamentale per chi si esercita sulla deriva correntizia delle toghe; di là Maurizio De Giovanni e Viola Ardone, che scalano le classifiche dei libri a ogni uscita dei loro romanzi.
Qua e là sono rispettivamente i comitati per il Sì e per il No nella campagna del referendum sulla riforma della giustizia del governo di Giorgia Meloni, la madre di tutte le battaglie politiche di quel che rimane della legislatura.
Comunque andrà a finire, il dopo non sarà più lo stesso.
Ecco perché, in omaggio all’antica regola di Marco Pannella, che per i referendum faceva incetta di testimonial sapendo che in una sfida tra «sì» e «no» mostrano quell’efficacia che per esempio alle elezioni politiche non hanno, i comitati dei favorevoli e dei contrari alla riforma del ministro Nordio fanno incetta di frontwoman e frontman che macinino consensi nelle presenze televisive, sui giornali e facciano il pieno di like e interazioni sui social network.
E così, se un garantista come Sallusti si troverà ad avere come compagno di strada un antico «nemico» (le virgolette ovviamente sono d’obbligo) come Antonio Di Pietro, ascritto suo malgrado a nume tutelare dei giustizialisti dall’epoca di Mani Pulite, gli oppositori alla riforma pescano nel mondo dell’accademia che si trova storicamente meglio sintonizzata col mondo della sinistra.
Al comitato per il No che ha scelto per la presidenza il fisico Giovanni Bachelet (figlio del giurista Vittorio, assassinato dalle Brigate Rosse), lo stesso che schiera Rosy Bindi, si preparano ad accogliere tra i testimonial il premio Nobel per la fisica Giorgio Parisi. Del pacchetto di mischia dei volti noti — alla composizione dei comitati a cui stanno lavorando, su tutto il territorio nazionale, anche l’Anpi, le Acli e la Cgil — faranno parte padre Alex Zanotelli, Benedetta Tobagi, forse don Ciotti, di sicuro l’attore Massimiliano Gallo, da anni grande nome del cinema italiano che il pubblico generalista ha conosciuto grazie alla fiction dei Bastardi di Pizzofalcone (tratta dai libri di De Giovanni) e al ruolo da protagonista nella serie Vincenzo Malinconico, avvocato d’insuccesso .
Si vocifera di un coinvolgimento nel medio periodo (la campagna è lunga) di personalità del mondo della musica che raramente si sono tirate indietro quando in gioco c’era un referendum, come Fiorella Mannoia. In campo, con un ruolo da prim’attore, anche Mitja Gialuz, ordinario di procedura penale a Genova nonché compagno di Debora Serracchiani, figura di primo piano del Pd ed ex vicepresidente del partito.
Alla guida del comitato per il Sì promosso dai partiti della maggioranza ci sarà l’ex giudice costituzionale Nicolò Zanon, che l’altro giorno è stato ospite di Atreju. Tra i partecipanti alla kermesse di Fratelli d’Italia, anche un’altra testimonial del Sì: l’ex deputata del Partito democratico Anna Paola Concia, che per un periodo è stata assessore a Firenze nella giunta dell’allora sindaco Dario Nardella.
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