giorgia meloni europa ue euro

MELONI D’EUROPA – LA FRECCIATONA AI SOCIALISTI NELLA CONFERENZA STAMPA DI FINE ANNO NON È UN CASO: LA DUCETTA, OLTRE CHE PREMIER, È PRESIDENTE DEL PARTITO EUROPEO DEI CONSERVATORI E RIFORMISTI. PER LEI E I POTENTI POLACCHI DEL PIS IL QATAR GATE È UNA GHIOTTA OCCASIONE: CON I SOCIALISTI E DEMOCRATICI AZZOPPATI DALLO SCANDALO, VORREBBERO (E POTREBBERO) SCALZARLI DALL’EUROPOTERE E DARE IL VIA A UNA MAGGIORANZA DI CENTRODESTRA CON IL PPE…

Francesco Verderami per il “Corriere della Sera”

 

giorgia meloni al consiglio europeo 10

Alla conferenza stampa di fine anno, per un istante Giorgia Meloni ha smesso i panni della premier per indossare quelli di presidente dei Conservatori europei: quando ha messo nel mirino il Pse.

 

C'è un motivo se la leader di Fratelli d'Italia ha definito il Qatargate «un socialist job», e c'entra fino a un certo punto la difesa dell'onore nazionale.

 

I primi ad intuirlo sono stati i dirigenti del Pd, che da quando è scoppiato lo scandalo delle mazzette a Bruxelles sono preoccupati per le ripercussioni politiche che l 'affaire può provocare. La storia delle valigie piene di contanti che ha mandato in carcere pezzi di establishment della sinistra, secondo autorevoli dirigenti dem «rischia di aggravare la crisi del Pse e di agevolare l'operazione a cui lavorano in Europa i nostri avversari in vista delle elezioni nel 2024».

 

antonio panzeri

Meloni fa parte dell'«operazione». Da presidente dell'Ecr il suo obiettivo - dopo le urne - è sostituirsi ai Socialisti nell'accordo con i Popolari e dar vita a una maggioranza di centrodestra per la guida dell'Unione. Il dialogo con il Ppe va avanti da tempo: costruito dal ministro Fitto negli anni in cui sedeva a Strasburgo, divenne manifesto quando i Conservatori sostennero l'elezione di Metsola al vertice dell'Europarlamento e conquistarono per il loro gruppo una vice presidenza.

 

Allora i rapporti con i Popolari uscirono dall'anonimato e l'Ecr uscì dall'isolamento, nel quale sarebbe definitivamente precipitato se avesse aderito al rassemblement delle destre con alleati scomodi come Afd e Front national. Come proponeva Salvini.

 

MORAWIECKI MELONI

La leader di FdI scelse un'altra strada. Sulla base di quella svolta, nelle riunioni che hanno preceduto il voto del 25 settembre, ha discusso con il suo gruppo dirigente delle prospettive future: «Un nuovo equilibrio politico in Italia - questo uno dei passaggi - può essere il punto di partenza di un nuovo equilibrio politico in Europa». Un disegno ambizioso e che solo un anno fa appariva al limite del velleitario, ha registrato un primo passo con la conquista di palazzo Chigi. Lì dove il 22 novembre la premier ha ricevuto il presidente del Ppe, Weber, che in campagna elettorale si era speso con un pubblico endorsement a favore del centrodestra italiano. La tesi di Palazzo è che FdI si stesse posizionando in vista di un'adesione al Ppe. In realtà l'obiettivo era (e resta) costruire una solida alleanza con il Ppe.

 

giorgia meloni nel video messaggio per vox 3

Raccontano che durante il colloquio i due si siano «presi bene»: Weber - spiega una fonte accreditata - auspica che l'Ecr abbia un approccio «arrotondato» e «collaborativo» nelle istituzioni comunitarie, evitando certe spinte estreme nelle quali per esempio si distinguono gli spagnoli di Vox. Anche perché il quadro d'insieme preannuncia un possibile cambio di maggioranza nel Vecchio Continente: in Francia il dopo Macron è un'incognita; in Germania l'Spd fatica a guidare una coalizione eterogenea; mentre in altri Paesi - come la Svezia e la Repubblica Ceca - si moltiplicano le intese tra Popolari e Conservatori. In attesa di vedere cosa accadrà anche a Madrid dopo le elezioni dell'anno prossimo.

ursula von der leyen giorgia meloni al consiglio europeo

Perciò la battuta sul «socialist job» non l'ha pronunciata la premier ma la leader dell'Ecr.

 

Perciò nel Pd si chiedono se «l'azione giudiziaria sul Qatargate sarà circoscritta o si aprirà per il Pse un '92 europeo». All'obiettivo di rompere il «compromesso storico» che domina da anni nelle stanze del potere di Bruxelles e Strasburgo non lavora solo Meloni. Anche il ministro degli Esteri sta fornendo il suo contributo. D'altronde Tajani nel 2017 fu eletto presidente dell'Europarlamento con i voti dei popolari, dei liberali e dei conservatori che gli permisero di battere il candidato socialista Pittella.

 

E oggi nei suoi conversari riservati il titolare della Farnesina conferma il sostegno al progetto, che definisce «l'inizio di un percorso». Perché è chiaro che ci sono ancora numerosi ostacoli sul cammino dell'intesa: lo si capisce dalle resistenze che emergono tra i tedeschi, tra i lussemburghesi e soprattutto tra i polacchi delle due forze, in perenne frizione.

GIORGIA MELONI ANTONIO TAJANI

 

Con i liberali poi, «l'interlocuzione è complicata per i loro legami con Macron», riconosce uno dei maggiori esponenti di FdI. Ma non c'è dubbio che il cantiere sia stato avviato in vista del 2024. Si vedrà se l'«operazione» a cui partecipa Meloni avrà successo. Sono molte le variabili. Tra queste i risultati del suo governo...

GIORGIA MELONI giorgia meloni al consiglio europeo 6giorgia meloni giura come presidente del consiglio GIORGIA MELONI AL CONSIGLIO DEI MINISTRIroberta metsola giorgia meloni charles michel al consiglio europeo giorgia meloni al consiglio europeo 7giorgia meloni al consiglio europeo 5

Ultimi Dagoreport

sergio mattarella giorgia meloni

DAGOREPORT - L'ARDUO COMPITO DI SERGIO MATTARELLA: FARE DA ARBITRO ALLA POLITICA ITALIANA IN ASSENZA DI UN’OPPOSIZIONE - IL PRESIDENTE DELLA REPUBBLICA NON VUOLE SOSTITUIRSI A QUEGLI SCAPPATI DI CASA DI SCHLEIN E CONTE, NÉ INTENDE SCONTRARSI CON GIORGIA MELONI. ANZI, IL SUO OBIETTIVO È TENERE IL GOVERNO ITALIANO DALLA PARTE GIUSTA DELLA STORIA: SALDO IN EUROPA E CONTRO LE AUTOCRAZIE – IL PIANO DI SERGIONE PER SPINGERE LA LEADER DI FRATELLI D'ITALIA VERSO UNA DESTRA POPOLARE E LIBERALE, AGGANCIATA ALL'EUROPA E LONTANA DAL TRUMPISMO SENZA LIMITISMO, EVITANDO OGNI COLLISIONE CON LA FRANCIA E FACENDO ASSE CON GERMANIA E POLONIA - MA ''IO SONO GIORGIA" HA DAVANTI DUE OSTACOLI: L'ESTREMISMO "PATRIOTA" DI SALVINI E LO ZOCCOLO DURO DI FRATELLI D'ITALIA GUIDATO DA FAZZOLARI...

francesco micheli

DAGOREPORT - IN UNA MILANO ASSEDIATA DAI BARBARI DI ROMA, SI CELEBRA LA FAVOLOSA CAPITALE DEGLI AFFARI CHE FU: IL CAPITALISMO CON IL CUORE A SINISTRA E IL PORTAFOGLIO GONFIO A DESTRA - A 87 ANNI, FRANCESCO MICHELI APRE, SIA PURE CON MANO VELLUTATA E SENZA LASCIARE IMPRONTE VISTOSE, IL CASSETTO DEI RICORDI: “IL CAPITALISTA RILUTTANTE” È IL DIARIO DI BORDO DELL’EX BUCANIERE DELLA FINANZA CHE, SALITO SULL’ALBERO PIÙ ALTO DEL VASCELLO, HA OSSERVATO I FONDALI OSCURI INCONTRATI NEL MARE MAGNUM INSIDIOSO DELL’ECONOMIA, SOMMERSA E SPESSO AFFONDATA - “IO E LEI APPARTENIAMO A ZOO DIVERSI”, FU IL VATICINIO DI CUCCIA – LUI, UNICO TESTIMOME A RACCOGLIERE LO SFOGO DI EUGENIO CEFIS SU QUEL “MATTO” DI CUCCIA CHE NEL GIORNO DELLE SUE CLAMOROSE DIMISSIONI DA MONTEDISON L’AVEVA ACCOLTO CON UN BEFFARDO: “DOTTORE, PENSAVO VOLESSE FARE UN COLPO DI STATO…”

romana liuzzo

DAGOREPORT! UN MOTO DI COMPRENSIONE PER I TELESPETTATORI DI CANALE5 CHE HANNO AVUTO LA SFORTUNA DI INTERCETTARE LA MESSA IN ONDA DELLO SPOT AUTO-CELEBRATIVO (EUFEMISMO) DEL PREMIO “GUIDO CARLI” - CONFUSI, SPIAZZATI, INCREDULI SI SARANNO CHIESTI: MA CHE CAZZO È ‘STA ROBA? - AGGHINDATA CON UN PEPLO IN STILE “VESTALE, OGNI SCHERZO VALE”, PIAZZATA IN UN REGNO BOTANICO DI CARTONE PRESSATO, IL “COMMENDATORE”  ROMANA LIUZZO REGALA 20 SECONDI DI SURREAL-KITSCH MAI VISTO DALL'OCCHIO UMANO: “LA FONDAZIONE GUIDO CARLI VI SARÀ SEMPRE ACCANTO PER COSTRUIRE INSIEME UN MONDO MIGLIORE”. MA CHI È, LA CARITAS? EMERGENCY? L'ESERCITO DELLA SALVEZZA? - VIDEO!

friedrich merz - elezioni in germania- foto lapresse -

DAGOREPORT – LA BOCCIATURA AL PRIMO VOTO DI FIDUCIA PER FRIEDRICH MERZ È UN SEGNALE CHE ARRIVA DAI SUOI "COLLEGHI" DI PARTITO: I 18 VOTI CHE SONO MANCATI ERANO DI UN GRUPPETTO DI PARLAMENTARI DELLA CDU. HANNO VOLUTO MANDARE UN “MESSAGGIO” AL CANCELLIERE DECISIONISTA, CHE HA STILATO UNA LISTA DI MINISTRI SENZA CONCORDARLA CON NESSUNO. ERA UN MODO PER RIDIMENSIONARE L’AMBIZIOSO LEADER. COME A DIRE: SENZA DI NOI NON VAI DA NESSUNA PARTE – DOMANI MERZ VOLA A PARIGI PER RIDARE SLANCIO ALL’ALLEANZA CON MACRON – IL POSSIBILE ANNUNCIO DI TRUMP SULLA CRISI RUSSO-UCRAINA

xi jinping donald trump vladimir putin

DAGOREPORT - LA CERTIFICAZIONE DELL'ENNESIMO FALLIMENTO DI DONALD TRUMP SARÀ LA FOTO DI XI JINPING E VLADIMIR PUTIN A BRACCETTO SULLA PIAZZA ROSSA, VENERDÌ 9 MAGGIO ALLA PARATA PER IL GIORNO DELLA VITTORIA - IL PRIMO MENTECATTO DELLA CASA BIANCA AVEVA PUNTATO TUTTO SULLO "SGANCIAMENTO" DELLA RUSSIA DAL NEMICO NUMERO UNO DEGLI USA: LA CINA - E PER ISOLARE IL DRAGONE HA CONCESSO A "MAD VLAD" TUTTO E DI PIU' NEI NEGOZIATI SULL'UCRAINA (COMPRESO IL PESTAGGIO DEL "DITTATORE" ZELENSKY) - ANCHE SUI DAZI, L'IDIOTA SI È DOVUTO RIMANGIARE LE PROMESSE DI UNA NUOVA "ETA' DELL'ORO" PER L'AMERICA - IL TRUMPISMO SENZA LIMITISMO HA COMPIUTO COSI' UN MIRACOLO GEOPOLITICO: IL REGIME COMUNISTA DI PECHINO NON È PIÙ IL DIAVOLO DI IERI DA SANZIONARE E COMBATTERE: OGGI LA CINA RISCHIA DI DIVENTARE LA FORZA “STABILIZZATRICE” DEL NUOVO ORDINE GLOBALE...

alfredo mantovano gianni de gennaro luciano violante guido crosetto carlo nordio alessandro monteduro

DAGOREPORT – LA “CONVERSIONE” DI ALFREDO MANTOVANO: IL SOTTOSEGRETARIO CHE DOVEVA ESSERE L’UOMO DI DIALOGO E DI RACCORDO DI GIORGIA MELONI CON QUIRINALE, VATICANO E APPARATI ISTITUZIONALI (MAGISTRATURA, CORTE DEI CONTI, CONSULTA, SERVIZI. ETC.), SI È VIA VIA TRASFORMATO IN UN FAZZOLARI NUMERO 2: DOPO IL ''COMMISSARIAMENTO'' DI PIANTEDOSI (DOSSIER IMMIGRAZIONE) E ORA ANCHE DI NORDIO (GIUSTIZIA), L’ARALDO DELLA CATTO-DESTRA PIÙ CONSERVATRICE, IN MODALITA' OPUS DEI, SI E' DISTINTO PER I TANTI CONFLITTI CON CROSETTO (DALL'AISE AI CARABINIERI), L'INNER CIRCLE CON VIOLANTE E GIANNI DE GENNARO, LA SCELTA INFAUSTA DI FRATTASI ALL'AGENZIA DI CYBERSICUREZZA E, IN DUPLEX COL SUO BRACCIO DESTRO, IL PIO ALESSANDRO MONTEDURO, PER “TIFO” PER IL “RUINIANO” BETORI AL CONCLAVE...